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venerdì 10 dicembre 2021

di PAOLO RADI 

 

 

 

 


 

 

 






CONVERSANDO CON...

     

 

 

 

NUNZIO

MARCHIONE

 

 


 

Nunzio Marchione, agente FIFA, esperto di calcio estero e giovani promesse è nato a Reggio Calabria e si è laureato a Parma in Economia Aziendale nel 2004, da diverso tempo vive a Barcellona con la famiglia, noi gli abbiamo rivolto qualche domanda. Tra i giocatori più rappresentativi che ha portato in Italia menzioniamo: Mauro Icardi, Keita Balde, José Machin, Tiago Casasola, Erick Ferigra.

 

 

 






     Nella foto Nunzio Marchione, partendo da sinistra è il secondo della fila.
 






Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto dal Covid, come ogni settore della vita, molte partite si sono giocate per diversi mesi con gli stadi vuoti, secondo lei il risultato di una partita può dipendere anche se gli stadi sono pieni e con dei tifosi molto accesi?

 

Il calcio senza spettatori è deprimente. Non solo per chi lo guarda, ma anche per chi lo pratica. Manca l'emozione, l'adrenalina. In definitiva non ha senso. Però il mondo intero è stato travolto e ci sono dei settori che hanno risentito di questa crisi mondiale molto di più. 

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ho scoperto da bambino, mio papà è sempre stato un grande appassionato, si innamorò del calcio grazie alla "grande Inter" di Helenio Herrera. Poi che sarebbe diventato il mio lavoro, l'ho scoperto qui a Barcellona, anni dopo, girando per i campi di periferia della città. C'erano tanti talenti, molti di loro giocano ora nella LIGA, in serie A o in Premier. 

 


Lei nel 2004 si Laurea in Economia Aziendale, come ha deciso di iscriversi a questa facoltà?

 

Ho deciso di studiare Economia per curiosità. Per provare a capire come girava il mondo. Un po' idealista come scelta. Questo sì.

 


La sua carriera da agente Fifa com’è iniziata, avrà dovuto seguire dei corsi, superare degli esami, quali?

 

La mia professione è iniziata prima di tutto sui campi, come scout. Successivamente ho studiato diritto sportivo preparando l'esame che ho superato a Roma.

 


Lei ad un certo punto lascia l’Italia e si trasferisce a Barcellona, dove si è pure sposato, perché questa scelta così importante? Era stanco dell’Italia?

 

Più che stanco dell'Italia ero deluso. Questione di mentalità, non mi piace il modo in cui vengono trattati i giovani, è una mentalità molto retrograda, credo che sia  una delle culture più indietro in Europa.

Barcellona mi sembrava una città multiculturale, dinamica, moderna. I problemi ci sono anche qui, ma c'è più senso civico e i servizi sicuramente sono  migliori che nella maggior parte delle città italiane. 

 


  Lei è una persona molto impegnata, ovviamente, se posso permettermi di fare questa domanda, che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Serenità. È un mondo complicato, pieno di persone che tradiscono la fiducia, ma forse questo accade in tutti gli ambienti. Certo non è un lavoro che ti fa vivere sereno come aprire un piccolo agriturismo sulle colline toscane.


 

Non è certamente semplice fare il suo lavoro, bisogna guardare tante partite, osservare più giocatori contemporaneamente, intraprendere lunghi viaggi e poi bisogna tener in conto i fallimenti; lei al giorno quante ore dedica a vedere le partite?

 

Guardo circa 4 o 5 partite a settimana più altrettante in TV e il materiale video dei calciatori che mi girano i colleghi da tutto il mondo. Specialmente dal Sud America 

 


Lei ha portato in Italia quattro giocatori che non necessitano di nessuna presentazione: Mauro Icardi, Keita Balde, José Machin, Tiago Casasola, Erick Ferigra, se dovesse usare per ognuno di loro un aggettivo, quale userebbe? 

 

Non sono bravo per gli aggettivi, non è facili descriverli. Icardi è il calciatore al quale sono più affezionato perché è stata la mia prima operazione importante. Casasola il più combattivo, Machin il più estroso.

 


Lei segue il calcio argentino, come ha scoperto Mauro Icardi?

 

Mauro si era trasferito in Spagna da bambino. L'ho scoperto qui a Barcellona, aveva 15 anni 

 


Lei è una persona di successo, viene spesso intervistato, e tanti giovanissimi giocatori vorrebbero conoscerla, che cosa ha dire a un giovane che voglia intraprendere la professione del calciatore? 

 

Ai giovani consigli di sognare e di iniziare a girare i campetti. Se credono di avere la capacità per riconoscere un talento… devono mettersi a girare. Perché i calciatori giovani e interessanti ci sono dovunque

 


Come ho scritto sopra lei segue molto il calcio argentino, che differenza c’è rispetto a quello italiano? 

 

il calcio argentino è più intenso e meno tattico. È un misto tra il calcio spagnolo, per la qualità e quello italiano per l'equilibrio in campo tra i reparti. Però in Argentina hanno delle tifoserie che sono un discorso a parte. Qualcosa di unico nel mondo. 


 

Diego Armando Maradona è morto un anno fa, che cosa ha rappresentato e che cosa rappresenta questo “fenomeno del calcio mondiale”?

  

Maradona rappresenta il calcio e soprattutto l'ultimo calciatore uscito dal "potrero" che arriva in vetta al mondo.

Messi è già un anfibio, a metà tra il calciatore creatosi per strada e in un’accademia. I prossimi calciatori saranno tutti creati in accademia come Haaland. A calcio per strada non gioca più nessuno. I bambini preferiscono Tik Tok e la PlayStation.

 


Mi piacerebbe farle altre domande, ma il tempo scorre, un pronostico per la nazionale di calcio, riuscirà a qualificarsi per i mondiali? 

 

Non credo che l'Italia riuscirà a vincere due partite e a qualificarsi. Facciamo molta fatica davanti e il Portogallo giocherà in casa. Ma Mancini è un grandissimo c.t. ed ha portato un titolo europeo che mancava da tanto.

 

 

 Grazie 

 

 10      12     2021 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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