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domenica 15 ottobre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

GIUSEPPE

DE FILIPPO 

 


 


     



 

        Giuseppe De Filippo di Napoli è stato un giocatore di calcio ora collabora come allenatore con Il Don Guanella Scampia. 

 

         Da bambino inizia a giocare in una scuola calcio, successivamente a causa di un brutto infortunio stava per lasciare il calcio, poi grazie alla sua forza di volontà nella stagione 2003/2004 milita con la squadra del suo quartiere: Secondigliano in prima categoria. Ora gioca nei tornei amatoriali ed è diventato allenatore (collaboratore) dell’Oratorio DON Guanella Scampia calcio, di Scampia (Napoli). 

         

         Come ci dice lui stesso “faccio parte del Movimento disoccupati Scampia per il diritto abitativo e diritto lavorativo”.

 

 








La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni della squadra? 

 

Le soddisfazioni sono state tantissime da questo gruppo 2008;  si tratta di ragazzi  eccezionali.



 















La stagione è appena iniziata, come sta andando?

 

E’ stata un ottima partenza, è ovvio che    sarà comunque una lunga annata.  

 





Questa è la solita domanda che faccio sempre; Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Direi da subito, da bambino

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

No, perché la mia  famiglia ha sempre amato il calcio, naturalmente tutti i genitori  sono contenti se il figlio portasse dei buoni voti a casa.

 

Ad un certo punto lei subisce un brutto infortunio tanto da volere lasciare il calcio, cos’era successo?

 

Succede che mi infortunio al menisco/ crosciato e che venga operato.

 

Poi lei ha ripreso a giocare militando con la squadra del suo quartiere, si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni di allora?

 

Assolutamente, sono felice di giocare per il mio quartiere.



 




Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Da bambino al Mugnano calcio, da grande mi sento legato al Secondigliano calcio.

 







Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Nessuno in particolare


Secondo lei perché tutti provano a diventare calciatori? E tutti cercano di arrivare in serie A, da che cosa vengono attirati dalla vita nel lusso che possono fare o dal diventare famosi e conosciuti?

 

Penso che a coloro che vivono in condizioni disagiate è normale che tutti vogliano diventare calciatori. Naturalmente il lusso e i soldi è scontato facciano gola a tutti.



 




Si ricorda il suo goal più bello?

 

Era una domenica mattina al campo San Rocco, derby di quartiere Naturalmente parliamo di scuola calcio.



 


       


 In questo momento lei collabora, come allenatore con l’Oratorio DON Guanella Scampia calcio, di Scampia (Napoli).  Ho letto molto su questa squadra, che cosa mi sa dire di questa esperienza?

 

È una grande famiglia ODG, poi c’è lui, don Aniello Manganiello.

E’ un prete eccezionale che fa il bene del quartiere.









       Al telefono abbiamo parlato sia del quartiere di Scampia, sia di Secongliano, ma soprattutto delle Vele, conosciute in tutto il mondo, per chi non sa nulla, oppure è abituato solo a conoscere le notizie dalla televisione, com’è vivere nelle Vele? 

 

        Dico solo: venite a vedere la realtà con i vostri occhi senza giudicare da quello che siete soliti osservare dai vari media (la televisione ha una grossa importanza nel mostrare quei luoghi secondo una certa visione).

 






       Che cosa rappresenta per lei Napoli? 

 

Napoli è  la città dove sono nato e cresciuto la difenderò sempre nel mondo 

 

       Sappiamo che lei fa parte del “Movimento disoccupati Scampia per il diritto abitativo e diritto lavorativo”. Siete anche molto conosciuti, il movimento quali obiettivi ha? 

 

       Obbiettivo: cambiare Scampia, abbassare il tasso disoccupazione e offrire il lavoro al più alto numero di persone.

          













       Nella sua vita quant’è importante la famiglia e quanto lo sono gli amici?

 

La famiglia e gli amici sono uguali, naturalmente  la famiglia è fondamentale.



 


       



             





A chi vuol dedicare quest'intervista?



Alla mia famiglia e ai miei amici.


         Grazie. 


        15 10 2023 



           (Tutti i diritti riservati)


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martedì 10 ottobre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FRANCO 

DEL GAUDIO

 




 

Franco Del Gaudio, di Avellino,  è un direttore sportivo del mondo del calcio.  

Così ci si presenta:     

 

 

Mi chiamo Franco del Gaudio e sono un direttore sportivo. Il mio primo anno è stato nel 1993/94 con la FC Atripalda dapprima con i ragazzi del settore giovanile e poi passai in prima squadra.

 

Come d.s del San Tommaso ho vinto due campionati di prima categoria (con mister Spica e mister Criscitiello), e sono stato tra i protagonisti del doppio salto della compagine irpina, che in due anni passò dalla promozione alla Serie D.

 

La vittoria del massimo campionato regionale, con Messina in panchina fu una vera e propria impresa in quanto dopo l'Avellino è stata l'ultima realtà cittadina a varcare le soglie della Serie D.

 

 In mezzo, il campionato di Prima Categoria vinto con il Carotenuto, che attendeva la Promozione da circa 20 anni.

 

Quell’anno venivamo dalla vittoria del campionato di Promozione, scegliemmo un tecnico esperto ed importante come Ciccio Messina. 

 

Insieme costruimmo quella squadra che poi riuscì a conquistare la D, a discapito di organici più quotati quali Santa Maria e Agropoli. Credo che la cosa migliore sia quella di puntare su un gruppo di uomini che rispettano gli impegni presi. 

 


Una vera e propria ricetta non c’è, ma credo che con l’unione dei fattori precedentemente elencati i si possono raggiungere risultati importanti.

 


“Mi ritengo un passionale del calcio, libero dai vincoli di procuratori e lontano da questa tendenza dei direttori ingaggiati solo perché legati agli sponsor. Sto girando su vari campi tra Promozione ed Eccellenza, resto alla finestra, in attesa della chiamata giusta di un presidente che vuole fare calcio con la C maiuscola. 

 


Ho ricevuto qualche offerta, ma si trattava di progetti non consoni per quelli che sono i miei obiettivi”.

 

 

 


La prima domanda, per chi non la conosce è questa: in questo momento in quale squadra lei è direttore sportivo?

La sua passione per il calcio quando le è iniziata?

 

Momentaneamente sono alla finestra in attesa della chiamata giusta. La mia passione per il calcio è iniziata nel lontano 1990, ma dalla parte della mia famiglia abbiamo sempre “masticato calcio”.



 




Lei ha ottenuto dei grandi successi, qual è la ricetta per arrivare a determinati obiettivi?

 

Io ho vinto 9 campionati in tutte le categorie, ma credo che la cosa migliore sia quella di puntare su un gruppo di uomini che rispettano gli impegni presi. Una vera e propria ricetta non c’è, ma credo che con l’unione dei fattori precedentemente elencati si possano raggiungere risultati importanti”.

 

Immagino che ci saranno pur state delle delusioni, queste come si superano?

 

Ma guarda credo che la delusione più grande sia stata la retrocessione con il San Tommaso dalla serie D. Una retrocessione che brucia tanto in quanto non è stata sul campo con 8 giornate ancora da disputare, il motivo è stato che causa la pandemia il campionato venne sospeso.  

 

Un grande successo lei ottiene con il San Tommaso, calcio, che ci può raccontare a tal riguardo?

 

Sicuramente il doppio salto dalla promozione alla D, prima volta che una squadra cittadina, oltre l'Avellino, potesse partecipare al massimo campionato dilettantistico nazionale.  

 

Della vittoria con il club G. Carotenuto che ci può dire?

 

È stata un successo in quanto il Carotenuto erano 20 anni che non approdava in Promozione. Quando fui chiamato dall’allora Presidente Ciro Annunziata, avevamo 10 punti dietro la prima, che era il Casamarciano, e un punto di penalizzazione. Con un mercato importante - che mi fu permesso di fare e con la parsimonia di tutti - riuscimmo a terminare il campionato con oltre 10 punti proprio dallo stesso Casamarciano.

 

Generalmente che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club?

 

Sempre molto cordiale, schiettezza e rispetto reciproco.

 

Com’è la giornata tipica di un direttore sportivo?

 

Non esiste una vera e propria giornata tipo, credo che la cosa più importante sia quella di avere sempre il telefono acceso H24. Il confronto giornaliero con l'allenatore e il presidente credo sia fondamentale, e ove non vi fosse un dg è ovvio che  la figura del direttore sportivo sia  anche quella non solo di coordinare l'area tecnica, ma anche tutta la macchina organizzativa. Ma tutto ciò per me non è mai stato un peso, ma una passione.

 

Una domanda che ho fatto a tanti è la seguente: quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più?

 

Mi colpisce di più la sua posizione in campo, la capacità di svolgere al 100% i compiti che il suo ruolo richiede, inoltre due  aspetti che considero sempre sono: il temperamento e il sacrificio.



 




Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio? 

 

 Mi ritengo un passionale sotto l’aspetto calcistico, uno libero dai vincoli di procuratori e lontano da questa tendenza dei direttori ingaggiati solo perché legati agli sponsor. Penso che nel calcio attuale questo sia il più grande difetto

 

Secondo lei quali possono essere gli aspetti negativi del calcio di determinate categorie?

 

Ma credo che oggi nel nostro mondo non si va a vedere più il curriculum, ma bensì altri fattori e i presidenti che usano il proprio portafoglio sono pochi.

 

Da come ho capito tutti pensano agli sponsor, ma poi c’è la qualità?

 

Io credo di no, in quanto le qualità si pagano, non pagano loro per farsi apprezzare.

 

 

Complessivamente si ritiene soddisfatto della sua carriera?

 

Sì, come ho detto prima l'unico mio rammarico è non aver potuto portare al termine la stagione di D con il San Tommaso. Per il resto sono decisamente soddisfatto di quanto fatto

 

Un sogno per il futuro?

 

Un sogno per il futuro è di poter tornare "in pista" e di trovare un presidente e una società che non ha bisogno di altri fattori ma solo di competenza un progetto serio lo sposerei sicuramente.

 

 

Grazie 

 

10  10 2023 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

venerdì 6 ottobre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

FRANCO

GALLINI


 



 


  


Franco Gallini ha 23  anni è di Buenos Aires ed è un giocatore di calcio. Noi lo abbiamo intervistato.     

 

 







La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023. 

 

La verità è che è andata molto bene, penso di aver fatto una stagione positiva, dove ho fatto tanti gol e assist.  A livello personale è importante, spero di continuare in questo modo in questa nuova stagione.

 

 


Le voglio fare questa domanda anche alcuni lettori conoscono la risposta. In questo momento in quale club gioca?

 

In questo momento sto giocando al Sant'Antonio Abate 1971 (Campania). Ho avuto diverse offerte, ma quando ho ricevuto l'interesse di questo club mi è piaciuto molto il suo obiettivo e non ho avuto dubbi nel dire di sì. ho anche trovato una grande società che ti fa sentire a tuo agio e questo non è affatto scontato.

 

 


Quando ha scoperto questa sua passione?

 

Da piccolo, sono cresciuto con la palla sotto il braccio, giocava tutto il tempo con mio fratello Juan, ovviamente quando non andavamo a scuola. Con il tempo mio in genitori non hanno dubbi nel farmi frequentare una scuola calcio.

 

 







I suoi genitori erano contenti di questa sua passione? Oppure le dicevano che studiare era più importante?

 

La verità è che sono molto felici e non mi hanno mai detto cosa fare, anzi hanno precisato che mi avrebbero sostenuto in ogni mia decisione io avessi preso. Conoscono tutto il sacrificio che ho fatto e che sto facendo ora, per essere dove sono in questo momento e dove vorrei arrivare in futuro. Gli sarò sempre grato perché mi hanno educato a dei sani principi, mi sostengono e mi trasmettono sempre tutta la positività dall'altra parte del mondo.

 

 

 






In Argentina in quali club ha giocato?

 

Ho cominciato all’età di 4 anni in una squadra della mia città il Deportivo Tigre, alle età di 8 anni mi hanno fatto trasferire al settore giovanile del Tigre, squadra di seria A, ci sono rimasto sino a 17 anni, successivamente ho militato nel club Acassuso di Serie B, in  prima squadra, infine per due anni ho giocato nel Colegiales, qui abbiamo vinto il campionato apertura.

 

 


Com’è riuscito ad arrivare in Italia? È stato contatto da qualche procuratore?

 

Sì, mi hanno portato in Italia un procuratore.

 

 

Mi scusi lei ha il passaporto italiano?

 

 Ho il passaporto italiano e pure sono cittadino italiano.

 

 

Arrivato in Italia in quale squadra è andato a giocare?

 

Sono andato a giocare a Piedimulera, una squadra nel nord Italia in Piemonte. Si sono comportati molto bene con me e gli sono grato 

 

 

Lei ha lasciato la famiglia, gli amici, non le dispiace, non sente la loro mancanza?

 

La verità è che mi sono preparato a livello psicologico fin da bambino, sapevo che se mi fossi dedicato al calcio facendo grandi sacrifici ad un certo punto sarebbe arrivata la possibilità di andare lontano da casa. Fin da ragazzo un qualsiasi giocatore sogna di giocare in Europa, quindi ora sto vivendo questo momento per il quale mi ero preparato sin da ragazzo. Con la famiglia parlo tutti i giorni, e con gli amici poche volte a settimana. Ogni cosa va per il meglio e finché la famiglia sta bene, sono più che felice.

 



 




In Italia lei si è ambientato bene? 

 

Sin dal primo giorno in cui sono arrivato mi sono sentito a mio agio ed ero perciò contento. Nei vari club dove ho giocato mi sono sempre trovato bene, ho conosciuto brave persone e questo è fondamentale per me più di ogni altra, devo precisare che quando sono arrivato in Italia non parlavo la lingua, tanta era la voglia di capire quello che mi stavano dicendo le persone che incontravo che in due mesi già ero in grado di comunicare.

 

 

Con i compagni che lei ha conosciuto si è subito trovato bene?

 

Mi sono trovato molto bene nelle squadre in cui sono stato, veramente mi hanno accolto con molto affetto, inoltre ho fatto pure delle amicizie.

 


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Attaccante

 

 

Qual è la differenza principale tra il calcio argentino e quello italiano?

 

Per me la differenza è che il calcio italiano e più tattico.




 


 



Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 


Sono un attaccante con un buon movimento e con una buona tecnica e un buon colpo. Un difetto potrebbe essere l'altezza in quanto sono 1.78, per essere un attaccante si potrebbe dire che sia un'altezza media bassa.

 

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Tanti sono i giocatori che ammiro, ma il fenomeno Ronaldo penso che mi abbia segnato fin da bambino.

 

 





D.A. Maradona che cosa rappresenta per lei?

 

Maradona rappresenta l'Argentina nel mondo e rappresenta molto per me, è il giocatore migliore della storia. Quando sono a  Napoli, e tutti sanno cosa ha rappresentato per Napoli non può che riempirmi di orgoglio.

 

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Finire questa stagione nel modo perfetto, in modo da poter salire in alto e continuare a migliorare verso quello che considero il mio obiettivo personale.

 

 

 

 

 

6 ottobre     2023

 

(Tutti i diritti riservati)