SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
ALESSANDRO
IEMME
Alessandro Iemme, di Roma, è stato prima un giocatore calcio ora è allenatore. Così ci si presenta:
Inizio con la scuola calcio a San Basilio, (Roma), poi vado via e inizio a fare i campionati -serie- élite con il Tor di Quinto e con il Monterotondo, per poi passare alle prime squadre: sono in promozione con annessa vittoria del campionato al Tor Lupara e decido di continuo in questo club per altre due stagioni in eccellenza.
Successivamente passo all’Atletico Vescovio sempre in promozione e al Casal Barriera sempre in promozione.
Decido di scendere in prima categoria con il Santa Lucia Calcio dove divento capitano della squadra, però il cuore mi riporta alla squadra del mio quartiere il San Basilio vincendo altri due campionati.
Successivamente mi trasferisco e chiudo al Tormarancio, qui inizio anche la carriera da allenatore e sono due anni che milito al Tormarancio.
La prima domanda che le voglio fare è la seguente che cosa le ha dato il calcio e che cosa le sta dando?
Il calcio da sempre è vita per me, non riesco a stare lontano dal pallone, ancora oggi mi regala emozioni, indescrivibili e in più mi ha regalato rapporti umani e legami molto forti.
Lei allena da due anni il Tormarancio, che caratteristiche ha questo club?
La caratteristica principale di questo club è l’amicizia, ragazzi che si conoscono da anni e che hanno deciso di giocare insieme.
So che andate molto d’accordo perché siete anche un gruppo di amici, è così?
Si, è così siamo un gruppo unito e coeso.
Qual è il vostro principale obiettivo, per farla breve: dove volete arrivare?
L’obbiettivo stagionale è chiaro: siamo primi e vogliamo rimanerci fino alla fine, sono 2/3 anni che proviamo a raggiungere questo traguardo, potrebbe essere l’ anno buono.
Questa è la classica domanda che faccio sempre: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Diciamo che con il pallone ci sono nato fin da piccolo, giocavo solo con il pallone e non volevo altri giochi, per me esisteva solo il pallone, quindi direi da sempre.
I genitori preferiscono che il proprio figlio studi, anche per lei è stato così, oppure l’anno appoggiata nella scelta di intraprendere questo sport?
I miei genitori sono sempre stati focalizzati sullo studio, senza mai però impedirmi di fare quello che più amavo.
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Ho giocato in molti piazze e sono rimasto legato a tutte le squadre, ho sempre avuto un bel rapporto con tutti i club dove ho giocato, ma ad essere sincero la mia squadra del cuore è quella del mio quartiere dove ho vinto due campionati: il San Basilio calcio.
Lei giuocava nel ruolo di?
Il mio ruolo era l’ attaccante.
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Quand’era giocatore grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
Diciamo che ora mi trovo da quest’altra parte e capisco molte situazioni, ho capito sin da subito che il ruolo del mister è difficile. Quando ero un giocatore ero uno un po’, come si dice “fumantino” quindi non nascondo che qualche problemino con gli allenatori li ho avuti.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)?
Un mio pregio? Sicuramente il tiro in porta e il senso del gol. Un mio difetto? Che difendevo poco (ride).
Come mai la scelta di diventare allenatore?
La scelta di fare l’ allenatore è venuta perché questo ruolo mi è sempre piaciuto, inoltre credo di aver il carisma giusto per esserlo.
Secondo lei qual è la principale qualità che deve avere un allenatore?
La principale qualità di un allenatore è il saper entrare nella “testa dei calciatori” e riuscire a creare un gruppo unito e coeso.
Ho intervistato Simone Visca, che caratteristiche ha, calcisticamente parlando?
Simone in campo è un leader.
So che voi due siete molto amici, ma lei è anche il suo allenatore, questa situazione le crea qualche problema oppure no? (mi spiego l’allenatore decide come organizzare la partita e deve fare delle scelte, ecco il motivo della mia domanda)
Noi siamo molto amici fuori dal campo, ma quando entriamo al centro sportivo ognuno ha il suo ruolo e va rispettato.
Come fa a conciliare, famiglia, lavoro, con l’essere anche allenatore?
Conciliare famiglia lavoro e sport non è facile, però con l’ amore e dedizione cerco di non far mancare niente a nessuno.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Un sogno nell’immediato è sicuramente vincere il campionato, un sogno più lontano è quello di allenare il San Basilio calcio.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Dedico questa intervista a mia moglie e ai miei due figli che mi supportano e che mi seguono in ogni luogo.
Grazie
03 12 2025
(Tutti i diritti riservati)















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