PAOLO RADI INTERVISTA…
11 Ottobre 2016
CONVERSAZIONE
CON STEFANO BIANCO
UNA PROMESSA…
E’ SEMPRE UNA PROMESSA…
Stefano Bianco è un
giovane attore di origine piemontese e francese.
Nel 2008 si è Diplomato presso il Liceo Teatro Nuovo di
Torino indirizzo Arte e Spettacolo, nel 2009 frequenta il Corso di dizione e
impostazione della voce con Giuliano Chiarello presso l’ Agenzia Speedy Art di
Roma, mentre nel 2011 frequenta Corso di
recitazione ed impostazione cinematografica presso la scuola Sergio Tofano di
Torino. Ha girato fiction, ha recitato in teatro e per il cinema. Nel 2013 il
cortometraggio “L'ombra dei guantoni” è stato presentato al:
66° Festival de Cannes, Short Film
Corner 2013 per la regia di Roberto Tomeo. Noi gli abbiamo
rivolto qualche domanda.
Sei un giovane attore apprezzato dal pubblico e dalla critica, ti
ricordi il primo giorno sul set…emozionato…o qualcos’altro?
Ciao Paolo e grazie per
l’intervista, il mio primo giorno di set
è stato svariati anni fa nella fiction
Nebbie e Delitti 3 in veste di ‘carabiniere’ e lo ricordo bene, anche se
soltanto da figurazione semplice per me è stata un’emozione grandissima, successivamente,
nella veste di un soldato, ho avuto modo di esser in scena con Manuela Arcuri
nella fiction ‘Il peccato e la vergogna’
e questo ha dato la motivazione per impegnarmi sempre di più ed arrivare
a lavorare su ruoli sempre più
importanti.
Film italiano preferito/film
straniero preferito?
Italiano
sicuramente ‘La promessa del sicario’,
scherzo, me ne piacciono molti ma direi
Il racconto dei racconti-Tale of Tales
mentre per il film straniero scelgo Scarface con il
grandissimo Al Pacino.
Un tuo cortometraggio “L'ombra dei
guantoni nel 2013 è stato presentato al 66° Festival de Cannes, Short Film Corner, ci
puoi raccontare questa bellissima esperienza?
Nel ruolo
dell’enigmatico giornalista mi sono
divertito parecchio, il personaggio dava la possibilità di mettere in scena un
mio lato un po’ surreale e ovviamente essere uno dei protagonisti di uno dei
pochi cortometraggi italiani che partecipavano al 66° Festival de Cannes, Short Film Corner,
non ha prezzo.
Veniamo al film La promessa del sicario, di Max Ferro,
fra gli interpreti il famoso attore George Hilton, immagino che questo film del
2014 ti abbia dato molte soddisfazioni, com’è stato accolto sul mercato estero?
La promessa del sicario, ci rimanda a quei film di genere degli anni ’70, è
così?
Molte soddisfazioni
personali, il regista Max Ferro, ai casting, ha colto in me lo sguardo freddo
del ‘sicario’ e ho avuto il ruolo del coprotagonista Fabrice oltre ad avere
contribuito successivamente alle idee per la sceneggiatura e aver avuto il
piacere di lavorare con una guest star dal carisma unico come George Hilton. Il
film sottotitolato in inglese e dallo
stile anni ’70, per chi non ha ancora avuto modo di guardarlo, è stato anche
inserito online e gratuitamente su youtube per renderlo visibile ovunque tra Italia ed estero.
Hai conosciuto tanti registi e
attori famosi, che cosa ti hanno trasmesso in particolare?
Si ho conosciuto tanti
attori e registi famosi, dovrei farne un elenco abbastanza lungo ma mi limito a
dire che, chi più chi meno, ognuno a suo modo anche solo con una o due parole
riesce a trasmettere la propria esperienza e a dar sempre un giusto consiglio.
Personalmente non mi sono mai tirato indietro dal fargli domande su come
imparare a recitare naturalmente e su come tirar fuori le emozioni al momento
opportuno.
La tua famiglia come vive la tua
carriera di attore?
Senza l’aiuto della mia
famiglia non sarei mai riuscito a portare avanti università e scuole di
recitazione, mi hanno sempre appoggiato e sostenuto in questo percorso.
A tuo avviso che cosa manca al
cinema italiano per ritrovare quella vena creativa che lo aveva reso famoso nel
mondo negli anni cinquanta e sessanta?
Io sono dell’idea che
bisogna lasciare spazio al nuovo che avanza e lasciare spazio soprattutto a
volti nuovi in questo settore e soprattutto, ad opere indipendenti di registi
sconosciuti.
Il cinema italiano sembra vivere solo sotto il
periodo natalizio, non lo trovi mortificante per uno che vorrebbe proporre
delle opere più sofisticate?
Sono dell’idea che
ormai gli argomenti si siano un po’ esauriti e non si sa più di cosa parlare o
che sceneggiature scrivere, mentre all’ epoca era tutta una novità, dal
dopoguerra in poi si ha avuto modo di creare film spettacolari, un film
significativo degli anni ’50 per me è ‘Miracolo a Milano’.
Hai mai pensato di diventare
regista? E se ci hai pensato che tipo di film vorresti girare?
Si e colgo l’occasione per dirti che con il mio
collega Alessandro Sena, che
saluto, sto scrivendo una sceneggiatura
dal genere brillante comico. Come
regista alternerei film horror a film comici, ma non i soliti film demenziali,
punterei più su uno stile dall’ironia all’ inglese.
Ho saputo che hai girato due
film in Francia, che cosa ci puoi dire a tal proposito?
Si, un film che varia
sui generi action/horror/splatter che dovrà uscire nei circuiti dei festival
della Costa Azzurra, nel ruolo del pazzo Mattéo (recitato tutto in francese) e
ho preso parte ad una serie tv nazionale
sempre francese dal titolo Alex Hugo - Les amants du levant nelle vesti
di un ‘poliziotto’.
Sono molto legato alla
Francia, sto portando avanti altri progetti cinematografici che dovrebbero
svilupparsi entro il prossimo anno.
Grazie per l’intervista.