Archivio blog

mercoledì 9 settembre 2020

DI PAOLO RADI 









CONVERSANDO CON...
     


     

GENNY 
ESPOSITO












Gennaro (Genny)  Simone Esposito è un giocatore di Napoli, classe 2001.

Così ci si presenta.

Mi chiamo Gennaro Simone Esposito e sono nato a Napoli il 17 Luglio. 

Sono iscritto al 5 anno dell’Istituto Professionale Alberghiero per diplomarmi come chef; quando posso come in questo periodo lavoro con la mia famiglia, hanno una trattoria storica che è nata 75 anni fa e che si chiama Tripperia o’Russ.


 Ho cominciato a dare calci al pallone sin dall’età dei 4 anni, giocavo in una palestra su un tappeto scalzo, comunque la mia prima scuola calcio è stata il Kodokan dove ho trovato un mister che era come un padrino per me e sono rimasto lì fino la sua scomparsa.

 Successivamente mi sono iscritto alla Real San Ferdinando dove eravamo tutti amici, infatti giocavamo insieme in strada dopo la scuola. Poco dopo ci sono state le prime chiamate per i provini: Ascoli, Frosinone, Sassuolo, Genova e Inter; sembrava quasi fatta per la firma, purtroppo per motivi che non sono in grado di spiegare quella firma non c’è stata.


Decido di cambiare dal Calcio a 11 passo al calcio a 5 in una società di nome New Club- la società selezionava i più bravi del mio quartiere - io ero il più piccolo, nel primo anno del Campionato 98/99 2001 riesco a segnare 4 goal, nel 2 anno ‘99/2000 faccio meglio del primo anno: 17 sono le palle messe in rete. 

 Successivamente arriva la firma con il Napoli calcio a 5, il primo anno segno 13 gol e vinciamo il campionato provinciale, nel secondo anno mi resi conto che sentivo la mancanza del campo grande e quindi a dicembre abbandono il calcio a 5 (feci 6 goal in 5 partite).

Ritorno al calcio a 11, con la scuola calcio Real Gaetano Scirea gioco con quelli nati nel 2000, la partenza è buona perché riesco a segnare all’esordio: per la prima volta una scuola calcio arrivò ai play-off regionali dove però uscimmo ai quarti.

L’anno successivo all’età di 17 anni mi trasferisco al Neapolis, la squadra che milita in promozione, giocai nella juniores segnando una decina di gol e poi feci qualche panchina in prima squadra.   La svolta arrivò quando passai nella società: Aquile Rosanero di Caserta,( è stato il direttore Roberto Piccirillo a mandarmi in questo club) la squadra era in promozione ed era tatticamente molto forte questo perché aveva giocatori esperti come: Vittorio Gargiulo, Domenico falco, Ndyogou Ndyaje, Crescenzo Picozzi e Michele de Matteis e Antonio Piccirillo, giocatori che comunque hanno militato nei club  che contano. 

A dicembre però quella “bella favola casertana” finì per problemi di lontananza, successivamente passai al Plajanum Chiaiano dove ci sono stati più bassi che alti. Per la stagione a venire ho firmato con l’Oratorio Don guanella Scampia,  ho trovato dei  compagni fantastici e un mister molto carismatico, in conclusione tanta  è la voglia di riscattarmi.


 A fine intervista galleria fotografica 







Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti? 

Il calcio ha subito cambiamenti, come per esempio i 5 cambi a disposizione quindi pian piano sta cambiando un po’ tutto!



Secondo lei c’erano le condizioni per far ripartire il campionato di serie A, le altre gare di Champions, dobbiamo anche tener presente che gli stadi erano chiusi?

Le condizioni c’erano perché comunque i contagi erano quasi svaniti e poi non si poteva “buttare “così un anno di lavoro e di sacrifici da parte di tutte le società.



Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Sin dalla nascita, sono cresciuto pane e pallone, ho mio padre che è malato di calcio, ha giocato tanti anni in serie settori giovanili importanti come quello di Foggia fino ad arrivare alla nazionale under 18.



I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

I miei genitori mi hanno sempre indirizzato sulla buona strada equilibrando la scuola al calcio. Forse avrebbero voluto che mi impegnassi di più a scuola, ma oramai sono al quinto anno e quello che è fatto è fatto.



Lei abita a Napoli e le occasioni per praticare altri sport non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla? 

A Napoli siamo molto fissati con il calcio, soprattutto la mia famiglia, quando la domenica papà mi portava allo stadio era magico ,io ne sono innamorato sin da bambino e non avrei mai immaginato di praticare sport diverso.



Lei è iscritto all’Istituto Alberghiero, pensa che continuerà gli studi una volta conseguita la maturità?

Non so se continuerò con gli studi, perché la mia famiglia ha un’attività di ristorazione molto conosciuta a Napoli e non solo, siamo aperti da ben 75 anni:” O’Russ della trippa”.



Lei riceve diverse chiamate per dei provini presso diverse squadre importanti, come mai non è riuscito a firmare per nessuna squadra, eppure erano andati bene?

Purtroppo il mondo del calcio è così, soprattutto qui al sud, alcune società hanno dei secondi fini sui giovani, ma non mi lamento questo doveva essere il mio destino meglio così!



Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più  legato? 

Sono Legato molto alle Aquile Rosanero dove ho esordito in promozione, ho trovato compagni e calciatori fantastici, nonostante fossi a Caserta mi sentivo a casa mia! Non finirò mai di ringraziare quella società.



Ad un certo punto decide di passare con successo al calcio a 5, secondo lei qual è la differenza principale con il calcio a 11?

Nel calcio a 5 il gioco è più rapido, il campo da gioco e più stretto e corto quindi diventi bravo tecnicamente, il pallone e a rimbalzo controllato quindi per calciare più forte tiri di punta, lo stop sempre con la suola perché non hai il tempo e lo spazio di far allontanare il pallone da te, sono due sport simili ma diversi e belli entrambi.
Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, solo il diventare famosi o solamente i soldi? 

Per alcuni è così, per altri e solo l’amore è la passione per questo sport!



Lei gioca nel ruolo di? 

Io gioco come esterno di attacco di piede destro quindi posso giocare su entrambe le fasce, poi sono un ragazzo che si mette sempre a disposizione per l’allenatore e grazie al mio duttilissimo posso ricoprire altri ruoli!




Il suo goal più bello?

Ne ho fatti di goal, e mi piace segnare qualsiasi tipo di gol non importa se è un tiro da fuori, una rovesciata o in tapin. Però posso dirti al gol che sono legato di più che è quello in amichevole contro al Marcianise squadra che gioca in eccellenza, palla a me a limite dell’aria dribling secco sull’avversario col sinistro la sposto sul destro, botta, sotto l’incrocio. Sono legato molto perché è stato il primo tra i grandi e giocavo alle Aquole rosanero.



Alla fine di una partita, ripensa ai suoi errori, oppure gira pagina e si prepara alla prossima?

A fine partita ci sta che si pensi agli errori fatti in campo, li penso così alla prossima so che non li farò!



Il suo più grande difetto?
A volte trattengo troppo palla!



Il suo più grande pregio?

La velocità!



Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, che cosa direbbe? 

Caparbio, grintoso e con personalità



Quanto è importante la famiglia per lei? 

La famiglia è tutto per me e di conseguenza sono molto legato ai miei, li ringrazio i miei genitori per avermi dato un’educazione più che ottima, e li ringrazio per tutti sacrifici che hanno fatto e fanno per me e per mio fratello.



Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

Ho la fortuna di farmi voler bene da tutti, ho tanti amici, ma sono pochi quelli che considero fratelli, grazie ad alcuni di loro, sono maturato. Io per loro ci sono sempre e so che loro ci sono per me. 



Lei è abita al centro di Napoli, che cosa rappresenta per lei questa bellissima città? 

Napoli è una città strepitosa, non è come la descrivono alcuni scettici, se non ci vivi non lo possono sapere, Napoli sono i bambini che giocano a pallone in strada, Napoli è una passeggiata sul lungomare con la tua ragazza, Napoli e magiare una bella pizza, nel tuo quartiere con gli amici. Potrei continuare all’infinito per me Napoli è Napoli e non ne farei a cambio con nessuno. 




















































Grazie   

 a cura di Paolo Radi   




  10   09       2020 

(Tutti i diritti riservati)  





















venerdì 28 agosto 2020

              DI PAOLO RADI 

 

 

 

 


 

 

 

 

         CONVERSANDO CON...

     

 

      

 

      CIRO  

      VACCA 

 

 

 






 

 

 

Ciro Vacca Ciro Vacca, è nato a Napoli il 12/04/1991. Abito a Quarto e ha il diploma di ragioniere ora lavoro in una ditta di gestione e lavaggi dei cassonetti della raccolta differenziata.  

Gioca a calcio da quando avevo 5 anni, ha iniziato nella Boys Quarto poi a 10 anni  passa alla S.S.C. Napoli dove ha militato per ben 9 anni fino ad arrivare al campionato primavera in squadra con Sepe, Insigne Maiello Ciano Izzo...tutti amici che sento ancora oggi. 

Dopo ha giocato in D con la Casertana, il Bolzano, poi di nuovo in eccellenza con: Gladiator, Quarto e Nola, in promozione con il F.C. Qualiano e il Quartograd, in prima categoria con l’Interpianurese e il Quarto Calcio.


Al termine dell'intervista c'è la galleria fotografica.


 

 

 

 

 


 



 

Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti? 

 

Sì, secondo il mio punto di vista, anche il calcio subirà delle modifiche, sopratutto a livello economico, se prima un calciatore di media categoria riusciva ad andare avanti anche solo con lo stipendio del calcio, ora sarà molto difficile anche perché la maggior parte delle squadre vanno avanti con aiuti importanti di sponsor e quindi con la crisi questi saranno molto meno, automaticamente le squadre avranno meno risorse economiche!

 




Secondo lei c’erano le condizioni per far ripartire il campionato di serie A, e le varie Champions? Giocare le partite senza i tifosi ha il suo peso, non trova? 

 

Diciamo che dovevamo ripartire con i professionisti soprattutto con la serie A e la Champions perché ci sono troppi interessi e girano tanti soldi, mentre per i dilettanti subito si è pensato di fermare tutto! 

Sicuramente il calcio senza tifosi non è la stessa cosa, per me il pubblico è la cosa essenziale per rendere questo sport e logicamente la partita in campo piena di stimoli ed entusiasmo; senza sembra fare un semplice allenamento ed è difficile trovare concentrazione!

 




Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Questa passione già la coltivavo all’età di un anno, i miei genitori mi hanno sempre raccontato che mentre altri bambini cercavano cento tipi di giochi io cercavo solo e sempre la palla da calcio, infatti nei garage abbiamo più di cento palloni conservati! Quindi è una passione che già è nata dentro di me!

 




I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Mio padre è un grande appassionato di calcio, quindi già sin da piccolo mi accompagnava al campo a fare allenamento e mi seguiva ovunque andassi, anche a mia madre è sempre piaciuto però era anche propensa a farmi continuare con gli studi!

 




Lei abita a Napoli e le occasioni per praticare altri sport non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla? 

 

Si a Napoli ci sono tantissimi altre attività e sport che potevo praticare, ma non mi è mai passata minimamente l’idea di abbandonare il calcio per un altro sport, per me il calcio è l’essenziale!

 




Quanto crede che sia importate avere una buona cultura per frequentare il “mondo del calcio”? 

 

Si avere una buona cultura può servire molto nel mondo del calcio anche perché può capitare di giocare all’estero e vivere in altre nazioni dove parlano altre lingue e hanno altre abitudini di vita e senza una cultura di base non so fin quando si possa durare!

 

 

 

 

Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più legato, e com’è stata la sua esperienza nel Bolzano calcio?

 

Si, ho avuto la fortuna di giocare in più squadre, ma l’esperienza e l’avventura che mi ha dato più soddisfazioni e che sono più legato è la S.S.C Napoli, dove ho militato 9 anni fino al campionato Primavera.

Bolzano è stata l’unica esperienza vissuta fuori dalla mia regione, e posso dire che secondo certi aspetti mi ha fatto crescere tanto come uomo prima che come calciatore!

 




Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Beh se ti dicessi che i soldi non sono nulla ti direi una cavolata, ha la sua importanza il lato economico, ma per quanto riguarda il mio pensiero, la cosa più importante era svolgere e praticare la mia passione al massimo delle mie possibilità: perché per me questo sport è vita!

 




Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io sono un esterno destro sia basso che alto, ma con l’esperienza che ho acquisito negli anni gioco anche da mezz’ala in un centrocampo a tre.

 




Il suo goal più bello?

 

Di goal belli c’è ne sono tanti, ma quello più bello che ricordo è quello nel campionato Primavera-Napoli vs Sampdoria 2-0, il primo goal l’ho segnai da un calcio d’angolo battuto da Lorenzo Insigne sul primo palo e io d’astuzia anticipai di testa il portiere in uscita e insaccai in rete.

 




Alla fine di una partita, ripensa ai suoi errori o a quelli dei suoi compagni, oppure gira pagina e si prepara alla prossima?

 

Alla fine di ogni partita ripenso sempre ai miei errori per cercare di non rifarli nelle partite avvenire!

 




Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le ha tolto? 

 

Adesso il calcio mi da solo un po’ di svago e il rimborso spese, mi ha tolto la possibilità di imparare un mestiere, perché fin quando giochi fino ai 25 anni a buon livelli non pensi minimamente a lavorare poi dopo quando inizi a scendere di categoria e cercare un lavoro e molto più difficile.

 




Il suo più grande difetto?

 

Il mio più grande difetto è fidarmi troppo delle persone e in molti casi sono stato pugnalato alle spalle!

 




Il suo più grande pregio?

 

Per me il pregio che ho più grande è quello di dare sempre il massimo per qualunque squadra giochi, sudare la maglia per tutti ei95 minuti e una cosa fondamentale e mi viene naturale farlo. Diciamo sono molto generoso in campo.

 




Quanto è importante la famiglia per lei? 

 

Per la famiglia è tutto, nei momenti difficili mia moglie e i miei genitori mi sono sempre stati vicino e continuano a farlo anche oggi.

 




Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

 

Di conoscenti ne ho tanti, di amici veri e propri ne posso contare sulle dita di una mano, ma per un amico vero mi farei uccidere!


 





Che cosa si aspetta dal futuro? 

 

A questo punto della mia vita dal futuro mi aspetto un cospicuo lavoro e che il calcio, la mia passione, mi continui a dare piccole soddisfazion. In questo momento ho firmato per il Castelvolturno Calcio, società composta da persone serie, con un progetto molto importante; speriamo di raggiungere gli obiettivi prefissati.


























 











 



 


 

 











 



Grazie   

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

28 08        2020 

 

(Tutti i diritti riservati)