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lunedì 28 agosto 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

CIRO 

IBELLO

 




Ciro Ibello è un direttore saporivo di Napoli e così ci si presenta:

 

 

Mi chiamo Ciro Ibello sono nato il 15 04 1963 il mio hobby è sempre stato il calcio ho giocato un po' di seconda categoria negli anni 1980 poi ho iniziato come dirigente scuola calcio centro Ester. Da 13 sono il direttore sportivo e queste sono le società dove ho società: Fulgore San Giorgio, Sporting Campania, Sporting Barra, Barrese, l’anno scorso abbiamo vinto il campionato. Ora orgogliosamente sto con il Real Sangiovannese squadra del mio quartiere dove cercherò di fare del mio meglio: dare il massimo!”

 

 

 


Come prima domanda le voglio fare questa: l’anno scorso avete vinto il campionato, una bella emozione, ci può raccontare com’è andata?

 

Ti posso dire che il campionato l'abbiamo vinto due anni fa con la società campana: Punto di svolta; eravamo una gran bella squadra con ragazzi che venivano dalla promozione e avevano già vinto più campionati, il mister era Vincenzo De Falco e il secondo Peppe Esposito con grande un passato da grande giocatore. 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

La mia passione per il calcio l'ho avuto sin da bambino da ragazzo giocavamo con gli amici per strada e più giocavo e più mi legavo a questo sport.

 

Lei ha fatto per qualche anno la seconda categoria, poi cos’è successo, come mai non ha proseguito?

 

Nel mio quartiere San Giovanni a Teduccio ho giocato sia in terza che in seconda categoria, ma poi con il tempo ho lasciato a causa  una mia patologia.

 

Lei ha iniziato a fare il dirigente della scuola calcio Ester, quest’avventura com’è iniziata? Gliel’hanno proposto oppure è stato lei a decidere che oltre al lavoro avrebbe voluto fare, appunto, il dirigente?

 

Il tutto è iniziato al centro Ester Barra dove mio figlio ha iniziato con i pulcini, il suo mister Enrico Spina mi invitò a fare il dirigente e così ne parlammo con il responsabile Salvatore Frezza grande competente di calcio, però oltre gli allievi non sono andato.

 

Da 13 anni lei direttore sportivo, con quale club ha iniziato?

 

Come ds ho incominciato con il Sporting Campania del presidente Luca Crispino facendo la prima categoria, disputammo un campionato da alta classifica visto che avevamo molti ragazzi bravi. Con il presidente ci sentiamo molto spesso, siamo rimasti grandissimi amici. Successivamente mi trasferì al Fulgor San Giorgio di Ciro Radicelli, seguivo la juniores e la prima squadra, con la juniores siamo arrivati secondo posto, con la prima squadra non è andata bene.

 





Sporting Barra ultima partita a Capri vinta per due goal contro 1 della squadra avversaria


Che cosa ci può dire della situazione attuale del calcio italiano?

 

Il calcio Italiano e da un diverso tempo che non va bene, prendiamo l'esempio della nazionale, per due volte non ci qualifichiamo ai mondiali: mai successo nella storia del calcio; secondo me ci sono troppi stranieri e non valorizziamo i nostri ragazzi.

 

Ho intervistato tantissimi giocatori campani, possiamo dire che la Campania ha un esercito di calciatori, come mai secondo lei?

 

La Campania ha tantissimi   calciatori e dipende dal fatto che amino questo sport. Dalla Campania sono usciti un esercito di calciatori faccio qualche nome in primis: Antonio Iuliano capitano del Napoli, Iezzo, Di Natale, Taglialatela, Volpicini, Bruscolotti, ma ne potrei nominare altri cento.

 

Perché molti giocatori ripetono la solita frase (quelli che non sono riusciti ad arrivare a certi obiettivi: “Non ho avuto le giuste conoscenze, se le avessi avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

La verità è questa: quei giocatori che non hanno raggiunto gli obbiettivi mirati è dipeso a mio avviso da questo motivo:   non hanno voluto continuare per motivi personali oppure  qualcuno  non hanno avuto la giusta dose di fortuna.

 


Da direttore sportivo, quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Un d.s. o un dirigente viene colpito dalle giocate e dal movimento che ha nel campo, ma soprattutto deve essere visionato  il suo comportamento calcistico sotto ogni punto di vista.

 

Nel suo lavoro da direttore, successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Nel calcio esistono sempre gioie e dolori la gioia più grande e stata quando abbiamo vinto il campionato con il Punto di svolta,  mentre la rabbia più forte l’ho avuta, anzi l’abbiamo avuta, con il Sporting Barra, tutto questo  per  un errore dell'arbitro; non siamo andati ai Playoff, ma non per attaccare la categoria,  ma quella “fu una fregatura”.

 

Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio, riferito al suo lavoro da direttore, ovviamente? 

 

Il mio più grande difetto è che mi fido sempre troppo e poi resto deluso, il mio pregio e quello di essere sempre a disposizione di tutti. 

 

Si aspettava l’anno scorso che il Napoli vincesse lo scudetto?


Che il Napoli vincesse lo scudetto sinceramente no, lo dico da tifosissimo del Napoli.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista la dedico alla mia famiglia e a tutte le persone che stanno insieme sui campi da gioco.

 

 

Grazie 

 

 

28 agosto     2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

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