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martedì 19 luglio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

LORENZO

BOZZI

 

 


     

 

Lorenzo Bozzi è un giovane portiere di calcio, così ci si presenta:

 

“Sono nato a Bari il 26 agosto 2002 e vivo a Bitetto e ho iniziato a giocare a calcio all'età di 5 anni nella squadra del mio paese ed esattamente 3 anni fa è iniziato il mio percorso nell'allora A. S. Bari. 

 

Ho indossato i colori biancorossi con grande onore e amore fino al novembre del 2015 quando mi sono trasferito nel S. S. Monopoli 1966, società che mi ha dato la possibilità di partecipare a tutti i campionati nazionali dall' under 15 fino all'attuale Primavera rendendomi parte anche della prima squadra nell'ultimo anno in biancoverde. 

 

Nel 2020 il Monopoli calcio mi ha ceduto in prestito all' ASD Team Altamura con la quale ho disputato il girone H di Serie D. 

 

A fine stagione mi sono diplomato al liceo scientifico "E. Amaldi" di Bitetto e ad agosto dello stesso anno, il 2021, mi sono trasferito a L’Aquila dove ho giocato per L'Aquila 1927 e mi sono iscritto alla facoltà di Scienze Motorie e Sportive”.




 






 

Come prima domanda le voglio fare questa: il Covid ha stravolto le nostre vite (e speriamo che sia finita qui) come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Ti posso dire che per fortuna ho passato la quarantena con la mia famiglia e oltre alla mia voglia di allenarmi per tenermi in forma, ma anche per passare il tempo, in casa con me c’era mio fratello il quale si allenava con me e mi spronava a dare sempre di più.

 

 



 


 



Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho amato il calcio sin da bambino ed è diventata la mia più grande passione dopo che mio padre mi portò per la prima volta allo stadio, lì mi innamorai del calcio ma soprattutto del mio ruolo dopo che in quel Bari vs Vicenza vidi giocare Jean Francois Gillet allora portiere e capitano del Bari.












Spesso e volentieri i genitori ritengono che lo studio sia importante più dello sport, lei ha la maturità scientifica, ha saputo ben conciliare lo studio con lo sport, i suoi genitori saranno contenti di lei? 


Sì, per i miei genitori l’istruzione è sempre stata importantissima, non è stato sempre facile conciliare bene il calcio con lo studio, ma sono contento sia per me, sia per loro. di come sono riuscito a farlo e spero di poterli far essere ancora più fieri di me nel giorno in cui mi laureerò.













Un’importante esperienza lei l’ha avuta militando nella società S.S. Monopoli 66, che cosa ci può dire a riguardo?


 Monopoli per me ha giocato un ruolo fondamentale perché mi ha formato a tutti gli effetti sia dentro che fuori dal campo. È una società sana che crede molto nel settore giovanile, perseguono la finalità di portare i loro giovani poi a giocare in prima squadra.











Lei gioca nel ruolo di portiere, come mai questa scelta; è stata una casualità oppure sin da bambino le è sempre piaciuto stare in porta?


Ho iniziato sin da subito a fare il portiere grazie a Gillet che, come detto poco fa, era il capitano del Bari. Mi sono innamorato di quel ruolo grazie a lui e anche se mia madre era molto contraria a questa mia scelta. All’età di 5 anni iniziai a fare il portiere e da allora non ho mai pensato di cambiare ruolo.












Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 


Secondo me molti sono attirati dalla fama dell’essere calciatore, ma anche i soldi giocano un ruolo fondamentale. 

Io penso che fare il calciatore a prescindere dalla fama o da i soldi sia il lavoro più bello del mondo perché prima di tutto se arrivi ad essere un calciatore vuol dire che hai realizzato prima di tutto il tuo sogno e poi hai fatto della tua passione un lavoro, il che fa si che tu sostanzialmente non lavori, ma vieni pagato per coltivare la tua passione.






Si ricorda la sua parata più bella?


La mia parata più bella penso che sia stata in semifinale di coppa Italia contro l’Angolana a L’Aquila su punizione. Importante per la qualificazione alla finale.












Che cosa ha lasciato all’Aquila? 


A L’Aquila ho lasciato delle bellissime amicizie nate sia con i compagni che con qualcuno conosciuto fuori, penso di aver lasciato l’immagine di una brava persona sempre disponibile, sempre con il sorriso; una persona che anche nei momenti più difficili non si è lasciata abbattere, ma ha sempre spronato e aiutato il prossimo sia all’interno che all’esterno del prato verde.











Il suo maggio pregio e il suo maggior difetto (calcisticamente parlando è ovvio)?


Il mio maggior pregio è che non mi do mai per vinto e non mollo mai anche quando sembra finita, il mio maggior difetto forse è che sono troppo esigente, esigo il massimo impegno da chiunque ma soprattutto il massimo rispetto!












 Abbiamo saputo che è molto legato alla sua famiglia e a suo fratello, è così?


Si sono legatissimo a loro perché mi hanno sempre supportato e sopportato e son sicuro che non smetteranno mai di farlo. Il sogno di mio padre è di girare l’Italia per seguire me e mio fratello e sono sicuro che in un modo o in un altro riusciremo a farglielo esaudire. Con mio fratello ho un rapporto di amore infinito, ci siamo sempre l’uno per l’altro anche se lontani ci sentiamo ogni giorno e sappiamo sempre tutto dell’altro.












Siamo a luglio e ovviamente starà valutando diverse proposte, in quanto a Scienze Motorie pensa di frequentare l’Università a Bari oppure ha in mente di cambiare corso di studi? 


Penso che cambierò percorso e vorrei iniziare “economia e gestione d’impresa” nella città dove giocherò.












Lei è giovanissimo, ha un grande talento, qual è un sogno che vorrebbe che si realizzasse a breve? 


Il mio sogno è di fare il calciatore questo penso sia assodato.

 

 

 

19 luglio    2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 12 luglio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

FULVIO

PEA 

 



 

   

Fulvio Pea (Casalpusterlengo, 10 febbraio 1967) è un allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano, tecnico dell'Hebăr Pazardžik.

Studioso del calcio, predilige come  il 3-5-2.

 

  Ha  lavorato al fianco di Gigi  Simoni,  e ho visto  lavorare da vicino: Mazzarri, Mourinho, Benítez, Pea ha dichiarato di non imitare nessun allenatore, seppur abbia imparato molto da loro.

 

Fulvio Pea non ha mai giocato a calcio, ma ha iniziato ad allenare nel 1989, guidando le giovanili del Fanfulla.

 

 

 

 

 

 


 

 


 

Come prima domanda le voglio fare questa, quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Credo che il calcio, sia il "primo amore" della maggior parte dei bambini: c'è chi poi lo praticherà, chi invece ne rimarrà tifoso, chi invece, crescerà sognando di far parte di un mondo dove i sogni non hanno limiti. Poi c'è chi come me,  che è riuscito  a trasformare un hobby, in un lavoro.

 


Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 

 

Tra l’essere un calciatore dilettante e la carriera da allenatore c'è stato il classico "rifiuto" per il calcio: a 19/20 anni non si hanno le capacità per gestire le delusioni.

 

 Poi ti svegli una mattina e ripartì, e così a 21 ho accettato di fare l'educatore nell' oratorio di Casalpusterlengo, dei frati Cappuccini.

 


Lei ha allenato tantissime squadre, c’è una squadra a cui è rimasto più legato?

 

Ho ricordi ovunque siano stati perché quando lavoro per un club, lo vivo a 360 gradi, cioè dal mattino alla sera, praticamente ne diventò tifoso, anche se, per motivi personali, sono rimasto simpatizzante della Sampdoria: i colori della maglia, il Club, la stadio, la tifoseria e la città, tutto davvero "affascinante"!



Il 19 aprile 2021, dopo lo smantellamento dello Jiangsu, viene ufficializzato come nuovo allenatore del Nanjing City, club della secondo livello cinese.  Che tipo di esperienza è stata, immagino che l’ambiente si totalmente diverso da quello occidentale, è così, oppure è il classico pregiudizio di noi occidentali?


L'esperienza Cinese è un passo della mia carriera importante, forse più come uomo che da professionista: mi ha insegnato molto ma soprattutto è stato un “banco di prova" eccezionale per capire che il calcio si può fare ovunque, che le difficoltà si possono superare e che la "paura"(di qualsiasi specie) è il più grande propellente per poter trovare valide soluzioni ai problemi che quotidianamente arrivano ad ognuno di noi.

 








In questo momento lei si trova in Bulgaria per allenare l'Hebăr Pazardžik. Che ambiente ha trovato e che traguardi vuole raggiungere?

 

Obiettivo salvezza. Sono orgoglioso di. aver fatto questa scelta, perché ho incontrato dirigenza e calciatori, molto professionali ma soprattutto, con lo stesso obiettivo comune. e pronti a mettere in discussione tutto il loro sapere, regalo fiducia: sono prospettive importanti per chi arriva, da straniero, in un posto di lavoro nuovo.

 


Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 


Spirito, forse è meglio dire, capacità di adattamento. Il sapersi adattare a qualsiasi situazione è fondamentale anche nella vita!


 

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Mi sta regalando momenti sorprendenti, e lavoro quotidianamente per la curiosità di vedere cosa c’è oltre a tutto ciò che ho vissuto. 

Mi sta togliendo minuti, ore, giorno, mesi e nel caso della Cina, anni lontani da mio figlio e dal resto della famiglia. Non riuscirò mai a ringraziarli a sufficienza, per la pazienza e per l'amore che dimostrano davanti alle mie scelte professionali; probabilmente questo sarà un rimorso che mi porterò con me sempre!

 






     



     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

     Con l’età migliora lo stato d'ansia, accresce l'autostima e l'incoscienza lascia il posto alla consapevolezza; poi tutto viene da sé, basta farsi guidare dalla passione per questo gioco, e dall'entusiasmo per ciò che si sta facendo

 


E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina? 

 

A fine gara inizia quel processo infinito, soprattutto dopo un risultato negativo: si dorme poco si mette tutto in discussione, si litiga con se stessi. Ma la cosa più bella è che ti presenti al primo allenamento più carico di prima, ti arriva un'energia forte, senza conoscere la fonte e così ripartì per un'altra sfida, che nel calcio, sono frequenti, visto i calendari sempre più intensi.

 


Una partita da allenatore che vorrebbe dimenticare? 

 

Da giovane, vorresti rigiocare ogni gara non andata a buon fine poi credi e ti accorgi che le sconfitte, valutate con la giusta attenzione, hanno valori importanti, sia per il gioco, che per la squadra, o ancora a livello psicologico, insomma, per crescere, tutto serve!

 








Un suo pregio e su difetto (calcisticamente parlando)?

 

Difetti ne ho tanti, ma questo spazio lo lasciò agli altri. Per i pregi, beh è semplice: sono innamorato del gioco del calcio, come è facilmente intuibile dalle ultime mie scelte: Cina, Emirati Arabi ed ora Bulgaria, certamente, sono scelte condizionate dall'aspetto economico, sarebbe stato più facile.

 


 La famiglia che cosa rappresenta per lei? 

 

Più passano gli anni e più maturo come uomo, e mi accorgo, giorno dopo giorno, che la. famiglia prende il posto del tuo egoismo, e quindi è la tua ragione di vita. Poi, da quando è nato mio figlio, beh....

 


Un sogno per il futuro?

 

Ho un sogno è vero, forse non è proprio legato alla mia professione, ma c'è, e lo. conservo timidamente nel mio cassetto.

 

 

 

12  07    2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

venerdì 8 luglio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

  ANDREA  

CARLINI

 

 




     



 

Andrea Carlini- ruolo ala destra - è nato a Ceccano (Frosinone) nel 1996 tifoso della Lazio e ammiratore di Ronaldinho è cresciuto nelle giovanili del Pescara e Frosinone per poi approdare con i grandi in serie D, con Chieti Civitanova, Isola Liri Astrea, in eccellenza a Cassino e Tor Sapienza vincendo il campionato di eccellenza con il Cassino. 


Successivamente si è trasferito al   Sezze, in promozione, vincendo il secondo campionato. Fino a dicembre ha giocato nella sua città: Ceccano. Al momento è di nuovo sono la Sezze in Eccellenza. 


Nell’anno 2021-22 Colleferro eccellenza, da gennaio Montenero 15 partite 15 goal, sempre da gennaio approda alla Lazio calcio a 8 serie A e vince la Supercoppa Italia battendo Totti in finale Con Montenero raggiunta una salvezza quasi impossibile.

 

 

 

 

 

 

Per prima domanda le vorrei fare questa? Com’è andata la stagione? 

 

Ciao Paolo, allora Stagione positiva inizialmente a Colleferro mettendo a segno 1 goal, poi da gennaio ho militato nel Montenero realizzando 14 goal in 14 partite nel girone di ritorno!




A Montenero ho accettato una sfida quasi impossibile. Appena arrivato avevano solo 5 punti e abbiamo fatto un grande girone di ritorno raggiungendo una salvezza quasi impossibile evitando anche il playout.

 

 




 


 





Adesso che la stagione è finita si aprono nuovi scenari, che cosa di può dire per il prossimo futuro? 

 

Ci tengo a ringraziare il Colleferro e il Montenero per la fiducia che mi hanno dato quest ‘anno e per il futuro sto valutando con calma quale potrebbe essere la scelta migliore per me.

 

 

Se dovesse esprimere un giudizio sulle sue prestazioni di questa stagione cosa scriverebbe

 

In questa stagione rispetto ad altre posso dire di essere stato più continuo a livello di prestazioni. L’obbiettivo personale della prossima stagione è superare i 15 goal messi a segno quest’ anno.

 

 

 



 






A proposto del calcio a 8, lei ha vinto la Supercoppa italiana battendo Totti, ci può raccontare questa bella esperienza.

 

Da gennaio ho cominciato anche una nuova bellissima esperienza nella Serie A lega calcio a 8 con la Lazio, conquistando la Supercoppa Italia.

 

 

Che rapporto ha con la tifoseria?

 

A Colleferro devo dire di aver trovato una tifoseria con grande entusiasmo! Venivano a supportarci oltre alla domenica in casa, anche fuori durante la settimana.

Sicuramente una tifoseria che merita categorie più alte e gli faccio il mio in bocca al lupo, affinché i supporter  che possano centrare  nella stagione a venire il salto di categoria.

 

 









Sappiamo che lei è un giovane molto determinato, come passa questa giornata di relativa pausa?

 

Adesso mi godo le vacanze per un po’ con la consapevolezza di fare ancora meglio nella prossima stagione.

 

 

 

 

   

 

08 07 2022

(Tutti i diritti riservati)