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martedì 19 dicembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

DANIELE 

GIORDANO



     


 

 

 

Daniele Giordano è un giocatore di calcio di Napoli e così ci si presenta. 

 

 

Mi chiamo Daniele Giordano e sono nato a Napoli il 4 marzo 1991.

 

Iniziato a dare i miei primi calci nelle scuole calcio del quartiere, poi per strada dalla mattina alla sera come un vero "scugnizzo napoletano".

 

All'età di 12 anni il Lecce acquistò il mio cartellino dalla Damiano Promotion (scuola calcio di Napoli), all’epoca come Ds c'era Pantaleo Corvino attualmente a Lecce.

Dai miei 12 fino ai 17 anni sono stato a Lecce e vivevo  in un albergo insieme a tanti altri ragazzi  -che come furono acquistati dal Lecce  - e provenienti dal altre città, come tutor avevamo un prete Don Damiano Madaro, una  persona fondamentale per la mia crescita.

A Lecce in 5 anni partecipo a varie competizioni: giovanissimi e allievi nazionale, poi in primavera. Gia dopo un anno ero aggregato in prima squadra e mi sono allenato  con i vari Sicignano, Rosati Vucinic, Vives e tanti altri.

Poi ho militato nelle varie Nazionali, dall'under 15 all'under 19, e ho avuto modo di partecipare  alle varie competizioni europee e varie tournée.

Avevamo uno squadrone: Destro Borini, Macheda Zazza Santon Caldarola, D'Alessandro, Bertolacci, Soriano, Sansone, Sala, Faraoni (attualmente giocano o hanno giocato in serie A).

 

 

Poi all'età di 17 anni vengo acquistato dal Celtic Glasgow Il primo anno mi allenavo in prima squadra con il mio idolo Artur Boruc e giocavo con le riserve poi dal secondo anno fisso terzo portiere in prima squadra e per due anni sono stato in lista Champion, vincemmo il campionato due 2 anni di fila.

Hanno militato in questa squadra giocatori come: Samaras, Nakamura, Brown, Donati Boruc, ljumberg, Robbie Kean e tanti altri.

 

 

Dp 3 anni scelgo di tornare in italia.

 

Approdo a Perugia in c2 avevo 20 anni quell'anno vincemmo tutto coppa e campionato l'anno successivo perdemmo la semifinale x la serie B.

Poi esperienza in C con Melfi ischia Matera in D con Taranto Gragnano e Sorrento. Poi x 2 anni mi sn fermato xche iniziavo a capire che qst purtroppo nn il calcio che ho sempre sognato da bambino ma la passione e troppo forte e dp 2 anni mi rimetto in gioco in eccellenza con il Napoli United cone allenatore ho avuto Diego Armando Maradona junior che stimo molto come allenatore e persona siamo molto amici in eccellenza fino a fine stagione scorsa.

 

Attualmente sono a casa a godermi mia moglie con i miei 3 figli ho ricevuto tantissime chiamate qst estate in realtà anche fine a settimana scorsa solo che aspetto la chiamata giusta mettiamola così Nel mentre lavoro come consulente commerciale nella palestra imperial di Napoli".

 

 



La prima domanda che le voglio è questa, come si riesce a diventare un giocatore del suo livello lei (ha alle spalle una bellissima carriera con una grandissima esperienza)?

 

Innanzitutto lo devi volere realmente con tutto te stesso e fare tutto con tanta passione ed entusiasmo, metterci tanto impegno e sacrificio, sempre!

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

In realtà da piccolo oltre al calcio ho fatto tanti altri sport (pallamano, rugby, canottaggio, pallavolo e karate), ma duravano poco. Il calcio invece era ed è sempre stato nei sogni  delle mie giornate e della mia vita, quindi sin da piccolo ho sempre saputo che il calcio era e sarebbe stata la mia passione.

 

Lei nella sua presentazione ha scritto che giocava per strada come un “vero scugnizzo napoletano, oggi diversi giocatori mi hanno detto che questi “scugnizzi napoletani “che giocano per strada non ci sono più, forse perché attratti da altri di divertimenti, secondo lei è così?

 

Quando ero piccolo bastava un pallone (super santos) per stare insieme a tanti altri per giornate intere, iniziavamo quelle mega partite che finivano esattamente la sera quando le nostre mamme ci chiamavano per rientrare a casa perla cena. Adesso tutto qst non si vede più, i giovani di oggi vivono di selfie, Instagram e Tik Tok (indubbiamente si tratta di una generazione totalmente diversa).

 

È la domanda che faccio sempre: suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori hanno sempre cercato di accontentarmi, dato che vedevano che il calcio per me era vita.

 

A 12 anni lei viene acquistato dal Lecce, e ci rimane per 5 anni, era ancora un ragazzino, non le mancavano i genitori, i fratelli, gli amici, non sentiva la mancanza di casa?

 

Inizialmente ero un po' malinconico poi subito mi sono ambientato. Lecce è un posto stupendo ho conosciuto tante belle persone infatti in mio migliore amico è proprio di Lecce.

 

Una figura fondamentale per la sua crescita è stato Don Damiano Madaro, che è stato il suo tutor. Quali insegnamenti ha ricevuto?

 

Don Damiano in quegli anni è stato un "padre" per tutti noi.

Ci ha insegnato tanto, sai dai 12 ai 17 anni sono importanti per la formazione di un adolescente, e se oggi giorno ho dei valori tanto di merito è anche suo.

 






E arriviamo al grande salto, lei viene preso dal blasonato Celtic Glasgow, non è necessario spiegare l’importanza di questo club, quando ha saputo che si sarebbe dovuto trasferire nella magica Scozia, cos’ha provato 

I suoi genitori come presero il fatto che lei si sarebbe dovuto trasferire così lontano da casa?

 

Quell'anno avevo due scelte restare a Lecce visto che mi offrivano 3 anni di contratto, oppure andare al Celtic, il contratto era sempre di 3 anni. Scelsi fortemente la squadra scozzese, avevo tanta voglia di provare questa nuova esperienza, i miei genitori, come ti dicevo, volevano vedermi felice e quindi mi lasciarono libero di seguire il mio sogno, che era appunto quello di fare un’esperienza all’estero.

 

Veniva lei a Napoli o qualche volta riuscivano anche loro ad andare in Scozia?

 

Il primo anno tornavo a Napoli per le feste, inoltre  la società mi diede un permesso per i miei 18, anni poi dal secondo anno ci tornavo poco, ma per mia scelta, questo perché lì ci stavo veramente molto bene, per concludere  i miei genitori qualche volta venivano a trovarmi.

 

Ci vorrebbero altre dieci interviste per raccontare la sua avventura in Scozia, la domanda è questa che cosa le ha dato la Scozia, per farla breve che tipo di esperienza è stata?

 

Fantastica!  Sotto il punto di vista calcistico mi sono confrontato con dei calciatori che fino a qualche anno prima li avevo visti sono dalla tv; in più ho avuto la fortuna di allenarmi con il mio idolo Artur Boruc, ho imparato tanto da lui, non solo ho imparato pure l’inglese.

È un'esperienza che attualmente consiglierei a tutti di farla mi auguro che un giorno i miei figli avranno questa opportunità. 

 

 

Dopo tre anni lei torna in Italia giocando in diversi club importanti, a quale squadra è rimasto più legato?

 

In realtà ho tanti bei ricordi in quasi tutte le squadre dove ho militato, dovessi sceglierne una,  scelgo il Perugia, furono due anni stupendi, con la vittoria del campionato e la Supercoppa di serie C concludendo del Perugia, mi è rimasto un bel ricordo.

 

Anche questa domanda è d’obbligo, come mai ha scelto il ruolo del portiere

 

Da piccolo facevo l’attaccante, ricordo un giorno - avevo 7 anni massimo 8 ero alla Scuola calcio della parrocchia del quartiere- pioveva a dirotto, e il campo di terra battuta pieno di pozzanghere, quel giorno stavamo per allenarci e mancava l'altro portiere per la partita, così decisi di andarci io, e caspita nessuno riusciva a segnare, da quel momento l'allenatore non mi tolse più della porta. PS l’altro portiere era mio fratello (ride).










Diversi portieri che ho intervistato mi hanno riferito: “il portiere gioca da solo”, è così?

 

Assolutissimamente si! Oggi però il ruolo del portiere è cambiato tantissimo. Però posso dirti che noi siamo diversi sotto ogni punto di vista. Il portiere non è un ruolo: il portiere è uno stile di vita

 

A luglio ho avuto modo di intervistare suo fratello, in cosa siete simili e in cosa siete diversi, quando ero in Scozia le mancava?

 

Sicuramente sì, mi mancava quando ero in Scozia, all’epoca   ci fu pure un’opportunità di farlo firmare con una squadra di serie scozzese, ma non volle lasciare l'Italia. 

Siamo due persone molto tranquille fuori dal campo e in campo ragioniamo da portieri. 

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio? Dicono che sono bravo con i piedi. Un mio difetto? Ne avrò tanti, ma come tutti i portieri. Chi non ne ha? 

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

Non cambierei assolutamente nulla della mia vita e della mia carriera 

Tutto quello che ho fatto giusto o sbagliato  che sia mi ha aiutato a crescere e a  rialzarmi ogni volta che sono caduto,  ad oggi sono soddisfatto della persona che sono. 

 

Lei è nato Napoli, tra le più belle città italiane e del mondo che cosa rappresenta per lei questa città e quei vicoli dove lei giocava?

 

Napoli devi viverla per sentirla tua. Posso dirti che ho trascorso più anni della mia vita in altre città essendo che ho girato tanto con il calcio. 

Adesso mi vivo Napoli con la mia famiglia, mia moglie ed i miei fogli e fidati che non ci sono parole per descriverla. 

 

Lei è su Wikipedia inglese, che effetto le fa? Quando si è menzionati su questa enciclopedia vuol dire che si è importanti, che la sua bravura è riconosciuta, soddisfatto di essere menzionato?

 

Sì, è vero, in effetti sono soddisfazioni e fa sempre piacere quando una persona viene riconosciuta per quello che fa o ha fatto.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista? 

 

inevitabilmente a mia moglie Roberta e ai miei 3 figli: Fabiana Arelis e Gabriele che sono i trofei più importanti della mia vita.

 

 

 

 

 

Io la ringrazio, auguro buon natale a lei e a  tutta la sua famiglia, parenti e amici.

 

 

 

 

 19   12   2023

 

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