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martedì 17 ottobre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

GIUSEPPE

COZZOLINO 

 

 


     

 

 

         Giuseppe Cozzolino San Gennaro Vesuviano 1985 di è un giocatore di calcio che ha calcato palcoscenici tra i più importanti, ora milita come attaccante nel Sant’Anastasia. 

 

         Questa la sua carriera: Giulianova (C1), Lecce (A), Chievo Verona (A), Lecce (B), Cremonese (C1), Chateauroux (Ligue 2), Como (C1), Andria bat (C1), Propatria (C2), Spal (C2), Spal (C2), altre squadre dove ha militato: Rovigo Porto Tolle, Alovicentino, Castelvetro, Mutina Modena, Axis Zola, Calsteldbando Masi, AQS, Nola, Palmese, Saviano, Sant’Anastasia. Mondiale under 20, Convocazione qualificazione europeo under 21. 470 sono le presenze, 181 sono i goal

 


 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023 al Sant Anastasia, si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Lo scorso anno nonostante sono io sia andato via   a dicembre, al Sant’Anastasia avevo comunque fatto abbastanza bene: 7 reti; comunque si può sempre fare di più, poi mi sono trasferito andato alla Marchesa dove ho vinto il campionato, quindi una stagione positiva secondo me.

 


In questo momento dove gioca?

 

Quest’anno gioco al Salviano, sono tornato dopo 2 anni con vero piacere perché è una piazza importante e storica, la società è fatta di persone serie e appassionate che con enormi sforzi e sacrifici stanno portando avanti un progetto importante, tutto questo insieme al mister Luigi Di Martino allenatore molto preparato che per idee e carisma ne sentiremo sicuramente parlare.  Cercano di riportare l’entusiasmo in una piazza prestigiosa, anche perché i nostri tifosi se lo meritano per il sostegno in casa e soprattutto fuori.  Sono eccezionali, io nel mio piccolo spero di poter contribuire a riportare il Saviano dove merita

 


Ho intervistato suo fratello, mi sembra giusto fare questa domanda: in che cosa vi assomigliate e in che cosa siete diversi?

 

Con mio fratello calcisticamente non ci sono molte somiglianze, lui è un toro come si usa dire, può ricoprire molti ruoli difensivi e offensivi, la cosa che ci accomuna è sicuramente la passione e la serietà ,mio fratello con un pizzico di fortuna in più avrebbe potuto fare molto di più per le qualità che possiede:  tecniche, fisiche e umane; devo pur dire che  le sue soddisfazioni le ha avute anche fuori dalla Campania.




 





Lei come tutti sanno ha raggiunto traguardi importanti, pochi sono quelli che ci riescono, mi dica la passione per il calcio quando è nata?

 

Ho sempre avuto la passione per il calcio, penso che certe cose le sentì dentro nessuno può costringerti, era il mio sogno, lo è sempre stato.

 


I suoi genitori all’inizio hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori hanno sempre assecondato questa mia passione, anzi con enormi sacrifici hanno sempre cercato di mettermi nelle condizioni di provare a realizzarlo, soprattutto mio padre che ha giocato tanti anni e anche ad ottimi livelli (è stato un grande calciatore, conosciuto in tutta la Campania).

 


In che modo è riuscito ad andare a giocare al Giulianova Calcio?

 

A Giulianova ci sono arrivato tramite un provino che a dire il vero non andò benissimo, però un mio allenatore scomparso troppo presto (Simeone Pasquale) credeva così tanto in me che convinse il Giulianova a prendermi, e ha avuto ragione lui; all’epoca giocavo nel Picentia di Pietro Davide.



Non sarà stato facile lasciare la famiglia e gli amici, tutto ciò le è pesato oppure ha pensato che quell’opportunità di fare il salto di qualità forse non si sarebbe più ripresentata?

 

No, non è stato per nulla facile, prova ad immaginare a 14 anni partire e lasciare tutto (famiglia, amici, scuola, casa), ribadisco: non è stato affatto facile.  Molti si arrendono, ma il mio sogno è la mia passione erano troppo grandi per mollare.

 

 

Dopo il Giulianova lei viene acquistato dal Lecce che giocava in serie A, che cos’ha provato in quel momento?

 

Andare a Lecce è stato come realizzare un sogno, trovarsi da un giorno all’altro nello spogliatoio con calciatori che la sera prima guardavi in tv, non è cosa che capita tutti i giorni.  vieni catapultato in un’altra realtà, ci vuole un po’ per realizzare e mettere a fuoco la situazione.








Successivamente milita in A nel Chievo Verona, come si è trovato in questo club?

 

Chievo era considerata giustamente una piazza tra le più importanti, si giocava la Champions tramite i preliminari, è stato un ulteriore salto di qualità nella mia carriera, un’esperienza importante

 


Ci dica la verità, che cosa si prova a essere un giocatore di serie A?

 

Che mi ha portato a giocare titolare contro il Milan di Ronaldo (il fenomeno) e altre sono state le soddisfazioni.

 








Successivamente lei ha giocato in tante squadre, se dovesse scegliere qual è il club in cui lei si è trovato meglio?

 

Diciamo che ogni esperienza ti lascia qualcosa di importante, da ricordare, sicuramente il Lecce con cui ho esordito segnato il mio primo goal in serie A, ma penso che il Como sia stata per me un’esperienza indimenticabile, entrando nella storia del club.



Qual è il segreto per essere un giocatore del suo livello?

 

Non penso ci siano segreti , bisogna innanzitutto avere talento (che può essere fisico, mentale o tecnico) ma solo il talento non basta, perché questo va alimentato e allenato con l’impegno e i sacrifici, ma soprattutto serve la costanza quotidiana, questo vale in tutte le categorie,  ma forse in questo  un po’ di più per la qualità della concorrenza.

 






Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

La serenità quando non si gioca non si può e non si deve avere, perché la passione e la voglia di giocare devono essere la benzina per fare sempre meglio ogni giorno, ma c’è un allenatore pagato per fare delle scelte e anche se non si condividono bisogna rispettarle (anche se ho avuto i miei momenti di discussione, anche accessi  ma anche questo fa parte del gioco.

 


Quando si arriva a giocare ad alti livelli immagino tutti cercano di diventare amici forse per chiedere qualche favore, a lei è successo?

 

È successo a me, come ad altri, e succederà sempre, il successo la fama, i soldi ti fanno sembrare più bello, simpatico, socievole, e queste caratteristiche fanno si che le persone si avvicinino a te.

 








Fra i tanti giocatori che lei ha conosciuto qual è quello che ritiene sia stato il più forte?

 

Ho avuto la fortuna è un po’ di bravura di giocare con grandi calciatori, potrei elencarne tanti mi limito a qualcuno: Ledesma, Vucinic, Pellissier, Italiano Colici, Zauli, potrei continuare, ma sono solo alcuni nomi per far capire la qualità.

 

 

Mi piacerebbe farle altre domande, spero di fargliele in una prossima intervista, magari a fine campionato, per concludere, a chi vorrebbe dedicare quest’intervista?

 

Dedico questa intervista sicuramente alla mia famiglia mia mamma e soprattutto a papà il nostro primo tifoso, a Rosalia e a Rebecca (nostra figlia) e permettimi di aggiungere i miei nonni che purtroppo non ci sono più.

 




Grazie mille

 

 

 

 

 17 10   2023

 

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