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martedì 20 maggio 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

GIUSEPPE

BRANDI

 

 


 

Giuseppe Brandi è un allenatore di calcio ed abita a Napoli (classe 1978).

 

Ha allenato: i bambini dell’Arci Scampia (pulcini), le giovanili del Neapolis, le giovanili del Gladiator, prima squadra Melito, in questo momento si trova in un Academy, dove fa il differenziato allenando la tecnica dei bambini. 

 

 


Come prima domanda le voglio fare questa: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Fin da piccolo ho iniziato a dare i primi calci,  poi crescendo  ho iniziato a giocare in serie C a  Vigevano, ero forte, purtroppo sono stato costretto abbandonare perché facevo il militare,  inoltre sono  diventato padre di  una bambina molto presto.

 

Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 

 

Mi è piaciuto diventare un allenatore anche  per passione che nutro verso questo sport, e anche per trasmetterla ai miei ragazzi.

 

Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

 Sicuramente la prima qualità di un allenatore e la professionalità e la pazienza e sicuramente la costanza.

 

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Il calcio per ora mi sta dando solo gioia, perché ho iniziato con i grandi ad allenare e ora mi sono concentrato un po' sui piccoli e  questi  mi stanno dando tante soddisfazioni.

 

     Qual era (ho scritto al passato perché lei allena dei bambini in questo momento) il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dava ai giocatori prima di una partita?

 

Il mio stato d'animo prima di una partita è comunque di fargli stare a loro agio i ragazzi e la prima cosa che cerco sempre di fargli capire è dove sbagliano, è dagli  errori che poi possono migliorare durante la partita. 

 

E alla fine di una partita, invece? Ripensava a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure voltava pagina? 

 

Alla fine di una partita ci ripenso,  perché anche gli allenatori possono sbagliare, cerco di migliorare anche su me stesso studiando  qualche schema-modulo per come approcciare la prossima partita.

 

Una partita da allenatore che vorrebbe dimenticare? 

 

Avendo allenato un molte partite con varie squadre, tante sono state le emozioni, però  non mi va di dimenticare nulla.



 




Un suo pregio e un suo difetto dal punto di vista del suo essere allenatore?

 

Un pregio?  Forse, sempre per essere umile all’inizio, ti posso dire che dopo tanti anni di esperienza sui campi sono qualificato, di conseguenza qualcosina di tattica e tecnica penso di averlo insegnato ai ragazzi, difetto?  Sono molto nervoso, alle volte, quando i ragazzi sbagliano. 

 

In questo momento lei sta allenando dei bambini, come si rapporta con loro (anche perché immagino che non sia facile)?

 

Sì, sto allenando ai bambini nati nel 2017, sono soddisfatto di loro e del lavoro che svolgono durante gli allenamenti, mi danno tante soddisfazioni, per ora il calcio dev’essere solo divertimento.

 

Molto spesso i genitori intervengono sulle scelte che fa l’allenatore quando si deve scendere in campo, come sono i suoi rapporti o come sono stati i suoi rapporti?

 

Certamente,  purtroppo ci sono genitori  ai quali  non piacciono le scelte dei mister, io cerco sempre di fargli capire che sono  tutti uguali, non ho preferenza alcuna. 

 

Secondo lei grandi giocatori si nasce, oppure ci si può diventare con un duro allenamento quotidiano e con uno stile di vita molto rigido?

 

Io credo che se un giocatore ha  fame di emergere e se l’allenamento  è svolto con costanza vedrai i risultati e potrai fare la vita da professionista.

 

Questa domanda le faccio spesso, poniamo il caso che lei riceva una telefonata da un club estero, se la sentirebbe di partire con la sua famiglia per questa nuova avventura?

 

Andare fuori no,  preferirei sempre allenare qui in Campania con i ragazzi.

 






Che cosa rappresenta per lei Napoli?

 

Napoli per me rappresenta molto: sono cresciuto sono uno scugnizzo come si dice qui, ed è bellissimo vivere qui.

 

Un sogno nel cassetto?

 

Un sogno nel cassetto per me era sarebbe stato quello di diventare un calciatore, purtroppo ho un brutto rimorso e sono deluso, ma ora direi che il mio sogno è quello  di aprire un giorno una scuola calcio.

 

A chi vuol dedicare questa intervista?

 

La dedico alla mia famiglia e tutta la società FFT Academy Elite.

 

 

 

 Grazie 

 

21 05    2025 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

domenica 18 maggio 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

SILVIO

        CARFORA


 


 

 


Silvio A. Carfora, di Caserta (anno 2000) è un giocatore di calcio, ruolo attaccante. Le giovanili le ha fatte nella F.C. Casertana, sino agli allievi nazionali. Poi è stato fermo per problemi personali per qualche anno. Ha ripreso militando nell’Accademy San Nicola, realizzando 36 goal nel primo anno e 26 goal nel secondo anno (capocannoniere del girone).

Nella stagione seguente ha giocato nel Mondragone City, 25 goal.

 



 





La prima domanda che le voglio fare è la seguente, la stagione al Mondragone City è terminata nel migliore dei modi, 25 i goal segnati. Come si è riesce a raggiungere un simile risultato?

 

Si paolo la stagione è terminata nel migliore dei modi vincendo un campionato che non è mai stato in discussione. I 25 goal totali tra coppa e campionato sono stato frutto del lavoro di tutto soprattutto dei miei compagni di squadra che mi hanno sempre dato la possibilità di esprimermi al meglio.

 






Per la prossima stagione ha già avuto qualche proposta, oppure pensa di rimanere al Mondragone City?

 

Paolo il campionato è finito da poco ora meritato riposo poi si penserà al futuro.

 

All’ Accademy San Nicola lei realizza se ho ben capito, più di 50 goal in due anni, a questo punto vorrei che spiegasse ai lettori come si riesce ad arrivare a una simile vetta; dunque lei come ci è riuscito?

 

Sì, prima di arrivare a Mondragone sono stato a San Nicola. I goal sono sempre frutto di lavoro e tanta voglia di fare sempre.


 

 




Grandi discussioni con i mister le ha avute, le ha,  oppure ha sempre accettato e accetta le decisioni con serenità?

 

No con il mister abbiamo sempre avuto un gran bel rapporto ci ha sopportato tutto l’anno e ti garantisco che con un gruppo come il nostro non è stato facile anche per questo lo ringrazio di tutto.


 

 




C’è qualcuno che vorrebbe ringraziare?

 

Volevo chiudere ringraziando tutta la società del Mondragone city il presidente che non mi ha fatto mai mancare nulla, il mister, tutto lo staff e tutti i miei compagni, i uomini veri e grandi giocatori. 

 

In particolare il bomber Castiello che è diventato come un fratello per me.

Infine saluto mio zio Orazio che è sempre con me in qualsiasi scelta che prenda.

 

 




Grazie 

 

18 05     2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 14 maggio 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

IVAN

BRANDI

 

 

      II Intervista      

 

 


 

 

Ivan Brandi è un giovanissimo giocatore campano  e così ci si presenta:

 

Mi chiamo Ivan Brandi, sono di Napoli e ho 19 anni. Sin da piccolo avevo sempre voglia di giocare a calcio e così   a 5 anni ho iniziato con la squadra del mio quartiere l’Arci Scampia a muovere i primi passi con il pallone. A mano mano che crescevo ho girato varie squadre, sono stato nella giovanile della Neapolis (era in eccellenza), purtroppo all’ età di 15 anni ho avuto un infortunio al ginocchio, quest’incidente mi ha un poco traumatizzato.

 

Volevo abbandonare il calcio, ero deluso e mi sentivo molto giù di morale, non volevo più pensare a questo sport.  Però, la voglia era tanta di continuare e nonostante tutto   continuavo a sognare   quel prato verde. 

 

Decisi di rientrare, mi sentivo più forte di prima e con la voglia di dimostrare a me stesso che ero quello di prima. A 17 anni andai al Gladiator una squadra di serie D (faceva le nazionali) stagione 2022-2023, poi ho firmato un contratto con la Virtus Afragola, promozione 2023-2024.   Nella stagione  stagione calcistica che si è conclusa benissimo, infatti siamo andati in promozione, ho militato nel club Pasquale Foggia

 

 

 



 



Siamo alla seconda intervista che lei ci concede, e la ringraziamo, in questa stagione appena conclusa lei ha giocato con il club Accademy Pasquale Foggia, come si è trovato? 

 

Sì ho giocato con il club Accademy Pasquale Foggia, una grande società che porta un grande nome e con un grande gruppo e staff.

 

In che modo è riuscito a diventare parte di questo club?

 

Sono riuscito a diventare parte di questo club grazie al  mio allenatore dell’anno  scorso che ha creduto nel progetto;  lo ringrazio molto per avermi chiamato.



 




Per il prossimo anno ha già avuto qualche proposta, o ancora è presto?

 

Per il prossimo anno ho avuto qualche richiesta, qualche chiamata, ma voglio rimanere qui perché mi piace il progetto,  il direttore  e la società sono dei grandi professionisti e ringrazio il mister per avermi riconfermato, ovviamente  lo devo solo ripagare in campo per l’anno prossimo e dare tutto me stesso perché sarò ancora un under.

 

Il suo miglior pregio e il suo più grande difetto, dal punto di vista calcistico, è ovvio?

 

Un mio pregio? Sono molto bravo tecnicamente, ho una bella visione di gioco. Un difetto? Spesso mi innervosisco, diciamo che a volte non mi so controllare, penso però che capiti a molti.

 

Con gli allenatori ha mai avuto delle discussioni, oppure ha sempre accettato serenamente le decisioni?

 

Con gli allenatori le discussioni a volte ci sono, ma  quest ti fanno crescere,  ti aiutano nel fare esperienza,  certo, come sopra specificato,  ho avuto varie discussioni,  ma è importate, fondamentale  avere rispetto per le persone.

 

Con i compagni di squadra discute in maniera tranquilla, oppure cerca sempre di imporre la sua idea?

 

Con i compagni di squadra ho un bel rapporto, scherziamo sempre, visto che sono il più piccolo cerco sempre di controllarmi e cerco sempre di ascoltare i compagni che hanno più di esperienza, tutto questo per apprendere al meglio i segreti di questo sport.

 






Alla fine di una partita ripensa al risultato oppure cerca subito di pensare alla prossima gara?

 

Alla fine di una partita cerco sempre di capire dove io abbia sbagliato qualcosa, oppure cosa avrei potuto fare  meglio, tutto ciò per cercare di farlo nella prossima partita e metallizzarmi.



 




Abbiamo saputo che lei non abita più alle Vele di Scampia, quanto le è dispiaciuto lasciare quello stabile? 

 

Sì, è vero, purtroppo non abito più nel mio quartiere dove sono cresciuto dove ho la mia infanzia, mi dispiace molto perché i miei ricordi ( la mia infanzia con i miei amici) sono rimasti in quel luogo. 

 

Ho conosciuto tantissimi ragazzi di Scampia, Secondigliano, ragazzi eccezionali, inoltre c’è una riqualificazione del quartiere, però i media (giornali, televisioni, canali social) vedono sempre il negativo, perché secondo lei avviene questo?

 

Ma, che dire… secondo me purtroppo veniamo sempre giudicati, ma non è così come viene mostrato dai media;  solo noi sappiamo cosa abbiamo passato in quel quartiere e non è vero ci sono persone cattive ,anzi abbiamo sempre aiutato con le sole nostre forze anche chi non aveva niente;  e ne siamo sempre usciti con onestà.

 

Se lei domani ricevesse una chiamata da un club estero, se la sentirebbe di lasciare tutto per affrontare questa nuova avventura?

 

Direi di sì, il mio sogno è di andare fuori a giocare, anche se avolte le delusioni sono tante e ti va di lasciare tutto, ma e sempre stato il mio sogno nel cassetto anche per cercare di dare un futuro alla mia vita.

 






Una domanda che ho fatto spesso è la seguente: grandi giocatori si nasce o ci si può diventare grazie a un duro allenamento ed a uno stile di vita rigido?

 

Credo che ne sia nato uno solo e  che oggi non c’è più:  si chiama  Diego Armando Maradona; io penso che  se uno è costante nell’allenamento,   non molla mai e davvero vuole quell’obbiettivo, possa diventare un grande giocatore, bisogna tener presente  che deve aver la testa per raggiungere quell’obiettivo.

 

Il miglior giocatore in questo momento in Italia?

 

Attualmente il migliore giocatore in Italia, tra l’altro  mi piace molto e che mi vedo a volte  nelle sue giocate è Scott Mc Tominay.

 

Un sogno per il futuro?

 

Un sogno per il futuro?  Non saprei, ancora vivo la mia vita giorno per giorno,  non riesco a pensare al  futuro,  ma se lo devo dire, visto che ho sempre amato questo gioco sin da bambino, è quello di riuscire a diventare un giocatore professionista.

 

A chi vuol dedicare questa intervista?

 

Sicuramente la dedico a me stesso, e alla mia famiglia che non mi abbandonerà mai.

 




Un pronostico: il Napoli vincerà lo scudetto?

 

Spero di sì,  per il campionato che ha fatto merita molto, staremo a vedere queste 2 partite che rimangono.

 

 

Grazie 

 

14 05     2025

 

(Tutti i diritti riservati)