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mercoledì 2 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIANMARIA

FIORE

 


 




     

Gianmaria Fiore un giocatore   di calcio di Vico Equense, queste le squadre dove ha giocato: F.C. Vico Equense (1a categoria, promozione, giovanissimi nazionali), Real Sant’Agnello FC eccellenza), FC Massalubrense (eccellenza), Georgia Gwinnett college (calcio collegiale), F.C. Georgia Revolution (serie C Americana) FC London (serie B canadese), ora milita nell’  F.C. Thalwil (4a serie Svizzera).

 



 



 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente, attualmente lei milita nel FC Thalwil (Svizzera), 

 

Sono molto contento di essere in Svizzera, sia perché è una nazione dove le strutture  sono ottimali per il cittadino,  e sia perché è molto vicina all’Italia. Sin da quando viaggio per il mondo ho sempre voluto trovare una meta che sia il più possibile all’Italia, in modo da non perdere i contatti con gli amici e famiglia, cosa totalmente difficile quando sei fuori dal continente.

 








Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sinceramente sin da quando possa ricordarmi il mio mondo girava attorno ad una palla, iniziata da tanti fogli messi insieme con bendaggio di nastro adesivo, passando per il super santos e per poi finalmente trasformarsi in pallone di cuoio all’età di 12 anni. Il merito va anche a mio nonno e non posso che dirgli grazie, egli decise di accompagnarmi agli allenamenti e a convincere i miei genitori che era il mondo che faceva per me. Sono innamorato del “pallone” da sempre e lo sono tuttora.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Diciamo che ho risposto in breve a questa domanda con quella precedente. I miei genitori giustamente mi hanno sempre detto che lo studio veniva prima di tutto, quindi ci è voluto un po’ per convincerli, ma alla fine ci sono riuscito. Per questo ho deciso di andare in USA dove ho continuato il mio percorso calcistico e ho conseguito una laurea in psicologia alla Georgia Gwinnett College (Atlanta, USA).

 

Com’è stata l’esperienza nella squadra del suo paese?

 

Sin da piccolo il mio sogno era quello di giocare nella prima squadra del mio paese Vico Equense. Ci ho giocato per diversi anni ed ho ricordi stupendi, anche se il mio ultimo ritorno in patria non è  stato dei migliori, io  sono comunque grato per le persone che ho conosciuto e le esperienze che mi  hanno formato e che mi formano ogni anno della mia vita.



 





Tutti conoscono la sua avventura negli USA, più che chiamarla avventura, direi che si è trattata di un grande esperienza, sotto tutti i punti di vista. Ci può raccontare com’ è riuscito ad andare negli USA? 

 

Grazie a College Life Italia ho ricevuto una Full Scolarship e sono riuscito ad intraprendere il mio “sogno americano” che è stato grandioso. Il giorno prima di partire ci fu un mix di emozioni indescrivibili, ho sofferto tanto, ho perso tanti bei momenti, ho perso persone a me carissime ma tutti questi sacrifici hanno ripagato e piano piano con il tempo continuano a ripagarmi ancora adesso.

 

Se non fosse stato per la forza trasmessa dalla mia famiglia e dai miei amici non avrei mai potuto portare questo percorso al termine.

 

Lei all’inizio ha militato nell’ Georgia Gwinnett college (calcio collegiale), per prima cosa in che Stato si trova il college, e poi facendo riferimento all’Italia, il college equivale all’Università?

 

La laurea americana si traduce un po’ diversamente rispetto a quella che si prende nelle università italiane, ancora sono nel “mezzo del processo” quindi potrò dirvi di più in futuro. Il college si trova ad Atlanta nello stato della Georgia, a 20 minuti dalla città.

 

Immagino che non sia stato facile, tante sono le domande che le vorrei fare, ad esempio, quand’è sceso dall’aereo e nei primi giorni di permanenza non si è trovato un po’spaesato? E poi c’era un’associazione che la seguiva? Faccio riferimento al vitto, all’alloggio, al suo inserimento nella squadra. 

 

Ovviamente le emozioni che provai una volta atterrato sono ancora difficili da spiegare tutt’oggi, però il mio arrivo negli States non potrò mai dimenticarlo: arrivato all’aeroporto mi accorsi che  tutte le valigie erano andate smarrite, conoscevo solo il 2% dell’inglese rispetto a quello attuale,  nessuno che parlasse l’italiano, quindi lascio giudicare a voi;   sicuramente sono state esperienze difficili, ma utili per la mia formazione.

 

Il suo rapporto con i compagni di squadra e con l’allenatore com’è stato? L’hanno accolta in modo caloroso e in modo alquanto freddo e distaccato?

 

Ho subito stretto rapporti di  di amicizia con alcuni compagni di squadra e sono stato accolto molto bene, ovviamente all’inizio c’era l’ostacolo della lingua, quindi tanti aspetti e situazioni  erano impossibili da comunicare, ma grazie a Dio piano piano mi sono ambientato alla grande.

 

Che differenze ha notato tra il calcio americano e quello italiano? 

 

Il calcio americano è basato sul fisico e sull’’individualismo, mentre il calcio italiano è molto più approfondito (tecnica, tattica, capire la partita, formazioni ecc.). La più grande differenza che ho notato è che in Italia la cosa più importante è vincere, mentre in America diciamo come situazione è al secondo posto.

 








Oltre ad aver imparato bene l’inglese, lei si è laureato in Psicologia, le faccio i miei complimenti, è stato difficile, tra il calcio e lo studio avrà avuto poco tempo libero per sé? 

 

Non direi, c’è un buon equilibrio tra studio, calcio e vita privata. Quello che manca nella nostra Italia è che in giovane età è difficile o quasi impossibile riuscire a studiare, ad allenarsi e avere una vita privata, infatti molti ragazzi come me ad un certo punto del loro percorso devono scegliere cosa fare.

 

Dopo il college lei gioca con la Georgia Revolution in serie C, e poi per un periodo di tempo si trasferisce in Canada, alla FC London, l’esperienza canadese com’è stata? È riuscito bene ad integrarsi? 

 

Venuto da un’esperienza quinquennale negli USA, è stato molto facile ambientarmi in Canada, sono contento di aver giocato in un campionato a  grandi livelli (serieB), purtroppo la mancanza di casa fu più forte del desiderio di continuare in quello Stato, é stato bellissimo, ma non riuscivo più a sostenere la mancanza della mia famiglia.

 








Lascia il Canada, torna al suo paese per giocare nella Vico, la squadra non centra la salvezza in Promozione e decide di andare a militare in Svizzera nella FC Thalwil, come sta andando il campionato? 

 

Non è iniziato nel migliore nei modi, ma va bene così, la squadra è giovane, io sto ritornando da un infortunio, ma sono positivo che ci leveremo belle soddisfazioni, nel calcio si vince e si perde ma cosa più importante è non mollare mai di un cm.

 

Lei veramente rispetto a tanti giocatori che mai si sono mossi dalla propria provincia, regione, o dall’Italia ha con sé un bagaglio che pochi anno, è un giovane da invidiare, ma quanto le è costato, a livello personale, affettivo (dover lasciare la famiglia, gli amici) tutto ciò: USA, Canada, Svizzera? 

 

Ripeto la quantità di coraggio nel lasciare il mio amato paese e fare questa assurda esperienza è incalcolabile (tuttora), ma sono più che grato di aver fatto questo grande passo. Se tornassi indietro non so se farei la stessa scelta perché non so se troverei lo stesso coraggio che ho avuto nel 2018.

 

Un sogno per il futuro?

 

Il mio sogno è di continuare il mio percorso di vita in Italia e trovare qualcuno disposto ad aiutarmi in questo mio desiderio.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista la dedico alla mia famiglia, a chi mi guarda e protegge da lassù e a tutti coloro che mi sostengono perennemente




 





Ultima domanda, per prima cosa di lei ho letto benissimo, è stimato da molti, anche perché la ritengono un grande calciatore, seconda cosa, lei ha vinto il campionato di serie C negli USA, ma cos’è successo nell’ultima giornata?

 

Fu una giornata fantastica, vincemmo per la prima volta in campionato nella storia della squadra e come candelina sulla torta, feci un gol di testa da fuori area, fu il miglior modo di terminare la mia esperienza con loro, indimenticabile.



Grazie 

 

02  10     2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

lunedì 30 settembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 


MATTIA 

D’ANDREA

 

 


     


 Mattia D’Andrea è un giocatore   di calcio di Benevento, da un anno per motivi di lavoro risiede a Milano.  Queste sono le squadre dove ha militato:

 

Scuola Calcio: i primi passi nell’Epitaffio del super mister Remo Catalano, poi Cesare Ventura e Giovanili del Benevento Calcio.

Stagione 2017-2018 Vitulano Prima Categoria; 2018-2019 Cesare Ventura U17; 2019-2020 Vitulano U19 Juniores Regionali U19; 2020-2021 Città di Campobasso Juniores Nazionali U19; 2020-2021 Audax Cervinara Calcio Eccellenza; 2021-2022 Bojano Eccellenza; 2022-2023 Bojano Eccellenza; 2022-2023 Forza e Coraggio BN Eccellenza, 2023-2024 Assago Promozione; 2024-2025 calcio a 11 Brera FC; calcio a 7 Cilento calcio.

 

 







La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando la stagione con il Brera FC? 

 

Ti posso dire che la stagione con il Brera sta andando alla grande, ho trovato un gruppo spettacolare fatto di persone genuine, non ci siamo posti obiettivi finali, ma si sa nel calcio non si vuole mai perdere.




 





Lei da poco per motivi di lavoro si è trasferito a Milano, tra l’altro oltre a militare nel Brera FC gioca anche nel calcio a 7 per il club Cilento Calcio, come si è trovato a Milano, si sta ambientando bene? 

 

Sì, oltre al calcio a 11 mi diverto con un appuntamento infrasettimanale con la squadra di calcio a 7 il Cilento Calcio, anche se partecipiamo ad un torneo di calcio a 7 sembra di stare nel professionismo per l’accuratezza che hanno in ogni minimo particolare.  Per quel che concerne lo stare a Milano ti posso dire che mi sto trovando benissimo, mi sono adattato fin da subito e sono molto contento di essere qui.




 





Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ho capito dal primo giorno che ho messo i guanti e le scarpette, tutto ciò lo devo a mio fratello,  è stato lui che mi ha inculcato questa passione fin da subito. 

 







I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio? (Dobbiamo anche precisare che lei gli ha accontentati visto che si è diplomato all’ITIS) 

 

Personalmente devo solo ringraziare all’infinito i miei genitori, non mi hanno mai negato la possibilità di giocare a calcio, sono stati sempre i primi a sostenermi, ma allo stesso tempo farmi capire anche l’importanza della scuola!

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

La squadra alla quale mi sento più legato è certamente il Campobasso, si tratta dell’esperienza calcistica più bella vissuta fino ad ora.

 

Lei è stato per diverso tempo in Molise, come si è trovato nelle squadre dove ha giocato?

 

Sul Molise purtroppo c’è una brutta nomea, ma posso assicurare che le strutture sono tutte ottime (nessun campo in terra) e soprattutto c’è la cura in ogni minimo dettaglio, sia calcisticamente che non.

 















Lei ha un fratello, anche suo fratello gioca a calcio?

 

E’ vero,  ho un fratello più grande di me (1996) e anche lui gioca a calcio, come ho specificato, devo ringraziare lui se ho scelto di fare il portiere.


Ho intervistato diversi portieri, come mai ha scelto questo ruolo?

 

Questo è un ruolo pieno di responsabilità,  secondo la mia modesta opinione è il ruolo più importante di una squadra, e fin da piccolo mi è sempre piaciuto essere carico di responsabilità,  perché solo così riesco a caricarmi e dimostrare chi sono realmente e quanto valgo.

 

In tanti mi hanno detto che il portiere è sempre solo, e che è un ruolo di grande responsabilità, molte volte si dice che se la squadra vince è merito del gruppo e se perde è colpa di chi sta in porta, a tal riguardo lei cosa ne pensa?

 

 Allora, collegandomi alla domanda precedente, per me questa è una “stupidaggine”, però, purtroppo il calcio funziona così, se si perde la colpa è del portiere e se invece si vince il merito è dell’attaccante che ha fatto gol, la sfortuna del portiere è che se sbaglia subisce gol, invece l’attaccante se sbaglia può rifarsi l’azione successiva.



 




Anche se lei è molto giovane grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ho sempre avuto un po’ la testa calda però fortunatamente ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti i mister e ho sempre accettato le loro decisioni.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Il mio pregio calcistico è che nell’era moderna il portiere che sa giocare con i piedi è preferito molto di più, ed è una caratteristica che ho (calcio destro e sinistro senza distinzione), invece un mio piccolo difetto è che forse nel campo parlo un po’ troppo.



 




Lei è stato in diverse squadre volevo sapere se per lei è facile ambientarsi oppure ha qualche difficoltà nel legare con i compagni e con il mister?

 

Mi reputo fortunato perché essendo un ragazzo molto aperto e molto simpatico riesco a legare subito con tutti e quindi non ho mai avuto problemi con  il mister e con i compagni di squadra.

 

Lei è molto stimato nell’ambiente calcistico, in che modo si arriva ad essere così apprezzati? 

 

Si arriva ad essere apprezzati cosi tanto solo per  il duro lavoro, ma  soprattutto con il massimo rispetto che bisogna riservare a  tutti, partendo dal semplice custode del campo sino ad arrivare ai vertici del club.



 




Ho saputo che lei è molto legato alla sua famiglia, ci potrebbe dire il perché di questo forte legame con i suoi genitori, e ovviamente con suo fratello?

 

Sono molto legato alla mia famiglia perché solo io conosco i sacrifici che hanno fatto per rendermi la persona che sono e di questo gli sarò grato a vita;   con mio fratello siamo due anime gemelle, io vivo per lui e lui vive per me e cosi sarà fino alla morte.



 




Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Giocare nella stessa squadra con mio fratello.PS: non so chi farebbe panchina!

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Sembrerà scontato ma dedico questa intervista alla mia famiglia e tutti i mister e alle  persone che hanno creduto in me.

 

 

 

Grazie 

 

30  09     2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 26 settembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

DAVIDE 

LIUCCI

 



 Davide Liucci è un giocatore   di Napoli di 23 anni e queste sono le squadre dove ha militato:

 

Atletico Giugliano 1928 (attualmente Giugliano calcio 1928 in serie c) 2 anni pulcini;  Polisportiva Maristi esordienti e giovanissimi provinciali, Napoli cfm Carpisa e Yamamay mini allievi e allievi regionali, 2 anni; Ares Vomero allievi regionali, Brothers Napoli allievi regionali; Internapoli Kennedy juniores regionale; Nuova Napoli nord eccellenza girone A e juniores regionale élite; F.C. Old Invicta (Modena) terza categoria; FC Casalnuovo (1 categoria); FC Casalnuovo (1 categoria) 2 anni; New Virtus Partenope (3° categoria) secondo anno, squadra attuale.

 

 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è seguente, il campionato è iniziato da poco, come sta andando?

 

Il campionato di terza dovrebbe iniziare per fine ottobre o inizio novembre massimo.



 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho scoperto questa mia passione grazie a mio nonno, con lui guardavo tutte le partite, devo ringraziare anche mio papà e  mio zio che ha sempre giocato a volte anche in serie A.



 




I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?” Anche se lei con il diploma del Liceo Scientifico li ha certamente accontentati.

 

I miei hanno sempre voluto che io continuassi a studiare, però poi con l'Università dovetti fermarmi perché continuavo ad allenarmi tutti i giorni, il mio obiettivo era andare  in serie D quando giocavo in eccellenza.

 






Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sono legato con tutte le squadre con cui ho giocato, in particolare con la mia attuale squadra, ricordo con piacere  la  Nuova Napoli Nord ( sono migliorato molto ) e anche la Brothers Napoli.

 

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Non ho particolari interessi per gli sport al difuori del calcio.


Secondo lei perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Credo attiri più la fama, l'idea di poter essere qualcuno di importante, ma che al tempo stesso questo sport può darti tutto, come levarti tutto.










Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io gioco nel ruolo di terzino destro, o nei tre di difesa, ma attualmente gioco maggiormente come esterno destro alto.



 


 



Si ricorda il suo goal più bello?

 

Sicuramente tra i miei gol più belli quello con la Napoli cfm Carpisa e Yamamay al volo dalla trequarti.

 

Non sempre è facile andare d’accordo con il mister, lei ha mai avuto delle discussioni oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Non ho mai avuto particolari discussioni, accetto naturalmente in generale che giochi chi sia più in forma.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Ascolto i consigli dei miei compagni e ne parlo a loro con ragionevolezza per poterci migliorare tutti noi come gruppo, cercando di raggiungere i nostri obiettivi stagionali.

 






Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Ottimo senso della posizione, ma al contempo uso poco il sinistro.



 




Lei per un anno ha giocato a Modena, nel club: F.C. Old Invicta (Modena) terza categoria, che tipo di esperienza è stata?

 

Per me è stata una grande esperienza formativa a Modena, ho avuto modo di vedere anche una nuova visione e il modo di fare calcio, ovviamente ci sono alcune differenze con la mentalità del calcio partenopeo.



 


 



Lei è nato Napoli a che cosa rappresenta questo luogo? 

 

Per me rappresenta un grande senso di appartenenza e un popolo che è sempre alla ricerca di riscatti

 

Se domani lei dovesse ricevere una chiamata per andare a giocare all’estero, accetterebbe immediatamente, oppure ci rifletterebbe con calma?

 

Per giocare all'estero rifletterei con molta calma, attualmente non è nei miei progetti.

 






Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il mio sogno credo che attualmente sia solo uno, ma non mi sento di dirlo per pura scaramanzia



 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Vorrei dedicare questa intervista a tutti i miei compagni di squadra, al mister attuale, mister che ho avuto in precedenza, i miei gruppi di amici tra cui un mio gruppetto denominato: “Tarantellari" , ai miei colleghi di lavoro e al coordinamento territoriale Scampia.

 

Grazie 

 







26  09    2024 

 

(Tutti i diritti riservati)