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martedì 12 novembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 



 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FRANCESCO

D’ANDREA 

 

 

 

Francesco D’Andrea, classe 1994, è un giocatore   di calcio e così si presenta ai lettori:

 

 

“Ho iniziato per strada perché ai tempi nostri non era così importante come invece accade oggi, sinceramente pensavamo altro: lavorare per andare avanti, all’epoca non era facile condurre una vita dignitosa.

 

 Comunque ho iniziato Scuola calcio Brothers che si trova ad oggi ancora a Chiaiano vicino casa mi, infatti io sono di Marianella. Successivamente crescendo all’età di 21 anni ho iniziato a giocare con il club F.C. Parete- Caserta - (3 categoria per 3 anni) poi sono andato a militare giocare con il Borbonia Felix Mugnano 2019 dove abbiamo iniziato in terza categoria vincendo così il campionato

 

Adesso gioco ancora con loro, questo perché oltre al calcio esiste anche un rapporto straordinario con il presidente e il resto della squadra, vorrei anche precisare che siamo un gruppo eccezionale e molto unito sotto tutti i punti di vista.

 

 Vorrei puntualizzare che ho avuto proposte per andare in alcune squadre più blasonate, ma sinceramente è stata una scelta di cuore rimanere in questo club, anche se, preciso di nuovo ho avuto  altre richiesta per firmare con dei club  di categoria superiore”.

 

 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando questa stagione, è contento delle sue prestazioni? 

 

Questa stagione sta andando abbastanza bene non ci possiamo lamentare. Ma la strada è ancora lunga e dunque:  piedi per terra e lavorare.

 





Oggi possiamo dirlo il calcio “di strada” è scomparso, come mai secondo lei?

 

Prima la vita era molto molto più difficile per poter permettersi di frequentare una scuola calcio.  Purtroppo è cambiata tutta la generazione, è cambiato proprio proprio il modo di vivere. Però se mi fai una domanda e mi dici preferiresti giocare in strada tra le palazzine o andare ad una scuola calcio, io sceglierei sempre il calcio di strada, perché è molto formativo, si matura in fretta, si capiscono diversi aspetti della vita, ci tengo a ribadire che per me il calcio è passione, ma anche tanto sacrificio.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è sempre stato una mia grande passione sin da bambino. Difficile trovare qualcuno che non sia appassionato di calcio, secondo me al 98%siamo lo siamo tutti.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori, sinceramente, non mi hanno mai detto, perché già da piccolo mi ero già preso le mie responsabilità. Ti ripeto la vita di prima era molto molto più difficile rispetto a quella di oggi, prima si pensava prima alla famiglia, bisognava   riuscire a portare il guadagno della giornata a casa per far quadrare il bilancio familiare. Non esisteva tutto questo lusso che hanno i giovani di oggi, il paio di scarpe che compravi dovevo durare due anni. Oggi il il modo di vivere è cambiato completamente,

 

Lei ha un forte legame con il Borbonia Felix Mugnano 2019, come mai, a cosa è dovuto ciò?

 

Sì il Borbonia per me è una famiglia, con loro ho iniziato dal primo anno che è nata la società la Borbonia Felix Mugnano, sono sempre stato al centro del loro progetto e questo davvero mi fa tanto felice Essere un giocatore del Borbonia vuol dire “tanta roba” e ringrazio il presidente Romano per avermi dato questa magnifica opportunità Perché Borbonia è famiglia. Vorrei fare anche un ringraziamento a tutti gli sponsor che ci stanno dando una grossa mano e che non ci fanno mancare nulla.




 





Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Oltre al calcio sono molto affascinato dal tennis, mi piace e lo seguo con grade interesse.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io sono difensore centrale. 

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Uno dei miei goal più belli l’ho fatto 3 anni or sono, la partita era contro il Qualiano. Successe all’ 80 esimo su calcio di punizione.

 

Grandi discussioni con il mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Sì è capitato più di una volta di fare discussioni con il mister a chi non capita? Ma ci sta, direi, l’importante è portare sempre il dovuto rispetto e confrontarsi sempre con educazione.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Io sono capitano del Borbonia, ma per me siamo tutti capitani.  Accetto sempre i consigli perché nella vita e anche all’età di 30 anni c’è sempre da imparare. Poi può capitare qualche discussione durante l’allenamento allenamento, o in partita l’importante è il rispetto e non superare il limite.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Difetto che mi arrabbio facilmente, in campo divento tutta un’altra persona. Di pregi penso di averne diversi,  te ne voglio far presente uno: cerco sempre di mettere  pace fra noi e gli avversari anche quando abbiamo ragione.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Se tornassi indietro scegliere sempre Borbonia Felix, sono sincero perché siamo una famiglia. Oltre all’aspetto prettamente calcistico, conta la persona e sinceramente sono tutte persone fantastiche.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Per quel che concerne la mia famiglia ti posso dire che darei la mia vita, e gli amici sono sempre una parte importante per me. E visto che parliamo di famiglia voglio aggiungere che fratelli più grandi per me sono da esempio, il primo che gioca nel Marianella calcio promozione e l’altro sino all’anno scorso giocava pure lui, poi è diventato presidente della società la Marianella calcio,  e ora si dedica solo ruolo di presidente. Per me sono da esempio di vita e con orgoglio dico che siamo una sola cosa.


 



 


Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il mio sogno quest’anno è portare il Borbonia alla vittoria del campionato.

Di sogni ne ho diversi, quello menzionato sopra è uno dei tanti.

 

Penultima domanda, se ricevesse domani un’offerta da un club estero se la sentirebbe di mollare tutto e andare via dall’Italia con la sua famiglia?

 

Se mi arrivasse un’offerta sinceramente non lo so, intanto penso ad oggi poi nella vita non si sa mai.  Per adesso penso solo a fare bene con il Borbonia e poter dare sempre il 100% di me stesso.

 

 

 

Grazie 

 

12  11    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

martedì 29 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ROBERTO 

CARANNANTE

  



 


Roberto Carannante, è nato a Santa Maria Capua Vetere il 23 ottobre del 1968. Dopo una lunga carriera da calciatore ora è un allenatore.


Carriera da calciatore.


Tutte le giovanili del Napoli e prima squadra, presenza in Coppa Italia (poi vinta anno 86/87 anno in cui si è vinto anche lo scudetto c’era Maradona) panchina in Coppa UEFA a Tolosa.

87/88Catania, 88/89Rimini, 88/90 Frosinone, 90/91 Mantova, 91792 La Spezia, 92/93 Avellino, 93/94 Avellino, 94/95 Avellino,95/96 Casarano, 96/97 e 97/98 Savoia, 98/99 Giulianova; 99/00 Benevento, 00/01-01/02-02/03 Foggia, 03/04 Castel di Sangro, 500 sono le partite nei professionisti.

 

Carriera allenatore 

 

Castel di Sangro serie C, Puteolona, serie D, Ariano serie D, Pomigliano serie D, Trivento (vittoria del campionato e Coppa Italia, Triveneto serie D, Triveneto Serie D, Campobasso Lega Pro, Gladiator, Puteolana serie D, Turris serie D, Pomigliano, Giugliano serie D, Savoia, Pompei, Ercolano, Pomigliano calcio femminile serie A

 

 


La prima domanda che le voglio fare è  la seguente: lei  nella stagione 86/87, 24 agosto 1986, è nel Napoli e giocando contro la Spal vincete la Coppa Italia per due reti a zero.  Una bella vittoria, che ricordo ha di quel giorno formidabile? 

 

Una bella stagione, indubbiamente, inoltre ebbi la fortuna di esordire con la Spal, un’esperienza bellissima, ricordo la panchina al Tolosa in Coppa Uefa, non posso non menzionare Maradona, per noi ragazzini era un calciatore inarrivabile, un idolo in tutti i sensi.

 






Lei ha avuto bella carriera come calciatore, una bellissima carriera, 500 partite, come si riesce ad arrivare a un simile traguardo?

 

Sì, ho fatto più di 500 partite nei giocatori professionisti, e ci si arriva rinunciando a tanto, però ci vuole tanta abnegazione e voglia di migliorarsi. Bisogna curare il corpo e la mente

 

Se ho ben capito lei lo scorso anno ha allenato una squadra calcio femminile, che tipo di esperienza è stata? 

 

E’ stata una bella esperienza, è molto entusiasmante andare su campi veri, dove ci sono squadre di serie A importanti, inoltre le partite venivano trasmesse tutte le settimane su DAZN, vorrei aggiungere che le ragazze sono più ricettive e rispetto ai maschietti si impegnano molto di più durante gli allenamenti, bella esperienza che mi ha lasciato dei bei ricordi.


 




Da pochi giorni lei ha firmato per essere l’allenatore del Portici (eccellenza) cosa si aspetta da questa nuova esperienza?

 

Ho firmato con il Portici, è una bella piazza, con una grande storia, hanno avuto qualche problema in merito alla classifica, e quando la squadra va male paga sempre l’allenatore, assieme ai miei collaboratori, e calciatori cercheremo di dare sempre il massimo affinché la squadra possa fare un bel campionato.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori ha sempre ritenuto la scuola molto importante, nel senso che volevano che io mi diplomassi e in effetti è stato così, ho il diploma di ragioniere. Ho fatto così contento papà, anche quando stavo in prima squadra con il Napoli, la scuola era sempre al primo posto perché pensava che “si potesse sgonfiare il pallone”. 

 






Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato, 

 

Ho dei bei ricordi dovunque, però menziono: Avellino, Foggia, Mantova, La Spezia, Catania, Benevento, ho lasciato bei ricordi e pure loro mi hanno lasciato bei ricordi.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ti posso dire che ho un carattere forte, ho fatto sempre il capitano per circa 17 anni, ho sempre espresso la mia opinione e con il mister qualche parola di troppo ci può essere stata, non ero sempre d’accordo sulle loro scelte, però gli allenatori mi hanno sempre voluto bene, proprio perché il mio obiettivo era sempre quello di curare il gruppo e ti togliere qualche problema alla società e agli stessi allenatori.



 




Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 

 

L’ultimo anno l’hanno in C2 a Castel di Sangro, per 7 partite ho fatto pure l’allenatore, da difensore centrale ho realizzato 8 reti, tra l’altro mi avevano chiamato tantissime squadre, però la scelta di diventare allenatore era presa, il calcio non mi divertiva più. Era dunque arrivato il momento di cambiare professione.

 

Lei ha allenato diverse squadre, c’è una squadra a cui è rimasto più legato?

 

Ho allenato tante squadre, in C il Castel di Sangro, poi il Campobasso, ho allenato in serie D e alcuni anni in eccellenza, sono rimasto legato a tante squadre, in Molise ci sono rimasto 4 anni, e qui ho vinto Campionato e Coppa Italia, fermo restando che ci sono gli alti e bassi di qualsiasi lavoro.

 






Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

Direi che dev’essere un buon psicologo perché devi usare la psicologia con ognuno dei trenta giocatori che hai in squadra e ognuno ha le sue problematiche e i bisogni sono diversi, è fondamentale nella riuscita della squadra cercare di comprendere le loro debolezze.

 

    Un consiglio che darebbe a un giovane calciatore? 

 

    Direi di dare sempre il massimo e di sudare la maglia che porti.

 


 Che cosa le ha dato il calcio, e che cosa le sta dando in   questo momento?

 

Il calcio mi ha dato tutto quello che ho e ancora mi sta dando. Posso solo dire un grazie al calcio.

 






Un sogno per il futuro?

 

Direi di cercare di dire quello che penso, e cercare di lavorare per i propri principi e le proprie idee, ed è la cosa fondamentale per un allenatore.

 

 

Grazie 

 

29  10   2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

domenica 13 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

GIACOMO

PELLICCIA

 


 

 Giacomo Pelliccia, classe 2022, è un giocatore di calcio di Napoli, Casalnuovo, ha militato nelle seguenti squadre: Napoli United, Viribus Somma Formia, e ora milita nella Real Forio, Eccellenza girone B, nell’ultima giornata dello scorso campionato ha subito una lesione al perone. 

 

Infine precisiamo che ha a avuto alcune proposte da parte di alcune squadre in serie D.

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2024-2024.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Sono una persona che pretende tanto da s stesso. Sicuramente le soddisfazioni ci sono, ma direi che si può migliorare partita dopo partita, bisogna cercare di andare oltre ogni limite.

 

Nell’ultima giornata dello scorso campionato  lei ha subito un infortunio, com’è riuscito a superare quel periodo non certamente facile?

 

Superare momenti difficili come quello che ho vissuto non è affatto facile, ma la voglia e la determinazione che mi spingono verso questo mondo è più forte di ogni dolore fisico. La perseveranza e il supporto non solo  della mia famiglia, ma anche  degli amici più cari mi hanno aiutato ad uscirne da questo impasse.

 








Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Questa è una delle mie preferite (come domanda). Ho sempre saputo che quel rettangolo verde sarebbe stata la mia casa. Fin da bambino, precisamente sin all'età di 5 anni condividevo tutto questo con mio nonno Giovanni. Poi dopo la sua scomparsa i miei genitori hanno fatto in modo che io continuassi a credere in quello che stavo facendo sostenendomi proprio come faceva lui.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Guardi, non sono mai stato un genio a scuola. Il calcio, anzi quel pallone è sempre stato tutta la mia vita. I miei genitori hanno sempre saputo che questo mondo mi sarebbe appartenuto più di ogni altra cosa. Nonostante ciò si sono sempre prodigati a farmi capire l’importanza per una vita futura dello studio.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

In ogni squadra in cui ho giocato ho lasciato una parte di me, con i vari club in cui ho militato  sono cresciuto sotto diversi aspetti (calcistici, psicologici) e sarò sempre grato di quello che ho appreso, in conclusione mi sento dirle solo questo .

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Sarò sincero, nessuno sport. Calcio forever 



Lei è giovane è ho letto su di lei molti commenti positivi, come si fa ad essere così stimanti ed apprezzati, come ci riesce lei?


Non c'è una formula particolare, forse la gente vede quanta passione io metta in questo "gioco”, non so forse dovremmo rivolgerla al pubblico la domanda.


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Credo che ci sia una suddivisione di categoria. Molti per soldi , altri per la gloria .Personalmente parlando io non riuscirei a vedermi se non come un calciatore e certo un po' di "fama"  nell'essere riconosciuto non guasta mai .



Si ricorda il suo goal più bello?

 

Si ricordo perfettamente quel goal, è ancora qui impresso nella mia mente. Quello in coppa Italia contro il Rione Terra.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Secondo il mio parere i calciatori devono occuparsi della loro prestazione in campo, non che la loro opinione non possa essere importante, ma ad ognuno il proprio ruolo, quindi le decisioni del mister non si discutono: si accettano.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

No, c'è uno spalleggiarsi a vicenda. Siamo un gruppo non un unico individuo, è giusto confrontarsi e non pretendere di prevalere.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Pregio: Sicuramente il fatto di giocare considerando la squadra non solo un come un proprio tornaconto personale; difetto? Direi l'impulsività quando qualcosa in campo non mi piace.

 

Se dovesse ricevere domani una chiamata da un club estero, anche fuori dall’Europa, partirebbe immediatamente oppure ci rifletterebbe per qualche giorno, oppure non partirebbe?

 

La verità? Mi piacerebbe fare questa esperienza. Certo mi dispiacerebbe lasciare la mia famiglia e i miei amici,, però credo che sia una di quelle esperienze che almeno una volta nella vita andrebbe fatta.

 

Che cosa rappresenta per lei la città di Napoli? 

 

A presente il testo della canzone di Lucio dalla "Te voglio bene assai"? Ecco  Napoli per me rappresenta proprio quella catena che “scioglie o' sangue dint e vene”. È quel posto che ti rimarrebbe sempre nel cuore anche se andresti a vivere a chilometri di distanza. Napoli è come l'ossigeno di cui abbiano bisogno per respirare, senza siamo morti.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Sia la famiglia che gli amici sono le due facce della stessa moneta. Non potrei vivere senza, sono essenziali, entrambi ci aiutano a costruire quella che è la nostra identità e poter contare su entrambi è una gran fortuna.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Secondo lei? Ovviamente diventare un calciatore professionista, altro non desidero.




 


A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La dedica è sempre la stessa. Alla mia famiglia che mi ascolta e supporta. A chi ha sempre creduto in me, ma anche a chi non ci credeva.

 

 

 

Grazie 

 

 

 

 

13  10   2024 

 

(Tutti i diritti riservati)