PAOLO RADI
PRESENTA
10 DOMANDE
A
FRANCESCO DIANA
Francesco Diana di Villa Literno è un giovane allenatore. Da 5 anni svolge la propria attività presso la Puteolana 1902. All’inizio ha giocato a Villa Literno, poi ha preso il patentino Uefa B.
Signor Francesco Diana, la prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?
Praticamente sin dai primi anni di vita, passione trasmessami in maniera incessante da mio padre e che è cresciuta sempre di più.
Perché tutti provano a diventare calciatori, a differenza che allenatori?
Probabilmente perché da ragazzini il primo modo per affacciarsi al mondo del calcio è quello di giocare…fare l’allenatore richiede una serie di processi caratteriali e mentali che non sempre sono comuni nei giovani.
Ad un certo punto lei decide di diventare allenatore, perché questa scelta?
Perché la voglia di mettermi in discussione, di prendermi delle responsabilità, sono sempre state “cose” che mi hanno stimolato tanto…il tutto abbinato alla passione e all’amore che ho da sempre avuto per il calcio studiato.
Lei ha il patentino UEFA B, è stato difficile prenderlo?
Il patentino Uefa B è un’abilitazione che presuppone il possesso di alcuni requisiti per essere inserito in una graduatoria da cui poi, in base ai parametri tecnici si sfila la lista definitiva dei 40. Non so se sia stato semplice o meno, ma è stato un percorso che mi ha insegnato tanto.
Un aggettivo per descrivere se stesso?
Ambizioso L’ambizione è ciò che smuove il mio ". Non so dirti dove posso arrivare. Però so per certo che alzare continuamente l’asticella mi da una carica speciale.
Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore?
Oltre all’aspetto professionale, quindi prettamente tecnico-tattico, credo che la più grande capacità di un allenatore si quella di riuscire a relazionarsi in modo diverso ai propri giocatori, fermo restando che sono tutti uguali. Credo che un buon allenatore debba riuscire a guardare dentro i propri calciatori.
Alcuni allenatori ottengono brillanti risultati in una squadra, poi passano ad un’altra e non riescono a raggiungere nessun obiettivo? Quali possono essere i motivi?
I motivi posso essere molteplici. Il valore dei singoli della squadra ad esempio. Non dimentichiamo che sono sempre i giocatori ad andare in campo, quindi sono loro i veri protagonisti. E fanno, spesso, anche il bello e il cattivo tempo degli allenatori.
Squadra estera che le piacerebbe allenare?
Per qualsiasi allenatore al mondo credo che la Premiere League sia un sogno…farlo all’ Old Trafford poi…
Chi è secondo lei il migliore allenatore fra questi tre nomi: Josè Mourinho, Massimiliano Allegri e Josep Guardiola?
Mourinho è un allenatore impressionante per quello che riesce a tirare fuori dai calciatori, ma Guardiola è stato un grande innovatore, uno che ha rivoluzionato l’idea di calcio moderno con la continua occupazione di spazi facendo contestualmente continuo possesso di palla. Per me Pep è il migliore.
Tutti rincorrono la “fama, i soldi e la celebrità”, lei invece?
Io non rincorro nulla…ma il presupposto che anima la mia attività è l’ambizione, la fame…non voglio pormi limiti!
Grazie
a cura di Paolo Radi
04 10 2018
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