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lunedì 15 giugno 2020

A CURA DI PAOLO RADI 








UNA CONVERSAZIONE
     

     
 CON  




ALESSANDRO
PASQUALINO 








Alessandro Pasqualino è nato a Locri il 4 giugno del 2002, ha iniziato a giocare a calcio all’età di 6 anni nella scuola calcio CSPR 94, all’età di 12 anni milita nel Catanzaro, a 13 anni è andato alla Spal Under 17(Ferrara) e a 17 anni è stato dato in prestito per 6 mesi al Salerno, ad agosto ritornerà ad allenarsi alla Spal Under 19. 






Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima -mi riferisco alle categorie minori -?

Beh, per adesso è molto complicato che tutto torni alla normalità però bisogna essere fiduciosi e pensare in positivo. Ritorneremo sicuramente a prima del Corona -virus, non si sa quando, ma ritorneremo.





Ritiene giusto far ripartire il campionato di serie A? Uno stadio vuoto fa un certo effetto, non trova? 

Sicuramente stiamo parlando di un campionato molto importante con molti soldi in ballo, ritengo giusto da una parte a farlo ripartire, però penso che la decisione andava presa uguale per tutte le altre categorie, nella serie D dove sono stati sospesi i campionati ci sono atleti  con delle famiglie a casa e  ora si ritrovano  in una situazione un po' complicata a livello economicamente. 





 In questi mesi in cui tutte le attività si sono fermate, lei   come ha vissuto questo periodo?

All'inizio devo dire che è stata molto dura perché non ci saremmo mai aspettati una fatto del genere, ma ti posso dire che ho passato la mia quarantena allenandomi a casa senza fermarmi mai, perché da un momento all'altro speravamo in un rientro in campo, ma così non è stato. C'è tanta voglia di migliorare ed arrivare il più in alto possibile, quindi non bisogna mai fermarsi.








Si ricorda quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Guardi ti dico la verità all'inizio quando mio padre ha deciso di mandarmi alla scuola calcio piangevo, perché non avevo voglia, però devo ringraziarlo perché mi ha trasmesso una bellissima passione, quando ho scoperto la bellezza di questo sport, sono subito corso da lui a ringraziarlo e tutt'ora lo faccio e se sono qui dove sono è grazie anche a lui. 






I suoi genitori come vivono questa sua esperienza calcistica? 

L'esperienza di stare lontano da casa ti aiuta molto a crescere, i miei genitori sono molto contenti del percorso che sto facendo, però avere un figlio lontano fa sempre un certo effetto. 






Com’ è stata la sua esperienza nel Sorrento calcio?   

Devo dire che questa esperienza mi ha aiutato molto sulla mia crescita personale, sono contento della scelta che ho preso e devo ringraziare il Direttore Amodio per avermi dato fiducia.









Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 Bella domanda... mi viene da rispondere i soldi, perché qualsiasi persona che tu incontri per strada nessuno ti viene a chiedere dei sacrifici che fai e che hai fatto, della voglia di arrivare ecc., ma tutti ti dicono: “Tu ti diverti che giochi a calcio e hai soldi" nessuno sa quanti sacrifici ci sono dietro e a quante cose bisogna rinunciare in conclusione alla fine è una passione, pensi al guadagno, ovviamente questo vale per me.





Il suo goal più bello?

Gol più bello? Mi viene in mente il gol di testa contro l'Inter nel 2018.




La partita sino adesso che in assoluto non l’ha soddisfatta minimamente? 

Beh diciamo che ho sudato sempre la maglia e quando “sudi la maglia” sempre, partita per partita, non ti senti mai in colpa per qualcosa o almeno io non hai rimpianti; ho sempre dato il mio 100%, poi certo ci sono partite che giochi da 10 e altre da 7, però sono un ragazzo che non si accontenta mai.









Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

Il calcio mi sta dando molto, mi sta facendo capire molti aspetti della vita dal punto di vista umano e ovviamente calcistico. Però ti toglie tanto: la famiglia, le serate con gli amici, ma nello stesso tempo ti offre molto altro, perché quando hai la palla tra i piedi pensi solo a divertirti.





Il suo più grande difetto?

Il mio più grande difetto? Devo dire che sono molto impulsivo





Il suo più grande pregio?

Posso dirti che sono abituato sempre a dare il 110% in ogni cosa che faccio.








Quanto è importante la famiglia per lei? 

La famiglia è molto importante, ti aiuta a crescere in tutto e per tutto e se hai bisogno di un consiglio o di un parere puoi contare su di loro perché non ti tradiranno mai.




Gli amici che ruolo hanno nella sua vita? 

Gli amici per me sono tutto, poi ovviamente ci sono amici e amici, nel mio caso specifico ho tanti amici, ma solo uno in particolare lo ritengo un grande fratello (Giuseppe), perché non mi ha mai lasciato solo nei momenti di difficoltà ed è nei momenti di difficoltà che si capiscono i veri amici; a differenza di molti altri.  Si comporta così perché mi vuole bene e lo fa senza chiedere niente in cambio,  lo devo ringraziare perché è anche grazie a lui se sono  arrivato sino a questo pento, mi consiglia sempre  pensando sempre al mio bene,  non  sono  molte  le persone simili a lui,  ed io sono fiero di averlo come  un amico fraterno. 









Che cosa le manca maggiormente quando si trova lontano? 

Beh non posso che rispondere, il mare della Calabria: è spettacolare.







Lei è giovanissimo, che cosa si aspetta per il suo futuro? 

Sì, sono molto giovane, per adesso penso solo a migliorare le mie prestazioni giorno dopo giorno, e cercherò di farlo ai massimi livelli, come ho detto prima non mi accontento mai. 

Anche se qualche piccolissima soddisfazione me la sono tolta con la convocazione in serie A, non posso negare la voglia di arrivare a giocare in palcoscenici molto importanti, restando sempre umile perché è la cosa più importante.










Grazie   

a cura di Paolo Radi   





15      06      2020 

(Tutti i diritti riservati)  






















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