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mercoledì 10 giugno 2020



A CURA DI PAOLO RADI 








UNA CONVERSAZIONE
     

     
 CON  


  
NICOLA 
ARMONIA  









Nicola Armonia, è nato a Napoli il 6 giugno del 1978, ha iniziato nel settore giovanile con la Battipagliese, allievi nazionali e poi prosegue con la Beretti. Esordisce nel campionato di serie con la Rotonda, anno 1995/1996, Camp.Naz. Dilettanti) poi ha militato in serie C2 con le seguenti squadre: Nardò, Tricase, Igea Virtus, Latina, nel 2004 è alla Paganese, serie D, sempre in serie D gioca con le sequenti squadre: Paganese, Sapri, Ippogrifo Sarno, Savoia, Gladiator. 

Nell’anno 2013-2014 è il Team manager del Savoia (serie D) nell’anno 2014/2015 è sempre Team m. del Savoia in lega pro. In questo momento allena in una scuola calcio.








Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima -mi riferisco alle categorie minori -?

Rispetto a qualche mese fa in pieno lockdown sono molto più fiducioso, tutto dipende se ci sarà una seconda ondata perché altrimenti il calcio come tutti gli sport di contatto sarebbe il più penalizzatole categorie minori dovrebbero approfittare di questa pausa per un cambiamento radicale, il calcio dilettantistico dovrebbe essere come dice la parola dilettante, ci sono società, naturalmente, non tutte,  ma soprattutto dalla serie D a seguire che vogliono fare il professionismo nei dilettanti, non avendo né una forza economica né un minimo di organizzazione., a mio avviso i giocatori dovrebbero percepire questo sport come una seconda attività e non ascoltare le storielle di ogni anno quando mi metto “d'accordo per 30 per prendere 10”, insomma vengono illusi troppi ragazzi che alla fine hanno anche famiglie sulle spalle, per non parlare dell'illusione degli under,  ma quello è un discorso più ampio e complesso.





Ritiene giusto far ripartire il campionato di serie A?

Il calcio è la terza industria nel nostro paese e comunque vada gira tutto intorno all'economia. Un mancato inizio della serie A porterebbe delle grosse perdite, basti pensare che solo di incassi televisivi si perderebbero circa 160 milioni di euro, l’ultima tranche che le società devono incassare dalle emittenti televisive, oltre alla già perdita definitiva degli incassi ai botteghini e degli sponsor. 

Come ho già detto in precedenza due mesi fa era impensabile iniziare, ma adesso che si sono calmate le acque è giusto farlo...e poi diciamo la verità dopo mesi chiusi in casa e senza calcio vedere qualche partita la sera non può che far piacere anche se con gli stadi vuoti non sarà la stessa.





 Lei allena in una scuola, adesso che c’è stato un allentamento delle   misure, ha ripreso ad allenare? 

Sto allenando in una scuola calcio in provincia di Napoli, l’Alma Verde di Quarto ed il 15 dopo le linee guide della FIGC riprendiamo l'attività, naturalmente ci saranno molte restrizioni e la cosa più difficile sarà far capire ai bambini che non ci sarà più la partitina, ma comunque si potrà fare un tipo di lavoro individuale e determinate esercitazioni che evitano il contatto fisico, sperando che a settembre torni tutto come prima.











Si ricorda quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Quando mi è stato messo, credo, sin da giovanissimo “il pallone tra i piedi.”Il calcio come la mia famiglia rappresentano per me le cose più importanti della vita e per questo che a volte posso sembrare presuntuoso -  ma chi mi conosce sa come sono caratterialmente  -quando sento giudicare con arroganza e presunzione chi non conosce nemmeno come “sia fatto un pallone”.









I suoi genitori hanno cercato di appoggiare la scelta, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

Hanno sempre appoggiato la mia scelta, anche quando a 14 anni sono andato via di casa perché erano consapevoli della mia grande passione, ma allo stesso tempo volevano e hanno cercato con tanti sacrifici di farmi continuare la scuola, purtroppo mi sono fermato dopo quattro anni di superiori.





Lei è nato a Napoli e le occasioni per praticare altri spor non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla? 

Gli sport in generale ti rendono migliore non solo dal punto di vista prettamente sportivo, mi divertivo da bambino a praticare, in quelle poche ore che non giocavo a calcio, sport come: il tennis, il ciclismo, il ping pong, la pallavolo e il basket che era quello più difficoltose, ma le emozioni che mi dava il calcio (e forse le abilità) non le provavo con nessun altro sport.










Lei ha giocato in tanti Club, in quale si è trovato meglio?

Ho un piacevole ricordo di tutte le squadre che ho giocato al di là dell'aspetto sportivo, ho conosciuto grazie al calcio posti e persone meravigliose, sarebbero riduttivo scrivere un club invece di un altro.
Ho giocato in piazze "calde" come: 

Latina, Torre Annunziata (Savoia), Pagani (Paganese), Barcellona di Gotto (Igea Virtus) e piazze più tranquille, ma posso dire che forse quello che mi ha dato la Puglia, in particolare il Salento, sotto l’aspetto personale non l’ho ricevuto da nessuna parte.










Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

Se vuoi fare il calciatore solo per la fama non avrai vita facile, giocare a calcio prima di tutto è una passione, poi è pur vero che ti porta ad una notorietà fuori dal comune e ad una condizione economica importante; i calciatori sono invidiati ed anche se è un mestiere che tutti vorrebbero fare non è privo di sacrifici.
Spesso si lascia casa quando si è giovanissimi, nel caso dei giocatori stranieri si lasciano nazioni, continenti e si perdono i divertimenti dell'adolescenza perché il calcio ti porta anche a privarti di queste cose.










Si ricorda il suo goal più bello?

Da premettere che non sono stato un grande goleador. ma sicuramente avrò fatto felice tanti miei compagni d'attacco, per me fare un assist bello equivaleva come aver fatto un goal. A proposito di goal più belli due forse sono: uno in un Savoia-Castiglione in serie D e l'altro sia per bellezza, sia per importanza perché era un derby sentito: Tricase-Nardo in serie C2.


Lo ricordo con immenso piacere perché è stato l'unico mio goal fatto di testa e anche perché c'erano ben 20.000 spettatori la partita, appunto era   Taranto-Tricase di Serie C2 con il Taranto che sarebbe a fine anno approdato in C1.





La partita che in assoluto non vorrebbe ricordare? 

Puteolana-Tricase spareggio playout...con quella sconfitta vicino casa mia, retrocedemmo in serie D e a malincuore a fine anno dovetti lasciare Tricase per poter continuare nei professionisti.







Lei è un giocatore conosciuto, che cosa le ha dato il calcio, e che cosa le ha tolto? 

Il calcio mi ha dato la possibilità di conoscere tante persone e tanti posti meravigliosi, giocare in stadi importanti dove venivi fischiato e osannato allo stesso tempo. Sicuramente mi ha “tolto le ginocchia” o quantomeno sono state trasformate avendo subito 6 interventi che purtroppo insieme ad altre cose mi hanno frenato nel  fare il grande salto.








Il suo più grande difetto?

Il mio più grande difetto è essere pignolo e preciso.





Il suo più grande pregio?

Leale e sincero.








Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, che cosa direbbe a riguardo?

Sono una persona abbastanza tranquilla, ma che allo stesso tempo non sopporta i falsi e gli ipocriti, sono abbastanza socievole, ma allo stesso tempo mi piace dividere l'aspetto lavorativo da quello sociale.





Quanto è importante la famiglia per lei? 

La famiglia è un aspetto fondamentale, ti offre la possibilità di dare il meglio in tutto ciò che fai. Mi posso ritenere super fortunato, sia per quanto riguarda i miei genitori, sia per quanto riguarda mia moglie e i miei figli.

















Lei è nato a Napoli, potrebbe descrivere con poche parole la sua città?  

Napoli come tutte le grandi metropoli è bella, ma caotica, affascinante, ma invivibile; posso dire che Napoli per quanto è bella potrebbe ricevere molto di più, sia da chi ci governa, sia da noi comuni cittadini.






Un sogno che vorrebbe si realizzasse nell’immediato?

Il mio sogno per il futuro restando in ambito sportivo sarebbe quello di vedere mio figlio o un mio allievo arrivare dove non sono arrivato io, magari seguendo qualche consiglio dato da me, questo per non commettere errori che si possono fare durante il percorso.








Grazie   

a cura di Paolo Radi   





    10 06       2020 

(Tutti i diritti riservati)  























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