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martedì 26 aprile 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GERARDO DI GILIO

 



 


 


      

 

Gerardo (Gerry) Di Gilio, salernitano di anni 20, diplomato presso l’Istituto Tecnico Basilio Focaccia di Salerno è un giovane calciatore e così ci si presenta: 

 

“Il mio percorso calcistico è iniziato nella scuola calcio Millenium dell'ex calciatore della Cavese Luciano Carafa e li sono stato per oltre 10 anni, tre anni fa ho avuto la fortuna di entrare a far parte della Cavese e di confrontarmi in campionati nazionali per poi essere aggregato in prima squadra. Quest'anno dopo aver militato nella prima parte di stagione a Cava sono passato in prestito all'Ercolanese dove ho ritrovato il mister Perrella - era già stato il mio allenatore e avevo condiviso la gioia di vincere un campionato Primavera a Cava - Ad Ercolano è stata una stagione positiva dove ci siamo tolti molte soddisfazioni, anche se rimane una stagione dove posso avere dei rimpianti sia a livello personale che di squadra”

 




 

 


 





Una domanda che ho fatto a molti è la seguente: il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo periodo di pausa durato circa un anno e mezzo? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Sicuramente il covid ha stravolto le nostre vite, penso sia stato un periodo difficile per tutti, diciamo che per fortuna io abito in una casa con molto spazio fuori e quindi mi sono potuto sempre allenare, però a livello calcistico il covid ha sicuramente danneggiato un pò tutti i ragazzi della mia età.

 



Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

La mia passione per il calcio mi è stata tramandata da mio padre che già dall'età di tre anni mi portava sul campo per guardare le partite della sua squadra amatoriale.

 


 Lei si è diplomato, com’è riuscito a coniugare lo studio con lo sport? 

 

Non è stato facile coniugare lo studio con lo sport, ma la mia famiglia mi ha insegnato che le due cose andavano di pari passo e che quindi bisognava fare tanti sacrifici affinché io potessi inseguire il mio sogno.

 








Ha intenzione di continuare nello studio, in caso quale facoltà le piacerebbe fare? 

 

Sì, vorrei continuare con lo studio prendendo una facoltà inerente al mondo del calcio e che mi faccia crescere sia culturalmente che calcisticamente.


 


Da come sappiamo la Cavese è stata fondamentale per la sua crescita sportiva, ci può dire il perché?

 

La Cavese è stata importante per la mia crescita sportiva sia in ottica primavera che poi prima squadra. Ho avuto la possibilità di far parte del ritiro sia quando militava in serie C sia serie D, purtroppo o per demeriti miei o per scelte diverse della società non mi è stata data la possibilità di esordire e questo è un rimpianto che ho .

 


La stagione all’Ercolanese è stata positiva, però perché avrebbe dei rimpianti, sia a livello di club sia personali?

 

È stata sicuramente una stagione positiva perché ci siamo salvati in modo agevole dopo un inizio complicato, ho dei rimpianti sia a livello di club perché ad un certo punto potevamo puntare più in alto per fare in modo di arrivare ai play off, sia a livello personale perché potevo fare qualche gol in più.




Lei gioca nel ruolo di? 

 

Centrocampista sia da interno che da mediano.

 


Si ricorda il suo goal più bello?

 

ll mio gol più bello che ricordo con molto affetto risale ai tempi del campionato regionale con la "Millenium”. Il mister decide di inserirmi come prima punta perché eravamo in emergenza, ad un certo punto   mi arrivò un pallone di spalle alla porta fuori area mi girai sul sinistro e feci un tiro a giro sotto l'incrocio in modo tale da far finire la palla finire in rete.  Ci tengo a precisare che forse è stato il mio primo ed ultimo gol da prima punta.

 








Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Il mio pregio più grande a livello calcistico credo sia l' ”intelligenza calcistica” perché riesco a capire prima lo svolgimento delle azioni . Il difetto invece è che qualche volta mi capita di eccedere con la palla.

 


Alcuni esperti di questo sport dicono che conta molto la determinazione (un allenamento costante), altri che si nasce campioni. Secondo lei con molto allentamento, facendo degli enormi sacrifici, dando tutto se stessi per il calcio, è possibile diventare bravi giocatori?

 

Secondo me con l'allenamento puoi migliorare degli aspetti sia fisici e  poi calcistici, ma penso che alla basa bisogna avere del "talento" naturale.


 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Si, per me sia la famiglia che gli amici sono essenziali, la famiglia è il perno fondamentale per una base solida alle spalle e i veri amici sono importanti nel percorso di crescita.

 


Su di lei ho parlando con qualche addetto del settore ho sentito giudizi molto positivi, ma veramente molto. Che cosa si sente dire a coloro che la stimano, quale sorpresa vorrà riservargli per il futuro?

 

Mi sento di ringraziare tutti coloro che hanno speso una buona parola per me e mi auguro di non deludere le mie e le loro aspettative.

 

 

 

 

 

 

26  aprile  2022

 

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