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venerdì 11 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

  

FABIO

GENTILI

 



     

Fabio Gentili, di Rieti classe 1970, è un allenatore di calcio, è laureato in Scienze Motorie e Sportive, presso la facoltà IUSM Foro Italico Roma. Lavoro attuale App. Sc. Qualifica Speciale -Arma dei Carabinieri Forestale (c/o CENTRO ADD.NTO ALLIEVI CC-FOR- RIETI)

 

 

Dopo una parentesi come calciatore, ruolo attaccante destro, presso le seguenti società sportive: U.S Montopoli-U.S. Passo corese- A.S.D. Sabina Foran- Sabinia-Spes Mentana-Master club calcio a 5(serie C), categorie Serie D- Eccellenza –Promozione-Serie C c/5;  decide di iniziare i corsi per diventare allenatore, ora è allenatore professionista UEFA A. Di seguito le quadre che ha allenato: 

 

 

2005-2006 Mentanajenne: (Esordienti –1° Classificati) - (1Sq. Serie D); 2006-2007 Mentanajenne: (Giovanissimi Regionali –1° Classificati) - (1Sq. Serie D);2007-2008 Monterotondo calcio: (Giovanissimi F/B- 3° Classificati) - (1Sq. Serie D; 2008-2009 Monterotondo calcio: (Giovanissimi Elite- GIR. UNICO- 3°Classificati) - (1Sq. Serie D) Vincitori della XXVI Edizione del BEPPE VIOLA - 1°Classificati; 2009/2010 Monterotondo calcio: Allievi regionali F/B (1° Classificati) - (1Sq. Serie D) “Torneo M. Frustalupi “di ORVIETO- 1° Classificati; 2010/2011 Monterotondo calcio: Allievi Elite -–Qual. Finali Reg.li (3° Classificati) - (1Sq. Serie D) “Testardi A.” (1°Classificati) - “41° Trofeo Superga” (3°Classificati) - (1Sq. Serie D); 2011/2012- Città di Monterotondo: Giovanissimi Reg.li F/B (4° Classificati) - (1Sq. Eccellenza); 2012/2013- Città di Monterotondo: Juniores Reg.li (4° Classificati) - (1Sq. Serie Eccellenza); 2013/2014-CRE.CAS Città di Palombara: Campionato PROMOZIONE gir. C – 2° Classificati COPPA ITALIA PROMOZIONE - 1° Classificati; 2014/2015-ASD LA SABINA: PROMOZIONE gir. B- 1° Classificati; 2015/2016-ASD LA SABINA: ECCELLENZA gir. A- 9° Classifica (obiettivo salvezza raggiunto); 2016/2017-CRE.CAS Città di Palombara: ECCELLENZA gir. A: al 3° in classifica (Esonerato alla 7^ (-1 DAL 2° ^ E -4 DAL 1^) divergenze sulla gestione tecnica (classifica finale della squadra 13° posto- zona play out); 2017/2018 –VITERBESE CASTRENSE- UNDER 15 NAZIONALI: 1° in classifica, rescissione a dicembre per

motivi di lavoro ;(classifica finale 4° posto) –AREA SCOUTING fino 30/6/2018. - (1Sq. Serie C); 2018/2019 –VITERBESE CASTRENSE- UNDER 17 NAZIONALI: 4° in classifica; 2019/2020- FC RIETI –UNDER 17 NAZIONALI: 8° posto – (1Sq. Serie C); 2021/2022 –BF SPORT –PROMOZIONE LAZIO 7° POSTO e quarti di finale Coppa Italia Promozione; 2022/2023 FIANO ROMANO ECCCELLENZA LAZIO; 2023/2024 Allenatore in seconda e Responsabile area tattica ALESSANDRIA Calcio (Serie C –Gir. A- con Mister PIROZZI Sergio).

 

 

 

 


 

 

Come prima domanda le voglio fare questa, lei ha una grandissima esperienza, nella presentazione non ho inserito alcune qualifiche che ha conseguito, dovesse fare un bilancio quale sarebbe? 

 

Sinceramente per i sacrifici fatti da me e dalla mia famiglia in rapporto alle esperienze vissute sul campo, forse ho avuto molte soddisfazioni a livello di risultati però non sono ancora pienamente soddisfatto di quanto ottenuto finora, avrei potuto e dovuto fare scelte diverse nel recente passato, ma bisogna pensare al presente e continuare a credere in ciò che si fa con motivazione e soprattutto con passione. 



 




Lei, e le faccio i miei complimenti, è allenatore professionista UEFA A, quanto è stato faticoso raggiungere un traguardo simile? (anche perché in tanti ci provano, ma pochi lo raggiungono)

 

Il percorso è stato molto lungo e difficile, ho allenato tutte le categorie giovanili sia dilettantistiche che professionistiche, sono partito dalla Promozione fino alla Serie C, con tanta fatica e sacrificio,  ma solo per merito e titoli, è un vanto penso, il nostro regolamento ed i parametri di accesso ai corsi, a mio modesto parere andrebbe rivisto, come in quasi tutte le federazioni estere, perché sinceramente c'è troppo squilibrio nei punteggi tra calciatori ex professionisti e non, ammesso anche da molti di loro, i miei conoscenti,  chi come me e moltissimi altri colleghi non hanno  avuto tale percorso, si  arriva a livelli alti non più in giovanissima età e questo sicuramente non agevola una eventuale carriera professionistica. Ma in Italia è difficile cambiare mentalità e regole, quindi dico ai miei colleghi più giovani che bisogna adeguarsi si, ma combattere sempre per raggiungere i propri sogni ed obiettivi.

 

La sua passione per il calcio quando è nata? 

 

La passione è nata dalla prima infanzia, a cinque anni già mio padre mi iscrisse alla scuola calcio del mio paese, ovvero *US Montopoli*,  con il passare degli anni sia da calciatore che da allenatore questa grande passione per il gioco del calcio non è mai diminuita, anche se per problemi fisici ho dovuto smettere di giocare a calcio e a calcio a 5 con gli amici, quando non alleno osservo o vado a vedere almeno 10 partite a settimana, non riesco a farne a meno!







Dopo una parentesi come calciatore, anche calcio a 5, decide di intraprendere la carriera da allenatore, che calciatore è stato?

 

Diciamo che le aspettative che c'erano su di me a livello giovanile erano alte, ma non sono state mai raggiunte per dlle mie responsabilità: ero un centrocampista offensivo abbastanza dotato tecnicamente, un ambidestro, però fisicamente ed atleticamente lo ero di meno.

Onestamente a 20 anni mi piaceva più andare in discoteca che faticare in mezzo al campo, facile trarre le conclusioni, a 25 anni praticamente ho smesso, sono arrivato a giocare fino all' eccellenza nel calcio a 11 e in serie C nel calcio a 5.

 

 

I genitori ripetono sempre: “ Non sarebbe meglio che pensassi allo studio”, lei ha il diploma di ragioniere è laureato, è iscritto alla Laurea Magistrale “MANAGEMENT DELLO SPORT 2024”, le soddisfazioni le ha date, quello che infine voglio dire è: sono stati dalla sua parte quando ha deciso di iniziare a giocare a calcio, oppure non erano molto contenti?

 

I tempi erano diversi: mio padre lavorava in una ditta edile 12 ore al giorno e mia madre altrettanto facendo la sarta, non avevano all'epoca molto tempo per pensare a questi aspetti, dovevano mantenere la famiglia.

Le scelte riguardo ai vari percorsi di studio li ho sempre fatti nel tempo in piena autonomia, ma sicuramente a loro ha fatto piacere, il calcio non è mai stato un problema né per me, nè per loro, anzi tra campo e strada almeno facevo sport e miglioravo il mio stato di salute.

 

Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore, per quale motivo?

 

Non ho deciso, penso sia stato un naturale percorso: quando ho smesso di giocare, l'unico sport che mi appassionava veramente era il calcio, quindi ho iniziato con il calcio a 5. Successivamente ho iniziato a. frequentare il corso da istruttore giovani calciatori presso  la  scuola calcio della Cisco Roma e della Lazio, credo che fosse  il lontano 2004, mi sembra così di ricordare.

 

Lei ha allenato diverse squadre, c’è una squadra a cui è rimasto più legato?

 

Nei dilettanti i ricordi più belli sono legati al Monterotondo Calcio, sono rimasto 5 anni tra giovanili e prima squadra, c'era programmazione ed organizzazione, ho avuto l'onore di avere un grande presidente come l’Avv. Fabio Della Longa, i giocatori erano quelli della classe 94, gruppo a cui sono rimasto affettivamente legato negli anni, riuscimmo a fare grandi risultati tra cui la vittoria nel prestigioso Torneo Beppe Viola nel 2010.  Come collaboratore tattico/ osservatore in D (prima si andava sui campi ad osservare gli avversari e si redigeva la "relazione”) di un grande maestro di calcio come: Sandro Pochesci ho avuto modo di " rubare con gli occhi" molti aspetti di questo mestiere.

 

Tra i Professionisti sicuramente la Viterbese calcio e tutti coloro che ho avuto modo di conoscere ed allenare nelle tre stagioni del  settore giovanile sono sempre nel mio cuore. Quel periodo ha lasciato un ricordo indelebile e tutt'ora mi confronto e frequento con alcuni di loro.



 




Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

A mio avviso, oltre alle conoscenze didattiche, un allenatore, prima deve essere un uomo credibile, deve avere coerenza: con i calciatori, con il proprio staff e con tutte le altre figure societarie

 

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Da sempre il calcio mi regala emozioni e spesso mi fa conoscere brave persone a cui rimango legato nel tempo anche fuori dal campo. Toglie sicuramente tempo alla mia famiglia e soprattutto energie nervose, specialmente nei periodi in cui si è in attesa di un incarico.

 

     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

    Prima di una partita sono concentrato e non vedo l'ora che si giochi, ai ragazzi cerco di motivarli responsabilmente ai loro ruoli e compiti, rispetto a quanto fatto durante il lavoro settimanale in funzione di noi stessi e degli avversari


E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina? 

 

A caldo, a fine partita, preferisco non dire quasi mai nulla, rimandando alla prima seduta settimanale eventuali osservazioni e chiarimenti, analizzando sia gli aspetti positivi che negativi, indipendentemente dal risultato domenicale.

 

 

Una partita da allenatore che vorrebbe dimenticare? 

 

Nell'ultimo periodo la partita che emotivamente mi ha segnato di più in maniera negativa è stata quella giocata dal Fiano Romano- IV Municipio due anni fa in eccellenza: avevo lasciato la squadra da poche settimane per motivi di salute ed ero appena uscito dall'ospedale a seguito di un intervento chirurgico, andai comunque  a vedere la partita:

i ragazzi subirono, a mio modesto avviso, delle gravissime ingiustizie a livello di decisioni arbitrali, che precluse loro la vittoria al 95' subendo un calcio di rigore totalmente inventato, in quell' occasione ero veramente dispiaciuto per loro, ho avuto una vera crisi emotiva e nervosa, non vorrei mai ripetere quell'esperienza, anche se si è trattato di un evento sportivo naturalmente.



 




Un suo pregio e un suo difetto dal punto di vista della sua professione?

 

Per quello che mi dicono gli addetti e conoscenti, e penso sia abbastanza realistico, il mio pregio da allenatore è la preparazione tattica della partita ed in generale la conoscenza delle caratteristiche dell'avversario da affrontare.

Il mio difetto maggiore è l'impulsività, quando mi innervosisco perdo lucidità e mi è capitato di sbagliare comportamenti e valutazioni sia dentro che fuori dal campo, fortunatamente in pochi casi.

 

Lei è stato ad Alessandria, con il mister Sergio Pirozzi, nel ruolo di allenatore in seconda, sappiamo che c’è rimasto solo due mesi, le volevo chiedere che esperienza è stata? E comunque soddisfatto di averla fatta?

 

È stata un’esperienza dal punto di vista professionale ed umano molto interessante, ho approfondito l'amicizia e la conoscenza con Sergio Pirozzi, che è uno dei pochissimi veri amici che ho nel mondo del calcio, persona squisita ed allenatore di grande profilo. In più ho avuto il piacere di lavorare con uno staff dai grandi valori umani ed allenare insieme ragazzi eccezionali e professionisti disponibili, che nelle condizioni in cui ci trovavamo era tutt'altro che scontato.

Giocare al Moccagatta di Alessandria, al Menti di Vicenza ed altri stadi storici e gloriosi della storia del calcio italiano è stata veramente una grande ed emozionante esperienza.

Soddisfatto di averla fatta per tutti gli aspetti menzionati sopra, purtroppo non per quello economico.

 

 

Cosa pensa dell’attuale stato del calcio italiano? Che cos’è che secondo lei non funziona? 

 

Il calcio italiano è obsoleto e clientelare. Servirebbe una grande ed innovativa riforma che riguardi sia le persone che le regole, sia a livello federale che di dirigenza delle società sportive, utopistico, direi, ma necessario.

 

Se ha questo aggiungiamo l'improvvisazione che regna in tantissime società la quasi totale mancanza di competenza e meritocrazia quasi direttamente proporzionale all'incompetenza    e all'assenza di una programmazione sportiva a medio /lungo termine, il quadro è quasi completo, questo sempre a mio umile e modestissimo parere

 

 

Vedo spesso allenatori blasonati essere sostituti dopo poche partite, certo non si possono sostituire i calciatori, anche se basterebbe dare più spazio a giovani meno conosciuti, ripeto ma a mio avviso tutto ciò è assurdo e l’allenatore che arriva non è detto che faccia meglio di quello che è stato esonerato, basta vedere quello che sta succedendo alla Roma, lei a tale riguardo cosa pensa?

 

Gli allenatori, ad altissimo livello, sono legati quasi esclusivamente ai risultati: attualmente molte proprietà e dirigenze sono straniere, non conoscono molto bene né la materia calcio né tantomeno riescono ad individuare la vera causa dei problemi in uno spogliatoio, la cosa più facile è cambiare l'allenatore e così fanno. 

 

Nel caso specifico, posso solo dirti che ho avuto l'onore ed il piacere di conoscere e parlare con il mister Daniele De Rossi a Coverciano e ti posso assicurare che è un grande  conoscitore di calcio ed una persona molto umile, ma la Roma è nel caos più totale da diversi anni e lui ha pagato per colpe neanche sue.



 




Immagino che non sia facile coniugare il suo primo lavoro, l’essere allenatore di calcio, senza considerare lo studio che lei ha svolto per avere le qualifiche, con l’avere una famiglia? 

 

Purtroppo no, non è semplice per niente. Il calcio in questo momento, almeno fino dove sono arrivato, ovvero fino alla serie C non ti offre piene garanzie: lasciare un lavoro sicuro per spostarsi in giro per l'Italia ed anche all'estero in questo momento per me non è fattibile. Inoltre ho un figlio che studia all'Università, una madre anziana e mia moglie che lavora sia in ufficio che a casa, quindi ho dovuto rinunciare a trattative per me importanti dal punto di vista sportivo, ma logisticamente incompatibili per i motivi sopra detti. Però vorrei proseguire nei professionisti, senza nessuna presunzione anche a livello di Primavera però nel Centro-Italia, se non accadrà nel breve periodo mi guarderò intorno anche nelle categorie dove ho sempre militato  senza nessun tipo di preclusione.

 

Suo figlio è giocatore di calcio, dove gioca e quali sono le sue caratteristiche

 

Sì, è un 2004, quest'anno gioca in promozione al Poggio Mirteto calcio, cittadina dove abitiamo. Si diverte e può conciliare studio, sport e vita sociale, va bene così. È un centrocampista molto dinamico e grintoso, credo potrà migliorare su tanti aspetti, vista l’età, ma a me e mia moglie va bene che socializzi e faccia un po' di sport, però lo studio deve avere la massima attenzione per il suo futuro.

 

Un sogno per il futuro?

 

Il sogno più grande è che tutti i miei cari, familiari ed amici, stiano sempre in salute e felici nella propria lunga vita.

 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La dedico alle persone che rispetto ed a cui voglio bene.

 

 

 

 

 Grazie 

 

11 10 2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

mercoledì 9 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

SIMONE

PATTELLI 

 

 


     


Simone Pattelli è un giocatore   di calcio, Roma classe 2002 e questa è la sua storia calcistica: 



 






“Pattelli Simone nato a Roma il 3 febbraio del 2002 fin da bambino dimostrava una predisposizione naturale al gioco del calcio infatti a soli 9 anni in una selezione numerosa di bambini, della stessa età viene scelto, insieme ad altri 17, dal responsabile del settore giovanile dell' AS Roma Bruno Conti formando cosi il gruppo pulcini 2002. 








Rimane con l’AS Roma dal 2011 al 2016 con esperienze uniche giocando tornei internazionali con squadre blasonate della stessa annata come: il Paris S. Germain, il Barcellona, il Milan, l’Inter ecc. 










Nel 2016 si trasferisce alla Ternana dove rimane per due anni giocando i campionati nazionali under 16 e under 17. Successivamente anziché fare un campionato Berretti, quindi di pari età, d’accordo con il responsabile del settore giovanile della Ternana si trasferisce in prestito all’Atletico Lodigiani (una squadra della città di Roma) società blasonata che partecipa al campionato di Eccellenza Laziale. 








A soli 17/18 anni, quindi come giocatore under da titolare in mezzo a giocatori over, si fa notare per le sue caratteristiche sia tecniche, eccellenti, che fisiche, purtroppo il campionato si interrompe al termine del girone di andata a causa del Covid. L’anno successivo sempre da Under ha diverse chiamate da società di serie D, la spunta l’Ostia Mare dove riesce a giocare molte partite da titolare mostrando grandi qualità in un campionato molto difficile e impegnativo, gli allenamenti sono cinque a settimana la partita la domenica extra regione Lazio/Umbria e Toscana.











Terminata l’esperienza molto formativa con Ostia Mare il suo ex allenatore dell’Atletico Lodigiani lo vuole con sé alla AS Gaeta Calcio, in eccellenza, Simone accetta volentieri giocando personalmente una stagione ad alto livello tra l’altro arrivando quarto in campionato. Terminata la stagione 2021/2022 si trasferisce nella Società Sportiva Cerveteri, sempre eccellenza, a causa di   cambio di proprietà e di programmi a dicembre preferisce lasciare per andare in una società molto importante nel panorama laziale come il Colleferro dove si ferma per motivi di lavoro sopraggiunti al momento, dopo due settimane è di nuovo sul mercato. 











Subito viene ingaggiato dal Campu Eur sempre in eccellenza con la quale disputa tutto il girone di ritorno su buoni livelli, ma soprattutto, essendo una squadra di Roma e vicino a dove abita riesce a far coincidere calcio e lavoro. Nella stagione successiva 2023/2024, purtroppo, durante il periodo estivo si infortuna al ginocchio e per questo motivo a tutt’ oggi è ancora fermo nonostante le diverse chiamate che sono sopraggiunte durante il mercato a dimostrazione del fatto che il ragazzo ha fatto molto bene nel breve periodo prima dell’infortunio.” 



Noi del blog gli auguriamo una pronta ripresa. 

 



Grazie 

 

10   10    2024 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

domenica 6 ottobre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

DOMENIK 

SANGIORGIO

 







Domenick Sangiorgio è un giovanissimo giocatore di calcio di Pavia, così ci si presenta:

 

Mi chiamo Domenik, e ho iniziato a giocare a calcio all’età di 5 anni al Red Evil, nel ruolo di attaccante, questo succedeva a Corsico, dove abitavo. 

 

Poi sono andato alla Pro Sesto verso i 8 anni e ho continuato a fare la punta, un anno è stata la mia permanenza. Successivamente sono mi sono trasferito all’Aldini (tre anni), come ruolo giocavo sia attaccante esterno e sia centrale, poi milito all’Alcione come punta, infine sono alla Lombardia Uno come esterno. 

 

Per motivi famigliari ci siamo trasferiti a Pavia a Tromello, presi una decisione di fretta perché stavamo ristrutturando completamente la nuova casa, cosi andai al Garlasco, grazie alla fiducia del mister (Andrea Spadaro), qui ebbi la fascia di capitano e guidai la mia squadra: 52 furono goal e risultati quale miglior marcatore della stagione 2023/2024.

 

Molte squadre erano interessate a me, ho fatto un paio di provini e anche un torneo a Padova grazie anche all’aiuto del mio procuratore (Claudio Tedesco. Ora gioco all’ A.C. Pavia.

 

 

 


 



La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando questa stagione calcistica, soddisfatto delle sue prestazioni?

 

Questa stagione sta andando bene, sono orgoglioso delle mie prestazioni anche se c’è sempre da lavorare e migliorare.

 






Lei ha iniziato da bambino a giocare, come mai questa grande passione?

 

È nata questa passione da me stesso perché i miei non erano molto tifosi del calcio e in famiglia tranne mio fratello, nessuno aveva avuto un grande cammino.

 

I suoi genitori, come fanno in tanti, le ripetono spesso la classica frase: “cerca di studiare e non pensare solo al calcio”?

 

A i miei genitori ovviamente importava la scuola e che studiassi ma agevolavano il tutto perché vedevano che ogni giorno ero attaccato al pallone

 

Lei ha militato in diversi club, a quale è rimasto più   legato? 

 

Si ho giocato in tante squadre, a dir la verità non sono mai rimasto molto legato ad una società ma quella più vicina è stato il Red Evils, la mia prima squadra.

 






Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

In questo periodo sto facendo palestra ma non ho mai avuto altre passioni per altri sport.


A proposito di questo sport che cosa l’attira di più la fama o una vita agiata che potrebbe fare?

 

Nessuno di queste 2 opzioni mi attirano, a me piace il calcio e seguo questa passione


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Attualmente il mio ruolo è l’attaccante esterno o punta centrale, ma mi trovo meglio esterno.



 




Ci potrebbe raccontare quell’esperienza che lei ha avuto a Garlasco dove con la fascia da capitano ha guidato la squadra, (si è trattato di un bel campionato tra l’altro)?

 

Grazie alla fiducia del mio mister (Andrea Spadaro) ho avuto la possibilità di guidare la mia squadra e creare un bel gruppo affiatato sia dentro e fuori campo, tutto sommato è andato bene il campionato.



 




Grandi discussioni con i mister le ha avute, le sta avendo, oppure ha sempre accetta le decisioni con serenità?

 

Sono un ragazzo che ascolta e parla con i mister ma non nascondo che sono accadute delle piccole discussioni ma che si sono chiarite parlando

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Faccio amicizia subito con i compagni della squadra dimostrando sempre rispetto e lealtà, dò molti consigli all’interno della squadra e sempre sono andati a buon fine, Motivando e incitando tutti i ragazzi.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Di solito non mi do dei pregi o dei difetti, ma mi reputo un gran giocatore che gioca molto con la squadra e che ha voglia di arrivare in alto.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Non sono un ragazzo che ammira molto i calciatori ma il mio idolo è e sempre sarà Maradona colui che mi ha ispirato.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Io non ho sogni ma mi impongo degli obiettivi e il più grande è essere il calciatore più forte di tutti. Ho imparato a mettermi degli obbiettivi anche grazie a mio padre che ha sempre portato a fine ogni cosa che si è messo in testa e questa cosa lo presa proprio da lui.



 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

Dedico questa intervista alla mia famiglia che mi è sempre stata accanto e al  mio caro  amico (procuratore) Claudio Tedesco ma soprattutto a mia mamma colei che ci è sempre stata nei momenti più belli e più brutti e che ringrazio per quello che ho, dimostrandogli che presto raggiungerò il mio obbiettivo, con una gran testa, voglia di puntare in alto ma avendo sempre i piedi per terra.

 

Grazie 

 

06 10    2024 

 

(Tutti i diritti riservati)