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domenica 16 ottobre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

PASQUALE

SGAMBATI

 


   

Pasquale Sgambati è un giocatore di 19 anni  di Napoli e così ci si presenta: 

 

“Ho iniziato da bambino in una scuola calcio la Domenico Luongo,

da lì sono arrivati i miei primi calci al pallone, quelli seri.


Poi dopo un anno sono andato in un’altra squadra l’Arenoso Soccer, dove sono rimasto lì per molti anni fino all’età di 13 anni, l’anno successivo sono a Posillipo scuola calcio, e giocavo con i provinciali dove feci 30 gol in 23 partite, più 9 in 4 partite con l’altro gruppo di provinciali ma senza mai essere convocato una volta.

 

A fine quasi stagione mi chiamò il mister dei 2002 dicendomi che mi voleva con loro, tutto ciò era alquanto strano quindi la prima settimana non andai.

 


Il mister chiamò mio padre e andai con loro.  Da quel momento in poi ho giocando sotto età con il mister Enrico De Falchi, questi si metteva sotto facendomi vedere tutti i movimenti, inoltre mi faceva calciare in porta. 

Posso dirti che lui mi ha costruito e mi ha fatto crescere, sono riuscito a fare 6 partite, e dieci sono stati i 10 gol, siamo andati in finale di coppa Campania, peccato che abbiamo perso ai rigori. 

 

Successivamente andai con la Paganese in C facendo qualche presenza sempre con qualche gol, poi sono stato con l’Afragolese Juniores disputando solamente 2 partite ,4 i goal realizzati, poi venne il periodo covid e nel frattempo facevamo partite amichevoli contro alcune prime squadre, riuscì a segnare sempre contro tutte le squadre che incontravamo.  Venni dato in prestito, fu per me la prima volta alla prima squadra in eccellenza: l’Albanova, diverse furono le presenze, il mister mi fece crescere molto con tutto il gruppo.

 

 

L’anno dopo andai in serie D con l’Aversa, non furono molte le presenze, poi a dicembre andando in prestito al Formia, ma un infortunio al ginocchio mi ha fermato per 6 mesi e stando fermo fino e fine stagione.  L’anno successivo ero di nuovo con l’Aversa, però sono andato in prestito al Venafro, in eccellenza, facendo una sola presenza e un solo gol. 

 

 

Spero che da qui si possa solo andare avanti crescendo piano piano sempre di più e facendo molti sacrifici. Ma quelli più belli sono questi. Voglio cercare di poter arrivare com tutta la forza più in alto è possibile”. 

 


 

 




Come prima domanda le voglio fare questa: il periodo Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Diciamo che a volte mi allenavo con la prima juniores e a volte giocavamo contro la prima squadra dell’Afragolese poi durante la giornata pomeridiana restavo a caso con la  play station.

 








Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?


Il calcio è sempre stato la mia passione sin da quanto ero piccolo, mi è stata trasmessa da mio padre, anche lui in passato ha giocato a calcio e lo seguivo nelle partite pomeridiane. Con il passar del tempo è diventata la mia unica passione

 

Lei ha conseguito la maturità presso l’Istituto Alberghiero, riusciva bene a studiare e allenarsi quotidianamente?

 

Studiare per conseguire la maturità è stato difficile perché a volte con le assenze per ovvi motivi inerenti ai vari di allenamenti ero costretto a studiare di notte.  Come le dicevo per la passione si fa tutto.

 





Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Oltre al calcio non seguo tanto altri sport, mi piace andare in palestra per mantenermi sempre in forma.


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 


Penso che più della fama e più che per i soldi tutti i calciatori in generale lo facciano per amore di questo sport e per quanto riguarda me è solo per amore e passione: senza scopo di lucro! Giocherei senza percepire alcun stipendio per la mia città, Napoli, cercherò di dare il massimo per far in modo che questo sogno si possa realizzare. 


Lei gioca nel ruolo di? 


Sono un attaccante centrale, comunque mi adatto anche da esterno destro a rientrare.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 


Pregi e difetti?... Quello che conta è star bene con la squadra e dare sempre il massimo, il difetto è che mi devo migliorare sotto ogni aspetto, per il bene della squadra. 

 

Di lei si parla benissimo, sente il peso di non deludere chi l’apprezza così tanto?


È un piacere per me che si parli bene, ma dovrò sempre dimostrare a chi crede in me di potermi migliorare partita dopo partita, tutto ciò per ricambiare la loro fiducia.








Che rapporto ha con i suoi compagni di squadra? 


E da poco che mi trovi a Venafro, ma il rapporto con la squadra è stato da subito positivo, mi hanno fatto sentire subito uno di loro, e un ringraziamento particolare va al mister e al direttore.

 

Lei è nato a Napoli, che cosa rappresenta questo luogo per lei?


Napoli per me è tutto un giorno spero di arrivare a giocare per  la squadra della mia città, come detto sopra è il mio sogno, per  quanto riguarda il Venafro cercherò di essere utile e darò tutto me stesso per portare  questi  colori dove meritano, in una piazza importante.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia per me è la cosa più importante della mia vita, se sono cresciuto con determinati valori è grazie a loro, i sacrifici che fanno mi permettono di sognare ancora.

 

Ultima domanda: che cosa si aspetta dal futuro?


Dal futuro mi auguro di poter giocare in palcoscenici importanti, al solo pensiero mi vengono i brividi, ma dipende tutto da me, tanti saranno i sacrifici e tanto sarà l’impegno.

 

 

 

 

 

 

17  ottobre    2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

venerdì 14 ottobre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GENNY 

ANGIOLINO

 


     


 


 

 Genny Angiolino è un giocatore di calcio ed    è nato a Napoli, inizia a giocare a calcio con l’Arci Scampia nel settore giovanile all’età di 7 anni. Poi ha militato negli allievi regionali giocando la finale allo stadio San Paolo. Ha militato nelle seguenti squadre: Napoli Centrale, CTL Campania, San Pio Mondragone, Teverola, Plajanum Chiaiano, Oratorio Don Guanella, Virtus Afragola Soccer, e ora gioca in promozione all’Oratorio Don Guanella

 

 


 


 

 

Quest’anno lei gioca con l’Oratorio Don Guanella di Scampia, come sta andando il campionato?

 

Il campionato è iniziato da poco e stiamo andando benino il cammino è lungo e noi ci dobbiamo salvare dopo raggiunto la salvezza, tutto il resto è di più.


 

Ho letto molto su questa squadra, ho letto commenti positivi, lei che cosa ci può dire a riguardo di questa squadra?

 

A riguardo della squadra è un gruppo fatto da uomini veri che fanno tutto per questa squadra dal primo all’ ultimo, poi ci sono persone Carmine Esposito Emanuele Cercone il direttore Gennaro Granato persone umili che dedicano tutto il loro tempo con e per la squadra.

 










Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho iniziato a giocare all’ età di 7 anni ero entusiasto, mi piaceva molto e dal quel giorno non ho smesso.


 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno assecondato, dato che  piaceva anche a loro il calcio


 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho giocato in tante squadre, ci sono delle squadre che a cui sono molto legato: ad esempio, Monte di Procida, Mondragone e poi Oratorio Don Guanella dove milito ancora e chiuderò lì la mia carriera.











Perché tutti provano a diventare calciatori - eppure Napoli offre molto per chi vuol fare altre attività agonistiche -.

 

Tutti provano a diventare calciatore perché la fama e la fama ti può far diventare un giorno qualcuno di importante.



Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io sono un attaccante faccio tutto il fronte d’ attacco, in carriera fino adesso ho totalizzato 327 gol, dalla promozione sino alla prima categoria, ho totalizzato in campionato 50 gol in una sola stagione con il Napoli Centrale di mister Rosario Campana, un grande allenatore.

 










Che rapporto ha con i compagni di squadra?

 

Il rapporto con i compagni di squadra è bellissimo sia in campo che fuori, poi con il mister Fabio Esposito ci sono cresciuto assieme e adesso lui mi allena, è un grande professionista.

 

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Se tornasse indietro non cambierei niente.

 


Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Il giocatore che ammiro di più è Bezema.

 








Lei è nato a Scampia, che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Per me Scampia è tutto, bisogna viverla per capire Scampia.

 


Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia è importante, in quel luogo ti puoi rifugiare nei momenti brutti e anche belli, gli amici sono importanti fino ad un certo punto dato che anche loro hanno la loro vita.


 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il mio sogno si è già realizzato che è quello di  di avere una famiglia, con mia moglie  abbiamo due bambine bellissime: questo era il mio sogno.

 

 

 

 

 

 

15  ottobre    2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

giovedì 29 settembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIUSEPPE

POLVERINO

 

 


      



Giuseppe Polverino, classe 1990,  giocatore  di calcio residente a Napoli è stato intervistato, questo è il suo percorso calcistico: ha iniziato la sua carriera nel 2008 con la Sarnese sino al 2010, poi è passato alla squadra Sanità (2010-2011), in Eccellenza, nel 2011-2012 è stato al Minturno in Eccellenza, nel 2012-2014 a Poggiomarino in promozione, nel 2014-2015 a Castel Forte in Prima Categoria Laziale, ritorna per l’anno 2015-2016 al Minturno Promozione, nel 2016-2017 è al Viribus Unitis (Promozione), nel 2017-2018 è al San Martino Valle Caudina, promozione, qui riesce a parare 5 rigori su 7, sfiorando i play off, nel 2018-2019 è al Casagiove, nel 2019-2020 è al Marzano promozione, l’anno successivo al Palomonte, poi al Virtus Goti, e oggi milita al Città di Avellino.

 

 

 



 


La prima domanda è questa come ha iniziato la nuova stagione calcistica? 


La nuova stagione… diciamo che per me deve ancora deve iniziare, sto scontando una squalifica presa l’anno scorso ho giocato solo in coppa ed andata bene, abbiamo passato il turno.



 


 


Come mai fra tutti i settori sportivi che ci sono a Napoli ha scelto il calcio, è stata una scelta ponderata oppure ha deciso di diventare calciatore perché è lo sport più seguito a Napoli?


Ho scelto il calcio perché era lo sport che mi piaceva fare da piccolo, all’epoca per strada si tiravano solo calci ad un pallone.

 


I suoi genitori hanno approvato la scelta, oppure le hanno detto la frase che quasi tutti i genitori dicono: “...non sarebbe meglio che pensassi un diploma?”


I miei genitori non hanno mai avuto nulla in contrario.

 



 


 


Come mai ha scelto il ruolo del portiere, era un ruolo che voleva sin da bambino, oppure è stata una scelta casuale? 


Ho scelto il portiere perché vengo da una famiglia di portieri ed è il ruolo quello in cui sono più bravo, anche se non ti nascondo che da piccolo ho fatto il centravanti.

 

 




 

 

Che cosa si prova quando sa che dovrebbe parare quel rigore fondamentale per vincere quella partita? 


In realtà io sono molto convinto di parare il rigore quando mi ritrovo a doverlo parare, non per presunzione, ma c’è un qualcosa dentro di me…non riesco a spiegartelo.

 

 

Mi risulta che anche suo fratello gioca a calcio, nel ruolo del portiere, e che adesso milita nel Bari, è così?

 

Mio fratello gioca a Bari, sì lui è bravissimo per e me è un fenomeno, essendo bravo anche coi piedi spero che possa arrivare più in altro possibile

 


 




 

Fra di voi c’è una sana rivalità oppure poco vi interessa su chi possa essere il migliore, (poco vi interessa perché quello che conta è l’amore fraterno)? 

 

Rivalità tra noi assolutamente no! Sono il fratello maggiore, è normale che se posso dargli dei consigli non può farmi che piacere.

 

 

Lei è stato in diverse squadre campane, qual è quella che ricorda con maggior affetto? 

 

Sono stato in diverse squadre campane l’anno più bello è quello al San Martino Valle Caudina quando creammo una squadra di quasi tutti ragazzi provenienti da Scampia, con un pulmino omologato per  10 persone  noi entravamo in 15 e andavo agli allenamenti.

 

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio è che so parare i rigori!  Difetti, tantissimi… forse.

 


Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Se tornassi indietro cambierei solo qualche scelta fatta quando mi è stata data l’occasione di andare ad Avellino, ma per non lasciare i miei compagni non la colsi.

 

 




 

 

Lei è nato Napoli e abita a Secongliano, che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Napoli per me è casa, non andrei mai via da Napoli.

 


Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Famiglia e amici sono importantissimi, la famiglia ti appoggia in tutti i sensi gli amici sono quelli con cui condivido la stessa passione.

 

 

 

 





Ultima domanda vista la sua esperienza, quali consigli darebbe a un giovane che volesse giocare a calcio nel ruolo di portiere? 


Ad un giovane posso dire, che se è quello che vuole fare da grande, che deve lavorare tanto e fare sacrifici e mettere un po’ da parte il divertimento.

 

 

 

 

 

30  settembre    2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

giovedì 22 settembre 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FRANCESCO

BOSSA

 





     

 

Francesco Bossa, nato nel 1990     è un giocatore di Napoli e così ci si presenta: “Ho iniziato alla scuola calcio Nereo Rocco di Secondigliano, a 10 anni (ho vinto molti premi come capocannoniere e miglior giocatore dei tornei) sono stato preso dal Napoli dove sono rimasto 3 anni prima del suo fallimento, sono stato il capitano e anche lì ho vinto premi come miglior giocatore e ho fatto diverse interviste.  Dopo il fallimento, a 13 sono andato a Messina quando era in serie A, a 15 anni gioco con la primavera e mi alleno in prima squadra, in quell’ anno vengo convocato in Nazionale under 15.

 

Dopo 3 anni, passo all’ Udinese dove subito gioco in primavera il primo e in estate vado in ritiro con la prima squadra, rimango 3 anni a Udine tra primavera e prima squadra, anche qui vengo convocato con la nazionale under 16.  L’ ultimo anno all’ Udinese divento il capitano della primavera. Successivamente a 19 anni vado in prestito a Como in C1 dove faccio un buon campionato, purtroppo ho avuto un infortunio (lacerazione del muscolo del quadricipite); l’anno successivo vado in serie B a Grosseto dove esordisco in casa contro la Juve Stabia, l’allenatore era Giuseppe Giannini, anche quell’ anno sono stato fermo a causa di alcuni infortuni. 

 

 

L’anno dopo vado alla Tritium in C1 dove faccio un ottimo campionato, successivamente sono serie D con il Nuoro, sono stato due anni alla Fermana, al secondo anno abbiamo vinto il campionato, ma a fine anno ho rotto il crociato del ginocchio destro. Dopo quest infortunio la mia carriera ha avuto dei momenti difficili, ho militato alla Sammaurese in D, e poi al Foligno; adesso sono in attesa di trovare una buona sistemazione.”

 

 

 





Come prima domanda le voglio fare questa: l Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

L’ arrivo del covid ha condizionato la vita di tutti, io ho continuato ad allenarmi, ma da gennaio causa regole restrittive non ho potuto giocare non essendo vaccinato.

 






Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Che il calcio sarebbe stata la mia passione l’ ho scoperto sin dai primi anni di vita, è sempre stato il mio gioco preferito, sono cresciuto giocando per le strade del mio quartiere, guardando i video di Maradona e di Ronaldo il fenomeno, il mio cartone preferito era Holly e Benji.




 


I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori hanno appoggiato questo mio sogno, andare via di casa a 13 anni non è stato facile, ma ne valsa la pena sia come calciatore che come esperienze di vita.

 






Dopo aver giocato nel Napoli calcio, lei a 13 viene preso dal Messina che si trovava in serie A, immagino che sia stato difficile ambientarsi, lasciare la famiglia, come ha superato qui momenti di allontanamento dalla famiglia? 

 

Andare via da casa non è stato per niente facile, come ho sopra esposto, la mia famiglia veniva a trovarmi, inoltre visto che a quell ‘epoca erano usciti i primi videotelefoni combattevamo la lontananza con “quello”, a Messina mi sono trovato molto bene, una volta ambientato posso dire che è stato un piacere vivere lì.

 

Poi la sua carriera prosegue all’Udinese e successivamente al Como, dell’esperienza all’Udinese cosa ci può dire?

 

Del periodo con l’Udinese ricordo con piacere le finali scudetto contro l’Inter di Balotelli, Santon ecc. Ricordo il mio primo ritiro in prima squadra con giocatori come: Di Natale, Sanchez, Handanovic, Cuadrado, Quagliarella, è stato un piacere essermi allenato con loro.

 

La sua splendida carriera la conosciamo tutti, una squadra che ricorda con particolare affetto qual è?

 

In tutte le squadre che sono stato, mi sono trovato molto bene, a Messina a Udine la stessa Como, l’esordio in B con il Grosseto, posso dire che a Fermo mi lega la vittoria del campionato.

 

Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama oppure il condurre una vita agiata?

 

Penso che al diventare parte da un sogno da quando siamo bambini, dal voler imitare quei campioni che si vedono in TV, dal calpestare stadi bellissimi, senza un sogno e con una passione forte non si può giocare a calcio.



 




Lei ha un curriculum di prestigio, inoltre è molto conosciuto nell’ambiente calcistico, che cosa si prova ad essere così apprezzati?

 

È piacevole essere apprezzati, ma con il tempo ho capito che la stima di noi stessi deve partire da dentro di noi, bisogna credere nelle nostre capacità, anche quando gli altri non lo fanno, mi riferisco anche agli addetti ai lavori.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)?

 

Un mio pregio calcistico è quello di essere forte tecnicamente e molto intelligente in campo. Un mio difetto sarebbe quello che devo migliorarmi sotto l’aspetto della velocità.

 








 Generalmente che rapporto ha con i compagni di squadra, ascolta i loro suggerimenti oppure cerca di imporre la propria idea? 

 

Ho sempre avuto un ottimo rapporto con otto compagni di squadra, quando ero più giovane mi piaceva ascoltare i più esperti, adesso che sono più maturo mi piace dare consigli ai più giovani.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Sono soddisfatto, perché  ho fatto tutto quello che potevo fare con le conoscenze  e le qualità che avevo in passato.

 

Lei è nato a Napoli, che cosa rappresenta questo luogo?

 

Per me Napoli è tutto, è il luogo dove sono nato, è il luogo delle mie radici, qui si respira calcio, amo il sole e il mare di Napoli. Per me è una delle città più belle al mondo.

 

Lei ha quattro fratelli, quant’è importante la famiglia per lei?

 

La Famiglia per me è molto importante, nel bene e nel male la famiglia la si ama per quello che è.


 

 





Un sogno per il futuro?

 

Il mio sogno per il futuro è poter allenare giovani ragazzi che hanno voglia di migliorare, diventare un allenatore ( una guida  per i più giovani) e chissà magari un giorno aprire una scuola calcio tutta mia.

Grazie per l’intervista.

 

 

Per noi è stato un piacere.

 

 

 

 

22 settembre    2022

 

(Tutti i diritti riservati)