SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
ROBERTO
POLLIO
Roberto Pollio è un giocatore di calcio di Napoli, ruolo portiere, e così si presenta: “
“Ho mosso i miei primi passi nella mia squadra del quartiere Boschetto F.C. da piccolo innamorato di Kakà e conseguenzialmente poi del Milan, amavo giocare nel ruolo di centrocampista poi come nelle più classiche delle storie succede che in una partita manca il portiere, e da lì ho indossato i guantoni per non toglierli più.
All’inizio non ero tanto entusiasta, però mi sono accorto che riuscivo ad aiutare i miei compagni più importa che lì davanti.
Ho cominciato a toccare un po’ il “calcio dei grandi” a castello di Cisterna presso l’U.S San Nicola, società satellite dell’Empoli Calcio, scuola calcio all’epoca all’avanguardia e non a caso ha sfornato talenti come Montella e Di Natale.
Passati i primi anni lì, sono poi passato al nelle giovani del Nola, dove riuscimmo a vincere il trofeo, Costa Gaia (all’epoca una grande vetrina del calcio giovanile) ma non riuscì a centrare l’obiettivo stagionale, ovvero quello di poter competere per i play-off della vittoria del campionato regionale.
L’anno dopo sono passato alle giovani del Pomigliano Calcio, sotto la gestione del presidente Antonio Romano, grande uomo prima che grande Presidente.
Li ho avuto modo di allenarmi davvero ad alta intensità, poiché bazzicavo tra i miei parità e la prima squadra che all’epoca giocava in serie D ed era allenata da Massimiliano Farris, attualmente vice di Simone Inzaghi all’Inter.
Dopo tre bellissimi anni a Pomigliano (2011 a 2014) ho avuto una breve parentesi con la squadra del mio paese, il Sant’Anastasia (2016) dove però dopo pochi mesi per ragioni di studio, ho dovuto lasciare, e dopo un lungo periodo di inattività, sono tornato a giocare solo nella stagione 2020 2021.
Ho ripreso un’attività agonistica alla corte del Casoria, giocando il campionato di promozione dove però purtroppo non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo stagionare che era quello di salvarci.
Fu un evento abbastanza traumatico calcisticamente parlando, poiché dopo tanti anni di inattività riprendere poi con una retrocessione mi fece quasi venir voglia di smettere di nuovo, ma come tanti ragazzi come me che fanno del calcio il carburante che ci tiene dentro quel fuoco acceso, decisi, grazie anche al Mr Enrico Mele di sposare la causa della all’epoca neonata ASD Atlantis, affrontando il campionato di prima categoria.
Di lì a poco per via delle poche presenze, nel mercato invernale sono passato all’ AC Scisciano, mantenendo sempre la categoria, con l’obiettivo di provare a raggiungere i play-off per affrontare l’anno dopo il campionato di Promozione, ma ci dovettimo accontentare di un 7º posto.
L’anno dopo, tra varie chiamate, decisi di rimanere dove mi trovavo, fu un campionato abbastanza travagliato condito da poche presenze dove però sono riuscito a dare un buon contributo alla mia squadra, raggiungendo l’obiettivo che l’anno scorso sfumò per poco, arrivando ai play-off, purtroppo perdendo in semifinale contro la Viribus Unitis
Questa stagione è cominciata in maniera abbastanza travagliata, poiché mi sono di nuovo ritrovato all’ ASD Atlantis, (1ª categoria) società guidata dal presidente Gianni Perrella che mi ha sempre voluto bene e mi tratta come se fossi un fratello più piccolo, ho accettato il ruolo di secondo alle spalle di un portiere di tutt’altra categoria, Davide Speranza, ma strada facendo mi sono accorto di non avere i nervi abbastanza saldi per restare lì in panchina e non poter dare il mio contributo.
Per questo dopo un confronto con l’allenatore e la dirigenza ho chiesto di nuovo il trasferimento, e dopo un lungo e persuasivo corteggiamento da parte del mio amico nonché allenatore Alfonso Merone, sono approdato al ASD Real Casamle, squadra composta da vecchi amici sia nella classe dirigenziale che compagni di squadra.
È una società che ha come priorità, fare aggregazione e dare un’identità calcistica a quello che è il quartiere storico del Casamale a Somma Vesuviana; stiamo vivendo una stagione un po’ altalenante poiché abbiamo tutti i mezzi per poter dire la nostra ma classifica alla mano siamo in una posizione che a mio avviso non ci rispecchia, ma ciò che so di per certo e che daremo il tutto per tutto per fare in modo di portare questa squadra, almeno per quest’anno, il più lontano possibile. “
La prima domanda che le voglio fare è questa come sta andando la stagione in corso? Da come ho capito non siete molto soddisfatti delle sue e delle vostre prestazioni, come mai?
Ciao Paolo, innanzitutto ci tenevo a ringraziarti per il tempo dedicatomi per quest'intervista.
Sì, non fa piacere ammetterlo, ma questa squadra non sta rispettando le aspettative, data la categoria e l'elevatissimo tasso tecnico che ha a disposizione, dunque, conseguenzialmente, io ed il mio collega Carmine Romano, dato il nostro ruolo, non possiamo far altro che limitare i danni e dare una mano dalla retroguardia.
Credo fermamente che il limite è nella nostra testa più che nelle gambe, e questo mi lascia davvero tanto rammarico.
La prossima stagione giocherà ancora nel club attuale: il Real Casamale?
Sai, nel calcio dilettantistico è difficile fare pronostici, sia nei risultati che nel mercato. Quel che so è che sono concentrato al massimo per fare più bene possibile quest'anno ed aiutare la squadra a raggiungere gli obbiettivi stagionali.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Non c'è un momento esatto dove l'ho scoperto. E' una di quelle situazioni dove ti fai trasportare dalla chimica; il desiderio di vedere quel pallone rotolare, i danni fatti in casa col pallone quando non vedevi l’ora di tornare al campo ad allenarti, la voglia di rivedere i tuoi compagni di squadra. Ecco, sono tutti fattori che da piccolo mi hanno fatto capire quanto fosse grande il mio amore per questo sport.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Papà e mamma hanno sempre ritenuto che lo sport fosse fondamentale per far in modo d'integrarmi e socializzare il più possibile, anche se non ti nascondo che c'è stato un periodo dove la mia passione mi portava a sognare troppo e quindi a distogliere l'attenzione da questioni altrettante importanti come lo studio. Hanno sempre avuto il buon senso di farmi capire che sottrarmi dal calcio m'avrebbe soltanto fatto più male che bene.
Come mai ha scelto il ruolo del portiere, da ragazzino le piaceva questo ruolo, oppure c’è stato un avvenimento in particolare che le ha fatto cambiare idea sugli altri ruoli?
Come ti accennavo, l'input a sposare questo ruolo è stata la necessità della mia squadra d'infanzia a ricoprire un ruolo, in quel momento che era vacante, e quindi l'ho colta più come una sfida, che al tempo stesso mi ha anche trasmesso tanto senso di responsabilità.
Da li poi anche mio cugino maggiore Marco, all'ora anche lui veterano del ruolo, fu una fonte di sprono per me per seguire le sue orme.
Il ruolo del portiere non è facile, spesso e volentieri è al portiere che danno le colpe di una sconfitta, lei come vive questo ruolo?
Parto col dire che per fare questo ruolo, credo sia scientificamente provato, devi avere qualche rotella fuori posto, poiché trovo che non vi sia nulla di razionale nell'andare a mettere mani e faccia dove i restanti componenti della squadra ci mettono i piedi.
Premesso questo, da piccolo avevo sempre quell'ansia di sbagliare, che tante volte m'ha beffato, poi però, crescendo e col lavoro, ho acquisito consapevolezze tali da farmi capire quali fossero i miei limiti, i miei punti di forza e dove poter e dover migliorare. Non si smette mai d'imparare, no?
La retrocessione quando militava nel Casoria Calcio è stata traumatica, com’è riuscito a superare a livello psicologico quel brutto periodo?
Faccio fatica ancora oggi a parlarne, ma quel che so è che ho dato tutto me stesso per provare ad evitare la retrocessione, quindi la frustrazione della stagione negativa l'ho potuta alleviare con la consapevolezza di non essermi mai risparmiato.
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
L’ A.C Scisciano sicuramente è stata la squadra che sotto il profilo dell'organizzazione è quella che m'ha fatto sentire più coccolato, ma paradossalmente un pezzo del mio cuore l'ho lasciato al Casoria, dove, nonostante tutto, eravamo un bel gruppo.
Lei ha la stima di tanti del settore calcistico, com’è riuscito ad essere così apprezzato e di conseguenza stimato?
Nel calcio, come nella vita, cerco sempre di essere serio e professionale. Sai, non c'è cosa più bella di quando ti chiama un direttore, allenatore o un presidente dicendoti: "Vorrei averti nel mio progetto perché al di la di ciò che puoi darmi in campo, so che sei una persona che mantiene i suoi impegni".
Si ricorda la sua parata più bella?
Non ne ho tantissime da raccontare, ma forse la più importante, oltre che la più bella, fu nella partita: San Giuseppe contro Ac Scisciano finita 1 a 2 per noi, riuscii a sventare un calcio di punizione ben calciato.
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
Eh ... "Accettato sempre con serenità" è un po’ un parolone.
Scherzi a parte, sicuramente ci sono state decisioni a me poco gradite, ma ho sempre avuto la lucidità di parlarne a distanza di ore dalla partita con chi di dovere, per non compromettere la serenità dell'ambiente e dei miei compagni prima di una gara.
Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Cerco di aiutare sempre il compagno in campo, dopo un passaggio sbagliato o un gol mangiato, sono il primo tifoso di ognuno di loro, ma ciò che non tollero e mi manda su tutte le furie è quando s'innescano battibecchi inutili che vanno oltre il calcio giocato, ma che soprattutto possono rischiare di compromettere il buon andamento della gara.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)
Pregio: Altruista, difetto: Impulsivo.
Che consiglio darebbe a un giovane calciatore che volesse giocare nel ruolo di portiere?
BUTTA VIA I GUANTI E SCAPPA IL PIU' LONTANO POSSIBILE DA QUESTO RUOLO!!!
Sarcasmo a parte, il consiglio che darei è quello di saper sempre resettare, sia dopo un buon intervento che dopo un errore. Il motto è "Resetta e riparti, cercando di fare sempre meglio di quanto accaduto un istante prima".
Un portiere che lei ammira tantissimo?
Mike Magnan, carismatico, oltre che una garanzia per i suoi compagni.
Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?
Sono fondamentali. Quest'anno calcistico ancora di più. Scelta del numero di maglia, personalizzazione dei guanti da gioco, tutto questo ho fatto in modo che mi portasse a pensare al mio nipotino, al quale ci tengo a dedicare quest'intervista.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Poter vivere di calcio, rispecchierebbe il massimo delle mie ambizioni.
Se la sente di fare un pronostico, chi vincerà il campionato?
Credo che alla fine prevarrà l'Inter, squadra strutturalmente più dotata rispetto alle altre.
Grazie
21 02 2025
(Tutti i diritti riservati)
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