SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
LUIGI
MANZO
Luigi Manzo è (classe 1985) un giocatore di calcio di Angri e così si presenta ai lettori:
“Inizio da piccolo con le varie scuole calcio del paese ad Angri; verso i 15 anni a ridosso degli anni 2000 gioco in promozione, un mister stravedeva per me e mi lanciò subito con i grandi si è trattato di un bivio importante perché mi sono fortificato subito sotto tutti i punti di vista.
A 17 anni nel 2003 esordisco al Pomogliano Savoia: coppa Italia, a dicembre torno ad Angri divisione, in 5 anni gioco 130 partite, intervallato da un solo anno a San Giuseppe vesuviano.
Ricordo che ogni anno andavo in ritiro precampionato con le altre squadre e poi ritornavo, la chiamata di giocare in casa era più forte
Il Campobasso è stata la prima esperienza lontano da casa, poi sono andato con il Matera: vittoria di coppa Italia e play off nazionali con accesso nella vecchia C.2.
Inizio a girovagare: Gelbison finale play off persa contro il San Vito di Cosenza, il destino vuole che io avessi un accordo con il Cosenza, però a causa del loro ripescaggio decidono di fare altre valutazioni.
Mi trasferisco al Savoia, vittoria di campionato memorabile Savoia contro la Battipagliese di sera con il campo gremito vittoria schiacciante per 5 a 1, anche se vengo riconfermato in lega pro, decido di andare a giocare alla Cavese, altra realtà che vive esclusivamente di calcio, poi vado alla Vibonese, primo anno in D e secondo in Lega Pro, gioco 43 partite ufficiali forse un record senza mai essere sostituito.
Rientro a Nocera restiamo in corsa per il campionato fino alla fine, peccato perché usciamo ai play off contro l’Ercolanese. Con il Mantova, la finale dei play off viene persa dopo un grande testa e testa contro il Como, perdiamo la finale contro la Pro Sesto. Successivamente mi trasferisco a Taranto, ma il campionato si ferma a causa del Covid.
Decido di firmare con il Messina per poi però rinunciare, sono di nuovo al Savoia e a Cerignola: vittoria campionato. Infinte decido di tornare di far ritorno a casa mia: all’Angri.”
La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2022-2023.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più?
La stagione appena conclusa è terminata bene sotto l’aspetto sportivo, ovvero il verdetto del campo ha fatto in modo che la squadra rimanesse nella categoria inziale, anche se ci sono state un po’ di problematiche. Personalmente ho giocato tanto, ma il rendimento poteva essere sicuramente migliore.
Ci può dire qualcosa sulla La prossima stagione calcistica?
Sulla nuova stagione sono in ritardo, la priorità è stata la famiglia, ho dovuto rimandare alcune situazioni, ed ora vediamo cosa ci possa riservare il futuro calcistico.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Io dico che bisogna sempre formarsi e studiare, dal punto di vista della cultura in generale non si può restare indietro in questa società, in conclusione abbinare le due attività è possibile.
Che cosa ci sa dire dei tanti allenatori che ha conosciuto?
Di allenatori ne ho avuto tanti, ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa d’importante sia sotto l’aspetto tecnico, e sia sotto l’aspetto inerente ai valori umani; credo che siano imprescindibili per gestire un gruppo di atleti.
Lei gioca 43 partite senza mai essere sostituito quando era alla Vibonese, un record, a cosa è dovuto questo grande successo?
A Vibo sono stato sempre presente in campo, credo che l’ allenarsi con professionalità, curarsi e un pizzico di fortuna siano stati gli ingredienti principali.
Che è esperienza è stata giocare nel Mantova? Si era ambientato bene?
Nella mia unica esperienza al nord sono stato benissimo, ringrazio ancora mister Morgia che mi volle, c’ era un grande gruppo e una società molto ambiziosa.
Tante sono le squadre dove lei ha giocato, c’è un club che lei porterà sempre nel cuore?
Ricordo con grande piacere tutti i club in cui sono stato, nel bene o nel male mi hanno lasciato qualcosa, ovviamente dove si è raggiunto l’obiettivo principale i ricordi sono ancora marcati.
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
Caratterialmente sono particolare, onestamente in 20 anni di carriera sono pochissime le persone con le quali rimasto in contatto, non sono uno che discute la scelta tecnica perché poi si mancherebbe di rispetto ai compagni di squadra.
Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Quando si convive con altri per andare d'accordo bisogna rispettare le regole, personalmente ho cercato sempre di trovare una soluzione, di essere professionale, inoltre mi sono sempre messo in discussione, sono del parere che certi obiettivi bisogna guadagnarseli con il lavoro.
Lei ha una grande carriera e ha ottenuto importanti successi, com’è riuscito nel fare questo?
Ho giocato tanto e mi reputo un fortunato, tante componenti sono state importanti credo che l’equilibrio sia un aspetto fondamentale, sto anche provando ad abilitarmi come allenatore, non bisogna bruciare le tappe, resto ben saldo con i piedi a terra, al momento è una suggestione vedremo più in là quando deciderò di non giocare più cosa potrà accadermi.
Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)?
Pregio: disponibile; difetto: mai arrendersi.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Non ci sn sogni in particolar modo, vivo la realtà, vivo il momento, so di non essere più un ragazzino, fino quando starò bene fisicamente e mentalmente proverò a giocare.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
Sicuramente una menzione speciale va alla mia famiglia: ai genitori, fratelli, moglie e figli; loro mi hanno sempre sostenuto, anche quando mi hanno dato qualche parere negativo, e tutto questo mi ha fortificato. In questo percorso bisogna mettersi in discussione, sempre.
26 08 2023
(Tutti i diritti riservati)
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