di PAOLO RADI
CONVERSANDO CON...
GIANMARCO
LIMATOLA
Gianmarco Limatola è un giocatore di Salerno, così ci si presenta e noi lo abbiamo intervistato.
Mi chiamo Limatola Gennaro Marco, ma per tutti Gianmarco, sono nato a Salerno il 9 luglio 1992, sono un esterno d’attacco di piede destro, ma che ama giocare a sinistra. ho iniziato da molto piccolo a giocar a calcio all’età di 6 anni, iniziando per strada e poi ad una scuola calcio locale alla quale sono stato fino all’età di 13 anni.
Un amore ed una passione nata fin da subito. Successivamente cominciai ad esser seguito da squadre di A anche importanti che mi volevano con loro, ma da salernitano il mio sogno era quello di giocare con la salernitana, quindi appena ci fu il loro interessamento non ci pensai due volte a rifiutare le altre per accettare la salernitana.
Da lì comincio tutto il mio percorso con loro partendo dai Giovanissimi fino ad arrivare alla Primavera, dove abbiamo conseguito ogni anno sempre ottimi risultati. Dopo il primo anno di Primavera, ancora 17 enne, la Salernitana mi mandò in prestito in serie D al Nardò.
L’anno dopo tornato dal prestito purtroppo ci fu il fallimento della Salernitana e così mi ritrovai svincolato come tanti miei compagni. E da qui è iniziato un po' il mio girovagare. Dopo Nardò, andai con un’altra squadra della serie D il Real Nocera, a gennaio però ci fu la possibilità di andare in C2 all’Ebolitana. Qui feci il mio esordio tra i professionisti, a Catanzaro, ricordo ancora bene: fu una bella emozione.
Feci 14 partite da gennaio fino a fine anno. Finito l’anno con l’Ebolitana, ci fu la possibilità di andare ad Ascoli all’epoca era in B, sono stato lì quasi un mese dovevo esser tesserato con loro per poi esser mandato in prestito in C, però poi alla fine non se ne fece più nulla.
Rimasi senza squadra fino a novembre, quando poi ci fu la chiamata del Potenza che all’epoca era in D e ci feci tutto l’anno
. Finito l’anno a Potenza mi ritrovai di nuovo svincolato, e rimasi senza squadra quasi tutto l’anno per poi accettare gli ultimi 2 mesi di andare in Eccellenza ad Angri. L’anno dopo andai con la Nocerina sempre in Eccellenza.
L’annata successiva invece la feci con la Palmese un’altra grande piazza dove anche qui facemmo un ottimo campionato. Poi Polisportiva Santa Maria fino a dicembre sempre in eccellenza, per poi cambiare e andai a Valdiano dove ottenemmo una salvezza miracoloso, ritrovai sia il mister che molti amici di squadra che eravamo stati insieme con la Nocerina.
L’anno dopo siamo ripartiti di nuovo tutti lì a Valdiano in eccellenza dove si allestì una squadra importante per vincere il campionato, rimasi fino a dicembre, eravamo a un punto dalla capolista Agropoli, per poi cambiare e andare alla Virtus Avellino sempre in Eccellenza dove sfiorammo i play off proprio per un mio gol annullato clamorosamente contro il Sorrento che avrebbe permesso a noi di andare ai play off mentre all’Agropoli di vincere il campionato.
L’anno dopo andai proprio ad Agropoli dove abbiamo fatto un grande campionato con una semifinale di coppa Italia e una finale nazionale per andare in D contro il Brindisi.
L’anno scorso poi finito l ‘anno all’ Agropoli, ritornai alla Virtus Avellino ma a metà anno cambiai di nuovo per andare a Vico Equense sempre in Eccellenza dove facemmo un ottimo finale di stagione prima dello stop causa Covid che ha caratterizzato anche questo campionato, anche se fortunatamente ora è passato a carattere nazionale, come la D appunto, e quindi a breve si ricomincia. Attualmente sono in attesa di sistemazione e spero di trovarla a breve.
Come prima domanda le voglio fare questa come ha vissuto questo anno di Covid, penso a livello atletico (se riusciva ad allenarsi) a livello psicologico?
È stato e lo è ancora, purtroppo, un anno molto duro per tutti, fino ad ottobre siamo riusciti ad allenarci con la squadra, poi da ottobre fino ad oggi mi sono sempre allenato per strada.
Il campionato di serie A, di B, C e D e così le altre gare di Coppa, è ripartito con gli stadi quasi chiusi (una partita ha un sapore diverso rispetto a uno stadio pieno con migliaia di tifosi) che cosa ne pensa di tutto ciò?
Penso che il calcio senza pubblico non sia calcio, perché giocare con il pubblico ti dà una carica e quella voglia in più di fare meglio, quindi l’ atmosfera dello stadio pieno ha tutto un altro sapore.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
È stato un amore nato fin da subito, appena cominciai a camminare prendevo a calci tutto quello che avevo avanti poi cominciai a giocare per strada e da lì non ho mai smesso, ho sempre vissuto di pane e pallone.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
I miei genitori hanno sempre assecondato le mie scelte, anche perché sono uno che ha la testa abbastanza dura, devo ancora completare gli studi ma l’anno prossimo penso che li finirò, mi manca soltanto l ‘ultimo anno.
Lei poteva fare un grande salto di qualità, ma decise di rimanere a Salerno, si è pentito di non essere andato via dalla sua città?
Sì, è vero magari potevo scegliere diversamente, ma non me ne pento perché all’epoca il mio sogno era giocare con la squadra della mia città, quindi sono contento ne ho fatto parte per 5 anni, inoltre mi ha dato la possibilità di conoscere persone che ancora oggi a distanza di anni sento anche se ci troviamo in città diverse.
Diverse squadre di serie A avevano notato le sue doti di calciatore, si ricorda quali?
Sì, ricordo il Napoli, la Roma, il Lecce, la Fiorentina, e anche qualche altra squadra di B come la Ternana e l ‘Empoli
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Ogni squadra mi ha dato qualcosa, a partire dalla Salernitana fino all ultima, però forse a quelle che sono più legato sono più di una, la Salernitana dove ho fatto tutto il percorso, la Palmese, la Nocerina e anche l’Agropoli.
Il suo goal più bello?
Il mio gol più bello penso sia un calcio di punizione che segnai lo scorso campionato quando giocavo con l’Agropoli, era una posizione un po' defilata però riuscii a far goal.
Che cosa ne pensa di quei calciatori che una volta diventati famosi e con un ingaggio sostanziale sembrano dimenticare il loro luogo di provenienza, ad esempio facendo sfoggio di auto lussuose e villa con la piscina?
Io penso che sia giusto godersi la vita, magari facendo sfoggio di auto importanti, ville etc, però mai dimenticare da dove si è partiti, questa è una cosa che non condivido.
Che cosa le sta dando, o che cosa le ha dato, e che cosa le sta togliendo, o le ha tolto?
Il calcio a prescindere dalla categoria ti dà tanto, almeno a me personalmente. Ti offre la possibilità di girare, di conoscere luoghi e tante persone, magari ti toglie tempo per la famiglia e gli amici, ci sono tanti sacrifici da fare, a me personalmente non sono mai pesati
Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (calcisticamente parlando)?
ll mio più grande difetto... forse magari potrei fare qualche goal in più, come pregio sono uno che ama puntare sempre l’uomo, fare una giocata importante e servire assist per i compagni.
Guardando la sua carriera con distacco ha qualche rimpianto, oppure “le cose sono andate così perché dovevano andare così”?
Rimpianti no, sono contento di tutto quello che ho fatto, forse ogni tanto servirebbe quel pizzico di fortuna che non guasta mai, però bene o male penso che ognuno nella vita abbia quello che si merita.
Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, a chi non la conosce, cosa scriverebbe?
Una persona vera, con grandi valori e per questo devo ringraziare la mia famiglia, sono uno che parla poco, un po' permaloso, molto testardo e che cerca sempre di dare il massimo in tutto quello che fa.
Quanto è importante la famiglia per lei?
Sono uno molto legato alla mia famiglia, per me è tutto è la mia vita.
Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?
Io credo in poche cose, e tra queste poche ci sono gli amici, non sono tantissimi, ma quei pochi hanno un ruolo importante, come lo ha anche mio cugino che per me è come un fratello.
Un sogno nell’immediato che lei vorrebbe che si realizzasse?
Continuare a fare quello che faccio cioè giocare a calcio per più tempo possibile, perché il calcio è la mia vita
Grazie
a cura di Paolo Radi
30 03 2021
(Tutti i diritti riservati)
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