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martedì 12 luglio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FULVIO

PEA 

 



 

   

Fulvio Pea (Casalpusterlengo, 10 febbraio 1967) è un allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano, tecnico dell'Hebăr Pazardžik.

Studioso del calcio, predilige come  il 3-5-2.

 

  Ha  lavorato al fianco di Gigi  Simoni,  e ho visto  lavorare da vicino: Mazzarri, Mourinho, Benítez, Pea ha dichiarato di non imitare nessun allenatore, seppur abbia imparato molto da loro.

 

Fulvio Pea non ha mai giocato a calcio, ma ha iniziato ad allenare nel 1989, guidando le giovanili del Fanfulla.

 

 

 

 

 

 


 

 


 

Come prima domanda le voglio fare questa, quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Credo che il calcio, sia il "primo amore" della maggior parte dei bambini: c'è chi poi lo praticherà, chi invece ne rimarrà tifoso, chi invece, crescerà sognando di far parte di un mondo dove i sogni non hanno limiti. Poi c'è chi come me,  che è riuscito  a trasformare un hobby, in un lavoro.

 


Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 

 

Tra l’essere un calciatore dilettante e la carriera da allenatore c'è stato il classico "rifiuto" per il calcio: a 19/20 anni non si hanno le capacità per gestire le delusioni.

 

 Poi ti svegli una mattina e ripartì, e così a 21 ho accettato di fare l'educatore nell' oratorio di Casalpusterlengo, dei frati Cappuccini.

 


Lei ha allenato tantissime squadre, c’è una squadra a cui è rimasto più legato?

 

Ho ricordi ovunque siano stati perché quando lavoro per un club, lo vivo a 360 gradi, cioè dal mattino alla sera, praticamente ne diventò tifoso, anche se, per motivi personali, sono rimasto simpatizzante della Sampdoria: i colori della maglia, il Club, la stadio, la tifoseria e la città, tutto davvero "affascinante"!



Il 19 aprile 2021, dopo lo smantellamento dello Jiangsu, viene ufficializzato come nuovo allenatore del Nanjing City, club della secondo livello cinese.  Che tipo di esperienza è stata, immagino che l’ambiente si totalmente diverso da quello occidentale, è così, oppure è il classico pregiudizio di noi occidentali?


L'esperienza Cinese è un passo della mia carriera importante, forse più come uomo che da professionista: mi ha insegnato molto ma soprattutto è stato un “banco di prova" eccezionale per capire che il calcio si può fare ovunque, che le difficoltà si possono superare e che la "paura"(di qualsiasi specie) è il più grande propellente per poter trovare valide soluzioni ai problemi che quotidianamente arrivano ad ognuno di noi.

 








In questo momento lei si trova in Bulgaria per allenare l'Hebăr Pazardžik. Che ambiente ha trovato e che traguardi vuole raggiungere?

 

Obiettivo salvezza. Sono orgoglioso di. aver fatto questa scelta, perché ho incontrato dirigenza e calciatori, molto professionali ma soprattutto, con lo stesso obiettivo comune. e pronti a mettere in discussione tutto il loro sapere, regalo fiducia: sono prospettive importanti per chi arriva, da straniero, in un posto di lavoro nuovo.

 


Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 


Spirito, forse è meglio dire, capacità di adattamento. Il sapersi adattare a qualsiasi situazione è fondamentale anche nella vita!


 

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Mi sta regalando momenti sorprendenti, e lavoro quotidianamente per la curiosità di vedere cosa c’è oltre a tutto ciò che ho vissuto. 

Mi sta togliendo minuti, ore, giorno, mesi e nel caso della Cina, anni lontani da mio figlio e dal resto della famiglia. Non riuscirò mai a ringraziarli a sufficienza, per la pazienza e per l'amore che dimostrano davanti alle mie scelte professionali; probabilmente questo sarà un rimorso che mi porterò con me sempre!

 






     



     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

     Con l’età migliora lo stato d'ansia, accresce l'autostima e l'incoscienza lascia il posto alla consapevolezza; poi tutto viene da sé, basta farsi guidare dalla passione per questo gioco, e dall'entusiasmo per ciò che si sta facendo

 


E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina? 

 

A fine gara inizia quel processo infinito, soprattutto dopo un risultato negativo: si dorme poco si mette tutto in discussione, si litiga con se stessi. Ma la cosa più bella è che ti presenti al primo allenamento più carico di prima, ti arriva un'energia forte, senza conoscere la fonte e così ripartì per un'altra sfida, che nel calcio, sono frequenti, visto i calendari sempre più intensi.

 


Una partita da allenatore che vorrebbe dimenticare? 

 

Da giovane, vorresti rigiocare ogni gara non andata a buon fine poi credi e ti accorgi che le sconfitte, valutate con la giusta attenzione, hanno valori importanti, sia per il gioco, che per la squadra, o ancora a livello psicologico, insomma, per crescere, tutto serve!

 








Un suo pregio e su difetto (calcisticamente parlando)?

 

Difetti ne ho tanti, ma questo spazio lo lasciò agli altri. Per i pregi, beh è semplice: sono innamorato del gioco del calcio, come è facilmente intuibile dalle ultime mie scelte: Cina, Emirati Arabi ed ora Bulgaria, certamente, sono scelte condizionate dall'aspetto economico, sarebbe stato più facile.

 


 La famiglia che cosa rappresenta per lei? 

 

Più passano gli anni e più maturo come uomo, e mi accorgo, giorno dopo giorno, che la. famiglia prende il posto del tuo egoismo, e quindi è la tua ragione di vita. Poi, da quando è nato mio figlio, beh....

 


Un sogno per il futuro?

 

Ho un sogno è vero, forse non è proprio legato alla mia professione, ma c'è, e lo. conservo timidamente nel mio cassetto.

 

 

 

12  07    2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

venerdì 8 luglio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

  ANDREA  

CARLINI

 

 




     



 

Andrea Carlini- ruolo ala destra - è nato a Ceccano (Frosinone) nel 1996 tifoso della Lazio e ammiratore di Ronaldinho è cresciuto nelle giovanili del Pescara e Frosinone per poi approdare con i grandi in serie D, con Chieti Civitanova, Isola Liri Astrea, in eccellenza a Cassino e Tor Sapienza vincendo il campionato di eccellenza con il Cassino. 


Successivamente si è trasferito al   Sezze, in promozione, vincendo il secondo campionato. Fino a dicembre ha giocato nella sua città: Ceccano. Al momento è di nuovo sono la Sezze in Eccellenza. 


Nell’anno 2021-22 Colleferro eccellenza, da gennaio Montenero 15 partite 15 goal, sempre da gennaio approda alla Lazio calcio a 8 serie A e vince la Supercoppa Italia battendo Totti in finale Con Montenero raggiunta una salvezza quasi impossibile.

 

 

 

 

 

 

Per prima domanda le vorrei fare questa? Com’è andata la stagione? 

 

Ciao Paolo, allora Stagione positiva inizialmente a Colleferro mettendo a segno 1 goal, poi da gennaio ho militato nel Montenero realizzando 14 goal in 14 partite nel girone di ritorno!




A Montenero ho accettato una sfida quasi impossibile. Appena arrivato avevano solo 5 punti e abbiamo fatto un grande girone di ritorno raggiungendo una salvezza quasi impossibile evitando anche il playout.

 

 




 


 





Adesso che la stagione è finita si aprono nuovi scenari, che cosa di può dire per il prossimo futuro? 

 

Ci tengo a ringraziare il Colleferro e il Montenero per la fiducia che mi hanno dato quest ‘anno e per il futuro sto valutando con calma quale potrebbe essere la scelta migliore per me.

 

 

Se dovesse esprimere un giudizio sulle sue prestazioni di questa stagione cosa scriverebbe

 

In questa stagione rispetto ad altre posso dire di essere stato più continuo a livello di prestazioni. L’obbiettivo personale della prossima stagione è superare i 15 goal messi a segno quest’ anno.

 

 

 



 






A proposto del calcio a 8, lei ha vinto la Supercoppa italiana battendo Totti, ci può raccontare questa bella esperienza.

 

Da gennaio ho cominciato anche una nuova bellissima esperienza nella Serie A lega calcio a 8 con la Lazio, conquistando la Supercoppa Italia.

 

 

Che rapporto ha con la tifoseria?

 

A Colleferro devo dire di aver trovato una tifoseria con grande entusiasmo! Venivano a supportarci oltre alla domenica in casa, anche fuori durante la settimana.

Sicuramente una tifoseria che merita categorie più alte e gli faccio il mio in bocca al lupo, affinché i supporter  che possano centrare  nella stagione a venire il salto di categoria.

 

 









Sappiamo che lei è un giovane molto determinato, come passa questa giornata di relativa pausa?

 

Adesso mi godo le vacanze per un po’ con la consapevolezza di fare ancora meglio nella prossima stagione.

 

 

 

 

   

 

08 07 2022

(Tutti i diritti riservati) 

mercoledì 6 luglio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

CARMINE PALUMO

 



 

Carmine Palumbo (ex calciatore 25 anni consecutivi, ma non ad altissimi livelli come ci dice lui stesso) è un direttore sportivo professionista ed è nato a Benevento il 12 dicembre del 1959.  Nel 2004 è direttore sportivo con il Benevento, settore primavera.

 

 

Prosegue la sua carriera, con il Triveneto in D, Bojano, Isernia, Campobasso, Orlandinai, Matera. Per il secondo anno è direttore sportivo del Savoia.

 

È sposato con due figli, rispettivamente dell’86 e del 90 entrambi insegnanti La prima docente universitaria di lettere moderne alla Federico secondo di Napoli Il secondo insegnante di inglese e spagnolo al liceo di Sesto San Giovanni a Milano.

 

 




 

 

Come prima domanda, anche se molti la conoscono, ma non tutti i miei lettori, come si è concluso la stagione calcistica del Savoia calcio?

 

Pur partendo in ritardo e senza preparazione estiva e con le prime tre gare giocate con la juniores e zero punti, abbiamo fatto una rimonta incredibile finendo la stagione regolare secondi a cinque punti dalla prima che era la Puteolana.

Poi siamo arrivati fino alla finale playoff e abbiamo perso con il San Marzano. Ma siamo usciti a testa altissimi tra le ovazioni dei nostri 2500 supporters.

 

 

 

Per il prossimo anno ci può dire qualche novità, no so qualche giocatore che se andrà, altri in arrivo? 

 

Certamente dovremmo cercare di migliorare la classifica dell’anno scorso, e siamo arrivati secondi; se vogliamo migliorare… la risposta riguardo alle nostre intenzioni è facilmente intuibile.

È chiaro che qualche operazione di mercato va fatta, ma in maniera precisa e chirurgica poiché già la rosa dell’anno scorso era di per sé molto competitiva, va aggiunto qualche elemento in ogni reparto altrettanto forte che metterà sicuramente in difficoltà il nostro tecnico.

 

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Da bambino, verso gli 8/10 anni ho scoperto la mia passione per il calcia sia tecnico che manageriale, infatti, già dai miei primi campionati giovanili mi piaceva spiare giocatori che militavano in altre squadre ed i più interessanti li contattavo personalmente per poi portarli nella mia squadra.

Tutto ciò me lo sono portato avanti nella mia modestissima carriera lunga (25 anni) da calciatore dilettante, per poi sceglierlo proprio come professione.

Infatti a me il calcio, sotto l’aspetto prettamente economico, ha sempre dato qualcosa e, con un pizzico di presunzione, molto meno per le categorie che ho giocato.

 

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori erano divisi sulla mia frequenza all’attività calcistica, mio padre (pace all’anima sua) diceva sempre cercati un lavoro, mia madre invece, ed ancora oggi lo fa, mi ha sempre spronato.

Devo dire che ho un grosso rimpianto per gli studi: mi mancavano solo due esami più la tesi per laurearmi in giurisprudenza…ho sbagliato ed ancora oggi sono pentito.

 

 



 






Per 25 anni lei ha giocato a calcio, qual è il club a cui lei è rimasto più legato?

 

Non c’è un club in particolare purtroppo le ho girate quasi tutte le piazze in Campania, ma sono legato alla mia prima squadra dove ho fatto l’esordio con i grandi: il gladiator Benevento che per cinque anni mi ha dato tanto e mi ha educato e formato dentro e fuori dal campo.

 

 

 

Nel 2004 lei diventa direttore sportivo, come è arrivato ricoprire questo suolo così importante?

 

Passione del campo e della scrivania...dicono che sono bravo nell' atto del convincimento verso tutti i tipi di calciatori intorno alla scrivania e sono bravo in panchina a fare veri e propri dibattiti civili con la terna arbitrale. Posso essere orgoglioso che sia da calciatore che da dirigente mai un arbitro ha avuto la possibilità di mostrarmi un cartellino rosso.

 

 

 

Per coloro che non sono molto afferrati come sono le sue giornate lavorative?

 

Le mie giornate lavorative sono a periodi.

Paradossalmente si lavora meno a campionato in corso che durante le soste e le pause.

Si trascorre molto tempo in macchina e molto tempo al telefono, nei periodi di calciomercato spesso si saltano i pasti e le ore di sonno, e nei ritiri precampionato le 24 ore sono tutte occupate, ma è passione.

 




 


 




Non è certamente facile avere a che fare con il presidente, gli allenatori, i giocatori, i procuratori, lei come ci riesce?

 

Il presidente, gli allenatori, i calciatori ed i procuratori io personalmente li inquadro come miei amichevoli interlocutori. Accetto sempre il confronto e sono molto comprensivo nei confronti di tutti, se sbaglio chiedo scusa, ma interrompo bruscamente i rapporti con chiunque se mi accorgo che c’ è qualcuno che vuole fare il furbo e poi il rapporto diventa insanabile.

Devo anche dire che difficilmente rompo i rapporti poiché mi esprimo sempre con lealtà e chiarezza ed invito tutti ad usare lo stesso mio metodo.

 

 

 

Perché molti giocatori ripetono la solita frase (quelli che non sono riusciti ad arrivare a certi obiettivi: “Non ho avuto le giuste conoscenze, se le avessi avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

È un motto di calciatori per lo più mediocri perché i valori se esistono vengono sempre fuori e notati da tutti gli addetti ai lavori 

Sovente però questa frase viene detta da calciatori a fine carriera perché effettivamente più cambiano le generazioni e più cala il livello delle varie categorie.

Il calcio, a mio parere, è come le altre professioni: ci vuole estro, passione e quel pizzico di fortuna che non guasta mai in ogni attività.

 

 

 








Che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

Sempre cordiali ed ottimi con i presidenti e gli allenatori di altri club specialmente ma anche con i miei.

Ripeto sempre che durante la gara di è nemici/avversari sportivi ma fuori dalla gara massimo rispetto per tutti.

Non sempre però capita lo stesso quando andiamo a giocare in trasferta ma questo è un altro discorso.

 

 

 

Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Fortunatamente sono stati più successi che delusioni anche se queste ultime non mancano mai, tipo prendere gol nei minuti di recupero oppure uscire sconfitto in una gara dominata, ma se mastichi sport sai che tutto questo fa parte del gioco e quando capita bisogna rimboccarsi le maniche e guardare avanti

 

 

 

Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio, (dal punto di vista del lavoro)? 

 

Ricordo ai tempi del liceo che mi insegnarono che ognuno di noi ha due bisacce una davanti con i pregi ed una dietro con i difetti. Ovviamente la bisaccia di dietro, e cioè quella con i difetti, non riesci a vederla.

 Mi dicono che in un club mi atteggio a buon padre di famiglia con 30 figli e quindi cerco di trattare tutti allo stesso modo e laddove fosse vero questo è un gran pregio.

Dei miei difetti dovreste chiedere ai componenti della mia squadra anche se dicono che sono un po' permaloso e che facilmente mi offendo...ma non è vero.

 



 




 

Chi sono i suoi modelli di riferimento? 

 

Non ho modelli di riferimento anche se Walter Sabatini lo ammiro molto.

Questa è una professione che ci devi mettere del tuo impegnandosi ad essere corretti e soprattutto uomini di sport. La mia etica professionale mi induce a pensare sempre allo sport come una sana competizione dove ci sono tre risultati (vittoria, sconfitta e pareggio) e bisogna essere pronti a qualsiasi evenienza

 

 

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Nel tempo libero dal calcio sono appassionato di formula uno e della Ferrari ma non mi spiace il basket ed il tennis.

Sono un abbonato Sky da molti anni e quindi vedo molto lo sport in generale.per la verità sono per gli sport di squadra e non per gli individuali e soprattutto per gli sport come il calcio dove la vittoria anche se sulla carta sei più forte non è mai scontata. Nello sport  del tennis e del   basket, invece, se sei più forte al 99x100 vinci e questo non mi appassiona molto.





Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Ammiro molto i calciatori tecnici e con fantasia tipo messi in questa fase che hanno tanta tecnica e danno spettacolo.

Ammiro molto meno i calciatori violenti che fanno carriera perché menano poi sbagliano anche lo stop di palla più elementare, ma non mi va di fare nomi sperando che sia chiaro il concetto

 

 

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Bisogna essere sempre soddisfatti di quello che si è fatto durante la carriera anche se certamente ognuno di noi ha commesso degli errori, ma io credo che se valuti gli errori come esperienza di crescita si fa sempre strada. Purtroppo nel nostro gergo si dice " chi non opera non sbaglia" ed è la sacrosanta verità

 

 

 

Un sogno per il futuro?

 

Sognare non costa nulla quindi posso tranquillamente dire che il mio sogno sarebbe dirigere un club di serie A magari blasonato o un club estero altrettanto blasonato però per il momento resta solo un sogno anche perché la mia età avanza e quindi devo spicciarmi!

 

 

06  luglio    2022

 

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