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mercoledì 19 settembre 2018

PAOLO RADI PRESENTA    





10 DOMANDE 

A  

      VITTORIO IMPROTA







Vittorio Improta è un giocatore di Castel Volturno, dall’età di 12 anni sino ai 18 ha fatto parte del settore giovanile del Parma, ha poi militato nella Reggiana e nel Benevento, l’anno scorso ha giocato nel campionato eccellenza con il Nola calcio. Noi gli abbiamo rivolto qualche domanda. 




Signor Vittorio Improta, la prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

 Penso dal primo momento che ho calcato il campo di gioco e cioè a circa 8/9 anni ritrovarmi sul quel rettangolo verde con amici e quel pallone rotondo, mi ha dato una gioia immensa. Prima di arrivare a giocare a calcio avevo provato anche altri sport, il Karatè ed il Nuoto... ma la testa si vedeva che puntava da un’altra parte.






Ad un certo punto lei viene accettato nel settore giovanile del Parma, com’è stato il distacco dalla sua città e come si è trovato a Parma?


 I primi tempi sono stati abbastanza duri, visto che il distacco dalla famiglia e amici è stato forte, specialmente quando hai 12 anni e vieni catapultato in un’altra realtà, città e modo di vivere diverso. Passato questo primo periodo dopo mi sono trovato benissimo, perché Parma all’epoca offriva tantissimo era una città tranquilla e fiorente.


Lei ha militato in diverse squadre di diverse città, a quale è rimasto più legato


Ogni squadra e città mi ha lasciato qualcosa di diversonel bene e nel male, ne metto tre sul podio, parto con Reggio Emilia forse perché era il periodo che diventai maggiorenne e vincemmo il titolo finale, poi l’altra è stata Ostuni in Puglia forse sarà stata la magia del Salento... e come prima metto Roseto degli Abruzzi... dove ho trovato persone eccezionali da compagni dirigenti e presidenti, oltre al paese stupendo è stato l’anno dove ho fatto meglio personalmente e pure l’anno dove mi sono sposato.









 Un aggettivo per descrivere se stesso? 
     

    Generoso, solare e riflessivo.


Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 


In primis è il divertimento, se manca quello manca tutto. Poi è normale ci sono qualità tecnico-tattico che ognuno di noi ha come bagaglio personale, in campo ci devi mettere tanta determinazione e grinta poi se ci metti quella escono fuori anche quelle balistiche.



Si parla sempre di “calcio malato”, a suo avviso esagerano i giornalisti, oppure effettivamente è così? 

Purtroppo quando ci sono di mezzo i soldi, ed in questo periodo ne girano molti nelle serie superiori, si guarda solo al business ai numeri ed agli introiti e la magia del calcio a volte viene messa in secondo piano, la corruzione è altissima e quindi i giornalisti per me un po' di ragione ce l’hanno.



Paese estero in cui le piacerebbe vivere? 

Sicuramente la Spagna come vivibilità e microclima è simile al nostro e mi piacerebbe viverci, ma ci sono i paesi del nord Europa tipo l’Inghilterra che mi attirano molto.






 Squadra estera in cui le sarebbe piaciuto giocare? 

     Il Campionato inglese mi è sempre piaciuto, fra le squadre cito queste:  Manchester, Chelsea o Arsenal.


  Pelé, Maradona o Ronaldo? 

     Maradona


 Ultima domanda: meglio 30 scudetti, oppure 1 scudetto e    una coppa dei campioni?


     Uno scudetto ed una coppa dei campioni.




Grazie   

a cura di Paolo Radi   





19 09 2018 
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