SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
FRANCO
SARDELLI
Franco Sardelli, è nato il 10 agosto del 1971, abita a San Pietro Vernotico (BR), ed ha un passato da giocatore di calcio, ora è un allenatore affermato.
Di seguito le squadre che ha allenato:
2000-2009: Scuola Calcio S. Pietro Vernotico – allenatore (tutte le categorie dal 2000 al 2009); 2009-2010: giovanissimi provinciali SSD S. Pietro Vernotico – Allenatore; 2010-2011: allievi regionali SSD S. Pietro Vernotico – Allenatore; 2011-2012: juniores regionale ssd S. Pietro Vernotico – allenatore; 2012-2013: juniores regionale ssd S. Pietro Vernotico – allenatore; 2013-2014:SSD San Pietro Vernotico (prima categoria) – allenatore 1° squadra; 2014-2015:a.c. Milan (scouting per le province di Brindisi-Lecce-Taranto); 2015-2016: ASD Squinzano (Prima categoria) – allenatore 1° squadra; 2016-2017: ASD Squinzano (prima categoria) - allenatore 1° squadra; 2017-2018:memory campi (prima categoria) - allenatore 1° squadra e direttore tecnico; 2018-2019: U.S. Lecce (responsabile scouting per sud Italia); 2019-2020: A.C. Nardo’ calcio (allenatore juniores nazionale- 3°classifica provvis Campionato sospeso per covid); 2020-2021: A. C. Nardo’ Calcio (allenatore juniores nazionale-1° posto, classifica provvisoria per via del campionato sospeso per covid); 2021-2022:SSD Casarano Calcio - allenatore jnrs nazionale ( 2° classificato e vincitore play off) ; 2022-2023:SSD Casarano calcio – allenatore juniores nazionale (Vincitore campionato nazionale); 2023-2024: ASD Veglie (promozione), poi SSD al San Pietro Vernotico (eccellenza)—Allenatore in 1°squadra; 2024-2025: Taviano Football (prima categoria) play off.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Da sempre il calcio è stato la mia passione, devo precisare che in questi anni ho sempre allenato e quest'anno per qualche mese e per mia scelta sono stato in standby e mi sono reso conto che non posso fare a meno di stare senza.
Della sua esperienza come calciatore che cosa ci può raccontare?
Ero un buon calciatore, ho avuto l'onore di essere selezionato dapprima a casarano e poi a lecce, ma ho avuto due infortuni gravissimi che mi hanno tenuto lontano dai campi di calcio e successivamente ho continuato a giocare a livello dilettantistico tra prima categoria e promozione, finché ho smesso ed iniziato ad allenare.
Quest’anno lei ha chiuso la stagione allenando taviano football e io l’ho conosciuta tramite il direttore sportivo Manuel spedicati, che esperienza è stata, questa al Taviano?
L'esperienza di Taviano la porterò per sempre nel cuore. Ringrazio il ds Spedicati che mi ha chiamato e mi ha permesso di vivere questa esperienza, ho avuto modo di conoscere persone speciali, dal presidente ai dirigenti tutti, dai calciatori ai tifosi.
Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore?
Come ho detto in precedenza, perché il calcio ce l'ho nel mio DNA e pertanto non potevo fare a meno di stare fuori dai campi di calcio.
Un’esperienza importante è stata lo svolgere il ruolo di scouting per l’US Lecce, in che modo è riuscito ad arrivare a fare ciò?
Mi ricordo che un giorno di estate di 7 anni fa, fui chiamato al cellulare da un responsabile del Lacce, mi disse che mi avrebbe convocato in sede alla presenza del responsabile del settore giovanile per prospettarmi un ruolo prestigiosissimo: responsabile scouting del settore giovanile del Lecce per tutto il sud italia oltre a responsabile affiliazioni.
Un ruolo che ho accettato con immenso piacere ed orgoglio, ma che, dopo un anno ho lasciato perché mi mancava il calcio giocato, l'adrenalina della partita, il profumo del campo di calcio. Mi mancava insomma di allenare.
Lei ha allenato diverse squadre, c’è una squadra a cui è rimasto più legato?
Ogni squadra che ho allenato mi ha lasciato un'esperienza particolare che porterò sempre con me.
Diciamo che i 2 anni a Casarano - dove abbiamo vinto i playoff nel primo anno addirittura il campionato nel successivo - non si possono cancellare, perché è storia.
Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore?
Secondo me deve avere le proprie idee e non farsi influenzare da nessuno, perché se si sbaglia, ovviamente il primo a farne le spese è proprio l'allenatore.
Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo?
Ripeto il calcio mi da tanto, emozioni, stimoli, mi completa!
Certo è che toglie tanto tempo alla famiglia che ringrazio per starmi sempre vicino.
Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?
Prima di ogni partita cerco di essere carico e concentrato per poi trasmettere le stesse emozioni ai miei calciatori.
E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina?
A prescindere dal risultato, dopo ogni partita si pensa sempre a quello che si può migliorare, anche dopo una vittoria e memore di queste riflessioni si cerca di pensare già alla prossima partita.
Una partita da allenatore che vorrebbe dimenticare?
Tutte le volte che ho perso.
Un suo pregio?
Mi piace giocare sempre per vincere perché considero il pareggio come 2 punti persi.
Un suo difetto?
Non digerisco le sconfitte. Neanche in amichevole!
Per il prossimo anno ha già avuto qualche contatto?
Ci sono stati dei contatti, ma per ora preferisco rinviare ancora di qualche giorno prima di sederci a parlare.
Poi cercherò di scegliere la migliore situazione. Intanto sono lusingato per questi interessamenti.
Un sogno per il futuro?
Continuare ad allenare e divertirmi, facendo divertire.
A chi vorrebe dedicare questa intervista?
Alla mia famiglia che mi è sempre vicino e mi sopporta e supporta ogni istante.
Grazie
12 05 2025
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