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venerdì 12 novembre 2021

di PAOLO RADI 

 

 


 

 

 

 

 

 

CONVERSANDO DI CALCIO CON…

     

 

 

 

NICOLA

PERAGINE  

 

 

 

 


 

 

 

Nicola Peragine nato a Matera, classe 1960, ha giocato in serie B in diverse squadre, noi lo abbiamo intervistato e così ci si presenta.


“Mi chiamo Nicola Peragine, sono nato a Matera nel 1960, ho fatto la trafila nel settore giovanile del Matera Calcio, per poi passare a 18 anni nella Primavera del Torino.


In serie B ho militato nel: Matera, Ternana, Aquila, La Spezia e Livorno. A fine carriera ho fatto una breve esperienza in Nuova Zelanda. A Coverciano ho preso il patentino di Uefa A, a Coverciano ho allenato il settore Dilettanti e quello Giovanile.

Sono stato osservatore per il Chievo per 8 anni. Attualmente ho una scuola calcio a Napoli (sono 6 anni) e mi dedico a dei progetti sul sociale nei quartieri più a rischio di Napoli. Priorità nella mia vita oggi: il Signore Gesù, il Vangelo e per servire il signore faccio parte di una Comunità di Pozzuoli.”













 

 

Come prima domanda le voglio fare questa: lei ha concluso la carriera giocando in Nuova Zelanda, che tipo di esperienza è stata e in che modo è arrivato a giocare in quella nazione?

 

 Ho terminato la mia carriera giocando in New Zeland  per  poco tempo, solo 4 partite in Prima Divisione con il Mount Monganui, era un mio sfizio giocare all'estero  e visto che ero in procinto a 25 anni di trasferirmi in Australia a giocare, un mio amico conterraneo di Matera mi ha invitato in questa terra così lontana per trascorrere le vacanze e sono finito su un campo di calcio. 

 


Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

il periodo Covid l'ho trascorso nella quasi normalità, sono assistente ai malati domiciliari quindi ho lavorato e mi  allenavo   da solo nel mio quartiere.


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

La passione del calcio l’ ho avuta da sempre, rimanevo a  giocare nel mio quartiere 5/6 ore e, le scarpette  da calcio di comprate da mio padre furono una sorta di iniziazione.



I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno assecondato ed invogliato a proseguire, totale fiducia in me, nonostante avessi vinto un concorso in Finanza a 17 anni.

 









Lei ha 18 anni si trasferisce a Torino, che tipo di esperienza è stata, inoltre, ha sentito la lontananza di casa?

 

Al Torino Calcio a 18 anni ero raggiante, nel mio intimo ero timoroso per  non deludere famigliari ed amici che credevano in me, poi sono riuscito a mostrare il mio talento a quei livelli, sempre  consapevole  delle mie qualità. Mai sofferta lontananza da casa io volevo giocare al calcio e basta.

 


Ha raggiunto la serie B che cosa si prova quando si raggiunge una vetta così ambita? 

 

Giocare in B a 18 anni nella mia città - prima volta nella storia- mi ha riempito di orgoglio, da rattaccapalle ai bordi del campo a giocare con i miei idoli della mia squadra del cuore. E poi grande soddisfazione per una  chiamata Nazionale Under 21.

 


Tanti giovani mi hanno detto: “Se avessi avuto le giuste conoscenze, se il mio procuratore mi avesse fatto partecipare a quel provino, se…se…” tanti se, secondo lei quanto c’è di vero nell’avere una giusta conoscenza, oppure quello che conta è solo il talento?

 

La conoscenza nel calcio ai miei tempi contava poco, non ho fatto mai provini, ma sono stato selezionato quando giocavo normalmente.  Comunque, oggi ci sono molte opportunità che vanno colte, ma molti "sciacalli" che potrebbero impedire delle possibilità. Il talento comunque emerge sempre.











Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Mi piacerebbe  pensare  che li attiri la passione  e che li trascini in modo viscerale per  questo sport, chi guarda ai soldi e alla celebrità farà senz'altro di meno del suo proprio talento.

 


Qual è il suo goal che ricorda ancora con maggior piacere? 

 

Direi i goal per il significato che hanno avuto. Negli Allievi in un derby Matera - Potenza finale regionale rovesciata all'incrocio dei pali; l’altro a Torino- Atalanta Primavera, di esterno sinistro al palo opposto a parabola; in un derby toscano Livorno -Pontedera al volo sinistro da fuori area sotto la traversa che ci garantiva la salvezza. Pochi i gol realizzati, ma belli.





 






Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (calcisticamente parlando)?

 

Pregi e difetti da calciatore, semplice il pregio il sinistro il difetto il destro per la frizione!

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

I calciatori che ammiro sono più che altro le bandiere, mi limito ai calciatori italiani, i vari Antognoni, Baresi, Del Piero, Baggio, Totti e altri.

 

Lei ha giocato in diversi club, qual è la squadra in sui si è trovato meglio?


Ho sempre onorato la maglia e  spero  di aver lasciato un ottimo ricordo tant'è che ho rapporti con i calciatori ex, tifosi e club delle varie squadre che ho militato; ma alla Ternana  sono molto legato è quella dove ho militato per 5 anni;  è un gradino sopra le altre.

 










Per 8 anni è stato osservatore, se così ho ben capito per il Chievo, la qualità principale che deve avere un buon osservatore? 


Sì per 8 anni sono stato osservatore del Chievo Verona, esperienza professionale unica al fianco del Direttore amico Giovanni Sartori, le qualità sono non solo le intuizioni ma bisogna valutare da allenatore la tecnica, e le sue capacità fisiche, psicologiche,   inoltre un calciatore va  valutato a 360 gradi compresa la moralità.

 


La sua è una carriera di successi, in questo momento lei vive a Napoli, ha una scuola calcio e si occupa del sociale nelle zone più a rischio della città, come mai questa scelta? 

Avrà conosciuto tantissimi giocatori, e allenatori, qual è il giocatore che l’ha maggiormente colpita, e, ovviamente, qual è l’allenatore che le ha insegnato molto

 


E’ stata una scelta di vita lavorare per le scuole calcio nonostante sia abilitato da allenatore Uefa A, ho scelto scuole calcio nel sociale in quartieri a rischio, la intendo come missione. 


Cerco di educarli   alla legalità per farli diventare persone migliori. Il calciatore più forte per me è Maradona genio completo nel calcio, posso testimoniarlo visto che ci ho giocato contro ed a tratti "accompagnato alle sue magie" visto che era impossibile marcarlo. Mentre l'allenatore che mi ha destato più impressione ed è stato importante per  la mia carriera sono stati più di uno:  Di Benedetto, Matera serie B, egli mi fece debuttare, Vatta e Rabitti a Torino e Viciani alla Ternana. A tutti costoro sono grato.

 












Un consiglio che darebbe a un giovane che volesse intraprendere questo sport, per arrivare in alto, è ovvio?

 

Consiglio ai giovani di: divertirsi, divertirsi e divertirsi che prima o poi l'occasione capita a tutti, e farsi trovare pronti.

 


Ultima domanda: un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

ll mio sogno visto che ho  fede in Gesù Cristo è nella Salvezza Eterna nel suo nome e quindi credo, di vivere nell’eternità con i miei cari famigliari  ed i fratelli e sorelle in Cristo.

  

 

 

 

 

 

 13    11     2021 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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