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lunedì 3 novembre 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 


GIOVANNI

CONDOMITI

 





 

 Giovanni, Gianni, Condomiti,  calabrese è  un giocatore  di calcio e questa è  la sua storia.

 

 Muove i primi passi a 7 anni della scuola calcio Aurora Cittanova, per poi essere comprato dalla Reggina (serie A), dopo 3 anni è  all’ Empoli (serie A), dopo un  anno al Spezia (serie B), a 15 anni al Rosarno Calcio (serie D ), a 16 anni  esordisce in serie D con la maglia dell’Interpiana con la quale gioca due anni e colleziona 34 presenze e 3 goal;  lo stesso anno viene   convocato in nazionale italiana e rappresentativa di serie D. Viene   acquistato l’anno dopo dall’Hintereggio in serie C, poi  l’anno successivo va a giocare  nella Gioiese (serie D) con la maglia viola: 60 presenze in due annate. L’anno dopo milita alla Reggina (serie D/C), l’anno seguente  è al Roccella (serie D), poi l’amore della città Cittanova, decide  di scendere di categoria, per la precisione in eccellenza, e con la maglia giallorossa del Cittanova, la squadra  riesce  per la prima volta della storia a salire in serie D.

 

Ricopre il ruolo da capitano anche l’anno dopo in serie D conquistando 30 presenze e 3 goal, l’anno successivo milita al Locri Calcio, 25 presenze in serie D, l’anno seguente 2019/2020 si divide  in serie D tra Castrovillari e Palmese; dopo lo stop causato  dal  Covid nel 2020 ritorna al Cittanova dove rimane  per 5 anni consecutivi fino alla stagione scorsa 2024/2025; nella stagione attuale sposa la causa Soriano Calcio in eccellenza.

 


In  totale nella carriera quasi 300 presenze e potrebbe  festeggiare le 300 quest’anno con la maglia del Soriano. Negli  ultimi 10 anni di serie D girone I  risulta essere tra i primi 10 calciatori che hanno fatto più presenze."

 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando la sua avventura calcistica nel Soriano calcio?

 

La stagione non è iniziata nei migliori dei modi, sono arrivato al Soriano cercando di portare un contributo importante, però siamo adesso a 4 punti in classifica non rispecchia il valore che abbiamo noi, però mi auguro di poter uscire da questa situazione per ottenere risultati importanti.

 






Come mai ha sposato la causa del Soriano Calcio e come si trova in questo club?

 

Ho sposato il Soriano perché si è parlato un gran bene, negli ultimi anni ha fatto dei bei campionati in eccellenza, in Calabria società come il Soriano non ne abbiamo tante.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Da sempre, ho imparato a camminare con il pallone, è una passione che ho, appunto, da una vita, altrimenti non si arriva a fare determinati sacrifici se non si ha la giusta, passione. Per me poi il calcio è diventato un lavoro sin da quando ho 16 anni, percepisco uno stipendio, ribadisco, il gioco del pallone ti deve piacere tanto, perché alle prime difficoltà avrei mollato come tanti hanno fatto.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

In famiglia mia madre era più per lo studio, mio padre invece riteneva che il calcio fosse più importante. Alla fine  il calcio è diventato il mio lavoro, però ho accontentato anche mia madre, infatti mi sono laureato in Scienze Motorie, ma i sacrifici per raggiugere questo traguardo sono stati tanti,  in conclusione ho reso felici i miei genitori.

 

Da giovanissimo lei ha militato in diversi club lontani da dove lei vive, non le mancavano la famiglia e gli amici; in che modo ha superato quei momenti, se li ha avuti di solitudine?

 

Sicuramente non è stato facile, visto che bisognava fare dei sacrifici importanti, anche perché noi al Sud siamo molto legati alla famiglia, agli amici, alle abitudini, ad un certo punto non avevo più voglia di stare al nord e quando sono sceso avevo perso gli stimoli per giocare a calcio, vorrei precisare che avevi mio fratello e mia sorella più piccoli e di conseguenza sentivo l’esigenza di stare con loro. Però è anche vero che per fare questo sport devi essere sereno, quindi decisi di tornare a casa.

Il rammarico c’è, è ovvio, il nord offre molte opportunità perché ci sono diverse squadre professioniste ogni 50 km.

 


Lei è stato in diversi club, ha raggiunto risultati importanti, com’è riuscito ad arrivare a determinati obiettivi?

 

Sì, sono stato in diversi club e raggiungi determinati obiettivi quando hai la voglia di migliorarti, curi ogni aspetto del tuo essere un calciatore, e poi deve avere la disciplina, essa batte il talento sempre, quando i miei amici il sabato uscivano o andavano in vacanza, io a luglio ero già in ritiro, non ho mai vissuto un’estate come la dovrebbe vivere un giovane, tutte queste rinunce mi hanno portato a far sì che raggiungessi risultati importanti.

 

Che cosa pensa di fare quando raggiungerà il traguardo delle 300 presenze?

 

Mi auguro presto, non farò nulla di trascendentale, però sono contento, a 31 anni è un traguardo importante, non è che si raggiunga questo obiettivo tutti i giorni, mi auguro che sino a che avrò quel fuoco dentro possa fare più presenze possibili.

 

Lei per diversi anni ha militato nel Cittanova, che cos’ha questo club di particolare che appunto ha fatto in modo che lei ci rimanesse per tanto tempo?

 

Diciamo che Cittanova è casa mia, e di conseguenza avevo un sogno riportare la squadra in Serie D, visto che non c’era mai riuscita nella storia, e non è stato facile “combattere” contro delle società blasonate, come il Catania, Bari, Messina, è stato un motivo d’orgoglio visto che queste squadre avevano giocato in Serie D, ho fatto il capitano è stato veramente molto bello, in conclusione è stata una bella soddisfazione portare la squadra oltre i confini regionali, poi gli stimoli sono diversi e c’è la necessità di cambiare. Però mai dire mai, forse potrei ritornare.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Nel calcio, le discussioni ci possono stare, però sempre con rispetto e l’educazione perché è giusto che si rispettino le scelte degli altri, quand’ero più giovane ho avuto qualche battibecco, però succede, ovviamente gli aspetti personali e umani vanno oltre. Ci tengo a dire che grosse discussioni con gli allenatori non le ho mai avute, se dovessi fare un bilancio per il 95% i rapporti sono stati sempre positivi.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Nel gruppo cerco sempre di capire un po’ tutti i miei compagni, devi conoscere le loro esigenze, non è facile, loro devono comprendere la mia volontà, ma non a parole, ma con i gesti, far vedere che mi alleno seriamente, comportandomi da professionista e spero che guardandomi mi possano seguire in quello che faccio, cerco di essere un esempio, quello che conta è raggiungere il risultato e di conseguenza bisogna avere la stessa visione.  

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Bisognerebbe chiederlo agli allenatori, comunque sono un giocatore molto fisico, ma anche veloce perché sono stato abituato a giocare sulla fascia, un altro pregio è che non mollo mai, ci credo sempre sino a che non termine la partita, ho personalità e carattere, in conclusione ho carattere e personalità, altri possono essere più forti però se non hai personalità certi obiettivi non li raggiungi.

 


Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Ti posso dire che a 13 e 14 non è facile stare lontano da casa, forse dovevo tenere “più duro”, essere più determinato, in certi ambienti, se fossi rimasto, sarei cresciuto tantissimo, e avrei avuto la possibilità di calcare campi più importanti;  però con il senno di poi è tutto più facile. Nonostante ciò  ho fatto delle scelte  valide, una scelta è stata quella di aver scelto di diventare calciatore per lavoro, poi mi sono divertito, ho conosciuto tante persone, con alcune siamo diventati amici, allo stesso tempo sono stato sereno perché sono stato vicino alla mia famiglia, come sai noi calabresi siamo molto attaccati alla nostra famiglia, per me viene prima la famiglia in quanto sono molto legato, non rimpiango nulla, certamente avrei potuto ottenere altri risultati,  quello sì, però alla lunga le scelte che si fanno ragionandosi sopra per me pagano.

 

Questa domanda la faccio spesso: se lei domani dovesse ricevere una chiamata da un club estero se la sentirebbe di lasciare tutto per partire per questa nuova avventura?

 

Non so se me la sentirei di partire, anche perché a 31 anni guardi la vita in maniera diversa, hai più la necessità di condurre una vita nella quotidianità di dove vivi. Se parti significherebbe ripartire da zero, “buttarsi” in una nuova situazione, i fattori sono tanti, ma visto che spesso decido al momento potrei accettare questa proposta. Perché no!

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Al primo posto viene la famiglia, sapere che essa è al mio fianco è molto importante, mi rende più forte, più sereno, essa è la base essenziale di ogni cosa, ho tanti amici, molti conoscenti, ma amici veri pochi, sono molto selettivo, ribadisco la famiglia è fondamentale, senza di essa non sarei riuscito a realizzare determinati obiettivi.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il mio piccolo sogno è quello di vincere ancora sino a quanto dirò basta, è stimolante vincere ancora qualche campionato, qualche coppa, un altro grande sogno è quello di lavorare con società professionistiche come direttore sportivo.



 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Mi sembra ovvio, sempre alla mia famiglia, mi hanno sempre “spallegiato”, mi sono sempre stati vicini quando ho avuto infortuni importanti, e mi hanno sempre aiutato a uscire da alcune situazioni difficili, perciò questa intervista la dedico a loro.

 

 

Grazie 

 

03  11     2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 30 ottobre 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

VINCENZO

MANCO


 

 

 




 Vincenzo Manco, è un giocatore   di calcio e così si presenta: “ 

 

“Mi chiamo Vincenzo Manco sono di Scampia ho 22 anni e nella mia vita il mio sogno è sempre stato quello di giocare a calcio, inseguo questo sogno da quando avevo 5 anni.

 

Come scuole calcio ho frequentato: Mariano Keller, Nereo Rocco, Gioventù Partenope, infine sono arrivato al Don Guanella, e ci sono rimasto quasi due anni. Successivamente sono passato con la prima squadra in promozione a 17 anni collezionando 6 presenze sotto età, poi c’è stato il fermo a causa del Covid e dopo il covid grazie a mister Renato Cioffi ha creduto in me sono arrivato in serie D a Sorrento dove ho fatto una splendida annata, dopo di che sono stato con l’Afragolese sempre in D, successivamente   sono andato a Palma Campania con la Palmese sempre in D per ben 2 anni collezionando ben 90 presenze. 

 

Sono passato poi con la Battipagliese, in eccellenza, collezionando oltre 17/18 presenze e infine quest’anno a causa di alcuni problemi personali sono andato in promozione: milito nel club A.S.D Cellole Calcio, mi trovo benissimo, ho disputato già 5 partite e ho fatto doppietta sabato scorso.”

 





La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata la scorsa stagione 2024-2025.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Si poteva fare molto di più sia singolarmente che come gruppo squadra, di conseguenza poteva finire nei migliori dei modi con la vittoria campionato, questo perché arrivando secondi con 1 punto di differenza c’è stato tanto rammarico.

 





Adesso lei milita nel Cellole, ha disputato 5 partite e ha fatto pure una doppietta, direi che la stagione è iniziata nel migliore dei modi. Soddisfatto, è così?

 

La  stagione qui al  Cellole è iniziata molto bene e sono molto contento di essere in questo club per  dare una grossa mano a questa splendida piazza.


 



Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è diventata la mia passione già da piccolo, guardando mio padre dagli spalti giocare ad alti livelli.


Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Devo dire la verità sono legato a tutte le piazze dove ho giocato perchè  sono sempre stato trattato bene. 

 

Un’esperienza importante lei l’ha avuta a Sorrento, che cosa mi sa dire a proposito di questo club?

 

Il Sorrento è un club stupendo e storico, lì ho lasciato il mio cuore dentro e fuori dal campo, anche perché ci ho vissuto  per un anno,  mio padre  militava al Sorrento,  tra l'altro ho frequentato  fatto la seconda elementare. 

 




Con la Palmese lei ci rimane due anni, collezionando 90 presenze, possiamo dire due splendide annate, che ricordo ha di questi due anni?

 

Con la Palmese ho collezionato una cinquantina di presenze,  sono stati due anni fantastici,  il ricordo più bello è che andando a Palma, dopo un annetto spento, ho ritrovato di nuovo me stesso.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ascolto sempre i consigli dai piu grandi che con l esperienza possono aiutare molto, mentre io   se posso offro dei  consigli costruttivi ai più piccolini. 


 




Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Sono uno a cui piace ascoltare molto i giocatori esperti e prendere il buono dai consigli e suggerimenti.


 



Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio:  mi piace tanto aiutare gli under,  un mio difetto:  mi innervosisco facilmente subito.

 

Se lei domani dovesse ricevere una chiamata per un club estero se la sentirebbe di lasciare l’Italia per questa nuova avventura?

 

Se dovesse capitare che mi facciano una proposto per un club estero non escludo che possa dire di sì,  ovviamente dipende sempre da certe condizioni.

 




Lei è nato a Scampia che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Scampia per me è importante perché qui si cresce prima e si vive di calcio.


 



Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Per me la mia famiglia viene prima di tutto e gli amici veri ti insegnano a crescere. 

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il sogno rimane sempre e solo uno:  cercare di dare sempre il  meglio e se possibile  arrivare nei professionisti.


 



A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Questa intervista la dedico a tutte le persone che mi vogliono bene e che credono in me, ma anche  a chi non crede in me.

 

Grazie 

 

30  10     2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

venerdì 24 ottobre 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

SALVATORE

MERCOGLIANO 










 

Salvatore Mercogliano è il dirigente del club ASD Marianella Calcio, così ci si presenta:  

 

 

“La mia carriera da dirigente inizia nel 2015: Per puro caso grazie al capitano Gennaro Mele e al Mister Alessandro Polizio, dell’Arzano City (Prima Categoria) dove la società ricercava un D.S. io un po' per scommessa e un po' per curiosità mi sono proposto, al mio primo anno abbiamo raggiunto il nostro obiettivo che era di salvarci, levandoci anche la soddisfazione di battere corazzate come: Albanova, Casoria, pareggiare con Bacoli e Acerrana.

 

 L' anno dopo e per i successivi 4 anni vado al Casavatore dove anche lì raggiungiamo delle salvezze tranquille, va ricordato che erano sempre squadre senza calciatori con stipendi e nessun tipo di rimborso. 

 

 

Poi purtroppo arriva il Covid che ci tiene chiusi in casa. la stagione successiva ricevo la chiamata del Melito squadra della città in cui vivo attualmente da quando mi sono sposato. Il primo anno raggiungiamo anche lì una salvezza tranquilla, mentre l’anno successivo insieme al direttore Giulio Zampini e il mister Christopher Pelliccia compiamo un vero e proprio miracolo sportivo vincendo un campionato attraverso la lotteria playoff da terzi classificati nel girone, battendo tutte le seconde degli altri gironi e ribaltando uno 0 3 nella finalissima vincendo per 4-3, Io e il mister ci siamo tatuati l’aquila(simbolo del Melito con la data).

 

 

L' anno scorso faccio il salto di categoria (Promozione) approdando al Marianella del presidente Salvatore D'Andrea che mi accoglie in una bellissima realtà che punta a crescere ogni anno, qui ricopro un po' il ruolo di dirigente "Jolly" passami il termine, l'anno scorso abbiamo sfiorato i playoff per approdare in Eccellenza, perso soltanto per un punto all’ultima giornata con grande rammarico.

 

 

Quest' anno siamo partiti molto bene abbiamo cambiato qualche calciatore rispetto allo scorso anno che uniti a quelli che gia avevamo stiamo facendo ad oggi un ottimo cammino, ma restiamo coi piedi per terra perché ci sono dei sottili equilibri ai quali dobbiamo prestare attenzione. Oggi siamo primi nel nostro girone e oggi abbiamo staccato il pass per gli ottavi di Coppa Campania.”

 

 

 

 

 


 

 

La prima domanda che le voglio fare è la seguente: com’è nato questo interesse per fare il dirigente sportivo, era un ruolo che le sarebbe piaciuto svolgere sin da quando era un adolescente?

 

Diciamo che mi è sempre piaciuto vivere il mondo del calcio a 360 gradi, lo immaginavo sin da adolescente, e non guardarlo soltanto allo stadio o alla tv, cosi 10 anni fa circa lessi di un annuncio di una squadra di Prima Categoria che cercava un Direttore Sportivo, io sono di Arzano e la squadra era l’Arzano City, sarebbe stato bellissimo poter rappresentare la squadra della mia città in qualche modo.



 




Da ragazzino lei giocava a calcio? E comunque quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Forse il fatto di non aver giocato mai a calcio, ha in qualche modo accentuato la volontà di far parte di questo mondo, seppur a livello dilettantistico. La passione per il calcio nasce da bambino, ricordo di iniziare ad interessarmi al calcio probabilmente ai mondiali di USA 94', da lì poi papà mi trasmise la passione di collezionare le celebri figurine Panini, da allora non ho piu smesso, anzi l’interesse e l'amore verso questo sport ancora aumenta ad oggi.

 

Dell’esperienza all’Arzano city cosa mi sa dire, immagino che sia stato eccitante visto che era il suo primo incarico?

 

Dell' esperienza dell'Arzano City, la mia prima come D.S. credo sia stata più che positiva, raggiungemmo l’obiettivo della salvezza levandoci anche qualche sfizio di battere squadroni come: Albanova, Casoria e fare punti contro Acerrana e Bacoli. Come le dicevo Arzano è la città che mi ha visto crescere e per me rappresentarla in qualche modo mi ha riempito di orgoglio, oltre al fatto di avermi fatto conoscere delle persone straordinarie con la quale ancora oggi ho un rapporto di bellissima amicizia e rispetto.

 

Sono passati 4 anni dal Covid, come ha vissuto quei mesi di chiusura? 

 

Il Covid per noi amanti del calcio e dello sport in generale è stata una “mazzata assurda”, visto che eravamo totalmente fermi e poche erano le cose che ci erano consentite, a livello personale  ne ho risentito parecchio.

 

Altra esperienza importante è stata al Melito, la città dove lei vive la domanda è lecita, come siete riusciti a realizzare quel miracolo (diciamo realizzare anche se non è il termine adatto)?

 

Del Melito beh, come spesso dico ci sarebbe da scrivere un libro o realizzare una serie Nefflix. Melito è la città che mi ha adottato da quando mi sono sposato, Quello che abbiamo compiuto due anni fa è un vero miracolo sportivo, partecipare ai playoff senza i favori dei piu ottimisti pronostici come 3^ classificata e battere quelle che erano la seconda del nostro girone prima, il Qualiano, e le seconde degli altri gironi poi fu un qualcosa di assurdo, tutto questo sempre fuori casa. 

Arrivammo alla finalissima regionale con la Rocchese che perdevamo 3-0 dopo mezz' ora, qualsiasi squadra si sarebbe sciolta, forse sarebbe finita in goleada, ma riuscimmo nel miracolo appunto di ribaltare il risultato 3-4 e fummo promossi in Promozione. 

Come ci siamo riusciti? Eravamo un gruppo fatto di ragazzi straordinari con ingaggio dell’intera rosa praticamente uguale a 0 a fronte delle altre squadre con ingaggi faraonici per la categoria.

 

 

Perché molti giocatori ripetono la solita frase (quelli che non sono riusciti ad arrivare a certi obiettivi: “Non ho avuto le giuste conoscenze, se le avessi avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

Di giocatori che avrebbero potuto fare di piu soprattutto in Campania ce ne sono a centinaia, secondo me non è mai solo una questione di giuste conoscenze, spesso scelte sbagliate, o esigenze dettate dal voler avere spesso tutto e subito ne determinano poi la carriera, se parliamo poi a livello giovanile tante volte i genitori incidono tantissimo nel bene e nel male, avere una cultura sportiva purtroppo non è una materia che si studia a scuola e questo spesso ne condizionano la crescita.

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Quando vedo giocare un ragazzo, ne apprezzo soprattutto la voglia di sacrificarsi, il voler giocare per la squadra e non solo per se stesso, oltre alle qualità tecniche. Mi farebbe piacere vedere di più soprattutto nei giovani alle prime esperienze di non sentirsi già appagati, ma il volersi migliorare continuamente anche traendo insegnamenti dai più grandi e che hanno vissuto un altro calcio.

 

Generalmente che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

Con gli altri club ho con tutti piu o meno un buon rapporto, anzi spesso mi chiedono consigli su calciatori o su come comportarsi in determinate situazioni, mi fa piacere se posso dargli una mano per quel che posso.




 





Se dovesse fare un bilancio Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Bilancio di questi miei primi 10 anni in questo mondo sono sicuramente positivi, abbiamo sempre raggiunto gli obiettivi prefissati a inizio stagione, miracolo Melito a parte dove nessuno immaginava ciò che abbiamo fato. Una piccola macchia forse la troviamo lo scorso anno dove per un solo punto non siamo riusciti a disputare i playoff per l'eccellenza col Marianella, mia attuale società.

 

Che cosa le stando il calcio e che cosa le sta togliendo?

 

Cosa mi leva il calcio? Eh questa è una domanda da fare forse a mia moglie e mio figlio (ride). Sicuramente nel periodo settembre/maggio nei weekend soprattutto gli tolgo tanto tempo dedicato, cerco di compensare durante la settimana, so che vorrebbero che restassi un po' di più con loro ma, soprattutto spero mio figlio tra qualche anno capirà il perché' questo sport bellissimo ci condiziona la vita.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Da bambino all' età di 7 8 anni ho fatto un po’ di basket, in linea di massima mi piacciono un po' tutti gli sport di squadra e dove il collettivo fa la differenza, tipo Rugby, Basket, pallavolo ed anche i motori

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Un calciatore che ammiro ed ho sempre ammirato tantissimo e quest' anno ho la fortuna di viverlo da vicino ed è Kevin De Bruyne. Uno che apprezzo di meno? In linea di massima tutti i calciatori inclini a simulazioni o che spesso hanno un comportamento che non sia d' esempio per chi da fuori osserva.

 

 

Supponiamo che lei domani riceva una chiamata da un club estero per fare il dirigente, se la sentirebbe di partire per questa nuova avventura, oppure risponderebbe di no?

 

Di chiamate ogni anno, in Campania, e in ogni periodo dell' anno ne ricevo e mi fa piacere, anzi colgo l'occasione per ringraziare tutte le società che mi cercano per coinvolgermi nei loro progetti sportivi, in termini temporali proprio pochi giorni fa sono stato contattato da una società di Prima Categoria, ho declinato perché' mi trovo bene al Marianella e poi non amo entrare in progetti a stagione iniziata. Per l'estero deve essere un qualcosa di irrinunciabile, ma si mi piacerebbe fare un’ esperienza del genere seppure nei nostri campionati è un qualcosa di quasi impossibile data la cassa di risonanza del mondo dilettantistico.

 

 

 

Un sogno per il futuro?

 

Un sogno per il futuro? Sono abituato a non guardare troppo in là, volendo usare una frase tanto cara agli addetti ai lavori preferisco pensare "partita per partita", per quello che posso sono concentrato solo sul Marianella alla quale do tutto quanto nelle mie possibilità perché' abbiamo un conto in sospeso con la scorsa stagione, e mi piacerebbe appunto migliorarne il finale. Ogni campionato rappresenta delle difficoltà la strada è lunga e le avversarie sono forti, vedremo...

 







A chi vuol dedicare questa intervista?

 

L'intervista la dedico alla mia famiglia, a mia moglie Elena e a mio figlio Matias, loro   mi supportano  e sopportano, e che come dicevo prima spesso metto da parte senza che potessi dare loro nulla in cambio per giustificare le mie assenze da casa.

 

 Grazie 

 

 24   10    2025

 

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