di PAOLO RADI
CONVERSANDO DI CALCIO CON…
DAVIDE
MUSUMECI
Davide Musumeci di Giarre così ci si presenta:
“Mi chiamo Davide Musumeci e sono nato a Giarre, 15, 10 1990 (CT). Anche se età di 18 anni mi sono trasferito per motivi di lavoro al nord Italia. Ho svolto diversi lavori nel passato tra cui anche quello di militare dell’esercito italiano fino ad arrivare ad oggi che indosso con onore uniforme della polizia e ne vado orgoglioso poiché è sempre stata una ispirazione sin da bambino stare tra la gente ed aiutarla.
Si tratta di una passione, come del resto anche il calcio, il calcio è tutto e mi piace aiutare questi ragazzi che si mettono nelle mani di persone sbagliate.
Posso dirti che in passato ho fatto l’osservatore in Sicilia, per Parma, Atalanta, e Parma settore giovanile, e per il periodo del covid per la Triestina prima squadra, l’esperienza con la Triestina è stata molto formativa rispetto alle prime due perché comunque non solo facevo l’osservatore ma anche perché coordinavo i vari osservatori e valutavo le varie schede tecniche degli osservatori, la rete scouting della Triestina era bellissima, ci tengo a precisare che questi osservatori erano tutti a titolo gratuito, l’osservatore nel calcio italiano è una figura che nel calcio italiano è considerata pochissimo, ad eccezione dei grandi club che hanno alcune figure che all’interno che occupano tale incarico, però la maggior parte degli osservatori in Italia lo fanno per passione, non ricevendo nessun introito, neanche un rimborso spese, però ti dico che il rimborso spese è giusto, anche perché esse seppur minime vengono sostenute, i campi da calcio non si trovano sotto casa, è ovvio che un giusta riconoscenza è giusto darla a questa figura, in conclusione noto che è una figura poco considerata. In questo momento faccio l’osservatore per un club professionistico, da poco ho sposato questo progetto, nel rispetto della mansione che ricopro e della società che mi ha dato tale possibilità non posso fare il nome.
Nelle precedenti esperienze ho deciso sempre di chiudere io il rapporto perché la motivazione va a scemare perché tale figura non viene valorizzata e secondo me l’osservatore di permette di scovare dei profili interessanti non tanto quelli che già navigano nel mondo del calcio e che sono conosciuti da tutti, ma per profili sconosciuti che magari hanno delle situazioni famigliari personali e magari si ritrovano a giocare nel campetto sperduto di periferia, io penso che uno osservatore deve battere tutti i campi da quello più periferico a quello più importante. Io per quello che riguarda lo scouting ho investito molto su di me, e cercherò in futuro di fare altri tipi di corsi per avere una conoscenza del calcio a 360 gradi e quando uscirà il corso per collaboratore della gestione sportiva e che ti permette di fare il dirigente in eccellenza e in serie D sicuramente è ciò che farò come di conseguenza altri corsi che usciranno, il calcio per me è vita e voglio specializzarmi in più cose.
Fare l’osservatore mi piace molto, nonostante io mi sia affacciato nel mondo del calcio prima collaborando con degli agenti in Sicilia, poi ho mollato perché non mi piaceva il modo di lavorare loro, poi mi sono specializzato un poco per quanto riguarda la direzione calcistica e la valutazione calcistica tramite Nunzio Marchione che era l’ex agente di Mauro Icardi prima che arrivasse Wanda Nara, lui sta in Spagna a Barcellona e io l’ho aiutato nella sistemazione e collocazione di diversi profili soprattutto argentini nella sere D italiana, tra cui Galesio che è l’ex cognato di Icardi, l’ex fidanzato della sorella di Icardi, ho sistemato lui e altri diversi ragazzi ragazzi, mi piace molto il calcio argentino, loro vivono di calcio e sono determinati a fare bene e a dare il meglio di sé. In conclusione ti posso dire che tra il settore giovanile e la prima squadra ti posso dire che si tratta di uno scouting diverso.
La prima domanda è questa: come mai la scelta di diventare poliziotto?
Come il calcio anche la polizia sono due grandi passioni per me. La polizia per me è vita; una vocazione e un sogno che avevo da bambino. Mi sento realizzato soprattutto quando riesco ad aiutare le persone. Anche se non è semplice come lavoro perché i rischi sono altissimi per me la polizia rappresenta tutto. Rendere una città migliore combattendo la criminalità.
Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa?
Periodo bruttissimo quello del covid soprattutto perché io a livello lavorativo dovevo controllare che gli abitanti non uscissero di casa se non per acquistare i beni di prima necessità. Le nostre vite sono un po’ cambiate e per diversi anni dovremo convivere con questo virus. A livello calcistico naturalmente vedevo tutte le partite registrate e vecchi video per non perdere l’occhio da scout.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
La passione per il calcio c’è l’ho da piccolino purtroppo a livello di calcio giocato mi sono fermato al settore giovanile per diversi problemi soprattutto quelli familiari. Anche se ho capito fin da subito che non potevo sperare di poter fare brillante carriera calcistica, non ero “una cima”.
Lei ha fatto l’osservate per il Parma, Atalanta, e Triestina. Che tipo di esperienza è stata?
Si ho fatto 3 esperienze nei club che mi hai elencato ovviamente ultima quella della Triestina più produttiva perché ricoprivo un ruolo all’interno dell’organigramma interno allo scouting gestendo più di 60 osservatori insieme; questo ovviamente ad altre figure che stavano sopra di me, con queste ci coordinavamo ed io in particolare valutavo e controllavo le schede tecniche degli altri osservatori.
Mentre Parma e Atalanta solo settore giovanile giravo per la Sicilia in cerca di ragazzi di prospettiva. Sono state delle esperienze che non posso reputare belle poiché il ruolo dello scout non è così valorizzato. Sia dal piano sportivo che in quello economico. Io dedico tutto il mio tempo libero e il dopo lavoro nell’osservazione sui campi dalla lega pro in giù. Ovviamente il profilo che ricerco deve fare qualcosa in più della normalità.
Tanti giovani mi hanno detto: “Se avessi avuto le giuste conoscenze, se il mio procuratore mi avesse fatto partecipare a quel provino, se…se…” tanti se, secondo lei quanto c’è di vero nell’avere una giusta conoscenza, oppure quello che conta è solo il talento?
Qualcosa di diverso qualcuno deve pur avere, altrimenti sarebbero tutti bravi giocatori. Ma io ricerco il profilo che vien fuori dal mazzo, quel profilo che emerge in campo e che soprattutto è continuo in più partite.
Leggo spesso questa frase: “Il calcio in Italia è malato”, lei cosa ci vuol dire a proposito, per farla breve, è veramente così in tutte le categorie?
Si il calcio è malato purtroppo lo devo dire, non sempre gioca il più meritevole spesso ti ritrovi profili interessanti in categorie inferiori ed in quelle superiori profili che non hanno le capacità per fare quella categoria. Purtroppo il calcio gran parte di esso è diventato un business e molti lavorano in questo mondo (allenatori, giocatori e ds ecc.) solo perché portano sponsor cioè entrate economiche alle società.
Tutto ciò maggiormente succede nei dilettanti (calcio scommesse e partite combinate). Però posso dire anche che c’è una parte che valuta il merito e che non pensa agli sponsor. Il calcio ha bisogno di una rifondazione totale e delle regole più ferree. Ovviamente simili fatti penso che succedano in tutte le categorie, ma maggiormente nei dilettanti visto che i compensi sono dei rimborsi spesa contenuti.
Che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club?
Diciamo che come rapporti mi relaziono maggiormente con i direttori sportivi o responsabili scouting. Qualcuno anche della seria A con cui ho instaurato anche se a distanza un bel rapporto professionale, ma anche d’amicizia. Nei dilettanti poi ho anche qualche rapporto con allenatori e presidenti per via del mio passato come intermediario. Comunque ho con tutti degli ottimi rapporti di stima e di rispetto reciproco. Anche perché io faccio calcio per passione e non per soldi. Il mio unico obiettivo è fare contenti sia i ragazzi che le società.
Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni?
Riferito alla domanda successi e delusioni posso dirti che la delusione più grande per me è credere in un ragazzo informare il mio responsabile del suo talento, magari non piace, mentre io vedo delle qualità in lui. Quello che ti ho appenda detto è successo e poi ho avuto anche ragione (la delusione si è trasformata in soddisfazione, anche se magari il profilo è stato preso da un’altra squadra.)
Lei si occupa anche nel sociale, per dare un futuro a quei giovani che hanno alle spalle una famiglia, non sempre presente, perché questa scelta?
Penso che il calcio rappresenti unica via di fuga e unica possibilità di avere un futuro migliore per tutti quei ragazzi che non vivono in una situazione familiare particolare facile. Io personalmente sono strafelice quando vedo un ragazzo che viene da uno stato sociale e familiare critico far carriera e vederlo cavalcare palcoscenici di categoria elevata. Ovviamente il calcio aiuta tantissimo questi ragazzi ad evitare di prendere strade sbagliate. I migliori profili calcistici sono quelli che vengono dalla strada. Perché vivono di calcio e perché il pallone è l’unica cosa che magari possono permettersi (la loro distrazione). I migliori fuoriclasse provengono dalla strada.
Avrà conosciuto tantissimi giocatori, e allenatori, qual è il giocatore che l’ha maggiormente colpita, e, ovviamente, qual è l’allenatore?
Nei professionisti a me piace Barella come giocatore per la grinta e la sua determinazione un esempio da seguire, spero che un giorno riuscirò a conoscere personalmente. Del passato direi l’immortale Zanetti esempio di uomo dalla grande personalità sia nel campo e sia nella vita(sociale).
Un consiglio che darebbe a un giovane che volesse intraprendere questo sport, per arrivare in alto, è ovvio?
Un consiglio che do ai giovani è quello di divertirsi il calcio è un divertimento in primis. Dare il meglio di sé ed allenarsi di più. Poi come si dice se sono rose fioriranno. Impegno, costanza, sacrificio e determinazione. Se hanno un obiettivo cioè quello di arrivare in alto non devono mollare e crederci sempre. Sicuramente può succedere che avranno qualche delusione, ma: mai mollare perché le possibilità che hanno sono infinite.
Ultima domanda: un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Beh..personalmente mi piacerebbe continuare con lo scouting nell’attuale club magari facendo qualche esperienza all’estero. In futuro penso proprio di fare il corso come direttore sportivo per la Lega dilettanti; voglio avere una conoscenza calcistica a 360 gradi di tutto.
17 11 2021
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