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lunedì 14 agosto 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

SALVATORE 

MIGLIACCIO

 





     

 

Salvatore Migliaccio è un allenatore di Napoli e così ci si presenta:

 

“Come dicevo da piccolo sono stato sempre amante del calcio e come tutti i ragazzini muovi sempre i tuoi passi in qualche società del tuo quartiere continuando poi a livello amatoriale, ma non ero abbastanza bravo, e se non sono arrivato in alto non posso certo dar colpa alla sfortuna.

Ho iniziato il percorso di istruttore in una scuola calcio vicino al mio quartiere ben 11 anni fa, si è trattato di percorso ricco di tante cose belle e meno belle, però ti aiutano tanto sia nella crescita personale e sia nell’avere idee chiare per quel che riguarda che tipo di istruttore/allenatore vuoi essere.  Ho avuto anche la fortuna di qualificarmi e ho partecipato a diversi corsi di metodologia di allenamento, ovviamente l'aggiornamento e la curiosità sono molto importanti per la crescita inoltre ho  il patentino UEFA B.

 

 

 





Come prima domanda le voglio fare questa, come si è chiusa la passata stagione calcistica, soddisfatto di quanto lei ha dato alla squadra?

 

Esperienza importante molto formativa e stimolante visto che era  la mia  prima esperienza con i grandi, di conseguenza come allenatore in 2°, sono stato di supporto a tutti, senza risparmiarmi. Sono felice di averla fatta.



 


 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Da piccolo come tutti i bambini nel quartiere dove vivi, giocando in piazzetta, il cosiddetto “calcio di strada”, eravamo un gruppo di bambini con un super santos e tanta spensieratezza. Si è trattata di una fase della mia vita che definirei stupenda e indimenticabile.

 

Diversi calciatori mi hanno detto che, se non sono riusciti ad arrivare in alto la colpa è stata del procuratore che li ha consigliati male oppure degli infortuni che hanno avuto, lei cosa pensa di questa affermazione? 

 

Io non credo a tante spiegazioni, credo invece che se un individuo non abbia avuto una carriera calcistica è solo perché non era abbastanza bravo o non aveva quelle capacità fisiche che solo madre natura ti dà. 

 

Tante persone dicono sono solite dire: “non ho avuto la testa  sulle spalle”, “ho avuto un infortunio”, oppure “ho litigato con il direttore/ procuratore di turno” Io credo che invece che tu non fossi bravo abbastanza;  almeno io lo non ero… bravo abbastanza.

 



 





Lei è delegato regionale per l’A.I.A.C. (associazione allenatori), un ruolo importante, per chi non conosce questo ruolo, brevemente potrebbe spiegare di che cosa si occupa?

 

Sono delegato all'assemblea regionale dell’Aiac e sono di supporto sempre al presidente regionale Nino Scarfato, spero sempre che l’associazione allenatori sia sempre più presente anche sulla formazione e condivisione tra allenatori.

 

Lei ha una grande esperienza, ha svolto diversi corsi, una domanda è obbligatoria: qual è la caratteristica principale che deve avere un allenatore?

 

Secondo me un allenatore debba avere la capacità di trasmettere. Poi devi essere competente e devo saper gestire il gruppo, ma se conosci gli argomenti e non sei bravo a trasmettere poi diventa difficile

 

Allenatore dei ragazzini è molto diverso dall’allenare degli adulti, qual è la differenza principale?

 

Gli obiettivi, diciamo che si tratta di obiettivi diversi, io credo che l'allenatore del settore giovanile sia solo esclusivamente per la crescita dei ragazzi: mentale, fisica, tecnico e quella inerente alla tattica individuale. Per i giocatori più grandi è  tutto diverso come metodologia e come gestione.

 




 


Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

 Il calcio ti dà solo, ed sempre un’emozione diversa per ogni partita   che viene disputata.

 

     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

    Prima di una partita c'è sempre adrenalina, quello che devi dire ai calciatori è che alla   base c'è il lavoro settimanale, poiché in settimana si prepara la partita poi prima della partita si cerca sempre di motivarli e sintetizzando un po' il da farsi, infine c’è la cosa più difficile che riguarda la lettura della gara e le contromosse e quelli sono i consigli, o le direttive più importanti.

 






Un suo pregio e suo difetto, dal punto di vista calcistico, è ovvio?

 

Un mio pregio ed anche un difetto è che divento il 1° tifoso della squadra di che alleno, poi non so se sono bravo, ma il mio lavoro  mi piace tanto.

 

Lei è di Napoli, che cosa rappresenta per lei questa città?

 

Napoli è la vita, sono tifoso del Napoli e di Napoli. È la città più bella del mondo nel bene e nel male.

 




 


Che valore assegna alla famiglia e agli amici?

 

Gli amici sono i fratelli che ti scegli e in questo mondo sempre più privo di valori sono molto importanti. La mia famiglia è tutto, unico porto sicuro garantito.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa la dedico a tutti gli addetti ai lavori specialmente a tutti i miei amici. Tra poco inizia una nuova annata spero tanto che sia ricca di lavoro, competenza e soddisfazioni per tutti.




 


 

 

 Grazie 



14  08   2023

 

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