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venerdì 4 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

  MICHELE  

LIGUORO

 

  


   

 

 

 Michele Liguoro è un giocatore   di Napoli di 38 anni, e così si presenta: “ 

 

Mi chiamo Michele Liguoro classe 86, la mia carriera inizia nelle giovanili di Calcio Mazzeo di San Sebastiano al Vesuvio (Na)affiliato al Milan, dopo la giovanile piccola parentesi alla Cavese sempre calcio giovanile per poi trasferirmi nei dilettanti.

 

 Per il mio primo campionato decido di approdare a Cicciano campionato dí promozione vinto, dopo il campionato vinto al primo anno di dilettanti vengo riconfermato in eccellenza facendo un buon campionato,  l’anno successivo approdo a Baiano, sempre eccellenza, per poi passare nuovamente a Cicciano sempre eccellenza, poi mi trasferisco al Gladiator (vinto il 2 campionato di promozione),  passo poi alla Palmese dove faccio 2 anni bellissimi sempre in promozione, dopo la Palmese passo alla Mariglianese - 2 anni-  per poi vincere il campionato di promozione dopo di che vengo riconfermato in eccellenza. 

 

Successivamente passo alla Rinascita Vico in promozione per vincere il 4° campionato di promozione, l’anno dopo sono riconfermato in eccellenza, poi milito anni al  San Vitaliano- promozione-,  Sangiuseppese- promozione- Ariano Irpino -promozione-; Cimitile -promozione - Scisciano 1° categoria e ora gioco nel club  Città di  Brusciano". 

 

 


 



Lei quest’anno gioca con il club Città di Brusciano, ho sentito parlare molto bene di questo club, che cos’ha di particolare?

 

La citta di Brusciano è una realtà nuova,  il calcio manca da tanti anni i  presidenti Ruopolo Riziero Corrado e Ruopolo Alessandro  sono delle   persone eccezionali  fanno il  calcio con passione, noi solo sulla carta facciamo la 1° categoria, ma a livello organizzativo e di un club almeno di eccellenza.


 



 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Fin da bambino mi sempre piaciuto perché il calcio è come una droga: non c’è la faccio a non giocare.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Ti posso dire che i miei genitori, più mio padre in verità, sono dei patiti per il calcio,  da piccolo mi accompagnava dappertutto per le partite e lui che mi ha trasmesso questa grande passione. Di conseguenza non mi hanno mai ostacolato.



 




Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Mi sono trovato bene quasi ovunque poi è normale che a volte si cambia per scelta mia o per questioni legate alla tecnica però sono stato bene ovunque perché sono un ragazzo che si fa voler bene.



Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Lo sport preferito è il calcio è un poco pallavolo.



Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Tutti provano a diventare calciatori perché è lo sport più bello al mondo e solo chi gioca a calcio può capire che emozione ti trasmette, e poi sinceramente la cosa più bella è che  giochi ti diverti e ti pagano pure,  non c’è attività più entusiasmante.







Lei gioca nel ruolo di centrocampista centrale, si ricorda il suo goal più bello?

 

Sono un centrocampista centrale, per quel che concerne il gol più bello ti posso dire che ricordo partita di coppa Italia, io giocavo nella Viribus Unitis, promozione, da 30 metri feci un tiro che andò nell’incrocio dei pali.

 

Lei ha 38 anni, all’interno del gruppo che ruolo ricopre, ascolta, si confronta con tutti o tende a imporre le sue idee, vista la grande esperienza?

 

No, io cerco di dare i consigli ai ragazzi più piccoli, visto che già ci sono passato prima, però piace ascoltare anche il loro parere.

 






Una domanda è d’obbligo, che stile di vita lei si è imposto di condurre, visto gioca a e si allena come se avesse 18 anni di meno?

 

Lo stile di vita che conduco è semplice per giocare ancora a una certa età prima cosa ti devi allenare bene,  devi mangiare bene e devi condurre uno stile di vita sano e poi quando il fisico ha bisogno di riposo bisogna farlo.

 

Che consigli si sente di fare a giovane che volesse intraprendere la sua stessa carriera?

 

Ai giovani che giocano in queste categorie il consiglio che gli do è di studiare e cercare di trovare  un posto di lavoro, perché il calcio in queste categorie è solo divertimento e se riesci ad abbinare tutte e due le situazioni,  allora va benissimo.



 




Nel corso della sua carriera, grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Nel corso della mia carriera ho sempre accettato le scelte del mister, però io sono un tipo che se vede, come si dice in gergo  “le cose storte” mi piace avere un confronto con il diretto interessato ed è capitato.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Un mio pregio? Quando sono in campo non mi risparmio un minuto, do tutto me stesso. Un mio difetto? A volte quando vedo le situazioni  poco chiare,  non so stare zitto,  necessito di  parlare però, a volte è meglio tacere e con l’esperienza negli anni l’ho capito.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Se tornassi indietro sicuramente farei più sacrifici però quando sei ragazzo non capisci pensi alle ragazze a divertiti e non va bene. Complessivamente sono soddisfatto,  ognuno di noi ha un destino e  purtroppo  non lo si può cambiare.



 




Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Un giocatore che io stimo tantissimo e Toni Kros.

 

Lei abita vicino al Vesuvio, a che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Io abito vicino al Vesuvio, sicuramente è una bella emozione particolare vedere il Vesuvio e il mare insieme, è bellissimo, però è anche vero che è molto pericoloso e se ci pensi ti vengono i brividi.

 






Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La cosa più importante nella mia vita è la famiglia, però io sono un ragazzo che mi affeziono molto anche a qualche amico.



 




Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Sinceramente non ho nessun sogno che si realizzi subito io ringrazio il signore Gesù ogni giorno che fa  stare bene la mia famiglia e per me è la cosa più importante della vita.

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista la voglio dedicare al direttore Pietro Riglia che ha pensato a me per l’intervista e sinceramente sta facendo un lavoro eccezionale insieme al mister Giuseppe Della Marca,   per loro  tutti noi calciatori siamo sullo  stesso livello e questo in un gruppo di calcio è importantissimo, naturalmente se vuoi vincere. 

 


 

 

Grazie 

 

04 08    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 2 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIANMARIA

FIORE

 


 




     

Gianmaria Fiore un giocatore   di calcio di Vico Equense, queste le squadre dove ha giocato: F.C. Vico Equense (1a categoria, promozione, giovanissimi nazionali), Real Sant’Agnello FC eccellenza), FC Massalubrense (eccellenza), Georgia Gwinnett college (calcio collegiale), F.C. Georgia Revolution (serie C Americana) FC London (serie B canadese), ora milita nell’  F.C. Thalwil (4a serie Svizzera).

 



 



 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente, attualmente lei milita nel FC Thalwil (Svizzera), 

 

Sono molto contento di essere in Svizzera, sia perché è una nazione dove le strutture  sono ottimali per il cittadino,  e sia perché è molto vicina all’Italia. Sin da quando viaggio per il mondo ho sempre voluto trovare una meta che sia il più possibile all’Italia, in modo da non perdere i contatti con gli amici e famiglia, cosa totalmente difficile quando sei fuori dal continente.

 








Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sinceramente sin da quando possa ricordarmi il mio mondo girava attorno ad una palla, iniziata da tanti fogli messi insieme con bendaggio di nastro adesivo, passando per il super santos e per poi finalmente trasformarsi in pallone di cuoio all’età di 12 anni. Il merito va anche a mio nonno e non posso che dirgli grazie, egli decise di accompagnarmi agli allenamenti e a convincere i miei genitori che era il mondo che faceva per me. Sono innamorato del “pallone” da sempre e lo sono tuttora.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Diciamo che ho risposto in breve a questa domanda con quella precedente. I miei genitori giustamente mi hanno sempre detto che lo studio veniva prima di tutto, quindi ci è voluto un po’ per convincerli, ma alla fine ci sono riuscito. Per questo ho deciso di andare in USA dove ho continuato il mio percorso calcistico e ho conseguito una laurea in psicologia alla Georgia Gwinnett College (Atlanta, USA).

 

Com’è stata l’esperienza nella squadra del suo paese?

 

Sin da piccolo il mio sogno era quello di giocare nella prima squadra del mio paese Vico Equense. Ci ho giocato per diversi anni ed ho ricordi stupendi, anche se il mio ultimo ritorno in patria non è  stato dei migliori, io  sono comunque grato per le persone che ho conosciuto e le esperienze che mi  hanno formato e che mi formano ogni anno della mia vita.



 





Tutti conoscono la sua avventura negli USA, più che chiamarla avventura, direi che si è trattata di un grande esperienza, sotto tutti i punti di vista. Ci può raccontare com’ è riuscito ad andare negli USA? 

 

Grazie a College Life Italia ho ricevuto una Full Scolarship e sono riuscito ad intraprendere il mio “sogno americano” che è stato grandioso. Il giorno prima di partire ci fu un mix di emozioni indescrivibili, ho sofferto tanto, ho perso tanti bei momenti, ho perso persone a me carissime ma tutti questi sacrifici hanno ripagato e piano piano con il tempo continuano a ripagarmi ancora adesso.

 

Se non fosse stato per la forza trasmessa dalla mia famiglia e dai miei amici non avrei mai potuto portare questo percorso al termine.

 

Lei all’inizio ha militato nell’ Georgia Gwinnett college (calcio collegiale), per prima cosa in che Stato si trova il college, e poi facendo riferimento all’Italia, il college equivale all’Università?

 

La laurea americana si traduce un po’ diversamente rispetto a quella che si prende nelle università italiane, ancora sono nel “mezzo del processo” quindi potrò dirvi di più in futuro. Il college si trova ad Atlanta nello stato della Georgia, a 20 minuti dalla città.

 

Immagino che non sia stato facile, tante sono le domande che le vorrei fare, ad esempio, quand’è sceso dall’aereo e nei primi giorni di permanenza non si è trovato un po’spaesato? E poi c’era un’associazione che la seguiva? Faccio riferimento al vitto, all’alloggio, al suo inserimento nella squadra. 

 

Ovviamente le emozioni che provai una volta atterrato sono ancora difficili da spiegare tutt’oggi, però il mio arrivo negli States non potrò mai dimenticarlo: arrivato all’aeroporto mi accorsi che  tutte le valigie erano andate smarrite, conoscevo solo il 2% dell’inglese rispetto a quello attuale,  nessuno che parlasse l’italiano, quindi lascio giudicare a voi;   sicuramente sono state esperienze difficili, ma utili per la mia formazione.

 

Il suo rapporto con i compagni di squadra e con l’allenatore com’è stato? L’hanno accolta in modo caloroso e in modo alquanto freddo e distaccato?

 

Ho subito stretto rapporti di  di amicizia con alcuni compagni di squadra e sono stato accolto molto bene, ovviamente all’inizio c’era l’ostacolo della lingua, quindi tanti aspetti e situazioni  erano impossibili da comunicare, ma grazie a Dio piano piano mi sono ambientato alla grande.

 

Che differenze ha notato tra il calcio americano e quello italiano? 

 

Il calcio americano è basato sul fisico e sull’’individualismo, mentre il calcio italiano è molto più approfondito (tecnica, tattica, capire la partita, formazioni ecc.). La più grande differenza che ho notato è che in Italia la cosa più importante è vincere, mentre in America diciamo come situazione è al secondo posto.

 








Oltre ad aver imparato bene l’inglese, lei si è laureato in Psicologia, le faccio i miei complimenti, è stato difficile, tra il calcio e lo studio avrà avuto poco tempo libero per sé? 

 

Non direi, c’è un buon equilibrio tra studio, calcio e vita privata. Quello che manca nella nostra Italia è che in giovane età è difficile o quasi impossibile riuscire a studiare, ad allenarsi e avere una vita privata, infatti molti ragazzi come me ad un certo punto del loro percorso devono scegliere cosa fare.

 

Dopo il college lei gioca con la Georgia Revolution in serie C, e poi per un periodo di tempo si trasferisce in Canada, alla FC London, l’esperienza canadese com’è stata? È riuscito bene ad integrarsi? 

 

Venuto da un’esperienza quinquennale negli USA, è stato molto facile ambientarmi in Canada, sono contento di aver giocato in un campionato a  grandi livelli (serieB), purtroppo la mancanza di casa fu più forte del desiderio di continuare in quello Stato, é stato bellissimo, ma non riuscivo più a sostenere la mancanza della mia famiglia.

 








Lascia il Canada, torna al suo paese per giocare nella Vico, la squadra non centra la salvezza in Promozione e decide di andare a militare in Svizzera nella FC Thalwil, come sta andando il campionato? 

 

Non è iniziato nel migliore nei modi, ma va bene così, la squadra è giovane, io sto ritornando da un infortunio, ma sono positivo che ci leveremo belle soddisfazioni, nel calcio si vince e si perde ma cosa più importante è non mollare mai di un cm.

 

Lei veramente rispetto a tanti giocatori che mai si sono mossi dalla propria provincia, regione, o dall’Italia ha con sé un bagaglio che pochi anno, è un giovane da invidiare, ma quanto le è costato, a livello personale, affettivo (dover lasciare la famiglia, gli amici) tutto ciò: USA, Canada, Svizzera? 

 

Ripeto la quantità di coraggio nel lasciare il mio amato paese e fare questa assurda esperienza è incalcolabile (tuttora), ma sono più che grato di aver fatto questo grande passo. Se tornassi indietro non so se farei la stessa scelta perché non so se troverei lo stesso coraggio che ho avuto nel 2018.

 

Un sogno per il futuro?

 

Il mio sogno è di continuare il mio percorso di vita in Italia e trovare qualcuno disposto ad aiutarmi in questo mio desiderio.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista la dedico alla mia famiglia, a chi mi guarda e protegge da lassù e a tutti coloro che mi sostengono perennemente




 





Ultima domanda, per prima cosa di lei ho letto benissimo, è stimato da molti, anche perché la ritengono un grande calciatore, seconda cosa, lei ha vinto il campionato di serie C negli USA, ma cos’è successo nell’ultima giornata?

 

Fu una giornata fantastica, vincemmo per la prima volta in campionato nella storia della squadra e come candelina sulla torta, feci un gol di testa da fuori area, fu il miglior modo di terminare la mia esperienza con loro, indimenticabile.



Grazie 

 

02  10     2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

lunedì 30 settembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 


MATTIA 

D’ANDREA

 

 


     


 Mattia D’Andrea è un giocatore   di calcio di Benevento, da un anno per motivi di lavoro risiede a Milano.  Queste sono le squadre dove ha militato:

 

Scuola Calcio: i primi passi nell’Epitaffio del super mister Remo Catalano, poi Cesare Ventura e Giovanili del Benevento Calcio.

Stagione 2017-2018 Vitulano Prima Categoria; 2018-2019 Cesare Ventura U17; 2019-2020 Vitulano U19 Juniores Regionali U19; 2020-2021 Città di Campobasso Juniores Nazionali U19; 2020-2021 Audax Cervinara Calcio Eccellenza; 2021-2022 Bojano Eccellenza; 2022-2023 Bojano Eccellenza; 2022-2023 Forza e Coraggio BN Eccellenza, 2023-2024 Assago Promozione; 2024-2025 calcio a 11 Brera FC; calcio a 7 Cilento calcio.

 

 







La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando la stagione con il Brera FC? 

 

Ti posso dire che la stagione con il Brera sta andando alla grande, ho trovato un gruppo spettacolare fatto di persone genuine, non ci siamo posti obiettivi finali, ma si sa nel calcio non si vuole mai perdere.




 





Lei da poco per motivi di lavoro si è trasferito a Milano, tra l’altro oltre a militare nel Brera FC gioca anche nel calcio a 7 per il club Cilento Calcio, come si è trovato a Milano, si sta ambientando bene? 

 

Sì, oltre al calcio a 11 mi diverto con un appuntamento infrasettimanale con la squadra di calcio a 7 il Cilento Calcio, anche se partecipiamo ad un torneo di calcio a 7 sembra di stare nel professionismo per l’accuratezza che hanno in ogni minimo particolare.  Per quel che concerne lo stare a Milano ti posso dire che mi sto trovando benissimo, mi sono adattato fin da subito e sono molto contento di essere qui.




 





Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ho capito dal primo giorno che ho messo i guanti e le scarpette, tutto ciò lo devo a mio fratello,  è stato lui che mi ha inculcato questa passione fin da subito. 

 







I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio? (Dobbiamo anche precisare che lei gli ha accontentati visto che si è diplomato all’ITIS) 

 

Personalmente devo solo ringraziare all’infinito i miei genitori, non mi hanno mai negato la possibilità di giocare a calcio, sono stati sempre i primi a sostenermi, ma allo stesso tempo farmi capire anche l’importanza della scuola!

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

La squadra alla quale mi sento più legato è certamente il Campobasso, si tratta dell’esperienza calcistica più bella vissuta fino ad ora.

 

Lei è stato per diverso tempo in Molise, come si è trovato nelle squadre dove ha giocato?

 

Sul Molise purtroppo c’è una brutta nomea, ma posso assicurare che le strutture sono tutte ottime (nessun campo in terra) e soprattutto c’è la cura in ogni minimo dettaglio, sia calcisticamente che non.

 















Lei ha un fratello, anche suo fratello gioca a calcio?

 

E’ vero,  ho un fratello più grande di me (1996) e anche lui gioca a calcio, come ho specificato, devo ringraziare lui se ho scelto di fare il portiere.


Ho intervistato diversi portieri, come mai ha scelto questo ruolo?

 

Questo è un ruolo pieno di responsabilità,  secondo la mia modesta opinione è il ruolo più importante di una squadra, e fin da piccolo mi è sempre piaciuto essere carico di responsabilità,  perché solo così riesco a caricarmi e dimostrare chi sono realmente e quanto valgo.

 

In tanti mi hanno detto che il portiere è sempre solo, e che è un ruolo di grande responsabilità, molte volte si dice che se la squadra vince è merito del gruppo e se perde è colpa di chi sta in porta, a tal riguardo lei cosa ne pensa?

 

 Allora, collegandomi alla domanda precedente, per me questa è una “stupidaggine”, però, purtroppo il calcio funziona così, se si perde la colpa è del portiere e se invece si vince il merito è dell’attaccante che ha fatto gol, la sfortuna del portiere è che se sbaglia subisce gol, invece l’attaccante se sbaglia può rifarsi l’azione successiva.



 




Anche se lei è molto giovane grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ho sempre avuto un po’ la testa calda però fortunatamente ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti i mister e ho sempre accettato le loro decisioni.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Il mio pregio calcistico è che nell’era moderna il portiere che sa giocare con i piedi è preferito molto di più, ed è una caratteristica che ho (calcio destro e sinistro senza distinzione), invece un mio piccolo difetto è che forse nel campo parlo un po’ troppo.



 




Lei è stato in diverse squadre volevo sapere se per lei è facile ambientarsi oppure ha qualche difficoltà nel legare con i compagni e con il mister?

 

Mi reputo fortunato perché essendo un ragazzo molto aperto e molto simpatico riesco a legare subito con tutti e quindi non ho mai avuto problemi con  il mister e con i compagni di squadra.

 

Lei è molto stimato nell’ambiente calcistico, in che modo si arriva ad essere così apprezzati? 

 

Si arriva ad essere apprezzati cosi tanto solo per  il duro lavoro, ma  soprattutto con il massimo rispetto che bisogna riservare a  tutti, partendo dal semplice custode del campo sino ad arrivare ai vertici del club.



 




Ho saputo che lei è molto legato alla sua famiglia, ci potrebbe dire il perché di questo forte legame con i suoi genitori, e ovviamente con suo fratello?

 

Sono molto legato alla mia famiglia perché solo io conosco i sacrifici che hanno fatto per rendermi la persona che sono e di questo gli sarò grato a vita;   con mio fratello siamo due anime gemelle, io vivo per lui e lui vive per me e cosi sarà fino alla morte.



 




Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Giocare nella stessa squadra con mio fratello.PS: non so chi farebbe panchina!

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Sembrerà scontato ma dedico questa intervista alla mia famiglia e tutti i mister e alle  persone che hanno creduto in me.

 

 

 

Grazie 

 

30  09     2024 

 

(Tutti i diritti riservati)