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lunedì 8 settembre 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

CARMINE

LIGUORI

 






Carmine Liguori è nato a Napoli ha lasciato il calcio giocato nel 2007 finisce col calcio giocato per intraprendere quello di allenatore. Ha conseguito il diploma UEFA B successivamente quello di match analista e dati del calcio.

 

 

 La prima esperienza è in una scuola calcio di Giugliano, poi pian piano si è diplomato UEFA B. 

 

 Come allenatore può vantare di: aver guidato il Pollena Calcio vincendo il campionato, la Virtus Afragola, il San Pietro a Paternò Ma le sottostazioni le ottiene con i giovani formandosi per tre anni con il Torino tramite l’Accademy Torino F.C. grazie ad una persona squisita come l'ex capitano del Torino Peppe Vives e un allenatore come Teodoro Coppola.

 

 

Le ultime esperienze sono state in piazze importanti come San Pietro; Patierno; 2020/21 Giugliano Calcio (4°divisione, girone G), 2021/2022 Nola Calcio (4°divisione girone H); 2022/23 Real Aversa (4°divisione girone I); 2023/24 Albanova Calcio, obiettivo salvezza raggiunto; 2024/25 Santamaria La Carità (5°divisione e con qualificazione ai play off. 

 

Inoltre un’esperienza che sta svolgendo con l’equipe Campania riguardare l’allenare una squadra formati da “disoccupati del calcio”, l’allenamento avviene grazie al coordinatore AIAC.

 

E che sono aperto a esperienze estere e fuori regione

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente: la stagione 2024-2025 è terminata bene, vi siete qualificati ai play off, se dovesse fare un bilancio che cosa direbbe?

 

Il bilancio è sicuramente positivo,  insieme al Mister  Antonio Maschio e allo staff abbiamo trovato una società serissima, una squadra predisposta al lavoro e all'ascolto, il tutto ci ha consentito di raggiungere un obbiettivo storico per la società.

 







Da quel che sappiamo lei è in attesa di sapere quale potrebbe essere la prossima squadra che andrà ad allenare, c’è un club particolare in cui le piacerebbe essere il mister?

 

Non fa differenza dove si va, quello che conta  è il trovare un progetto serio che ti consenta di fare la differenza sotto l’ aspetto gestionale,   tecnico -tattico, ma soprattutto che  offra continuità.

 

Prima di passare alle altre domande le volevo fare, abbiamo assistito a Collegno in Piemonte a un fatto molto grave, durante un torneo giovanile un portiere alla fine della gara è stato aggredito in malo modo dal papà di un bambino della squadra avversaria. Si è venuti a sapere che era stato il ragazzino ferito a colpire per primo il figlio del papà aggressore. Non è assurdo quello che avviene nel calcio? Secondo lei che cosa bisognerebbe fare per evitare episodi che al calcio fanno solo male?

 

Tutto questo non fa parte del calcio giocato, ma sicuramente è il contesto intorno alle società o alle scuole calcio che “non va”, ripeto, queste brutti episodi non appartengono al calcio giocato, va precisato bene che non dovrebbero mai succedere soprattutto tra giovani che devono fare sport e aggregazione.

 




Dell’esperienza che lei sta facendo con l’equipe Campania riguardante l’allenare una squadra formati da “disoccupati del calcio”, che cosa ci può dire? 

 

Si tratta di un’esperienza che mi sta formando sotto tanti punti di vista: sia gestionale sia nel conoscere ancora di più le caratteristiche di calciatori che un giorno potresti allenare o incontrare da avversari.  Ringrazio sia il coordinatore Antonio Trovato che il Mr. Tudisco per la fiducia posta nei miei confronti.

 

Se ricevesse una chiamata da un club fuori regione se la sentirebbe di partire, per affrontare una nuova avventura?

 

Certamente, ma non solo fuori regione,  ma anche fuori dall’Italia,   sono pronto a mettermi in gioco per dimostrare il mio lavoro e la mia professionalità.

 

Lei ha allenato diverse squadre, c’è una squadra a cui è rimasto più legato?

 

Confesso il mio peccato, il Giugliano è una squadra che mi ha dato tanto sotto tanti punti di vista, preciso anche che  la seguo volentieri quando posso.

 

Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

Ogni allenatore ha un punto forte, il mio forse è l'empatia.

 

     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

Prima di una partita lavoro sulla testa dei ragazzi, anche perché   il piano gara è stato affrontato durante la settimana. 

A questo riguardo concludo dicendo che Il mio stato d'animo è adrenalinico io vivo per quei maledetti 90 minuti.





 

E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina? 

 

Di solito il giorno dopo rivedo la partita per cercare di migliorare gli errori fatti e elogiare i ragazzi per le azioni valide che hanno saputo costruire durante la partita.

 

Una partita da allenatore che vorrebbe dimenticare? 

 

Finale di Coppa Italia: Giugliano contro il Cervinara ,persa ai rigori. 

 

Un suo pregio e un suo difetto, dal punto di vista calcistico, (s’intende) ?

 

Ho tanti difetti …che sono anche tanti pregi. 

 

Lei è molto stimato come allenatore, saprebbe dirci i motivi? 

 

Questa domanda va fatta agli addetti ai lavori.

 

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

So solo che mi sta dando tanto, poi in futuro vedrò che cosa questo sport mi ha dato e che cosa mi ha tolto.

 

Un sogno per il futuro?

 

Entrare nei professionisti: o come componente staff o da tecnico: non mollo il mio sogno!

Approfitto per ringraziare lei Paolo sempre per la sua disponibilità, essere intervistato da lei è un piacere.

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La dedica va a chi mi è vicino e mi supporta sempre, non è semplice per il lavoro che faccio ogni anno è difficile trovare la squadra adatta, perciò la dedica è per mia moglie e per mio figlio Giuseppe; ma mi consenta di concludere con una dedica a mio padre che spero sia fiero di me da lassù.

 

 

Grazie per l’intervista e per quello ha affermato, dicendo che è un piacere essere intervistato da me.

 

 

Grazie 

 

08 09     2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sabato 6 settembre 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

LEO

SIBOLDI

 


                                                             https://liradipaolo.blogspot.com/ 





Leo Siboldi è un giocatore   di calcio, classe argentino, nato il 6 gennaio del 1998 che gioca a Barcellona, queste sono le squadre dove ha militato: Argentina: 2010-2013 Club Belgrano San Nicolas (settore giovanile), 2013-2014 Club Atletico Rosario Central (settore giovanile), 2014-2015 Defensores de Belgrano – Villa Ramallo (serie C); Italia: 2017 Atletico Torrenova (Roma), 2018 Orrolese (Cagliari), 2019 Valle del Tevere, eccellenza (Rieti), 2021 Ortona Calcio, serie D (Pescara), 2022 Poggio Mirteto (Rieti); Barcellona: 2024 -2025 Pena Malaga- Vincets Molyvell – Federazione catalana 2da ref – serie D.

 



 


 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2024-2025.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Ho presso la responsabilità di essere capitano della prima squadra, sono soddisfatto perché ho dato il meglio di me stesso, inoltre siamo rientrati nei primi 5 posti.

 






Nella stagione che è appena iniziata lei gioca ancora nel Pena Malaga- Vincets Molyvell? 

 

Sì, sono ancora in questa squadra, è una società in crescita e ciò ti motiva molto.

 

Lei è nato in Argentina e tutti noi conosciamo l’importanza che il calcio ha per gli argentini, la sua passione per il calcio quando è nata? 

 

Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 4 anni, noi argentini vogliamo essere campioni sin da subito!

 

Ad un certo punto lei si trasferisce in Italia, in che modo è arrivato, mi spiego meglio, c’è stato un procuratore italiano che la conosceva e che le ha fatto la proposta di venire da noi, oppure è successo in un altro modo?

 

È stato un procuratore che stava cercando giocatori argentini, da diversi mesi lui cercava di convincermi a venire in Italia, al momento opportuno ha parlato con mio papà, e così ho avuto il permesso di arrivare in Europa.

 

Come si è trovato in Italia, si è ambientato subito oppure ci sono voluti diversi mesi?

 

Tutto ciò che riguarda l’Italia è speciale, appartiene ad “un altro mondo”, ma venire da solo e senza parlare la lingua è stato un sfida per me, mi sono subito ambientato bene e dopo pochi mesi la lingua faceva parte della mia vita.

 

Ci dica la verità quanto le mancava la sua famiglia, gli amici, (anche perché non è facile lasciare il luogo dove si nasce per andare in un altro continente) ? 

 

È troppo difficile, lasciare la tua terra dove c’è tutto, ma sapevo che mettere “i piedi” in un altro continente sarebbe stato un nuovo inizio per me e per la mia famiglia, ho avuto alti e bassi all’inizio, ma l’amore della mia famiglia mi ha fatto superare le varie difficoltà.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale club è rimasto più   legato? 

 

La squadra che sempre rimarrà nel mio cuore sarà sempre il Torrenova, poi viene l’Orrolese, qui ho trascorso dei bellissimi momenti, ho avuto delle ottime amicizie, inoltre abbiamo vinto una Coppa Italia.

 

Che differenza c’è tra il calcio argentino e quello italiano?

 

Noi argentini non siamo nati per perdere, anche se non hai un grande talento, certamente ti devi allenare molte ore se vuoi stare al passo e allo stesso livello con gli altri. 

Sin da piccoli nasciamo con la mentalità di aiutare, se lo necessita, la nostra famiglia.

Il calcio italiano per coloro che iniziano a giocarlo sin da piccoli è solo passione, pensi più al divertimento.







Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io gioco in diversi ruoli: terzino destro, anche sinistro e gioco anche a centrocampo.

 

Dall’Italia lei si traferisce a Barcellona. Come hai ha scelto questa città, conosceva qualcuno, mi spiego: aveva degli amici, dei parenti, oppure è stato chiamato da un procuratore?

 

E’ stato una decisione difficile lasciare la mia Italia sapendo che tanti sarebbero stati gli amici che avrei lasciato, a Barcellona avevo tantissimi amici che mi motivano affinché partissi dall’Italia, alcuni giocano nel Pasion Xeneixe, Boca Juniors de Barcelona.

 

Perciò sapevo che se mi fossi trasferito sarebbe come stato tornare a vivere in Argentina, in primis per la lingua e poi perché in città ci sono tantissimi argentini. 

Ci tengo a precisare che mi è dispiaciuto tantissimo lasciare l’Italia.

 

Come si trova in questa grande città, si è ambientato bene?

 

Mi trovo molto bene, è una città bellissima, mi ci sono  affezionato subito, è la città ideale per migliorare ogni aspetto della nostra personalità.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Non saprei, se mi rendo conto che devo migliorarmi, cerco di allenarmi nel miglior dei modi.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Lionel Messi, è un bell’esempio sia per lo sport del calcio, sia per la persona che è.  

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Ti dico che la mia famiglia è la mia vita, loro sono tutto per me, cercherò sempre di fare loro tutto quello di cui avranno bisogno, mi sono sempre rimasti vicini. 

Gli amici sono quelle persone che ti sono vicini sia nei momenti belli sia in quelli brutti, sono importati perché sai che ci saranno sempre.



 




Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Giocare sempre calcio per tutta la vita, è quello che sempre chiedo a Dio , perché questo spot è una meraviglia.

 





A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Alla mia ragazza, lei mi ha fatto conoscere il vero amore, inoltre sono molto legato a suo figlio che gioca a calcio, in conclusione, lei mi ha cambiato la vita.

 



Grazie 

 

06 09    2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 


martedì 2 settembre 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

   

FRANCESCO

BRIGHI

      






Francesco Brighi, classe 1996, è un giocatore di calcio di Roma, le giovanili le ha giocate nella Cisco Roma, poi ha militato nelle seguenti squadre:

Sant’Angelo Romano, Vigor Perconti e Casal Barriera. Nel girone di eccellenza 2021-2022, girone B Lazio, si è posizionato nella classifica marcatori al 6° posto con 17 goal.

 

 









La prima domanda che le voglio fare è la seguente durate un allenamento lei ha subito un grave infortunio: rottura del malleolo e dei legamenti, e sono 8 mesi che lei è lontano dal campo, quando pensa che rientrerà in campo?

 

Piano, piano, ti posso dire che ogni giorno che passa mi sto sentendo sempre meglio, ho fatto un grande percorso di riabilitazione con il mio fisioterapista e ora spero a breve di riunirmi al gruppo.








In che modo è riuscito a superare questi mesi? Inoltre, c’è qualche persona che le è stata accanto?

 

Sono stati mesi tosti, sapere che non puoi fare quello che più ti piace e  che ti fa sentire vivo non è semplice da superare, questa consapevolezza mi ha fatto comprendere che ci sarebbe voluto molto tempo prima di poter ricominciare l’attività agonistica, se molli un secondo e ti “butti giù” corri il rischio di non ricominciare più, sicuramente devo ringraziare la mia ragazza e la mia famiglia che mi sono stati molto vicini.

 






La stagione è iniziata, in quale club lei sta militando? 

 

Casal Barriera, in eccellenza.


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è sempre stata la mia passione sin da subito, ho iniziato a 4 anni ed oggi che ne ho 29 ancora non ho ancora smesso.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno sempre assecondato su ogni scelta che ho fatto, mi hanno sempre lasciato la facoltà di scegliere liberamente e li ringrazio di questo.  

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

E’ vero, ho giocato in tante squadre ma poi rimani legato sempre dove sei stato bene con i compagni , e l’ambiente esterno,  penso che qui al Casal Barriera io mi stia trovando bene sotto ogni  punto di vista.



 




Nella stagione 2021-2022 lei si classifica al sesto posto per goal segnati, direi un bel successo, le chiedo come si riesce a raggiungere determinati obiettivi?

 

Il 2022 è stato un grande campionato, ho fatto 18 gol in eccellenza, si è trattata della classica annata dove tutto “girava bene” sicuramente oltre alla fortuna c’è sempre un gran  lavoro e una gran dedizione. 

 

Lei era stato preso alcuni fa all’Aquila Calcio, poi per motivi personali ha deciso di tornare a Roma, rifarebbe quella scelta?

 

Sicuramente quando mi hanno preso all’ Aquila ero piccolo, non avevo neanche 18 anni, c’erano situazioni  che non mi stavano bene, ma  soprattutto non mi sono trovavo bene con l’ambiente, forse, se fossi stato più maturo, avrei aspettato un po’ prima di andarmene.

 


 




Questa è una domanda che faccio spesso, se domani lei dovesse ricevere un’offerta per giocare in un club fuori dall’Italia se la sentirebbe di lasciare tutto e partire per questa nuova avventura?

 

Arrivato ormai a 29 anni non lascerei mai la squadra dove sono ora per andare fare un’esperienza all’estero.

 

In questo momento chi è il miglior attaccante nel campionato italiano?

 

Il miglior attaccante nel campionato italiano secondo me è Lautaro Martinez.



 




Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Di poter fare sempre meglio.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La dedico a me stesso.

 

Grazie 

 

03  08     2025

 

(Tutti i diritti riservati)