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mercoledì 17 aprile 2024


SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIOVANNI

CAIAZZO 









Giovanni Caiazzo è da molto tempo nel mondo del calcio, così ci si presenta:

 

 

 “Mi chiamo Giovanni Caiazzo, nasco a Massa Di somma nel 1989 e comincio a muovere i primi passi nella gloriosa San Nicola Castel Cisterna, la Scuola Calcio di Vincenzo Montella e Antonio Di Natale, vinciamo 3 campionati regionali ed una Coppa Italia regionale.

 

A 16 anni salgo ad Empoli per la preparazione pre campionato voluto fortemente dall'allora DS del settore giovanile Carli, ma a causa della lontananza con la famiglia decido di tornare a casa.

 

Gioco con la Puteolana 1909 e l'anno dopo arrivo al Gaeta vincendo il campionato di eccellenza da under, l'anno dopo facciamo il campionato di serie D.

 

All'età di 22 anni causa problemi fisici intraprendo la carriera di scout prendendo il patentino alla Dream Of Soccer e collaborando con diversi club professionistici per poi diventare responsabile del settore giovanile con l'Ercolanese nel 2011.

 

Divento scout per la Campania sempre per il Gaeta, diverse le mie collaborazioni con diversi club dilettantistici campani come operatore di mercato questo sino alla chiamata della Polisportiva Gricignano come direttore sportivo, questo anno abbiamo vinto il campionato di seconda categoria.

 

Dal 2023 sono iscritto all'albo degli osservatori italiani ed attualmente frequento il corso presso l'università del Salento per diventare Direttore Sportivo Professionista con esame finale a Coverciano.” 

 

 

 


Come prima domanda le voglio fare questa: secondo lei dove sta andando il calcio italiano, prima tutti, anche i non esperti, conoscevano i nomi dei principali calciatori italiani, ora invece è diverso. Secondo lei perché?

 

A mio avviso il problema del calcio italiano sta a monte, non si punta più sui vivai e questo avviene da un po’ di anni, questo succede anche a causa di assenza di strutture che permettano lo svolgimento delle attività giovanili. In  questo modo le società preferiscono andare sul mercato internazionale per avere un prodotto già pronto.

 


Questa domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

La passione è nata all'età di 4 anni quando mio padre mi ha portato per la prima volta allo stadio San Paolo di Napoli, è stata un’emozione unica che mi ha dato la sensazione che quello fosse lo sport che avrei voluto praticare.

 








Come lei sa i genitori sarebbero più contenti che i propri figli studiassero, i suoi invece l’hanno sostenuta oppure le hanno detto: “Prima pensa allo studio e al calcio dopo”?

 

I miei genitori hanno sempre detto che qualsiasi cosa avrei fatto l'avrei dovuta fare con impegno e sacrificio, senza mettere una davanti all'altra, ma far combaciare le due situazioni di pari passo.

 


Un’esperienza importante sono stati gli anni passati al San Nicola Castel Cisterna, la scuola calcio di Vincenzo Montella e Antonio Di Natale, che cosa ricorda di quell’esperienza?

 

A quei tempi non era semplice far parte di quella scuola calcio, perché a differenza delle altre facevano una selezione, il loro progetto era quello di preparare i ragazzi al professionismo.

 


A 16 anni lei sale ad Empoli, poi però decide di tornare a casa. Il ds del settore giovanile il signor Carli lavora per la scuola calcio che lei frequentava?

 

Il presidente della nostra scuola calcio era lo scout dell'Empoli per la Campania, questi mi segnalò al ds Carli che dopo avermi visionato decise di prendermi nel loro gruppo.

 

 Dopo essermi allenato per 2 settimane con loro decisi poi di tornare a casa perché non ero pronto a lasciare la mia famiglia.

 


Se potesse tornare indietro rifarebbe quella scelta?

 

Se potessi tornare indietro è resterei all’ Empoli Calcio, che da sempre è uno dei migliori settori giovanili d'Italia.

 


Come sono state le esperienze alla Puteolana 1909 e al Gaeta? Soddisfatto delle prestazioni che lei ha fornito?

 

Dopo ho avuto delle esperienze con la Puteolana 1909, lì ho conosciuto un grande uomo di calcio il presidente Gennaro Fiore, e Gaeta dove sono stati gli anni più belli della mia esperienza non solo calcistica ma anche di vita.

 

Ho conosciuto delle splendide persone come l'attuale presidente Francesco Di Cecca, il presidente dell'epoca Massimo Magliozzi e il vice presidente Giuliano Pierro che mi ha fatto da padre in quegli anni lontano da casa.

 


A 22 dopo un infortunio diventa scout, collabora con diversi club professionistici e diventa responsabile del settore giovanile dell’Ercolanese, come ha vissuto quei momenti, era giovanissimo all’epoca?

 

Ho iniziato la mia carriera dirigenziale a 23 anni come osservatore prima e responsabile del settore giovanile poi.

 

Da qualche anno invece ho deciso di collaborare come scout non solo per le giovanili, ma anche per le prime squadre dopo aver operato nel mercato laziale e campano per diversi anni.

 


Quest’anno con Polisportiva Gricignano come direttore sportivo, avete vinto il campionato di seconda categoria, un bel traguardo, come ci siete arrivati?

 

Quest'anno sono stato direttore sportivo alla polisportiva Gricignano, non avevo mai voluto legarmi ad un club in particolare.

 

Però visto che si trattava della, squadra del paese in cui abito ho accettato questa proposta e grazie - non solo al mio operato, ovviamente - al presidente Lettieri al mister Lampitelli e D’Ambrosio, alla società e a tutto lo staff abbiamo vinto il campionato.



 






Non è certamente semplice svolgere il suo lavoro. bisogna guardare tante partite, osservare più giocatori contemporaneamente, intraprendere lunghi viaggi e poi bisogna tener in conto i fallimenti; lei al giorno quante ore dedica a vedere le partite?

 

Io sono uno che ama stare sui campi e non guardo solo le partite, ma anche gli allenamenti, per capire non solo le qualità calcistiche, ma anche quelle caratteriali del calciatore che mi interessa, quindi tutta la settimana giro sui campi principali e quelli di periferia.

 


Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

In un ragazzo la prima cosa che guardo sono le capacità cognitive, leggere la giocata prima e sapere già cosa fare memorizzando le situazioni di gioco, poi per me è molto importante il carattere e la serietà

 


Generalmente che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

Con gli allenatori e i presidenti ho un rapporto molto amichevole e sono uno che ama il rispetto dei ruoli, l'organizzazione societaria nel calcio vale più dei soldi.

 


Dal punto di vista lavorativo, qual è il suo più grande difetto e il suo più grande pregio? 

 

Il mio più grande difetto forse è anche il mio più grande pregio è che sono meticoloso nella scelta di un calciatore e valuto a 360 gradi la persona prima che il calciatore.



Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Ovviamente essendo napoletano ho amato ed amo ancora oggi Diego Armando Maradona. Invece gli unici che non stimo sono tutti quei calciatori che hanno sporcato il gioco più bello del mondo con il calcio scommesse.

 






Un sogno per il futuro?

 

Mi auguro di poter crescere passo dopo passo, anche perché sto frequentando il corso per diventare direttore sportivo professionista con l'università del Salento, l’esame finale sarà a Coverciano.

 


A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Dedico questa intervista a mio nonno che mi ha sempre seguito nella mia carriera calcistica ed è venuto a mancare qualche anno fa.

 

 

Grazie 

 

 

 

17  04     2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

lunedì 15 aprile 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

  

 

GIANLUCA

MOSCARIELLO




 


 

Gianluca Moscariello, di Pagani, ha 27 anni ed è docente Scienze Motorie Sportive Da anni lavora nel mondo del calcio e così ci si presenta.

 

“Ho iniziato 9 anni fa allenando i piccoli amici e man mano ho scalato tutte le categorie del settore giovanile fino alla Juniores Élite.

 

Da quest’anno sono passato alle prime squadre allenando il Sant’Egidio Calcio militante nel campionato di Promozione Campania girone D.

 

Il settore giovanile è stato un lungo percorso di 8 anni, ho lavorato in delle belle società come il Tiki Taka Torino Academy, il San Marzano Calcio, l’Inter Club Parma etc”.

 

 

 


 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Dopo i mondiali del 2006, avevo 9 anni ed era la prima volta che mi avvicinavo fortemente al calcio, quella vittoria mi ha legato intensamente a questo sport.

 

I suoi genitori erano d’accordo su questa sua passione oppure le hanno detto la solita frase che si dice spesso: “Non è meglio pensare agli studi?”

 

Sì, infatti ho sempre pensato ad entrambi, sia al calcio che agli studi. Negli anni in cui ero giocatore e studente scolastico le vicende sia sotto l’aspetto dello studio sia sotto l’aspetto calcistico non andavano alla grande, poi successivamente da studente universitario e da istruttore di calcio tutto è migliorato. 



 




Prima di intraprendere la carriera di allenatore, ha frequentato qualche scuola calcio, ha giocato in qualche club, oppure ha iniziato subito questo mestiere?

 

No, fino a 18 anni ho giocato in varie scuole calcio, poi sono arrivato nel settore giovanile della Paganese (squadra del mio paese) e infine due anni in Promozione.

 

 

Perché ha fatto questa scelta, cioè che cosa l’ha spinta a prendere questa decisione così importante?

 

Perché a un certo punto ho capito che mi piaceva di più allenare che giocare, e ho trovato riscontro allenando i bambini dove mi sentivo realizzato, anche se mi piaceva anche giocare, tutt’ora gioco con gli amici, ma allenare mi ha fatto sempre sentire diversamente.

 

Lei ha allenato diverse categorie, quale ricorda con maggior piacere?

 

Tutte, nessuna in particolare, come dicevo prima mi piace allenare, quindi la categoria diventa relativa.

 

 

Tra allenare dei giovanissimi calciatori e allenare gli adulti qual è la differenza principale?

 

Gli adulti non hanno la stessa ambizione che hanno i giovani, i ragazzi sognano di arrivare e lavorano per arrivare, diventa quindi un processo diverso rispetto a  quello degli adulti, questi  vivono il calcio diversamente e con altre esigenze.

 

Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

L’empatia, se non riesci a metterti nei panni del giocatore e vivere le sue emozioni diventa molto difficile allenare bene.

 

Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Mi dà delle emozioni, che sono il motore della vita, e devo ammettere che mi toglie serenità, perché sto sempre a pensare e a stressarmi continuamente, però so anche che stare “senza il pallone” mi toglierebbe lo stesso la serenità,  comunque, è “condanna e cura”, come dice Rose Villain nella canzone “Click boom” in quel di Sanremo.


 




Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

È uno stato d’animo ansioso, è impossibile non esserlo, ma si tratta di un’ansia positiva, quella che ti fa stare concentrato, non quella che ti allontana dalla realtà e ti fa perdere energie. Ai giocatori ricordo ciò che è stato fatto in settimana, nient’altro.

 

E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina? 

 

Dovrei voltare pagina, imparerò, ma per adesso resto ancora molto legato agli errori e studio per cercare di evitarli.

 

Un suo pregio e un suo difetto (sotto l’aspetto calcistico, di essere un allenatore)?

 

Il pregio:  so di essere un innamorato del calcio, e quindi mi reputo un grande lavoratore nel quotidiano; il  difetto: quello di essere sincero.









L’esperienza al San Egidio calcio, se dovesse fare un bilancio che tipo d’esperienza è stata? 

 

Straordinaria, anche se è finita male per me, perché c’è stato l’esonero, ma se si fosse lavorato male non si sarebbe mantenuta una squadra fuori dalla zona retrocessione per 23 giornate su 30 in un girone difficilissimo.

 

Un sogno per il futuro?

 

Diventare un allenatore professionista.

 

 

Grazie 

 

15  04 2024

(Tutti i diritti riservati)

 

 

 

 

sabato 13 aprile 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

PIERGIUSEPPE

CERASO

 

 





 

Piergiuseppe Ceraso, si occupa di calcio da diverso tempo e  così si racconta:

 

Mi sono diplomato presso il Liceo Scientifico Filolao di Crotone poi   sono andato a Parma per studiare Giurisprudenza. 

 

Nel frattempo ho iniziato il corso Arbitri dove ho diretto gare del settore giovanile e categorie dilettanti (seconda, terza categoria e assistente in promozione) per circa 7 anni. 

 

Nel dicembre 2015 mi sono laureato con una tesi in Diritto privato che si è incentrata sullo studio del fenomeno sportivo dilettantistico e sulle sue differenze con il mondo professionistico, nonché sullo studio dell'associazionismo sportivo. 

 

Ho iniziato la pratica forense presso uno studio di Parma.  Nel maggio 2016 sono stato chiamato dal F.C. Crotone per svolgere il ruolo di Responsabile della segreteria sportiva del Settore Giovanile. 

 

Qui ho gestito tutte le categorie del settore giovanile dalla Primavera ai Pulcini, ed anche tutto il settore femminile con la prima squadra in serie in serie C. Mi occupavo di tutto, dai contratti degli allenatori, alle trasferte, alla gestione allenamenti, ai tesseramenti dei calciatori e calciatrici, infine ai contratti economici Ovviamente davo manforte anche alla segreteria di Prima squadra essendo la segreteria della società composta solo da due persone (io e il mio collega Anselmo). 

 

Al F.C. Crotone Ho lavorato per 8 stagioni calcistiche, quindi fino ad ottobre 2023 dove ho lasciato la società per intraprendere un altro percorso.  

 

Infatti oggi ho aperto il mio studio legale, essendo un avvocato abilitato, dove mi occupo di diritto sportivo. Offro consulenza legale a calciatori società sportive e allenatori su qualsiasi problematica che può essere riscontrata nel mondo del calcio (tesseramenti, vertenze economiche, squalifiche).

 

 Seguo come consulente promettenti giovani calciatori in tutta Italia. Sono anche un docente di diritto ed economia a supplenza nelle scuole superiori.

 

 

 

Le faccio i miei complimenti per il suo curriculum, la domanda è d’obbligo come si riesce a diventare quello che lei è diventato?

 

Sicuramente studiando tanto e mettere passione in quello che si fa. I miei piccoli traguardi li ho raggiunti mettendoci impegno, costanza, e soprattutto restando umile ascoltando i consigli di chi ha più esperienza. Studiare è la base. Tutti riescono a parlare di calcio ma pochi hanno le competenze tecniche e giuridiche. Studiare è l'unico modo per emergere!

 

Questa domando la faccio quasi sempre: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sin da bambino vedevo tantissime partite in Tv. Ero e sono tifosissimo del Parma e della squadra della mia citta ovvero il Crotone. Andavo ogni domenica allo stadio per tifare gli squali con mio papà. 

 

Non ero bravissimo a giocare a calcio, quindi ho cercato di far parte di questo mondo attraverso il corso arbitri. Ho arbitrato tante partite, ma appena laureato in giurisprudenza volevo conoscere di più su ciò che esiste dietro una partita di calcio. Dall'organizzazione ai tesseramenti, ai contratti. Li ho capito che il calcio sarebbe potuto  diventare da un semplice hobby ad un vero e proprio lavoro!




 





I suoi genitori hanno cercato di assecondare questa passione per il calcio oppure le hanno detto la classica frase: “Non sarebbe meglio che pensassi prima allo studio!”?

 

Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno assecondato in tante scelte. La prima quella di studiare a Parma! Ci sono stati tanti sacrifici per permettermi di studiare in un’ università importante. 

 

Non mi è mai stato detto "pensa prima allo studio" in quanto i due percorsi, calcistico e disciplinare, erano paralleli. Infatti oggi sono un avvocato specializzato in diritto sportivo!

 

Quando ha iniziato il corso per arbitri e perché ha deciso di diventare arbitro (un ruolo non facile direi)?

 

Ho iniziato il corso arbitri il primo anno di Università a Parma, spinto da i miei colleghi universitari che a loro volta erano arbitri. 

 

È stata un’esperienza davvero formativa in quanto mi ha fatto conoscere tante persone, mi ha insegnato a prendere decisioni in un lasso di tempo breve, e ad imporre il mio pensiero con la massima gentilezza a persone che non conoscevo. Certo gli insulti erano all'ordine del giorno, ma fanno parte del gioco. Li accoglievo con simpatia.

 

Quando era arbitro ne ha ricevute tante di critiche, oppure nella misura adeguata?

 

Certo che ne ho ricevute. Ma le critiche servono a crescere in tutti i campi della vita.

 

Nel 2016 lei viene chiamato dal club F.C.Crotone per svolgere il ruolo di Responsabile della segreteria sportiva del Settore Giovanile, com’è riuscito ad ottenere un incarico così importante?

 

Mi sono laureato in giurisprudenza con una tesi sul fenomeno associativo. Mi sono occupato dello studio delle associazioni sportive dilettantistiche. Per questo e anche grazie anche al mio passato da arbitro, chiesi di poter fare un tirocinio formativo presso la Squadra del F.C. Crotone. Mi proposero subito di ricoprire il ruolo rimasto vacante di responsabile della Segretaria sportiva del settore giovanile. Sono rimasto li per 8 stagioni sportive fino ad ottobre del 2023.

 

Da come sappiamo lei aiutava, anche con il suo amico Anselmo, la segreteria di Prima squadra, immagino che lei lavorava 24 ore al giorno, come riusciva a gestire ogni i vari settori delle varie categorie?

 

Come segretario sportivo mi occupavo di tutte le categorie del settore giovanile. Dalla primavera ai Pulcini e di tutto il settore femminile compresa la squadra di serie C, gestivo più di 350 ragazzi e tutti gli allenatori del settore giovanile. Mi occupavo dei contratti con gli allenatori, i tesseramenti dei ragazzi, l'organizzazione delle trasferte (hotel, trasporti..)  e delle partite casalinghe delle squadre, la gestione degli allenamenti, nonché della gestione scolastica dei ragazzi. 

 

In più mi occupavo dando ausilio al mio collega Anselmo, uno dei migliori in Italia nel suo campo, da cui ho imparato tantissimo e lo ringrazio, alla gestione di tanti aspetti contrattuali, sportivi della prima squadra. Si lavorava tutta la settimana per il sabato e la domenica. Ho sacrificato amici, fidanzata e famiglia. Quando gli altri andavano al mare a luglio e ad agosto, io ero in ufficio visto che erano i mesi più importanti per preparare la stagione. 

 

Ma lo si faceva perché si aveva la voglia di arrivare e di imparare e soprattutto si era mossi dalla passione!

 

Il Crotone sino adesso è stato tre volte in serie A, poi in B e adesso è in serie C, secondo lei ritornerà in Serie A?

 

Me lo auguro che possa ritornare. Avere una squadra in serie A è una risorsa per l'intera città. La serie A crea un indotto notevole. È una grandissima vetrina per mostrare le bellezze di un territorio e farlo conoscere al mondo, certo è difficile ma non impossibile!

 

Per lei cosa ha significato lavorare per un club che militava nella massima categoria?

 

Lavorare in un club di serie a con una posizione di rilievo è stata un’esperienza unica! Ho avuto la possibilità di confrontarmi con realtà di grande importanza! ho conosciuto tanti colleghi con cui ancora oggi ci sentiamo assiduamente. È stato per me un grandissimo orgoglio.

 







Oggi lei ha aperto lo studio legale, oltre a occuparsi di diritto sportivo offre consulenza legale a calciatori società sportive e allenatori su qualsiasi problematica che può essere riscontrata nel mondo del calcio, e dunque com’è la sua giornata lavorativa?

 

Da qualche mese ho deciso di intraprendere una nuova strada! Ho aperto il mio studio legale in quanto avvocato abilitato presso il foro di Crotone dove offro consulenza legale a calciatori allenatori e società sportive. È una nuova sfida che ho deciso di affrontare pur essendo navigato in questo mondo. 

 

La problematica principale è sicuramente quella derivante dai tesseramenti e dai contratti, è davvero importate capire ciò che si firma, in quanto potrebbero generarsi problemi di svariata natura.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Oltre al calcio, seguo la Formula 1. Sono tifoso della Ferrari, seguo ogni gran premio. speriamo che quest'anno si riesca a affievolire il dominio Red bull.

 


La nazionale italiana negli ultimi anni non è stata certamente all’altezza rispetto a quando era allenata da A. Sacchi, M. Lippi, tanto per fare qualche nome, come mai?


Secondo me gli insuccessi degli ultimi anni vanno ricercati al fatto che oggi si punta meno sui nostri settori giovanili.  Ci sono tanti ragazzi nei nostri settori giovanili che aspettano un’opportunità. Si punta meno sui ragazzi dei nostri vivai a favore di chi viene da altri contesti e che sono  considerati più pronti. 



Basti pensare alla Champions dove hanno esordito ragazzi di 16 anni in top club. La nazionale riflette il modo in cui noi curiamo i nostri settori giovanili! Anche se negli ultimi anni sto notando una piccola inversione di tendenza. Speriamo bene!


Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Non ho un calciatore preferito. sono Cresciuto ammirando la bravura di Cristiano Ronaldo e di Messi.  Se devo esser sincero mi sta davvero simpatico Ibrahimovic un   personaggio che si è costruito da solo, d’altro canto non nutro particolari antipatie per dei calciatori.

 

Le faccio i miei complimenti per questa nuova attività, ultima domanda, un sogno che lei vorrebbe che si realizzasse?

 

Ne ho diversi sogni, magari ne avessi solo uno. Quello che  riguarda la mia attività è che spererei  un giorno di poter far ingaggiare dal Real Madrid un calciatore che seguo. Non mettiamo limiti !

 

 

 

 

Grazie

 

 

 

13  04    2024

 

(Tutti i diritti riservati)