Archivio blog

lunedì 19 agosto 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

 

NICHOLAS 

ORLANDI

    



 


 

 Nicholas Orlandi è un calciatore di Eboli e così ci si presenta.

 

“Mi chiamo Nicholas Orlandi e. sono nato il 31 marzo del 2003. Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 4 anni nella scuola calcio Emanuele Belardi dove ci sono stato rimasto per 10 anni per poi passare e fare un anno alla Feldi Eboli.

 

 Dopo diversi in alcune   scuole calcio mi sono trasferito al Salernum Baronissi, squadra militante nel campionato di Eccellenza campana, dove ho militato per ben 4 anni per poi trasferirmi quest’anno all’Ebolitana tra l’altro squadra del mio paese. 

 

Quest’estate ho partecipato anche alle varie tappe di Serie A beach Soccer U20 con il Citta degli eventi”.

 

 

 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2023-2024. Si ritiene nel complesso soddisfatto.

 

La stagione appena conclusa con il Salernum Baronissi non è andata a buon termine, siamo retrocessi tramite dopo un play out perso 0-2 contro il Sant Antonio abate. È stata un’annata con  alti e bassi, purtroppo  gli episodi  negativi  sono state maggiori, nel calcio come nella vita bisogna accettare anche queste sconfitte e cercare di ripartire nel migliore dei modi.

 


Adesso inizia una nuova avventura nel club Ebolitana, che è la squadra del suo paese. Emozionato?

 

⁠⁠Quest’anno sono pronto per questo nuovo mio capitolo calcistico all’Ebolitana, si tratta di una piazza storica molto importante, tra l’altro è la squadra del mio paese quindi a maggior ragione l’emozione è ancora più forte, e ringrazio la società per la fiducia datami,

 


Come mai ha scelto il ruolo del portiere, lo desiderava sin da bambino, oppure è stata una casualità?

 

Ricopro questo ruolo sin da quando avevo 4 anni, mi sono ritrovato in porta andando a vedere gli allenamenti di mio fratello più grande alla scuola calcio, subito è diventata una passione fortissima, non ho mai pensato di cambiare ruolo perché credo che sia il più difficile, ma anche quello più bello e stimolante.



 






Molti portieri mi hanno riferito che in fin dei conti si è da soli, e che si tratta di un ruolo complesso, è d’accordo?

 

⁠⁠Il portiere è sempre solo a partire dagli allenamenti per finire alle partite; c’è una forte responsabilità molto forte a differenza degli altri ruoli, purtroppo per noi non possiamo mai sbagliare niente.

 


Lei ha militato per ben quattro anni alla Salernum Baronissi, che tipo di esperienza è stata (immagino anche importante dal punto di vista della crescita personale)?

 

⁠⁠La mia esperienza al Salernum Baronissi si è conclusa quest’anno, sono stati 4 anni per me importanti dove sono cresciuto molto sotto il punto di vista sia personale che calcistico, mi porto dietro tutti i momenti positivi e mi sento di ringraziare la società e il presidente La marca per avermi concesso la fiducia in questi anni.

 


Ho saputo che di lei si parla molto bene, come si riesce ad essere così stimati e ben voluti?

 

⁠⁠Posso essere solo soddisfatto e fiero se magari si parla bene di me, anche se ancora non ho fatto nulla, io ho sempre fatto il mio allenandomi sempre al massimo e dando tutto per ogni obiettivo che mi prefissavo ad ogni inizio stagione, ho molto molto ancora da fare e sicuramente continuerò a farlo come ho sempre fatto fino ad ora



 




Lei ha  partecipato anche alle varie tappe di Serie A beach Soccer U20 con il Citta degli eventi. Che cosa ci può dire a riguardo?

⁠⁠

Quest’estate ho partecipato alla serie A Beach Soccer u20 alla tappa scudetto di Viareggio e alla tappa di Coppa Italia di Paestum, ringrazio Massimo Giusti per quest’opportunità che mi è stata data, sono state due tappe bellissime, l’esperienza acquisita è sarà fondamentale per i futuri, è uno sport che ho imparato a conoscere, è molto interessante e bello in sè, però è anche complesso.


 

Che cosa si sente di promettere ai tifosi dell’Ebolitana?

 

Ai tifosi dell’Ebolitana mi sento di promettere che io e i miei compagni daremo tutto per questa maglia e per questa città che merita categorie superiore, ma anche per l’importanza storica del club.

 

 

Grazie 

 

 19    08   2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 14 agosto 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

NICOLAS

ROSSI

 

SECONDA INTERVISTA



     


 

 

 Nicolas Rossi ex giocatore è ora un allenatore, questa è la seconda intervista che ci concede.

 

“Mi chiamo Nicolas Rossi e sono nato a Roma.

 

 Mi avvicino al calcio fin da piccolo giocando fino all ‘età di 29 anni in categorie dilettantistiche. Negli ultimi anni avevo iniziato il percorso come allenatore nelle scuole calcio per poi farlo diventare oggi un vero lavoro. 

 

La mia carriera da allenatore inizia nel 2014/2015 quando mi occupo di un gruppo di under 13 dell’infernetto calcio. Dopo di che passo ad una società all’epoca in crescita nel panorama laziale come SFF ATLETICO, ci rimango 3 anni allenando prima under 11 poi under 12 e under 13. 

 

Finito il percorso con questa società passo a fare un under 14 provinciale con un collega amico di nome Claudio, peccato che per il covid la stagione come sappiamo fu bloccata.

 

 L’annata successiva decidiamo di rimanere insieme e di continuare con quel gruppo e fare l’under 15 provinciale, tra l’altro riusciamo a vincere nell’ultima giornata. 

 

Lì poi arrivò la possibilità di arrivare all’Urbetevere una delle società d’élite del calcio laziale. Entro all’Urbetevere per fare l’under 12 e per fare il collaboratore nell ‘under 17 élite di Alessandro.

 

 Stagione in cui vinciamo un campionato élite e raggiungiamo una finale per il titolo regionale persa purtroppo negli ultimi minuti, ma esperienza tecnica e umana di un valore assoluto. In questa stagione 2024-2025 sono a Montespaccato under 14 e match analyst eccellenza in prima squadra.

 

 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente che cosa si aspetta dalla nuova stagione calcistica?

 

Dalla nuova stagione mi aspetto di far crescere loro più possibile umanamente e calcisticamente. Di lavorare con serenità e spensieratezza.

 

 

A Montespaccato lei allenerà gli Under 14? Com’è il suo approccio con i ragazzi di quest’età?

 

Si quest ‘anno mi occuperò dell’under 14 e ne sono molto contento, l’approccio è il solito il mio modo di essere, dargli tutto me stesso capendo ogni singola storia diversa dietro ognuno di loro.

 


Approcciarsi con i ragazzi di 14 anni e con i maggiorenni, non è certamente, facile spesso e volentieri, i maggiorenni possono avere un atteggiamento che denota supponenza, lei come reagisce di fronte a chi vuol sembrare che ne sappia più di lei?

 

Ma io credo che quando ci sono atteggiamenti non idonei sia sempre il dialogo capendo magari cosa c’è dietro determinati comportamenti.

 


Ha avuto mai discussioni con qualche genitore (come sappiamo bene, il proprio figlio è Messi e di conseguenza deve stare sempre in campo)?

 

Discussioni no possono capitare modi di vedere le cose diversamente e ci sta.

Io credo che nel calcio come nella vita ci sono i ruoli e ognuno debba rispettare l’altro.

 


Per quel concerne la nuova stagione lei a Montespaccato sarà match analyst eccellenza in prima squadra, ci può spiegare in che cosa consisterà questa attività?

 

Si mi occuperò della match analyst della prima squadra cercando di fare analisi video da un punto di vista tattico su noi stessi e sugli avversari.

La match analyst è parte integrante ormai del calcio e lo diventerà sempre di più.

 


La sua giornata lavorativa come viene impostata (ad esempio: orari, quanti giorni i ragazzi si allenano e altro) 

 

Io lavoro la mattina e con i ragazzi ci alleniamo tre volte la settimana nel pomeriggio e le gare ci sono il sabato pomeriggio.

 

 







Lei offre consigli anche su come migliorare lo stile di vita (ad esempio l’alimentazione), oppure i ragazzini di 13 anni fanno quello che più ritengono opportuno fare?

 

Credo che fare il calciatore sia non solo il campo, ma anche e soprattutto fuori con alimentazione, riposo, stile di vita ed abituarli già da piccoli può essere importante.

 


Ho intervista qualche tempo qualche giocatore del futsal, lei piace come sport? Poi non capisco perché sia poco seguito, secondo lei di chi possono essere le colpe?

 

Sono sempre stato un amante del futsal ed ho conseguito il patentino anche per allenarlo e penso sia molto propedeutico al calcio.

Sono uno di quelli che già da piccoli li farebbe giocare spesso in spazi ridotti e in situazioni diverse.

Viene poco seguito in Italia perché manca cultura a riguardo a parer mio.

 


Il calcio italiano, diciamo la nazionale dove andrà? Quale sarà il suo destino? Molti hanno detto che i nostri giocatori non pensavano ad altro che ad andare in vacanza a Ibiza. La domanda viene spontanea, possibile che non si senta l’attaccamento alla maglia?

 

Io penso che la nazionale e il calcio italiano attraversano un periodo scarno di talento, c’è molta mancanza.

Passerà come tanti altri momenti storici noi l’unica cosa che possiamo fare è cercare di lavorare tanto e bene.

 


Di lei ho sentito parlare molto bene, è stimato da molti e quei molti la ritengono un bravo allenatore che saprà dare molto nei prossimi anni, come si arriva ad avere elogi simili? 

 

Sono contento che qualcuno possa pensare o parlare bene di me, io ho sempre pensato che davanti a me ci sarà la crescita dei ragazzi non il mio ego. Ho cercato di mettere sempre loro davanti a me.

 


Domani lei riceve una chiamata da un club estero, se la sentirebbe di lasciare tutto per iniziare una nuova avventura? 

 

Si assolutamente anzi sono tentato di farlo prossimamente.

Mi piacerebbe molto.

 


Il sogno che vorrebbe che si realizzasse? 

 

Io un sogno ce l’ho e lo tengo per me. Ci lavoro ogni santo giorno mettendoci tutto me stesso sperando di riuscirci.

 


A chi vuole dedicare questa intervista?

 

Voglio dedicarla a chi come me dedica gran parte della sua vita ai ragazzi e alla loro crescita, c’è molta gente che raccoglie meno di quello che meriterebbe.

Grazie a te paolo per l’opportunità.

 

 

 

Grazie Nicolas, è un stato un piacere.

 

 

 

14  08 2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

domenica 11 agosto 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

CARMINE

TURCO

 



Carmine Turco    è un allenatore di calcio di Battipaglia (Salerno) così si presenta “ 

 

Mi chiamo Carmine Turco e sono nato l’11 agosto del 1967, e mi sono laureato in Giurisprudenza nel 1998 presso università di Salerno; sono grande appassionato di calcio, da giovane ho militato nella categoria dilettanti e sono nato calcisticamente presso la scuola calcio Spes Battipaglia.

 

La carriera da allenatore è iniziata nel 1997 nel Real Bellizzi ( Salerno) e già il primo anno 1997 abbiamo vincito il  campionato di prima categoria, poi due anni di promozione sempre nel Real Bellizzi, successivamente andai:  in eccellenza campana con Bertoni ,nel 1999 Battipaglia, nel 2000 esordisco nell’ interregionale con la Battipagliese Calcio,   l’anno successivo sono al Montoro Inferiore 2001   eccellenza campana,  in Serie D con  l’Ariano  Irpino, 2002 due anni di serie D con Ariano Irpino,  2003 Viribus  Unitis  serie D,  l’anno successivo torno  a fare campionato di promozione a Vallo della Lucania con la Gelbison sfiorando la vittoria del campionato, nel 2005 torno in D a Battipaglia,  la carriera  prosegue con un anno di eccellenza a Campagna  (eccellenza campana).

 

Devo precisare un’importante vittoria di un campionato di promozione nel 2008 a Paestum.  Successivamente per 8 anni sono al Faiano Pontecagnano dove vinco un campionato di promozione sono e seguono 7 anni di eccellenza.  Di seguito un anno all’ Agropoli (eccellenza campana), di nuovo al Battipaglia dove si sfiora la vittoria del campionato di eccellenza nella mia citta.

 

Un’importante vittoria è stata quella storica del campionato ad Angri nel 2021-22, una stagione bellissima di eccellenza campana, poi ancora sono all’ Agropoli, qui abbiamo sfiorato il passaggio in Serie D ai playoff contro il Gallipoli calcio.

 

L’ ultimo campionato l’ho disputato a Pozzuoli, un’esperienza bella in una citta meravigliosa".

 

 




 




La scorsa stagione lei ha allenato la Puteolana 1902, soddisfatto di com’è andato il campionato, oppure pensa che la squadra poteva fare di più?

 

Ciao Paolo, faccio una premessa: Pozzuoli è un posto stupendo e la tifoseria è una parte importante di questa squadra è una piazza gloriosa, si dovevano raggiungere almeno i playoff e non ci siamo riusciti e quindi è giusto dire che abbiamo fallito l'obiettivo; Pozzuoli merita categorie importanti avevamo fatto nelle prime sei partite 5 vittorie ed un pareggio importante sul campo del Nola poi la sconfitta in casa col Pompei ci ha mandato fuori strada e non siamo riusciti a riprenderci.

 

Per la stagione che a breve inizierà sa dove andrà ad allenare, oppure sta valutando alcune offerte?

 

Per la prossima stagione ho avuto qualche approccio importante con l’Heraclea che poi non si è concretizzato ed altre situazioni che non ritenevo adeguate, al momento siamo in attesa.

 

Lei è nato a Battipaglia (Salerno) Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sì,  sono di Battipaglia ho una laurea in giurisprudenza e successivamente  ho conseguito l'abilitazione per esercitare la professione,  ma la passione per il calcio è stata sempre forte e piano piano è diventata qualcosa di importante che ho proseguito con grande dedizione, credo di aver capito ciò  quando ho allenato la Battipagliese nel 2000 in interregionale, da quel momento mi sono reo conto  che sarebbe diventata più di una passione, tra l’altro  avevo già vinto peraltro un campionato a Bellizzi due anni prima.

 

Dopo aver giocato per qualche anno nella categoria dei dilettanti, lei decide di diventare allenatore, per quale, che cos’è che l’interessava maggiormente di questo ruolo?

 

Ho giochicchiato in categorie dilettanti per qualche anno,  ma  già in campo ero sempre pieno di consigli per i miei compagni, evidentemente la vocazione ad essere un allenatore era forte di quella di essere un  calciatore.

 








Lei ha allenato diverse squadre, c’è una squadra a cui è rimasto più legato?

 

Ho allenato tanto in Campania, ma naturalmente ci sono piazze che ti lasciano qualcosa in più, ad Angri nel 2022 ho vinto un campionato meraviglioso resterà nella storia di una squadra e di una città che mi hanno regalato emozioni incredibili, poi Battipaglia è la mia città e nel 2007 credo se non fosse stato per una penalizzazione che arrivò durante l'anno per fatti di un campionato precedente,  e quindi non c'entrava col nostro percorso, avrei vinto un campionato a casa mia, purtroppo per fattori estranei fummo penalizzati nelle ultime 5 gare e non fu possibile raggiungere quel sogno tanto meritato.

 

Nel 2008 ho vinto a Paestum e ed stato una cosa bella pure quella nel 2008 poi come non ricordare i miei otto anni a Faiano Pontecagnano dove il primo anno cogliemmo la vittoria del campionato, successivamente 7  sono stati gli anni in eccellenza. Posso dire di aver fatto la storia, ho sfiorato due anni fa ad Agropoli la vittoria del campionato di eccellenza attraverso i playoff contro il Gallipoli, e anche lì abbiamo sfiorato un finale un vero è proprio miracolo

 

Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

   L'allenatore deve essere il classico buon padre di famiglia. Deve: dimostrare il suo equilibrio e trasmetterlo alla sua squadra, essere competente e competitivo,  però  ci vogliono tante altre qualità insomma non è un mestiere facile perché quando si vince il merito va alla squadra, mentre a  perdere è sempre il mister, per fartela breve spero di aver reso  l'idea.

   ,

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Il calcio mi ha dato davvero tanto e io stesso impegno tanto della mia vita per poter ottenere risultati attraverso lo studio e il sacrificio.

 

     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

    Se la gente parla bene in questo mondo difficile qual è l'ambiente del calcio, allora vuole dire che - con un po' di presunzione -  sto facendo qualcosa di buono e spero di continuare a fare sono giovane e forte, ancora con tante idee da proporre.

 



 





Il miglior allenatore in questo momento? E ovviamente il perché. 

 

Il miglior allenatore, non c'è ombra di dubbio, è Pep Guardiola anche Bielsa e il nostro mitico Ancelotti sono i migliori per aspetti diversi.

 

Un sogno per il futuro?

 

Il sogno è quello di continuare a fare questo mestiere per tanto tempo ancora con la dignità che mi contraddistingue

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Una dedica in particolare la faccio a mia moglie Ilaria che ho perso 4 anni fa per una grave malattia e naturalmente a me stesso per l'impegno e la passione che mi contraddistingue, grazie mille Paolo.

 

 

 

 Grazie 

 

10 08   2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

venerdì 9 agosto 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MATTEO

SALSANO

 




 

Matteo Salsano è un giocatore di calcio nato a Cava de Tirreni il 12 ottobre del 1997. Nei settori giovanili ha militato in questi club: Napoli, Juve Stabia, Chievo, in serie D: Mantova, Cavese, Campobasso e Arzignano. Nel 2019 subisce un infortunio, la squadra attuale è la Rocchese calcio.

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2023-2024.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Abbiamo perso una finale play off con un risultato che è una ferita aperta e che rimarrà tale per sempre, ma alla fine la nota positiva è che questo non ci ha precluso il salto di categoria fortunatamente. A livello personale penso che in generale si possa fare sempre di più, quest'anno cerco continuità di prestazione ogni giornata perché sono consapevole delle mie qualità.

 

La prossima stagione giocherà. Emozionato di questa nuova avventura?

 

La prossima stagione giocherò ancora con la Rocchese e sono molto felice di fare parte di questa società  fatta di    persone serie e con tanta passione,  e con dei tifosi che ti incitano   per 90' minuti ininterrottamente, e   in queste categorie toccare i 1000 spettatori a domenica non è da   tutti, inoltre  sono felice perché ho come mister il signor Prisco,  egli insieme al suo staff tecnico ci fa allenare, pensare e responsabilizzare come dei veri professionisti .

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Diciamo da sempre, ho imparato a camminare con il pallone tra le mani.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

No non mi hanno mai ostacolato, anzi non potevo desiderare genitori migliori nell'arco della mia giovane carriera calcistica; mi hanno seguito ovunque facendomi sentire sempre a "casa" e mi hanno sempre tirato su di morale quando le cose non andavano per il meglio.

 

Lei giovanissimo a 15, si trasferisce nel Chievo, che cosa ricorda di quell’esperienza, immagino che sia stata un’esperienza molto formativa, era lontano da casa e doveva per ferza di cose contare su stesso, è così?

 

Si, beh penso che non ci  sia mai un'età giusta per lasciare casa, soprattutto se lo fai a 15 anni , ci sono state giornate difficili, ma adesso se mi guardo indietro posso dire che è stata la scelta più giusta della mia vita, si è trattata di  un'esperienza che mi ha formato molto , mi ha fatto capire cosa volesse  significare la parola sacrificio e mi ha fatto maturare molto prima rispetto ai miei coetanei.

 

Nell’ambiente come si è trovato, con i compagni, con il mister, il direttore sportivo?

 

Era tutto perfetto, avevamo tutto quello di cui avevamo bisogno, con i miei compagni soprattutto quelli che venivano da fuori regione si era creata una sorta di famiglia guardandoci le spalle l'uno con l'altro.

 

Nel 2019, poco prima del Covid lei subisce un infortunio, che periodo è stato, immagino non facile, tra l’altro lei avrebbe dovuto firmare un contratto con il Chievo?

 

Sì, penso sia stato uno dei momenti più brutti per me, mi sono sentito di crollare il mondo addosso ero prossimo ad un contratto e poi l'ho visto svanire da un giorno all'altro e non ti nascondo che ancora oggi il pensiero va sempre  a quel preciso momento, anche perché vivere di rimpianti è una cosa che ti logora dentro .

 

Lei poi ha militato nel: Mantova, Cavese, Campobasso nell’ Arzignano, si è ambientato bene in tutte le squadre oppure ce n’è una che ricorda con maggior affetto?

 

Devo dire la verità mi ritengo una persona molto fortunata nell'arco degli anni ho trovato tanti splendidi rapporti che ancora oggi li coltivo, ma lo spogliatoio più bello è quello che ho condiviso quest' anno e non lo dico tanto per….è  che spero di rivivere quelle emozioni  anche nel nuovo anno calcistico.


Ho intervistato tantissimi portieri, non è facile il ruolo del portiere, mi hanno detto. Si è da soli, ci si allena in maniera diversa, e molte volte la vittoria o la sconfitta ricade sul portiere, lei come mai ha scelto questo ruolo?


Diciamo che è una questione di famiglia,  mio padre che ha giocato in porta non mi ha mai obbligato a seguire il suo stesso ruolo, e mi sembra giusto precisare che è stato una ruolo che l 'ho sentita io. 

E poi perché da piccolo seguivo molto Francesco Toldo.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Sono una persona che non crea particolari  problematiche quindi sono sempre stato d'accordo con tutti i mister che ho avuto, anzi molti come quello attuale hanno lasciato in me tanti insegnamenti.

 








Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Beh ..un mio pregio sono le uscite e il giocare alto,  un mio difetto penso sia l’essere  un po'   irrascibile. 

 

Lei è giovane, però se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure nel complesso  è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Mi allaccio al domanda di prima, ad oggi se tornassi indietro forse non prenderei  alcune decisioni e però tornare indietro non si può,   nel complesso a riguardo  della mia piccola e umile carriera posso dire di essermi tolto tante soddisfazioni e sono contento nonostante tutto .

 


Se per caso le arrivasse una chiamata da un club estero, anche fuori dall’Europa, se la sentirebbe di lasciare tutto e partire per una nuova avventura?

 

No. 

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Hanno svolto sempre un ruolo importante, la mia famiglia è il mio porto sicuro, i miei amici sono fondamentali, perché  siamo cresciuti assieme sin da quando eravamo piccoli,  ,altra figura  importante  è la mia  ragazza, lei  mi sta sempre vicino,  in conclusione famiglia, amici e la mia ragazza  rivestono un ruolo molto importante nella mia vita.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Continuare ad affermarmi nel mio lavoro e mettere su famiglia.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A tutte le persone che mi vogliono bene alla mia famiglia alla mia ragazza e ai miei amici.

 

 

 

Grazie 

 

09 08    2024 

 

(Tutti i diritti riservati)