SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
ALFREDO
AVETA
Alfredo Aveta è un giovane giocatore di Napoli, ha militato nella paganese (Pagani) nell’Avellino, nel Giulianova nel Savoia (Torre Annunziata), promozione Neapolis, Oratorio Don Guanella, Polisportiva Bisacesse, e nel club ASD Montoro.
Seno passati diversi anni dalla prima intervista e questa è la seconda che ci rilascia.
La prima domanda che le voglio fare è la seguente sono passati 6 anni e in questo lasso di tempo c’è stato il covid, lei come ha vissuto quei due anni di pandemia?
Il periodo Covid è stato periodo, se così lo posso definire, più “brutto” degli ultimi anni, però per me è stato uno dei momenti più belli perché nel pieno della pandemia è nato il mio primo figlio, quindi per me sono stati i mesi più belli della mia vita, è un’emozione indescrivibile diventare papà.
Come si è concluso quest’anno calcistico? Soddisfatto delle sue prestazioni, oppure poteva fare di più?
Ma, si può fare sempre meglio anche se abbiamo vinto il campionato e sono molto soddisfatto per quello che ho dato alla mia squadra, credo, comunque che si possa e si debba fare sempre di più, anche se quest’anno era impossibile esprimersi al massimo, il perché è semplice: il campionato lo abbiamo vinto!
Il prossimo anno sa dove andrà, oppure sta valutando alcune offerte?
Il prossimo anno resterò al Montoro, sono arrivate tante offerte, anche molto vantaggiose, ma non ho dubbi sulla mia scelta perché spero di restarci ancora molti anni.
Le ultime squadre dov’è stato sono state le seguenti: Oratorio Don Guanella Polisportiva Bisacesse, ASD Montoro. Come si è trovato in questi tre club?
Sono tre esperienze diverse, il club Don Guanella è casa mia, si tratta della squadra del mio quartiere, ho trovato un mister molto preparato che non avevo ancora avuto il piacere di conoscere e di conseguenza sono stato molto bene; al club Bisaccia è stato una esperienza negativa per me, molto fattori hanno influenzato questa avventura, però, penso a livello umano di avere lasciato un buon ricordo di m; il club Montoro è sicuramente la squadra del mio cuore, sono molto legato a questa società a questo paese, mi sento a casa e mi vedo ancora tanti anni con addosso questa maglia.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione? Non c’era nessun altro sport che la poteva interessare?
In realtà è stato mio padre che mi ha trasmesso questa passione, il calcio è tutta la mia vita penso che sia da quando avevo 3 anni che sia iniziato questo amore e penso che non smetterò mai.
Lei ha giocato in diverse squadre in quale ci ha lasciato il cuore?
Giocare allo stadio Alfredo Giroud di Torre Annunziata sicuramente è un qualcosa di magico, difendere i colori del Savoia è stata un’emozione indescrivibile, però il Montoro per me ha qualcosa di magico e il mio cuore è lì.
Dal punto di vista calcistico qual è il suo punto di forza? Quale il suo punto debole?
Il mio punto di forza è la voglia di vincere, il mio punto debole e che forse sono un po’ pigro in settimana (ride).
Lei gioca nel ruolo di?
Io sono un centrocampista centrale, però mi adatto alle esigenze del mister e della squadra.
Si ricorda il suo goal più bello?
Il goal più bello? Direi che ce ne sono tanti, ma forse quello che non dimenticherò mai è un calcio di rigore di questa stagione che è valsa la vittoria campionato.
Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?
Io ho un carattere molto particolare, certamente ho fatto tante discussioni con i vari mister, ma sono anche una persona che poi riflette e se deve sa chiedere scusa, quindi, ti posso dire che complessivamente ho sempre avuto un buon rapporto con i miei allenatori.
Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?
Io di solito sono quello più vivace del gruppo, mi piace portare spensieratezza e serenità nello spogliatoio.
Se dovesse ricevere una telefonata da un club estero, partirebbe immediatamente oppure ci rifletterebbe un po’ su, ne parlerebbe con i suoi parenti, ad esempio?
Non saprei risponderti anche perché non ci ho mai pensato e comunque gli sceicchi sono arrivati anche in Campania (ride).
Sperando che la nazionale italiana possa vincere gli europei, negli ultimi anni il calcio italiano non è riuscito a esprimere grandi calciatori, secondo lei perché? Quali possono essere le cause dei nostri ultimi insuccessi (pensiamo alla mancata qualificazione al mondiale)
Il problema è generazionale in Italia stiamo rovinati, prima in ogni angolo di strada trovavi bambini a giocare con un super santos o con palle fatte di carta, ora li vedi solo con i telefoni in mano. Secondo me parte già da lì, per poi non parlare delle scuole calcio che affidano bambini a gente che non conosce neanche le basi per come “attaccarsi le scarpe”.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Per noi napoletani esiste solo Maradona, però se devo dirti un giocatore attuale ti dico Phil Foden.
Che cosa rappresenta per lei la città di Napoli?
Napoli per me è la città più bella del mondo.
A chi vorrebbe dedicare questa intervista?
La voglio dedicare ai miei due figli Ernesto e Vittoria che sono tutto per me, alla mia famiglia e agli ultras 83025.
Grazie
20 06 2024
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