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martedì 8 dicembre 2020

        di PAOLO RADI 

 

 


 

 

 

 

 

 

    CONVERSANDO CON...

     

 

 

 

 ANTONIO

 TERRIBILE

 

 








 

 

 

 

Antonio Terribile è una giovane promessa del calcio campano è nato a Napoli il giorno 11 di gennaio del 2001 e abita a Scampia.

 

Ha giocato con la Lupa Castelli giovanissimi nazionali, il Fondi Calcio allievi nazionali, poi con il Villa Literno promozione, la Casertana, l’Albanova eccellenza, il  Vairano, l’Ausonia eccellenza dove ha vinto il campionato, ora ha un contratto con  la Frattaminorese, nel 2020 si è diplomato all’ITIS.

 













Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti?

 

Sicuramente questo COVID ha cambiato la nostra vita, ed ha portato cambiamenti anche nel mondo dello sport, infatti all’inizio avevano negato anche di esultare insieme dopo un gol (che è la cosa più bella di questo sport), però sicuramente piano piano tornerà tutto alla normalità.

 




Il campionato di serie A, di B, C e D e così le altre gare di Coppa, è ripartito con gli stadi quasi chiusi (una partita ha un sapore diverso rispetto a uno stadio pieno con migliaia di tifosi) che cosa ne pensa? 

 

Ha un sapore diverso giocare senza i tifosi, in alcuni casi fanno la differenza, sono il dodicesimo uomo in campo e sono una grande forza per i calciatori.

 




Purtroppo per le squadre che militano dalla serie D, sino all’ultima categoria, prima di scendere in campo dovranno aspettare ancora un mese, lo trova giusto? Molti giocatori delle categorie inferiori sono rimasti delusi e amareggianti a inizio campionato, molti di loro non hanno ricevuto nessun stipendio, lei cosa ne pensa a riguardo di questa situazione non facile? 



Non lo trovo giusto e spero di ripartire il prima possibile, questo è il secondo anno consecutivo calcistico che non riusciamo a giocare regolarmente. Come hai detto te ci stanno molto calciatori che non prendono stipendi e tra l’altro proprio è con questi stipendi che  portano la propria famiglia avanti

  




Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Direi che fin da piccolo mi è sempre piaciuto  questo sport  e la passione è stata la logica conseguenza.









 

Lei ha saputo coniugare il giocare a calcio con lo studio, infatti a giugno ha conseguitò la maturità, è stato difficile riuscire in entrambe le, chiamiamole, attività? 

 

Non è facile coniugare calcio e scuola anche perché mi alleno quasi tutti i giorni poi i programmi della scuola erano anche abbastanza complicati, però fortunatamente sono riuscito a diplomarmi, oggi giorno è importantissimo avere in istruzione. 

 




Lei, anche se giovanissimo, ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sì, è vero ho giocato in tantissime squadre e ho bellissimi ricordi per ognun di queste, mi hanno trattato e coccolato sempre sia le società che tifosi: li porterò sempre nel mio cuore.

 











Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?

 

mi piace lo sport in generale però li seguo relativamente gli altri sport

 




Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?  E lei da che cosa è attratto?

 

Per me è una passione che ho da piccolo e che ho sempre seguito con tanta voglia. Certamente fanno piacere sia la fama che i soldi, però penso che la fama di un giocatore non è certamente  paragonabile con il guadagno.

 




Lei gioca nel ruolo di? 

 

Difensore centrale.

 

 










Il suo goal più bello?

 

Il  mio gol più bello a livello di importanza è stato quello quando ho giocato contro  ( militavo nel Casalnuovo) il  Villa Literno per la lotta scudetto nel campionato di promozione. 

 




Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Sicuramente il calcio mi ha dati tanto sia a livello di soddisfazioni, che emozioni anche delusioni però, ed è la cosa che mi piace di questo sport. Purtroppo il calcio è anche tanto sacrificio e quindi ho dovuto rifiutare “qualche richiesta”, pero non me ne pento.

 




Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (calcisticamente parlando)?

 

Il mio difetto più grande è quello di essere permaloso,  il mio pregio la mia forza fisica e cattiveria agonistica

 




Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Il mio idolo fin da bambino è stato Fabio Cannavaro, però in questo momento ammiro molto Sergio Ramos, penso che è il difensore più completo al momento.

 




Se dovesse descrivere se stesso, dal punto di vista del carattere, con poche parole, a chi non la conosce, cosa scriverebbe?

 

Permaloso, orgoglioso, però con gran cuore e disponibile verso gli altri.

 










Quanto è importante la famiglia per lei? 


Penso che la famiglia sia la cosa più cara che ho ed è importantissima per la mia vita e mi aiuta e sostiene su tutto.

 




Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

 

Un ruolo importante anche perché oggi giorno sono davvero pochi gli amici di cui ti puoi fidare, quei pochi, hanno un ruolo importante per me nella mia vita.

 

 



Ho intervistato molti giocatori che abitano a Scampia e Secondigliano, che cosa rappresenta per lei Scampia, diversi giocatori, alcuni suoi amici, sono molto dispiaciuti per il fatto che Scampia venga solo rappresentata in un modo, lei che cosa a dire a queste persone che vedono il suo quartiere solo in modo? 

 

Io sono orgoglioso di essere di Scampia mi dispiace che viene sempre infangata, per me rappresenta tanto, perché è il quartiere dove sono cresciuto.

 

 

 

Tutti vorrebbero cancellare questo 2020, il motivo è ovvio, anche lei? Oppure dell’anno che sta per concludersi lei comunque salva comunque qualche aspetto? 

 

Anch’io spero di cancellarlo il prima possibile quest’anno, sperando che il 2021 ci saranno tantissime soddisfazioni. Però in questo 2020 ci sono state anche alcune cose positive personali.

 

 

 




 

 Grazie   

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

08 12       2020 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

sabato 5 dicembre 2020

 

         DI PAOLO RADI 

 

 


 

 

 

 

 

 

      CONVERSANDO CON...

     

 

       

   TOMMASO  

   MINICHINI  

 









 



 

Tommaso Minichini è un giovane calciatore nato il 10 settembre del 1999, così si presenta ai lettori: “... vengo da Napoli esattamente da Scampia dove la vita  è dura e non è  tutta  rose  e fiori;  non tutto va come dovrebbe  andare, ma solo chi ha un sogno nel cassetto  ha più possibilità di riuscirci. 


La mia passione per il calcio è nata da piccolino Avevo l’età di 2 anni e mezzo e mamma voleva farmi fare il ballerino ma poi si rese conto che non avevo voglia né di ballare e né di fare altro. 


La mia è una famiglia di calciatori, stavo sempre davanti alla Tv a guardare il calcio quando a l’età di 3 anni e mezzo mamma iniziò a comprarmi dei palloni, mi trasmetteva qualcosa di particolare quella palla piena d’aria, ogni settimana mi regalava un pallone e capitava spesso che giocando dentro casa rompessi di tutto in casa: vasi, quadri, cassetti, ma anche le porte delle stanze perché le usavo come se fossero le porte di campo da calcio. Prima iniziò a bucarmeli   e poi decise, ovviamente, di non comprarmeli più. 


 Mio zio che ha la sindrome di Down gli piace leggere molti giornali e fumetti e all’età di 4 anni andai a prendere lo scotch e con i giornali di mio zio realizzai una palla molto grande per giocarci, tutti si commossero, così all’età di sei anni mi iscrissero ad una scuola calcio, iniziai a militare alla squadra di Scampia, dopo di che ho giocato con squadre molto importanti: Rimini calcio, San marino, Catania calcio, Turris, e Foggia, inoltre ha anche militato 


Successivamente ho giocato e vissuto una esperienza molto bella e formativa, arriva la chiamata dal Milan, da quel momento cambiò tutta nella mia vita,  ho conosciuto persone stupende sia a livello  calcistico  sia  nella vita quotidiana. 

 

 


 











Il campionato di serie A, di B, C e D e così le altre gare di Coppa, è ripartito con gli stadi quasi chiusi (una partita ha un sapore diverso rispetto a uno stadio pieno con migliaia di tifosi) che cosa ne pensa? Non sarebbe stato meglio sospenderlo?

 

Per me sarebbe stato meglio sospenderlo non si può rischiare così tanto c’è un rischio alto per i contagi, più presto si sospendono più prestò torneremo alla felicità

 

 


Lei abita a Napoli e le occasioni per praticare altri sport non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla? 

 

Potrei fare benissimo il basket visto che sono alto 1,95 ma ho scelto il calcio.

 



Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più  legato? 

 

Sì, come già ho detto ho avute delle bellissime esperienze, la più bella la Tim Cup con il Milan, amici strepitosi, ma soprattutto molto bella è stata al Catania Calcio, perché sono cresciuto anche sotto aspetto agonistico.

 



Giovanissimo lei arriva al Milan, che cos’ha provato quando è arrivata la chiamata che sarebbe dovuto partire per Milano? 

 

La chiamata per Milano? Ero piccolo rispondeva mamma per ogni cosa, anche perché mi seguiva con dedizione la mia attività agonistica, da piccolo eravamo felici, lei credeva molto in me, anche sei i miei amici mi dicevano che non sarei andato lontano.

 











È stato accolto bene nell’ambiente? 


Sono stato accolto bene all’inizio, ho conosciuto tante persone, ovviamente la strada per arrivare a certi obiettivi è ancora lunga.

 



Com’erano le sue giornate tipo mi riferisco anche quando lei militava nel Catania; mi spiego meglio, a che ora ci si svegliava, quando ci si allenava, si pranzava, al pomeriggio a che ora facevate allenamento? 

 

Quando ero al Catania, ci alzavamo alle 7 per poi andare a scuola ed eravamo già stanchi per gli allenamenti del giorno prima, per chi non andava ci si recava al campo per gli allenamenti delle 10:00/10:30. Alle 13:00 pranzavamo tutti assieme, ovviamente il primo che sbagliava qualcosa durante gli allenamenti avrebbe fatto la panchina la domenica successiva. Alle ore 16:00 riprendevano gli allenamenti per migliorare la tattica; all ore 20:00 c’era la cena e alle 22:00 già stavamo a letto.

 



Lei abitava da solo o con qualche altro giocatore? 


Avevamo una stanza e stavamo sempre in 4 o 5, oltretutto avevamo con noi un tutor.

 



Con quali atleti ha maggiormente legato? 


Ho legato con tutti, eravamo una grande famiglia.

 



Mi sembra di aver capito che durante una partita d’allenamento lei subii un infortunio, cosa successe dopo questo incidente?  

 

Sì è così, l’infortunio più brutto è successo ben 5 anni fa al Milan (nella primavera) contro la prima squadra, ero una giovane promessa, per come si parlava di me nell’ambiente.

 



Immagino che per lei non dev’essere stato facile superare questo trauma, come c’è riuscito? 

 

Questo brutto trauma l’ho superato grazie alla mia famiglia che mi è stata sempre molto vicina.

 

 


Lei è molto giovane, tutte le strade sono aperte, che cosa si aspetta dal futuro? 

 

Nel futuro cosa mi aspetto? Questa “vita” mi deve ancora tanto visto quello che mi è successo, spero il bello arrivi.

 



Ultimamente ha un contratto con qualche squadra? 

 

Non ho nessun contratto, sono reduce da un altro infortunio, legamenti del menisco.

 

 

 

Lei gioca nel ruolo di? 

 

Sono un difensore centrale, gioco anche molto bene a destra.

 





 


 

 

Il suo goal più bello che ha fatto? 

 

Il mio gol? Ancora deve arrivare... ma arriverà!

 

 

Calcisticamente parlando qual è il suo più grande difetto e il suo pregio maggiore? 

 

Il mio difetto? Non ne ho al momento, non mi viene in mente. Il mio pregio? “Se mi salti la prossima sei fuori” nel senso che se mi prendi la palla poi ti inseguo, sono un combattivo, non mi arrendo tanto facilmente.

 



Se dovesse descrivere se stesso a chi non la conosce che cosa direbbe a riguardo del suo carattere? 

 

Posso dire poco di me stesso, quello che ho dire è che mi esprimo nel campo quando gioco.

 



Lei è nato e vive a Scampia, ho intervistato diversi calciatori di Scampia, mi hanno fatto capire che certamente la vita, come ha precisato lei “non è tutta rosa e fiori”, però loro nonostante non si facile vivere, sono orgogliosi di viverci, in conclusione cosa rappresenta per lei Scampia? 

 

Per quel che mi riguarda posso dire che me non è un quartiere molto facile, il rispetto bisogna guadagnarselo, perché ogni cosa vieni sempre fatta con sudore e sacrifico, la maggior parte di noi viene    dalla strada, pochi sono figli di papà, secondo me “ma è più bello “venire dalla strada”, come si dice in gergo, perché quello che abbiamo “ce lo sudiamo”.

 

In conclusione posso dire che Scampia è un quartiere che deve essere assolutamente visitato, ci sono tante belle situazioni da conoscere, noi diamo il cuore, ma non deluderci perché hai chiuso.

 









Immagino che per lei sia importante la famiglia, quanto importante?


La famiglia viene prima di tutto tipo io a 21 anni ho già un figlio per me la famiglia e privilegio e amore.




Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

 

I miei amici? Utili, ma non indispensabile, gli amici di una volta non ci sono più " salvando la pace di qualcuno".



La morte di Maradona ha sconvolto tutti coloro che vedevano in questo campione una luce per uscire dal buio delle loro vite, che idea si è fatto lei di questo grande calciatore, dalla vita personale un poco controversa? 

 

Dal punto di vista personale non è stato un esempio, ha avuto dei comportamenti non egregi, ma è un esempio calcisticamente, è stato un fenomeno, è il Dio del calcio, sarebbe stato bello vederlo giocare hai suoi tempi.

 

 

 


 

 

 

Grazie   

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

06 12    2020 

 

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