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martedì 17 dicembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

MICHELE

ALBINO

 

 


    

 

 

 Michele Albino è un giocatore   di Mirabella Eclano (Avellino) e questa è la sua storia.

 

 

Credo di aver iniziato a tirare a calci ad un pallone ancor prima di camminare. All’età di 6 anni andavo a scuola calcio, la scuola calcio del mio paese e lì ci sono stato per diversi anni, credo 6, poi sono passato ad un’altra scuola calcio vicino al mio paese dove giocavo con persone di due anni più grandi di me, ma perché me ero abbasta bravo.



 




L’anno dopo all’età di 12 anni faccio un provino con la Salernitana, mi prendono e mi trasferisco a Salerno dove inizio la scuola e a giocare. Milito nel campionato giovanissimi nazionali raggiungendo la finale nazionale persa con la Fiorentina, voglio precisare che non è stato facile stare lontano da casa a quell’età. 

 






Comunque si è trattato di un giusto compromesso perché da Salerno spesso potevo tornare a casa. A fine anno decido di cambiare maglia e vado all’ Avellino, dove gioco per 3 anni nei vari campionati nazionali e riesco pure a farmi due preparazioni con la prima squadra. Successivamente vado a Benevento per un anno e mezzo, il secondo anno passo dire di essere riuscito a fare  un grande campionato arrivando a doppia cifra di gol e assist, non a  caso infatti a fine anno mi chiama la sambenedettese che militava in serie D.



 




 Purtroppo sono crollato, dove aver trascorso il ritiro a causa di vari problemi persona decisi di lasciar perdere e di tornare a casa. Stare lontano per mesi senza vedere le persone a me care mi pesava tantissimo e non ero forse pronto in quel momento. Dopo due mesi vado alla Gelbison in serie D per tornare in pista, come si suol dire ci rimango. per metà campionat; ma quello che volevo io non si è realizzato.

 






Non riuscendomi ad esprimermi al massimo decido di trasferirmi in Sicilia a San Cataldo, una piazza molto calda con una tifoseria e delle persone spettacolari.  A San Cataldo è stato l’anno più bello della mia vita passato fuori.  Il paese ti faceva sentire a casa e dopo qualche mese mi sentivo uno di loro! Sono rimasto in Sicilia per due anni, l’anno successivo però andai decisi di trasferirmi alla Nissa, squadra di Caltanissetta! Anche qui mi sono subito sentito a casa e quando sono andato via i miei amici e le persone di lì mi hanno salutato alla stazione con uno striscione: “ALBINO CI MANCHERAI”.


 




Tornato a casa decisi di intraprendere un altro mio sogno che era quello di fare il parrucchiere, quindi mi iscrissi a scuola e decisi di scendere di qualche categoria perché non riuscivo a gestire entrambe le situazioni. Questo è durato fino a quando non ebbbi  ricevuto una chiamata che mi ha cambiò la vita! Mi chiamò il presidente della squadra del mio paese che allora militava in terza categoria. 


 




In quel momento mi sembrava da folli accettare una proposta del genere anche perché è vero che ero sceso di categoria, ma comunque militavo in promozione. Ho sempre avuto un debole per il mio paese, per i miei amici e per le persone che ci abitano, quindi dopo qualche giorno di riflessione ho deciso di accettare il progetto e di cercare di portare la squadra dopo anno in promozione! Il primo   anno ci siamo riusciti subito, abbiamo vinto, direi stravinto, sono diventato inoltre capocannoniere; il secondo anno è successa la medesima cosa, abbiamo di nuovo vinto il campionato. Nel frattempo ho iniziato a fare il parrucchiere e ho diviso la mia vita tra lavoro e la mia squadra! 



 




Dall’anno scorso non sono soltanto il numero 10, ma anche il capitano e visto che per me Totti è da sempre il mio idolo ,essere il numero 10, capitano del mio paese è un qualcosa che non so spiegarti! 

 

Cerco giorno dopo giorno di trasmettere agli abitanti l’amore per questa maglia, e per questa piazza, cerco di essere un esempio per i più giovani e di trascinare sempre di più il gruppo a raggiungere obiettivo, che è quello di vincere il campionato! Quest’anno abbiamo costruito una squadra attrezzata per poter essere protagonista e sto cercando in tutti i modi di portarla in vetta! 

 






Da quando avevo 6 anni giocare a calcio è stata la mia unica ragione di vita, fino a qualche anno fa dormivo ancora con il pallone abbracciato nel letto; quando ho smesso di “giocare fuori, lontano da casa mia” ho sempre avuto un desiderio, portare in alto il nome del mio paese, giocare per i miei più cari affetti cari, far felice le persone che mi vogliono bene! 


 




Ogni volta che il mio telefono è squillato e mi hanno proposto di andare a giocare altrove la mia risposta è stata sempre e solo questa: “non posso, voglio giocare per il mio paese” e così è stato. 

 




 

È un onore giocare per la mia gente, spero di rendere felici le persone a me care perché loro mi stanno facendo sentire importante! Detto questo posso dirti che andare lontano da casa quando ero piccolo mi ha formato tanto, sono maturato mi sono sempre sentito più maturo e responsabile rispetto ai miei coetanei! Ad oggi il mio unico obiettivo è quello di raggiungere quella promessa che ho fatto.

 

 


 

Grazie 

 

17  12    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

giovedì 12 dicembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MICHELE

MARTIELLO



 


 


Michele Martiello è un allenatore di calcio di Scafati, (Campania) e così ci si presenta:

 

Ho iniziato a giocare a calcio sin da quand’ero bambino, precisamente all’età di 6 anni e ho smesso circa a 15 anni. 

 

Visto che la passione per allenare è sempre stata così forte, e quindi pur avendo solo 20 anni posso dire di avere abbastanza esperienza in quest’ambito.

 

In particolare con i bambini. Attualmente lavoro in una società di Pompei dove gestisco un gruppo di piccoli amici e un gruppo pulcini.

 

 

 

Come prima domanda le voglio fare questa: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventata la sua più grande passione?

 

Non c’è stato un momento preciso nel quale ho scoperto che questa sarebbe diventata la mia più grande passione, sin da piccolo ho sempre amato questo sport, trascorrevo pomeriggio interi a giocare per strada o in campi abbandonati fin a tarda sera, per poi con il passare del tempo questa passione è diventata sempre più forte.

 

Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 

 

Ho deciso di diventare allenatore perché come dico sempre anche ai ragazzi finché c’è tanta voglia di giocare continuate a praticare questo sport, quando accadrà che l’allenamento o fare tanti sacrifici per migliorare le prestazioni  sarà un grande peso, dedicatevi ad altro. Ed è proprio per questo che ho deciso di mettermi in gioco come allenatore.

 




 


Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Non smetterò mai di dire che la qualità principale di un allenatore deve essere la pazienza e la determinazione in quello che si fa, il calcio mi sta dando giorno dopo giorno tante amicizie, anche perché  si conoscono sempre nuove persone e automaticamente ci sono tanti scmabi di idee, sicuramente però questo sport ti toglie un po’ della vita privata perchè interi pomeriggi e giorni festivi si trascorrono sui campi. 

 

Immagino che non sia facile allenare i bambini, che metodo utilizza? 

 

Allenare i bambini non è affatto facile, il mio metodo principale è riuscire a diventare una figura di riferimento per loro, affinchè  dove possano  fidarsi e confidarsi sempre e liberamente.

 

Un suo pregio e un suo difetto, (sotto l’aspetto dell’essere un allenatore)

 

Il mio più grande difetto senz’altro è che questo:  ci  tengo veramente tanto al lavoro che svolgo e spesso sono molto severo con me stesso, il mio pregio è sicuramente lavorare non solo in campo, ma soprattutto fuori e cioè:  studiando e aggiornandomi.

 

La nazionale italiana non sta ottenendo grandi risultati, secondo lei perché? Quali possono essere i motivi?

 

il problema principale parte dal fondo, attualmente le società investono solo ed esclusivamente sulle prime squadre, e non sui settori giovanili sia sui ragazzi che sugli istruttori.

 

Se dovesse ricevere una chiamata da un club estero, partirebbe immediatamente oppure ci penserebbe per qualche giorno?

 

Per chi vive di questo sport come me non ci penserebbe più di una volta, sicuramente accetterei, mi rimboccherei subito le maniche e cercherei di affrontare questa nuova esperienza con tanta determinazione. 



 




Un sogno per il futuro?

 

Un sogno sicuramente sarebbe allenare a livelli alti, so che la strada è difficile perché purtroppo in Italia vale la legge di inserire i giocatori ritirati sulla panchina, ma con la giusta tenacia e determinazione si può ottenere tutto.

 

 

 

 

 Grazie 

 

12 12  2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

sabato 7 dicembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MICHELE

LIGUORO



 COMUNICATO










Michele Liguoro ci comunica che non milita più nel club Città di Brusciano e di conseguenza ora è libero per valutare  proposte  di collaborazione con futuri club.

 

   

 

 



07  12    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

venerdì 22 novembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FRANCESCO

BOSSA

 

 



 

Francesco Bossa, nato nel 1990     è un giocatore di Napoli, non c’è bisogno di scrivere la sua carriera, perché già lo conosciamo, questa è la sua seconda intervista, questo è quello che ci racconta.


A gennaio ho avuto una lesione del collaterale, al ginocchio dove ero stato operato al crociato, e adesso da settembre ho iniziato allenare una scuola calcio al Vomero che si chiama Giugliano Academy, e adesso inizio il corso per prendere il patentino per l’attività di base” 

 

 

 

 


 


La prima domanda che le voglio fare come sta andando questa nuova esperienza come allenatore di calcio presso la Giugliano Accademy al Vomero? 

 

Sono molto contento di questa nuova esperienza, che mi permette di crescere ogni giorno, sia come allenatore che come persona. 

 

Tra l’altro lei a breve inizierà il corso per prendere il patentino per l’attività di base di allenatore di calcio, la domanda è d’obbligo, come mai questa scelta di diventare allenatore?

 

Diventare allenatore? Perché mi piace molto trasmettere la mia esperienza ai giovani, è stata una cosa che mi ha sempre appassionato.

 

Lei ha avuto una bella carriera come calciatore, ripensa mai a quello che non ha fatto e che invece avrebbe potuto fare? 

 

Sono molto contento della mia carriera, mi ha permesso di fare molte esperienze, conoscere molte persone competenti, giocare in stadi molto belli, far parte di ritiri in serie A e  delle Nazionali giovanili, forse con la “consapevolezza” di oggi  e qualche infortunio in meno sarebbe potuta essere ancora più valida e interessante.


 




Su di lei ho letto diversi articoli di elogio, tanti la stimano, come si arriva ad essere così benvoluti e stimati?

 

La prima cosa è: essere sempre una persona rispettosa ed educata,  infine il sapersi comportare.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Amo molto il tennis sia giocarlo che vederlo, e mi piace vedere molto anche la moto Gp e la formula 1.

 

Il calcio italiano, mi riferisco alla Nazionale non è che sta offrendo ai tifosi e sostenitori tante emozioni, anzi l’ultima partita con la Francia è stata persa per 3 reti contro 1, che cosa c’è che non funziona nella nostra nazionale?

 

C’ è un cambiamento che è iniziato da poco, intendo proprio come filosofia e principio di gioco, sono convinto che tra poco arriveranno anche i risultati di questo lavoro. 

 






Quale consiglio darebbe un giovane che volesse intraprendere la sua stessa carriera - da giocatore, è ovvio- ?


Il consiglio che darei ai giovani è di fare questo sport sempre con divertimento e allo stesso dedicarsi con tanto impegno e voglia di migliorare, sia come calciatore che come persona.

 

La migliore qualità che deve avere un allenatore qual è?

 

La qualità di un allenatore secondo me è amare i propri ragazzi e allo stesso saper essere severo per aiutarli a crescere, per il loro bene.

 

Lo trova giusto che si dia sempre la colpa all’allenatore se la squadra non ottiene i risultati dovuti? Si potrebbero cambiare qualche giocatore, forse gli altri ci metterebbero la dovuta grinta non trova?

 

La colpa non è mai solo dell’allenatore, quando le cose non vanno bene, la responsabilità va sempre divisa tra le parti. 

 






Se le arrivasse una proposta dall’estero come allenatore, partirebbe immediatamente oppure ci penserebbe su qualche giorno, oppure non partirebbe affatto?

 

L’idea di allenare all’ estero mi affascina molto. Amo molto la metodologia spagnola e mi piace vedere il campionato Inglese, ci penserei un paio di giorni.

 

In questo momento chi è il miglio allenatore?

 

Mi piace molto Marcelo Bielsa, come anche Guardiola, De Zerbi, Spalletti e Julio Velasco.

 

Una previsione, chi vincerà lo scudetto quest’anno?

 

Sono di parte, (ride) faccio il tifo per il Napoli, anche se quest’ ‘ anno l’Atalanta mi piace molto 

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Un sogno che ho nell’‘ immediato è quello di migliorare come persona e di riuscire a esser un allenatore più competente, per poter allenare le giovanili del Napoli. 


 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La voglio dedicare  a mia Madre che non sta vivendo un momento molto semplice, alla mia famiglia,  in particolare a mia sorella  perché sta aspettando un bambina, alla mia ragazza  e a tutte le persone che mi vogliono bene. 

 

Grazie

 


 

23  novembre     2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

martedì 12 novembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 



 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FRANCESCO

D’ANDREA 

 

 

 

Francesco D’Andrea, classe 1994, è un giocatore   di calcio e così si presenta ai lettori:

 

 

“Ho iniziato per strada perché ai tempi nostri non era così importante come invece accade oggi, sinceramente pensavamo altro: lavorare per andare avanti, all’epoca non era facile condurre una vita dignitosa.

 

 Comunque ho iniziato Scuola calcio Brothers che si trova ad oggi ancora a Chiaiano vicino casa mi, infatti io sono di Marianella. Successivamente crescendo all’età di 21 anni ho iniziato a giocare con il club F.C. Parete- Caserta - (3 categoria per 3 anni) poi sono andato a militare giocare con il Borbonia Felix Mugnano 2019 dove abbiamo iniziato in terza categoria vincendo così il campionato

 

Adesso gioco ancora con loro, questo perché oltre al calcio esiste anche un rapporto straordinario con il presidente e il resto della squadra, vorrei anche precisare che siamo un gruppo eccezionale e molto unito sotto tutti i punti di vista.

 

 Vorrei puntualizzare che ho avuto proposte per andare in alcune squadre più blasonate, ma sinceramente è stata una scelta di cuore rimanere in questo club, anche se, preciso di nuovo ho avuto  altre richiesta per firmare con dei club  di categoria superiore”.

 

 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando questa stagione, è contento delle sue prestazioni? 

 

Questa stagione sta andando abbastanza bene non ci possiamo lamentare. Ma la strada è ancora lunga e dunque:  piedi per terra e lavorare.

 





Oggi possiamo dirlo il calcio “di strada” è scomparso, come mai secondo lei?

 

Prima la vita era molto molto più difficile per poter permettersi di frequentare una scuola calcio.  Purtroppo è cambiata tutta la generazione, è cambiato proprio proprio il modo di vivere. Però se mi fai una domanda e mi dici preferiresti giocare in strada tra le palazzine o andare ad una scuola calcio, io sceglierei sempre il calcio di strada, perché è molto formativo, si matura in fretta, si capiscono diversi aspetti della vita, ci tengo a ribadire che per me il calcio è passione, ma anche tanto sacrificio.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è sempre stato una mia grande passione sin da bambino. Difficile trovare qualcuno che non sia appassionato di calcio, secondo me al 98%siamo lo siamo tutti.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori, sinceramente, non mi hanno mai detto, perché già da piccolo mi ero già preso le mie responsabilità. Ti ripeto la vita di prima era molto molto più difficile rispetto a quella di oggi, prima si pensava prima alla famiglia, bisognava   riuscire a portare il guadagno della giornata a casa per far quadrare il bilancio familiare. Non esisteva tutto questo lusso che hanno i giovani di oggi, il paio di scarpe che compravi dovevo durare due anni. Oggi il il modo di vivere è cambiato completamente,

 

Lei ha un forte legame con il Borbonia Felix Mugnano 2019, come mai, a cosa è dovuto ciò?

 

Sì il Borbonia per me è una famiglia, con loro ho iniziato dal primo anno che è nata la società la Borbonia Felix Mugnano, sono sempre stato al centro del loro progetto e questo davvero mi fa tanto felice Essere un giocatore del Borbonia vuol dire “tanta roba” e ringrazio il presidente Romano per avermi dato questa magnifica opportunità Perché Borbonia è famiglia. Vorrei fare anche un ringraziamento a tutti gli sponsor che ci stanno dando una grossa mano e che non ci fanno mancare nulla.




 





Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Oltre al calcio sono molto affascinato dal tennis, mi piace e lo seguo con grade interesse.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io sono difensore centrale. 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Uno dei miei goal più belli l’ho fatto 3 anni or sono, la partita era contro il Qualiano. Successe all’ 80 esimo su calcio di punizione.

 

Grandi discussioni con il mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Sì è capitato più di una volta di fare discussioni con il mister a chi non capita? Ma ci sta, direi, l’importante è portare sempre il dovuto rispetto e confrontarsi sempre con educazione.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Io sono capitano del Borbonia, ma per me siamo tutti capitani.  Accetto sempre i consigli perché nella vita e anche all’età di 30 anni c’è sempre da imparare. Poi può capitare qualche discussione durante l’allenamento allenamento, o in partita l’importante è il rispetto e non superare il limite.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Difetto che mi arrabbio facilmente, in campo divento tutta un’altra persona. Di pregi penso di averne diversi,  te ne voglio far presente uno: cerco sempre di mettere  pace fra noi e gli avversari anche quando abbiamo ragione.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Se tornassi indietro scegliere sempre Borbonia Felix, sono sincero perché siamo una famiglia. Oltre all’aspetto prettamente calcistico, conta la persona e sinceramente sono tutte persone fantastiche.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Per quel che concerne la mia famiglia ti posso dire che darei la mia vita, e gli amici sono sempre una parte importante per me. E visto che parliamo di famiglia voglio aggiungere che fratelli più grandi per me sono da esempio, il primo che gioca nel Marianella calcio promozione e l’altro sino all’anno scorso giocava pure lui, poi è diventato presidente della società la Marianella calcio,  e ora si dedica solo ruolo di presidente. Per me sono da esempio di vita e con orgoglio dico che siamo una sola cosa.


 



 


Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il mio sogno quest’anno è portare il Borbonia alla vittoria del campionato.

Di sogni ne ho diversi, quello menzionato sopra è uno dei tanti.

 

Penultima domanda, se ricevesse domani un’offerta da un club estero se la sentirebbe di mollare tutto e andare via dall’Italia con la sua famiglia?

 

Se mi arrivasse un’offerta sinceramente non lo so, intanto penso ad oggi poi nella vita non si sa mai.  Per adesso penso solo a fare bene con il Borbonia e poter dare sempre il 100% di me stesso.

 

 

 

Grazie 

 

12  11    2024 

 

(Tutti i diritti riservati)