SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
ANTONIO
TARTARONE
Antonio Tartarone è un giocatore di Giugliano in Campania (Napoli), ha 17 anni e così si presenta: “
“Incomincio dicendo che iniziai a giocare all’età di 5 anni in una scuola calcio vicino casa che poi fallì e da quel momento in poi cambiai svariate scuole calcio, a 13 anni decisi di iscrivermi in una scuola calcio che si chiama “Fro Calcio”. Ho sempre giocato difensore centrale ma quell’ anno il mister non credeva in me quindi decise di farmi giocare fuori ruolo come terzino sinistro a piede invertito, quell’anno do tutto me stesso allenandomi con costanza, dedizione e fame di vittorie.
A fine anno ebbi la possibilità di andare nella Turris, ma la rifiutai sotto consiglio di papà perché per lui non ero ancora pronto.
Cambiai nuovamente scuola calcio andando nel Real Casarea, una scuola calcio in provincia di Napoli, lì giocai nel mio ruolo tranne in una amichevole a Bari dove entrai dalla panchina come mediano, giocai comunque un’ottima partita. Dopo qualche mese il presidente chiama mio padre dandogli la notizia che il Bari voleva tesserarmi per la stagione 23/24, così dopo una lunga attesa il 26 luglio 2023 firmai con il Bari.
Quell’ anno giocai poco, ma nonostante ciò continuai ad allenarmi, quell’esperienza mi aiutò comunque sia sotto l’aspetto umano che calcistico. Dopo quella stagione passai alla Casertana dov’è giocai praticamente tutte le partite e finendo la stagione a metà classifica, posso dire che si trattò una buona stagione. Poi una volta svincolato decisi di andare a fare un provino di 3 giorni per il Cittadella, il risultato fu positivo, peccato che non se ne fece più nulla. Sotto consiglio di un procuratore decisi di cercare un campionato di Promozione per crescere e fare esperienza. Ho modo di conoscere Stefano Carta che mi vede giocare in un raduno di ragazzi, a settembre firmo per il Casapesenna e inizio il campionato con loro.
La prima domanda che le voglio fare è la seguente: lei quest’anno gioca nel Casapesenna, come si trova in questo club? Soddisfatto della scelta?
Sì, assolutamente mi sono ambientato bene sia con lo staff e sia con i miei compagni fin da subito.
Ho avuto modo di intervistare Stefano Carta, una persona squisita e competente, anche lei appena ebbe modo di conoscerla ha avuto questa sensazione?
Il direttore Stefano Carta si è sempre dimostrato interessato a me e super disponibile nei miei confronti e di questo gli sono grato.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
La passione per il calcio è una cosa che mi accompagna da bambino, trasmessa da mio padre e ancor prima da mio nonno, giocatore pure lui.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Mia mamma e mio padre sono sempre stati contenti che avessi un sogno e che lo inseguissi, anche loro insieme a me hanno fatto molti sacrifici e mi hanno sempre insegnato ad impegnarmi su ogni cosa che avessi deciso di fare, sia sullo studio che sul calcio.
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Il gruppo a cui mi sento più legato è quello dell’U14 alla Fro Calcio un gruppo unito, compatto e con un unico obbiettivo che era quello di vincere. Con alcuni dei miei ex compagni ci manteniamo ancora in contatto.
Lei ha giocato nel Bari, che tipo di esperienza è stata e che cosa ha imparato, da questa esperienza?
L’esperienza con il Bari è stata fondamentale, perché si è trattata del primo incontro con il calcio professionistico giovanile e anche la prima volta lontano da casa. Inevitabilmente mi ha fatto maturare sia dal punto di vista calcistico che umano.
Lei gioca nel ruolo di?
Il mio ruolo primario è il difensore centrale, ma posso giocare anche terzino.
Si ricorda il suo goal più bello?
Giocando in difesa non ho realizzato molti gol ma ne ricordo uno particolarmente perché lo segnai da calcio di punizione
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
No, con i mister ho sempre cercato di imparare qualunque cosa mi venisse detta perché sono sempre stato del pensiero che loro ne sapessero più di me.
Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Con i miei compagni ho sempre cercato di stringere un rapporto di quasi fratellanza affinché prevalesse il rispetto reciproco, infatti mi piace dialogare ascoltando e dando indicazioni senza cercare di prevalere e sembrare presuntuoso.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)
Un mio pregio credo sia l’anticipo, un’arma che ho sempre saputo usare, invece un difetto sicuramente la cattiveria agonistica è un qualcosa cosa che non si impara quando ci si allena, ma può essere tirata fuori e so che dovrò farlo per entrare nel calcio che conta.
Lei è giovanissimo, ma de domani dovesse ricevere una proposta da club non italiano, se la sentirebbe di partire per questa nuova avventura?
Sì, assolutamente, sono sempre stato pronto mentalmente ad avventurarmi in un’esperienza all’estero ed è sempre stato un mio sogno perché so come lavorano e mi è sempre piaciuto il metodo che hanno con i giovani
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
La risposta potrebbe essere banale ma il giocatore che ho sempre ammirato è Cristiano Ronaldo, per me rappresenta la figura del atleta perfetto che ha avuto la fame e la voglia di arrivare sul tetto del mondo riuscendoci più volte e sacrificando se stesso per arrivare a quell’obiettivo.
Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?
La famiglia per me è la cosa più importante perché ho avuto la fortuna di avere sempre un punto di riferimento, inoltre mi hanno aiutato nelle scelte prese sostenendomi, per quanto riguarda gli amici ne ho pochi di cui mi fido veramente, siamo cresciuti insieme quindi siamo fratelli e mi hanno sempre sostenuto mi sostengono nel mio sogno.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Riuscire ad andare a giocare all’estero più specificatamente in Spagna, Inghilterra o Germania.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Quest’intervista voglio dedicarla a mio nonno paterno che non c’è più a cui ho fatto la promessa di realizzare il mio sogno, con il suo aiuto dall’alto e con i miei sacrifici ce la metterò tutta per riuscirci.
Grazie
13 10 2025
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