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domenica 13 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

GIACOMO

PELLICCIA

 


 

 Giacomo Pelliccia, classe 2022, è un giocatore di calcio di Napoli, Casalnuovo, ha militato nelle seguenti squadre: Napoli United, Viribus Somma Formia, e ora milita nella Real Forio, Eccellenza girone B, nell’ultima giornata dello scorso campionato ha subito una lesione al perone. 

 

Infine precisiamo che ha a avuto alcune proposte da parte di alcune squadre in serie D.

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2024-2024.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Sono una persona che pretende tanto da s stesso. Sicuramente le soddisfazioni ci sono, ma direi che si può migliorare partita dopo partita, bisogna cercare di andare oltre ogni limite.

 

Nell’ultima giornata dello scorso campionato  lei ha subito un infortunio, com’è riuscito a superare quel periodo non certamente facile?

 

Superare momenti difficili come quello che ho vissuto non è affatto facile, ma la voglia e la determinazione che mi spingono verso questo mondo è più forte di ogni dolore fisico. La perseveranza e il supporto non solo  della mia famiglia, ma anche  degli amici più cari mi hanno aiutato ad uscirne da questo impasse.

 








Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Questa è una delle mie preferite (come domanda). Ho sempre saputo che quel rettangolo verde sarebbe stata la mia casa. Fin da bambino, precisamente sin all'età di 5 anni condividevo tutto questo con mio nonno Giovanni. Poi dopo la sua scomparsa i miei genitori hanno fatto in modo che io continuassi a credere in quello che stavo facendo sostenendomi proprio come faceva lui.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Guardi, non sono mai stato un genio a scuola. Il calcio, anzi quel pallone è sempre stato tutta la mia vita. I miei genitori hanno sempre saputo che questo mondo mi sarebbe appartenuto più di ogni altra cosa. Nonostante ciò si sono sempre prodigati a farmi capire l’importanza per una vita futura dello studio.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

In ogni squadra in cui ho giocato ho lasciato una parte di me, con i vari club in cui ho militato  sono cresciuto sotto diversi aspetti (calcistici, psicologici) e sarò sempre grato di quello che ho appreso, in conclusione mi sento dirle solo questo .

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Sarò sincero, nessuno sport. Calcio forever 



Lei è giovane è ho letto su di lei molti commenti positivi, come si fa ad essere così stimanti ed apprezzati, come ci riesce lei?


Non c'è una formula particolare, forse la gente vede quanta passione io metta in questo "gioco”, non so forse dovremmo rivolgerla al pubblico la domanda.


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Credo che ci sia una suddivisione di categoria. Molti per soldi , altri per la gloria .Personalmente parlando io non riuscirei a vedermi se non come un calciatore e certo un po' di "fama"  nell'essere riconosciuto non guasta mai .



Si ricorda il suo goal più bello?

 

Si ricordo perfettamente quel goal, è ancora qui impresso nella mia mente. Quello in coppa Italia contro il Rione Terra.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Secondo il mio parere i calciatori devono occuparsi della loro prestazione in campo, non che la loro opinione non possa essere importante, ma ad ognuno il proprio ruolo, quindi le decisioni del mister non si discutono: si accettano.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

No, c'è uno spalleggiarsi a vicenda. Siamo un gruppo non un unico individuo, è giusto confrontarsi e non pretendere di prevalere.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Pregio: Sicuramente il fatto di giocare considerando la squadra non solo un come un proprio tornaconto personale; difetto? Direi l'impulsività quando qualcosa in campo non mi piace.

 

Se dovesse ricevere domani una chiamata da un club estero, anche fuori dall’Europa, partirebbe immediatamente oppure ci rifletterebbe per qualche giorno, oppure non partirebbe?

 

La verità? Mi piacerebbe fare questa esperienza. Certo mi dispiacerebbe lasciare la mia famiglia e i miei amici,, però credo che sia una di quelle esperienze che almeno una volta nella vita andrebbe fatta.

 

Che cosa rappresenta per lei la città di Napoli? 

 

A presente il testo della canzone di Lucio dalla "Te voglio bene assai"? Ecco  Napoli per me rappresenta proprio quella catena che “scioglie o' sangue dint e vene”. È quel posto che ti rimarrebbe sempre nel cuore anche se andresti a vivere a chilometri di distanza. Napoli è come l'ossigeno di cui abbiano bisogno per respirare, senza siamo morti.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Sia la famiglia che gli amici sono le due facce della stessa moneta. Non potrei vivere senza, sono essenziali, entrambi ci aiutano a costruire quella che è la nostra identità e poter contare su entrambi è una gran fortuna.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Secondo lei? Ovviamente diventare un calciatore professionista, altro non desidero.




 


A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La dedica è sempre la stessa. Alla mia famiglia che mi ascolta e supporta. A chi ha sempre creduto in me, ma anche a chi non ci credeva.

 

 

 

Grazie 

 

 

 

 

13  10   2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sabato 12 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

SIMONE

VALLARELLI

 

  



 

 

Simone Vallarelli Simone ha 26 anni ed è nato a Terlizzi un piccolo paesino del nord barese, ora studia Scienze Motorie, visto che un domani gli piacerebbe allenare e insegnare. Simone Vallarelli gioca da diverso tempo al Futsal. 

 

Di seguito ci racconta gli ultimi due anni calcistici.



Negli ultimi due anni ho vissuto due stagioni sportive una all’opposto dell’altra. Partiamo dalla stagione 2022/2023, sono in quel di Bovalino (Reggio Calabria) per disputare il campionato nazionale di Futsal di serie A2, arrivo da una squadra fallita a campionato in corso il Catanzaro. 


Il primo impatto non è dei migliori, purtroppo i risultati stentano ad arrivare e da lì a poco ci ritroviamo in fondo alla classifica, ci svegliamo troppo tardi e non riusciamo ad evitare la retrocessione in serie B. 


Arriva però il bello di questo meraviglioso sport che subito ti dà l’occasione di vivere emozioni nuove e di riscatto, nella stagione appena trascorsa 2023/2024 mi accaso nella società Vitulano Drugstore Manfredonia militante nella nuova categoria serie A2 élite; il feeling con compagni di squadra e staff è subito lampante,  la stagione parte “col botto”,  sei vittorie di fila,  dopo un piccolo arresto e una ripresa repentina concludiamo la stagione al secondo posto, purtroppo però da quel momento la beffa: mi toccare saltare i play off per un infortunio al ginocchio sinistro, nonostante tutto sono lì nel rettangolo di gioco con i mie compagni che disputano un play off impeccabile conquistando la storica promozione in serie A. 


Ad oggi sono nell’ambiziosa società Marsala Futsal che vuole ben figurare e non solo in questo campionato di serie B,  io darò tutto me stesso per difendere questi colori e per raggiungere l’obiettivo prefissato. 










La prima domanda è la seguente, ho saputo che lei si è laureato in Scienze Motorie (Triennale), soddisfatto, immagino, immagino che non sia stato facile studiare e contemporaneamente giocare, come ci è riuscito?



 Paolo prima di iniziare ci tenevo a ringraziare te e i lettori per essere sempre vicino alle mie vicende sportive e non.



Esattamente, nel mese di luglio ho completato il mio percorso di studi diventando dottore nelle attività sportive e motorie. Il percorso è stato lungo e tortuoso e non ti nego che più di una volta la voglia di mollare ha fatto capolino, ma alla fine ce l’ho fatta. Purtroppo studiare e svolgere il lavoro di calcettista non è semplice, specie nel mio caso in cui gli esami si tenevano in Abruzzo ed io ero sparso in altre zone remote dell’Italia. Il covid in tal modo è stato d’aiuto, visto che per diversi gli esami si sono svolti in via telematica per precauzione.




Prima di entrare nello specifico, come prima domanda, le vorrei fare questa: se dovesse fare un bilancio di questi due ultimi anni quale sarebbe?


Dal punto di vista personale sono stati due anni intensi, è cambiato molto nella mia vita, si sono affacciate nuove persone che mi hanno arricchito ed altre ne sono uscite, ma il bilancio è assolutamente positivo perché ho l’idea che ogni anno vissuto sia un anno in più, e tu devi trarne il meglio: sempre, senza voltarti mai.



Lei arriva a Bovalino serie A 2 (Reggio Calabria) dopo aver militato nel Catanzaro, che ambiente ha incontrato, e si era ambientato bene?


A Bovalino sono arrivato dopo il fallimento del Catanzaro. Ho trovato da subito una società organizzata che ha provato a far di tutto per portare in alto il nome della città. Purtroppo nello sport come nella vita le cose non sempre vanno come le si immaginano. Per fortuna la città e gli amici conosciuti nel percorso hanno reso il mio percorso calabrese piacevole e porterò ognuno di loro sempre nel mio cuore.








Come mai non avete raggiunto la salvezza, c’è un motivo in particolare?


Con tutta sincerità Paolo non trovo un motivo valido. Si sa però che quando si fallisce un obbiettivo i responsabili sono tutti, giocatori staff e dirigenti; nonostante ciò posso garantirti che tutte e tre le variabili erano di grande livello e ad oggi non riesco a spiegarmi il verdetto del campo. Il campo comunque sia è sempre il padrone e quindi ci è toccato chinare il capo chiedere scusa ed apprendere un’ennesima lezione perché ciò che non uccide fortifica.




La stagione appena trascorsa 2023/2024 ha visto la sua presenza nella società Vitulano Drugstore Manfredonia militante nella nuova categoria serie A2 élite, come si è sentito nel tornare  a giocare nella sua regione?


Tornare a giocare in Puglia è stato strano, ma anche avvincente. Ero spinto da quella voglia in più di portare in alto la mia regione e la soddisfazione a obbiettivo raggiunto è stata doppia. 



Un anno favoloso, usando poche parole come ce lo saprebbe raccontare? 


Ricordo ancora con estrema gioia l’anno appena trascorso. Ogni singolo momento. Potrei racchiudere il tutto con una sola parola: BANDA; il nome che abbiamo dato al nostro gruppo. Ho avuto la fortuna di condividere lo spogliatoio con amici e giocatori fantastici e questa è stata senza dubbio l’arma che ci faceva andare in battaglia sicuri di vincere.



Non dev’essere stato facile saltare i play off a causa di infortunio; come ha superato quel momento? 


Uno dei periodi più brutti della mia carriera sportiva. Essere lì e non poter fare nulla per combattere al fianco dei miei compagni è stata una sensazione davvero dura. Ma ognuno di noi era complementare con l’ altro e ognuna aveva fiducia in una  qualsiasi parte  della squadra. Eravamo certi che questo gruppo meritava il traguardo massimo.








La squadra conquista la promozione in serie A, ora lei si trovo in un club importante, il Marsala Futsal, com’è stato contattato? 


La dirigenza del Marsala mi sta dietro da un po’ ed è stata la cosa che più mi ha convinto. Mi hanno lusingato fatto sentire importante alle volte quasi coccolato e questo non mi ha fatto esitare un minimo nello scegliere questo club  come la mia nuova avvincente avventura.



Marsala come tutti sanno non è vicino a Terlizzi, si sta ambientando bene.


A Marsala con me sono tutti super disponibili e gentili. Sin da subito mi hanno messo nelle condizioni di ambientarmi al meglio e di potermi esprimere al top in campo. E colgo l’occasione con questa intervista per ringraziare pubblicamente la dirigenza del Marsala Futsal lo staff e la città per avermi accolto da subito come uno di loro.



Ho letto molto bene su di lei, tanti elogi, come si riesce ad essere così stimati?


Guarda Paolo io penso e sono certo di una cosa, da sempre viene prima la persona e poi il calcettista. Quando si suda e si combatte realmente per lo stemma che abbiamo sul petto, piuttosto del cognome sulle spalle, la stima è automatica ed incondizionata la gente lo percepisce e lo apprezza. Poi chiaro le prestazioni aiutano.




Ancora del calcio a cinque se ne parla poco, come mai non riesce a trovare quello spazio che si meriterebbe di avere, da cosa può dipendere? 


Verissimo Paolo ma nel corso degli anni si sono fatti notevoli passi in avanti. Basti pensare alle piattaforme streaming create, agli eventi trasmessi dalle tv nazionali di rilievo e al pubblico che assiste ad ogni gara. Certo la strada è lunga ancora, ma se come accennato in questi giorni il Futsal sarà disciplina olimpica alle prossime olimpiadi allora potremmo dire che un importante tassello è stato inserito.



A un giovane che volesse intraprendere la sua carriera che consiglio gli darebbe? 


L ‘unico consiglio che mi sento di dare è:  di fare tutto spinto da un unico motore, ovvero quello della passione, non pensare al  fattore economico che arriverà, ma deve essere un premio meritato e gettarsi a capofitto in allenamenti e video perché una volta che si entra in questa disciplina non puoi più farne a meno, è un innamoramento fulminante. Il lavoro paga sempre e senza sacrificio i risultati non arrivano, bisogna ricordarselo sempre, ma tanto più si suderà tanto più cospicua sarà la ricompensa.



Lei si trova a Marsala, ma se dovesse ricevere un’importante offerta da un club estero partirebbe immediatamente oppure ci rifletterebbe per qualche giorno, oppure non partirebbe? 


Ad oggi Paolo penso a far bene a Marsala la città e la società mi ha cercato con insistenza accontentandomi in tutto quindi devo ancora restituire. In futuro non si sa. Sono certa di questo: ho a che fare con una società ambiziosa che vuole ben figurare nel Futsal nazionale. Gli ingredienti ci sono, ora spetta a noi cucinarli per bene. 







Il suo miglior pregio e il suo più grande difetto, ovviamente dal punto di vista calcistico?



Il mio più grande pregio sicuramente è il carisma e anche un po’ di leadership. Di sicuro il più grande difetto è buttarmi a capofitto nel Futsal magari trascurando affetti e quant’altro, questo a causa di una sconfitta o di un allenamento non fatto al massimo delle possibilità. Ma son fatto così, metto sempre tutto me stesso in ciò che faccio nel bene e nella cattiva sorte.



A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?


Di sicuro la dedico alla mia famiglia che sono i miei primi tifosi a mio fratello che è tutta la mia vita ed anche alla mia ormai ex ragazza che in queste due stagioni è stata vicino a me, sopportandomi e sopportandomi, lo so che non è stato facile convivere con questo mio lavoro, ma lei è sempre stata una spalla in più per me purtroppo poi la vita non sempre va come deve andare.



Ti ringrazio per l’ intervista Paolo è stato super stimolante rituffarsi in questi due anni fatti di gioia e dolori



Grazie e alla prossima intervista 



Grazie 

 

12  10  2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 


 

 

venerdì 11 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

FABIO

GENTILI

 



     

Fabio Gentili, di Rieti classe 1970, è un allenatore di calcio, è laureato in Scienze Motorie e Sportive, presso la facoltà IUSM Foro Italico Roma. Lavoro attuale App. Sc. Qualifica Speciale -Arma dei Carabinieri Forestale (c/o CENTRO ADD.NTO ALLIEVI CC-FOR- RIETI)

 

 

Dopo una parentesi come calciatore, ruolo attaccante destro, presso le seguenti società sportive: U.S Montopoli-U.S. Passo corese- A.S.D. Sabina Foran- Sabinia-Spes Mentana-Master club calcio a 5(serie C), categorie Serie D- Eccellenza –Promozione-Serie C c/5;  decide di iniziare i corsi per diventare allenatore, ora è allenatore professionista UEFA A. Di seguito le quadre che ha allenato: 

 

 

2005-2006 Mentanajenne: (Esordienti –1° Classificati) - (1Sq. Serie D); 2006-2007 Mentanajenne: (Giovanissimi Regionali –1° Classificati) - (1Sq. Serie D);2007-2008 Monterotondo calcio: (Giovanissimi F/B- 3° Classificati) - (1Sq. Serie D; 2008-2009 Monterotondo calcio: (Giovanissimi Elite- GIR. UNICO- 3°Classificati) - (1Sq. Serie D) Vincitori della XXVI Edizione del BEPPE VIOLA - 1°Classificati; 2009/2010 Monterotondo calcio: Allievi regionali F/B (1° Classificati) - (1Sq. Serie D) “Torneo M. Frustalupi “di ORVIETO- 1° Classificati; 2010/2011 Monterotondo calcio: Allievi Elite -–Qual. Finali Reg.li (3° Classificati) - (1Sq. Serie D) “Testardi A.” (1°Classificati) - “41° Trofeo Superga” (3°Classificati) - (1Sq. Serie D); 2011/2012- Città di Monterotondo: Giovanissimi Reg.li F/B (4° Classificati) - (1Sq. Eccellenza); 2012/2013- Città di Monterotondo: Juniores Reg.li (4° Classificati) - (1Sq. Serie Eccellenza); 2013/2014-CRE.CAS Città di Palombara: Campionato PROMOZIONE gir. C – 2° Classificati COPPA ITALIA PROMOZIONE - 1° Classificati; 2014/2015-ASD LA SABINA: PROMOZIONE gir. B- 1° Classificati; 2015/2016-ASD LA SABINA: ECCELLENZA gir. A- 9° Classifica (obiettivo salvezza raggiunto); 2016/2017-CRE.CAS Città di Palombara: ECCELLENZA gir. A: al 3° in classifica (Esonerato alla 7^ (-1 DAL 2° ^ E -4 DAL 1^) divergenze sulla gestione tecnica (classifica finale della squadra 13° posto- zona play out); 2017/2018 –VITERBESE CASTRENSE- UNDER 15 NAZIONALI: 1° in classifica, rescissione a dicembre per

motivi di lavoro ;(classifica finale 4° posto) –AREA SCOUTING fino 30/6/2018. - (1Sq. Serie C); 2018/2019 –VITERBESE CASTRENSE- UNDER 17 NAZIONALI: 4° in classifica; 2019/2020- FC RIETI –UNDER 17 NAZIONALI: 8° posto – (1Sq. Serie C); 2021/2022 –BF SPORT –PROMOZIONE LAZIO 7° POSTO e quarti di finale Coppa Italia Promozione; 2022/2023 FIANO ROMANO ECCCELLENZA LAZIO; 2023/2024 Allenatore in seconda e Responsabile area tattica ALESSANDRIA Calcio (Serie C –Gir. A- con Mister PIROZZI Sergio).

 

 

 

 


 

 

Come prima domanda le voglio fare questa, lei ha una grandissima esperienza, nella presentazione non ho inserito alcune qualifiche che ha conseguito, dovesse fare un bilancio quale sarebbe? 

 

Sinceramente per i sacrifici fatti da me e dalla mia famiglia in rapporto alle esperienze vissute sul campo, forse ho avuto molte soddisfazioni a livello di risultati però non sono ancora pienamente soddisfatto di quanto ottenuto finora, avrei potuto e dovuto fare scelte diverse nel recente passato, ma bisogna pensare al presente e continuare a credere in ciò che si fa con motivazione e soprattutto con passione. 



 




Lei, e le faccio i miei complimenti, è allenatore professionista UEFA A, quanto è stato faticoso raggiungere un traguardo simile? (anche perché in tanti ci provano, ma pochi lo raggiungono)

 

Il percorso è stato molto lungo e difficile, ho allenato tutte le categorie giovanili sia dilettantistiche che professionistiche, sono partito dalla Promozione fino alla Serie C, con tanta fatica e sacrificio,  ma solo per merito e titoli, è un vanto penso, il nostro regolamento ed i parametri di accesso ai corsi, a mio modesto parere andrebbe rivisto, come in quasi tutte le federazioni estere, perché sinceramente c'è troppo squilibrio nei punteggi tra calciatori ex professionisti e non, ammesso anche da molti di loro, i miei conoscenti,  chi come me e moltissimi altri colleghi non hanno  avuto tale percorso, si  arriva a livelli alti non più in giovanissima età e questo sicuramente non agevola una eventuale carriera professionistica. Ma in Italia è difficile cambiare mentalità e regole, quindi dico ai miei colleghi più giovani che bisogna adeguarsi si, ma combattere sempre per raggiungere i propri sogni ed obiettivi.

 

La sua passione per il calcio quando è nata? 

 

La passione è nata dalla prima infanzia, a cinque anni già mio padre mi iscrisse alla scuola calcio del mio paese, ovvero *US Montopoli*,  con il passare degli anni sia da calciatore che da allenatore questa grande passione per il gioco del calcio non è mai diminuita, anche se per problemi fisici ho dovuto smettere di giocare a calcio e a calcio a 5 con gli amici, quando non alleno osservo o vado a vedere almeno 10 partite a settimana, non riesco a farne a meno!







Dopo una parentesi come calciatore, anche calcio a 5, decide di intraprendere la carriera da allenatore, che calciatore è stato?

 

Diciamo che le aspettative che c'erano su di me a livello giovanile erano alte, ma non sono state mai raggiunte per dlle mie responsabilità: ero un centrocampista offensivo abbastanza dotato tecnicamente, un ambidestro, però fisicamente ed atleticamente lo ero di meno.

Onestamente a 20 anni mi piaceva più andare in discoteca che faticare in mezzo al campo, facile trarre le conclusioni, a 25 anni praticamente ho smesso, sono arrivato a giocare fino all' eccellenza nel calcio a 11 e in serie C nel calcio a 5.

 

 

I genitori ripetono sempre: “ Non sarebbe meglio che pensassi allo studio”, lei ha il diploma di ragioniere è laureato, è iscritto alla Laurea Magistrale “MANAGEMENT DELLO SPORT 2024”, le soddisfazioni le ha date, quello che infine voglio dire è: sono stati dalla sua parte quando ha deciso di iniziare a giocare a calcio, oppure non erano molto contenti?

 

I tempi erano diversi: mio padre lavorava in una ditta edile 12 ore al giorno e mia madre altrettanto facendo la sarta, non avevano all'epoca molto tempo per pensare a questi aspetti, dovevano mantenere la famiglia.

Le scelte riguardo ai vari percorsi di studio li ho sempre fatti nel tempo in piena autonomia, ma sicuramente a loro ha fatto piacere, il calcio non è mai stato un problema né per me, nè per loro, anzi tra campo e strada almeno facevo sport e miglioravo il mio stato di salute.

 

Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore, per quale motivo?

 

Non ho deciso, penso sia stato un naturale percorso: quando ho smesso di giocare, l'unico sport che mi appassionava veramente era il calcio, quindi ho iniziato con il calcio a 5. Successivamente ho iniziato a. frequentare il corso da istruttore giovani calciatori presso  la  scuola calcio della Cisco Roma e della Lazio, credo che fosse  il lontano 2004, mi sembra così di ricordare.

 

Lei ha allenato diverse squadre, c’è una squadra a cui è rimasto più legato?

 

Nei dilettanti i ricordi più belli sono legati al Monterotondo Calcio, sono rimasto 5 anni tra giovanili e prima squadra, c'era programmazione ed organizzazione, ho avuto l'onore di avere un grande presidente come l’Avv. Fabio Della Longa, i giocatori erano quelli della classe 94, gruppo a cui sono rimasto affettivamente legato negli anni, riuscimmo a fare grandi risultati tra cui la vittoria nel prestigioso Torneo Beppe Viola nel 2010.  Come collaboratore tattico/ osservatore in D (prima si andava sui campi ad osservare gli avversari e si redigeva la "relazione”) di un grande maestro di calcio come: Sandro Pochesci ho avuto modo di " rubare con gli occhi" molti aspetti di questo mestiere.

 

Tra i Professionisti sicuramente la Viterbese calcio e tutti coloro che ho avuto modo di conoscere ed allenare nelle tre stagioni del  settore giovanile sono sempre nel mio cuore. Quel periodo ha lasciato un ricordo indelebile e tutt'ora mi confronto e frequento con alcuni di loro.



 




Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

A mio avviso, oltre alle conoscenze didattiche, un allenatore, prima deve essere un uomo credibile, deve avere coerenza: con i calciatori, con il proprio staff e con tutte le altre figure societarie

 

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Da sempre il calcio mi regala emozioni e spesso mi fa conoscere brave persone a cui rimango legato nel tempo anche fuori dal campo. Toglie sicuramente tempo alla mia famiglia e soprattutto energie nervose, specialmente nei periodi in cui si è in attesa di un incarico.

 

     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

    Prima di una partita sono concentrato e non vedo l'ora che si giochi, ai ragazzi cerco di motivarli responsabilmente ai loro ruoli e compiti, rispetto a quanto fatto durante il lavoro settimanale in funzione di noi stessi e degli avversari


E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina? 

 

A caldo, a fine partita, preferisco non dire quasi mai nulla, rimandando alla prima seduta settimanale eventuali osservazioni e chiarimenti, analizzando sia gli aspetti positivi che negativi, indipendentemente dal risultato domenicale.

 

 

Una partita da allenatore che vorrebbe dimenticare? 

 

Nell'ultimo periodo la partita che emotivamente mi ha segnato di più in maniera negativa è stata quella giocata dal Fiano Romano- IV Municipio due anni fa in eccellenza: avevo lasciato la squadra da poche settimane per motivi di salute ed ero appena uscito dall'ospedale a seguito di un intervento chirurgico, andai comunque  a vedere la partita:

i ragazzi subirono, a mio modesto avviso, delle gravissime ingiustizie a livello di decisioni arbitrali, che precluse loro la vittoria al 95' subendo un calcio di rigore totalmente inventato, in quell' occasione ero veramente dispiaciuto per loro, ho avuto una vera crisi emotiva e nervosa, non vorrei mai ripetere quell'esperienza, anche se si è trattato di un evento sportivo naturalmente.



 




Un suo pregio e un suo difetto dal punto di vista della sua professione?

 

Per quello che mi dicono gli addetti e conoscenti, e penso sia abbastanza realistico, il mio pregio da allenatore è la preparazione tattica della partita ed in generale la conoscenza delle caratteristiche dell'avversario da affrontare.

Il mio difetto maggiore è l'impulsività, quando mi innervosisco perdo lucidità e mi è capitato di sbagliare comportamenti e valutazioni sia dentro che fuori dal campo, fortunatamente in pochi casi.

 

Lei è stato ad Alessandria, con il mister Sergio Pirozzi, nel ruolo di allenatore in seconda, sappiamo che c’è rimasto solo due mesi, le volevo chiedere che esperienza è stata? E comunque soddisfatto di averla fatta?

 

È stata un’esperienza dal punto di vista professionale ed umano molto interessante, ho approfondito l'amicizia e la conoscenza con Sergio Pirozzi, che è uno dei pochissimi veri amici che ho nel mondo del calcio, persona squisita ed allenatore di grande profilo. In più ho avuto il piacere di lavorare con uno staff dai grandi valori umani ed allenare insieme ragazzi eccezionali e professionisti disponibili, che nelle condizioni in cui ci trovavamo era tutt'altro che scontato.

Giocare al Moccagatta di Alessandria, al Menti di Vicenza ed altri stadi storici e gloriosi della storia del calcio italiano è stata veramente una grande ed emozionante esperienza.

Soddisfatto di averla fatta per tutti gli aspetti menzionati sopra, purtroppo non per quello economico.

 

 

Cosa pensa dell’attuale stato del calcio italiano? Che cos’è che secondo lei non funziona? 

 

Il calcio italiano è obsoleto e clientelare. Servirebbe una grande ed innovativa riforma che riguardi sia le persone che le regole, sia a livello federale che di dirigenza delle società sportive, utopistico, direi, ma necessario.

 

Se ha questo aggiungiamo l'improvvisazione che regna in tantissime società la quasi totale mancanza di competenza e meritocrazia quasi direttamente proporzionale all'incompetenza    e all'assenza di una programmazione sportiva a medio /lungo termine, il quadro è quasi completo, questo sempre a mio umile e modestissimo parere

 

 

Vedo spesso allenatori blasonati essere sostituti dopo poche partite, certo non si possono sostituire i calciatori, anche se basterebbe dare più spazio a giovani meno conosciuti, ripeto ma a mio avviso tutto ciò è assurdo e l’allenatore che arriva non è detto che faccia meglio di quello che è stato esonerato, basta vedere quello che sta succedendo alla Roma, lei a tale riguardo cosa pensa?

 

Gli allenatori, ad altissimo livello, sono legati quasi esclusivamente ai risultati: attualmente molte proprietà e dirigenze sono straniere, non conoscono molto bene né la materia calcio né tantomeno riescono ad individuare la vera causa dei problemi in uno spogliatoio, la cosa più facile è cambiare l'allenatore e così fanno. 

 

Nel caso specifico, posso solo dirti che ho avuto l'onore ed il piacere di conoscere e parlare con il mister Daniele De Rossi a Coverciano e ti posso assicurare che è un grande  conoscitore di calcio ed una persona molto umile, ma la Roma è nel caos più totale da diversi anni e lui ha pagato per colpe neanche sue.



 




Immagino che non sia facile coniugare il suo primo lavoro, l’essere allenatore di calcio, senza considerare lo studio che lei ha svolto per avere le qualifiche, con l’avere una famiglia? 

 

Purtroppo no, non è semplice per niente. Il calcio in questo momento, almeno fino dove sono arrivato, ovvero fino alla serie C non ti offre piene garanzie: lasciare un lavoro sicuro per spostarsi in giro per l'Italia ed anche all'estero in questo momento per me non è fattibile. Inoltre ho un figlio che studia all'Università, una madre anziana e mia moglie che lavora sia in ufficio che a casa, quindi ho dovuto rinunciare a trattative per me importanti dal punto di vista sportivo, ma logisticamente incompatibili per i motivi sopra detti. Però vorrei proseguire nei professionisti, senza nessuna presunzione anche a livello di Primavera però nel Centro-Italia, se non accadrà nel breve periodo mi guarderò intorno anche nelle categorie dove ho sempre militato  senza nessun tipo di preclusione.

 

Suo figlio è giocatore di calcio, dove gioca e quali sono le sue caratteristiche

 

Sì, è un 2004, quest'anno gioca in promozione al Poggio Mirteto calcio, cittadina dove abitiamo. Si diverte e può conciliare studio, sport e vita sociale, va bene così. È un centrocampista molto dinamico e grintoso, credo potrà migliorare su tanti aspetti, vista l’età, ma a me e mia moglie va bene che socializzi e faccia un po' di sport, però lo studio deve avere la massima attenzione per il suo futuro.

 

Un sogno per il futuro?

 

Il sogno più grande è che tutti i miei cari, familiari ed amici, stiano sempre in salute e felici nella propria lunga vita.

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La dedico alle persone che rispetto ed a cui voglio bene.

 

 

 

 

 Grazie 

 

11 10 2024 

 

(Tutti i diritti riservati)