PAOLO RADI PRESENTA
10 DOMANDE
A
GIAMPAOLO CATANZARO
Giampaolo Catanzaro (classe 1984) è nato a Milazzodopo aver frequentato il Liceo Scientifico Antonio Meuccì si diploma alla Roma Film Accademy, vive a Roma ed è un apprezzato Fonico di presa diretta. Ha lavorato nelle seguenti TV Mini Serie: Non Mentire, Che Dio ci aiuti, È arrivata la felicità, Don Matteo, Braccialetti Rossi, mentre al cinema: Quando sarò bambino, Romeo & Juliet, Third Person, Neverlake e altre opere. Noi gli abbiamo rivolto le nostre 10 domande.
La prima domanda è d’obbligo, la passione per il cinema quando è nata?
La passione per il cinema (da spettatore) è iniziata da piccolo, quando per la prima volta andai al cinema. Era il 1989 ed il film era BATMAN di Tim Burton... anche se ho sempre preferito SUPERMAN...della prima saga (4 film) ho consumato le videocassette e ancora adesso so quasi tutte le battute a memoria.
Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico lei si trasferisce a Roma per frequentare la Roma Film Accademy, aveva già in mente di diventare un fonico di presa diretta, oppure l’interesse le è venuto frequentando l’Accademia?
Prima della RFA (quando la feci io, nel 2009, si chiamava NUCT) ho frequentato per 2 anni Il SAE Institute di Milano. Mi iscrissi alla RFA per cercare di ampliare il “mio bagaglio” in campo sonoro e soltanto una volta iniziato capì che si trattava di cinema. Quindi direi di sì...ho deciso di intraprendere questa strada solo frequentando l’accademia, ma soprattutto grazie al mio Maestro Tullio Morganti.
La cosiddetta “gavetta” è stata lunga, oppure ha trovato lavoro subito?
Io credo che la “gavetta” si faccia sempre in questo lavoro. Su ogni film, ogni fiction, ogni pubblicità si impara sempre qualcosa di nuovo.
Intesa nel classico modo invece direi di sì...ne ho fatta molta per fortuna. Questo lavoro mi ha fatto innamorare, quindi per me ogni occasione era buona per stare su un set e cercare di “rubare con gli occhi” il più possibile da tutti e da tutti i reparti.
Potrebbe spiegare ai non addetti ai lavori in che cosa consiste il suo lavoro; mi spiego meglio, lei partecipa alla parte creativa iniziale del film, oppure la chiamano quando il progetto filmico ha trovato i finanziamenti?
Nella maggior parte dei casi sempre a finanziamenti trovati. La parte creativa, quando è possibile la tiriamo fuori in fase di “sfoglio della sceneggiatura”, ma in Italia purtroppo, la “creazione” spetta quasi sempre alla post produzione.
A tal riguardo mi viene in mente un bellissimo film di Brian De Palma, Blow Out, con John Travolta, è esatto l’accostamento?
Non esattamente, lui (da quello che mi ricordo) era più un “foley artist” o rumorista.
Oggi come oggi la parte sonora in film è determinate visto che le sale sono quasi tutte attrezzate per una fruizione del film sotto ogni aspetto, ma sono veramente tutte attrezzate come si dovrebbe?
Non saprei, non vado al cinema da anni, ma in compenso compro almeno 7 dvd al mese.
Il suo film preferito dal punto di vista del sonoro, ovviamente?
Ce ne sono molti, ma un film italiano che ho apprezzato molto, soprattutto dal punto di vista sonoro, è di certo “La Sconosciuta” di Tornatore.
Un’opera che l’ha maggiormente delusa?
Non si può dire!
Un regista straniero con cui vorrebbe lavorare?
Bè, se ha fatto un film come BLOW OUT sicuramente ha molto a cuore il suono dei film...quindi Brian de Palma, ma anche Martin Scorsese o Ridley Scott non mi dispiacerebbero.
Infine siamo arrivati all’ultima domanda, un film che avrebbe voluto fare?
Avrei voluto fare sempre il solito film, ovvero quello che tra me e un altro fonico, hanno scelto l’altro fonico; a parte gli scherzi mi sarebbe piaciuto fare sicuramente “ Lo chiamano Jeeg Robot”.
Grazie
a cura di Paolo Radi
22 08 2019
(Tutti i diritti riservati)
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