PAOLO RADI INTERVISTA…
13 OTTOBRE
2016
CONVERSAZIONE
CON
MARCO MORINA
IO…COME MARCO POLO.
Marco Morina è un giovane manager nato a Bologna e cresciuto tra Rimini e Riccione, ha
frequentato fino il 2008 la IULM, Libera università di Lingue e Comunicazione,
successivamente consegue un Master in
Social Communication, Institutional Communication and Politic Communication�,("MASPI VII ,Master in
Managment Della Comunicazione Sociale, Politica e Istituzionale") diretto
dal Professor Stefano Rolando sempre alla IULM. Dopo aver lavorato durante il
proprio percorso universitario per l' agenzia del noto pubblicitario milanese
Lillo Perri, occupandosi di giornalismo, comunicazione e nuovi media, nel 2009
e 2010 lavora Per la Presidenza del Consiglio Comunale di Milano sotto la
Presidenza di Manfredi Palmeri, dove dirige successivamente anche le sue
Campagne Elettorali. Dal 2011 diventa direttore vendite del Gruppo Immobiliare
Spiga, colosso in Romagna nel Real Estate, incarico che termina nel 2014. Dopo
una breve esperienza in Alidem, ambiziosa start up di Milano nel mondo della
cultura che si occupa di fotografie d' autore del noto professionista milanese
Pompeo Locatelli, impegnato come Social Media Manager, nel 2015 assume
l’incarico per il governo Azero di Deputy General Manager e Chief of Protocol
del Padiglione dell’Azerbaijan durante l' esposizione universale di Milano, noto
come EXPO Milano 2015. Definito dai
visitatori tra “ i più belli e rinomati”, il padiglione viene subito chiamato
dagli addetti ai lavori "The Jewel", il Gioiello, e a fine
esposizione riscuote notevole successo ricevendo importantissimi premi e
riconoscimenti, avendo ospitato in sei mesi quasi 3 milioni di visitatori.
Da giugno 2016 è
diventato Direttore Generale o General
Manager a Shanghai” per “Ente Certificazione Macchine Srl”, multinazionale
italiana, Organismo Notificato dall’Unione Europea che si occupa di
certificazioni, ispezioni, controllo qualità, sicurezza e formazione. Noi gli
abbiamo rivolto qualche domanda."
Signor Morina, lei vive
a Shanghai dal gennaio del 2016, qual è
stata la sua prima impressione appena sceso dall’aereo?
La Cina è un paese incredibile e Shanghai una vera città
metropolitana dal fascino Orientale e lo spirito Underground.
Chiaramente per chi non è abituato l'impatto è forte, poiché si
viene immediatamente attratti dalla bellezza e l'organizzazione di questa città
che è tra le tre più popolate al mondo, oltre che si vede un qualcosa che non
ci immagineremmo mai di trovare poiché purtroppo non si vedono quotidianamente
dall'estero immagini di Shanghai e della Cina in generale.
Per certi aspetti ricorda New York, anche grazie al fiume che bagna
Luijiazui,il financial district esattamente come l'Oceano Atlantico bagna
Ground Zero.
Se la paragoniamo ad una città Italiana, l'unico possibile
accostamento è su Milano, infatti come il capoluogo lombardo è a livello
lavorativo la più importante finestra internazionale che abbiamo in
Italia, Shanghai è la città più occidentale della Cina, che è ancora oggi
un paese in espansione, il paese con l'economia dalla crescita più rapida al
mondo, dal 2013 è la seconda economia più grande sia come PIL (Prodotto Interno
Lordo, l'indice di ricchezza di un paese) totale nominale, sia per parità di
potere d'acquisto, il più grande esportatore e importatore di merci al mondo
riconosciuta come grande potenza dal congresso internazionale e una
Superpotenza secondo un certo numero di accademici, analisti che si occupano di
questioni militari, politiche ed economiche.
Nonostante tutto è un paese su certi aspetti ancora non al passo
del mondo occidentale, per altri invece nettamente davanti.
Come mai questa scelta di
andare a vivere in questa città? Forse l’Italia non le dava più certi
stimoli, o c’è qualcos’altro (tra l’altro sappiamo che lei ha viaggiato
moltissimo)?
Nell' ultimo periodo di Expo, nel settembre 2015 (esattamente un
anno fa) venni contattato da Ente Certificazione Macchine Srl, società
Bolognese che dai primi anni duemila (2004) è attiva in questo mercato, quello
Asiatico (siamo presenti anche in Corea del Sud, India, Giappone Iran),in
particolare in Cina.
La società ha sempre lavorato in partnership, ossia con consulenti
che periodicamente facevano la spola tra l' Italia e la Cina e con rivenditori
locali. Dopo più di 10 anni, complice anche la forte crisi di credibilità
che in questo momento regna in Cina (perché comperare un prodotto Italiano da Cinesi
in Cina?) Ente Certificazione Macchine decise di aprire ufficialmente la
propria società qui a Shanghai e di conseguenza serviva una persona di
riferimento e di fiducia da mandare, ma soprattutto serviva trovare qualcuno
pronto a mettersi in discussione, pronto ad accettare una sfida tutt'altro che
semplice.
L' aver aperto ed essere al timone di questa realtà implica gestire
in modo diretto per conto della mia azienda il proprio mercato che fino lo
scorso anno veniva gestito direttamente dall' Italia e indubbiamente portare a
casa risultati migliori del solito trend, è una vera e bella scommessa in cui
sto mettendo tutto me stesso.
Questa scelta è quindi stata la logica conseguenza dopo l'
esperienza di altissimo livello che ho maturato in Expo, dove per sei mesi ho
diretto uno dei cinque padiglioni più belli, quello di un paese prima in Italia
poco conosciuto, l' Azerbaijan, ma che poi grazie al nostro impegno ha avuto
una notevole popolarità, crescente di giorno in giorno, che ci ha visto
ospitare in sei mesi circa tre milioni di visitatori e che è culminata a giugno
2016 con l'organizzazione del Gran Premio di Formula 1 sul circuito cittadino
di Baku, la capitale.
Grazie a questa esperienza, alla posizione e al successo, ho avuto
l' attuale proposta che non mi sono fatto scappare e che sono fiducioso me ne
porterà presto nuove.
Riguardo l' Italia, non è che non avessi più stimoli anzi, è che
certe opportunità purtroppo arrivano solo oltre i nostri confini e dopo le
esperienze maturate non potevo tornare indietro o fermarmi e ho quindi
accettato l'occasione che mi potesse far continuare a crescere, il fatto che
abbia vissuto in altri paesi sicuramente ha aiutato me e influito nell'
individuazione della mia persona."
Come si è trovato
inizialmente, siamo in continente diverso,
non mi riferisco solo agli usi e costumi, ma al vivere in generale, e in
Cina tutto è diverso dall’Italia,?
L' inizio è traumatico per chiunque anche se l' entusiasmo non fa
notare tante cose. Tuttavia anche se siamo in un paese fantastico e in una
città avveniristica non bisogna dimenticare che vivo in un paese che rispetto
l' occidente ha un sistema a parte e per certi aspetti una propria unicità.
Inizialmente tutto è difficile e complicato, a partire dalle piccole cose come
fare la spesa, chiamare un tecnico a casa o più semplicemente prendere un
taxi. I sacrifici sono notevoli e penso per chiunque non sia facile dall'
oggi al domani prendere, partire e stabilirsi in pianta stabile a 15.000
chilometri di distanza, in un mondo dove la distanza culturale rispecchia di
gran lunga quella geografica, senza tralasciare la difficoltà della lingua e
tutte quelle che si hanno nella vita quotidiana, innumerevoli. Ma c'è
decisamente di peggio e ritengo di essere fortunato se non privilegiato poiché
qui ho un bel lavoro, un bellissimo ufficio, una casa accogliente e un sacco di
amici, quindi la distanza c'è e si percepisce ma la si accetta bene.
Infine sono fortunato, poiché essendo italiano piaccio alla
popolazione e vengo accettato e visto con interesse e fascino. Dell' Italia
piace praticamente tutto, dalla cucina alla moda, al calcio insomma piace il
nostro stile.
Ho quindi cercato di sfruttare al massimo questi aspetti, soprattutto
di avvantaggiarmi nelle relazioni interpersonali, in particolare nel mio lavoro
e con i miei colleghi con i quali ho un rapporto di lavoro bellissimo, forte
del fatto di essere l' unico occidentale, insieme al mio Presidente che viene
dell'Italia a trovarmi sporadicamente.
Alcuni i italiani che si sono
trasferiti in Cina, non pensa che molti forse potrebbero rimanere delusi? Anche
perché molti la vedono come una nuova
“Eldorado “ o mi sbaglio?
Qui a Shanghai i ristoranti Italiani sono innumerevoli e non
smettono di aprire. Ho tanti amici Italiani poi che lavorano per conto di
società Italiane e Francesi che si occupano di distribuzione alimentare, in
particolare servono grandi Hotel, Ristoranti. Il mercato in questo settore è a
due vie: gli stranieri (ce ne sono tantissimi) vogliono continuare a mangiare i
loro prodotti e gli Asiatici sono stanchi dei propri e vogliono così conoscere
il mondo anche dal punto di vista del cibo e del bere, con il vino. Infine gli
Asiatici per queste cose sono disposti a pagare qualsiasi prezzo e in questo
settore, come nella moda, siamo in competizione con i Francesi.
Personalmente ritengo che la nuova frontiera di sviluppo possa
essere rappresentata dai Bar Italiani. Fino ad ora hanno solo aperto dei
ristoranti, aprire dei bar, dei luoghi di incontro da poter frequentare di
giorno, ben arredati, con un servizio
Wi-Fi e ottimi prodotti sono sicuro qui sfonderebbero. Chiaramente bar
brandizzati, come ad esempio a Milano troviamo catene quali "Panino
Durini, Panino Giusto, Pandenus, Princi ecc." I vari Starbucks e Costa
Coffee che hanno aperto da poco stanno andando fortissimo.
Vedo molto bene poi anche i Parrucchieri (la popolazione è
decisamente canuta) e nel prossimo futuro i servizi Personali, quali: personal
shopper, quelli che spazieranno dall' arredamento di casa fino al creare il
guardaroba. Qui c'è davvero tanto spazio e in questi settori noi Italiani non
abbiamo assolutamente rivali.
Ecco, se si riesce a capire la Cina e i target che necessiti credo
ci possano essere tantissime opportunità.
Teniamo infine presente che a Shanghai c'è un livello di stranieri
molto alto perché chi viene qui (il 90% degli espatriati è nella mia
situazione) è perché ci è stato mandato in Cina per lavori importanti ; per
questo motivo ci sono tantissime persone interessanti, mentre il restante 10% è
rappresentato da persone che hanno studiato il cinese o che sono andati a
studiare in Cina ed infine trovano qui il lavoro (anche dall' Italia).
Credo che per tanti Italiani rimasti senza lavoro nel belpaese
Shanghai possa avere i poteri di reinventare qualcuno ed offrir varie
soluzioni, bisogna solo aver il coraggio di venirci, anche un po' "allo
sbaraglio" e per questo aspetto sì, siamo in una Eldorado, il denaro non
manca e se hai voglia di lavorare con serietà qui ci si può togliere non poche
soddisfazioni.
Ora che lei è un
professionista affermato, quali consigli darebbe a un giovane italiano in
procinto di lasciare l’Italia per trasferirsi all’estero e quale Stato
consiglierebbe?
Come già detto la Cina è un paese dalle mille e più
contraddizioni e su certi aspetti ancora non al passo del mondo occidentale.
Riuscire ad entrare nel loro mercato è per certi versi semplice, per
altri difficilissimo.
Al di là di questo paese, ovunque
servono serietà, professionalità ma soprattutto grande disponibilità e uno
spirito volto alla semplificazione delle cose o dei problemi.
La cosa fondamentale è riuscire a conquistare la fiducia, sempre.
Riguardo il business la prima domanda che bisogna farsi prima di
proporre qualcosa è : "perché io (cliente) dovrei accettare il tuo
prodotto, qual è la mia convenienza?" Una volta riusciti a trovare la
soluzione ed elaborato un piano non troppo complesso le prospettive di ottenere
una risposta positiva sono alte e se siamo noi Italiani a proporre, la cosa
diventa interessante poiché l' Italiano con il suo fascino è apprezzato.
Aprire nuovi mercati significa quindi rispondere alle domande in
termini di: Prodotto, Prezzo e Velocità
nel fornire le informazioni, in modo da cercare di chiudere la partita; la
rapidità di esecuzione colpisce sempre.
l mercati ormai ovunque sono veloci, “selvaggi”, la concorrenza è
in ogni dove in tutti i settori ma la professionalità riesce sempre a fare la
differenza.
Infine bisogna unire un grande impegno ad un modo di appassionarsi
e metterci sempre in qualsiasi cosa si faccia il proprio cuore, unito ad avere
una visione anche sul futuro e non farsi travolgere e pensare solo alla
quotidianità, ossia al giorno dopo giorno.
Riguardo i paesi non saprei, gli Stati Uniti hanno la propria forza
oltre che fascino e non passano mai di moda; ritengo ormai quasi al capolinea i
paesi Arabi, Dubai compreso ad eccezione dell' Iran per la quale prevedo un
roseo futuro nei prossimi 10/15 anni, è un paese molto interessante.
Gli ex paesi Sovietici dell' Asia (Kazakhstan, Azerbaijan, Turkmenistan
per esempio) sono in forte sviluppo e l'Asia in generale è il continente nuovo,
tutto da scoprire. Oltre la Cina non bisogna dimenticarsi dell’ India, la seconda
popolazione più consistente al mondo, con un potenziale enorme ancora da
sfruttare.
Si dice che noi italiani siamo
molto creativi però meno legati a certe regole, si tratta del solito luogo
comune?
Noi Italiani siamo un popolo incredibile e a contraddizioni ce la
giochiamo con la Cina.
La creatività assolutamente non ci manca, abbiamo la fortuna di
unire alla creatività anche il nostro stile, tipicamente Italiano.
Quando siamo nel nostro paese non rispettiamo le regole, cerchiamo
la trasgressione e ci riteniamo sempre i più furbi, nel senso negativo del
termine.
Infine ci lamentiamo, parliamo male del nostro paese screditandolo
e dicendo quanto sia meglio vivere altrove.
Poi una volta che ce ne andiamo via, cambiamo e ribaltiamo tutto
ciò di cui ho appena parlato: diventiamo nazionalisti, patriottici difendendo
sempre l' Italia che ci manca da morire insieme le nostre origini e tradizioni.
Riguardo le regole ci adattiamo e siamo camaleontici, ossia ci uniformiamo
al contesto in cui viviamo: in un luogo corrotto diventiamo i massimi corruttori,
al contrario in un ambiente serio i migliori, dipende quindi tutto dal contesto
sociale in cui ci troviamo e ci facciamo ispirare.
Le manca la sua città,
chiarisco, ha mai la sensazione di sentirsi comunque uno straniero a Shanghai, integrato certamente, ma sempre straniero?
Come avrà capito sono sempre stato abituato a spostarmi molto, a
cambiare in continuazione e non ho mai avuto una vera fissa dimora, anche se in
tanti posti mi sono sentito più volte a casa.
E' evidente che qui a Shanghai mi senta uno straniero, poiché c'è
un muro molto alto e spesso (quasi invalicabile) che divide gli occidentali
dagli orientali.
Tuttavia ci sono qui più di duecentomila stranieri e gli italiani
sono 10.000 circa, quindi a volte la percezione è anche quella sentirsi a casa
ed è semplice per noi trovare dei luoghi che richiamino il nostro paese, come
ad esempio un buon ristorante Italiano.
Da quando vivo qui però l'unico desiderio è quello di tornare ogni
tanto in Italia per rivedere e riabbracciare le persone a me care, quelle che
mi vogliono bene, la mia grande famiglia e qualche amico.
In questa nuova vita c'è solo una cosa che manca, quella di non
poter costantemente condividere a livello fisico quello che sto facendo con
queste persone, ma fa parte del gioco e probabilmente è giusto così.
Un’ultima domanda, di che cosa avrebbe bisogno
l’Italia per ritrovare quell’energia, quella freschezza che aveva negli anni
’60? Come sa la crisi in diversi settori è evidente, tutta colpa dei politici,
o anche di alcuni italiani che non hanno saputo amministrare bene quello che i
loro predecessori avevano lasciato loro.
Questa è una domanda alla quale se saprei rispondere probabilmente
oggi non mi troverei qui a Shanghai, bensì a Palazzo Chigi a fare il Presidente
del Consiglio dei Ministri.
Scherzi a parte, all' Italia servono i giovani che oramai sono
sparsi in giro per il mondo, imprenditori moderni e coraggiosi che hanno voglia
di riscattarsi, serve un sistema snello e veloce, serve l' entusiasmo e urge
abbattere l'invidia, nemico numero uno di tutto ciò che porta ad uno sviluppo.
Sono davvero molto preoccupato per la nostra Italia che in questo
momento la vedo affetta da malattie difficilmente curabili quali
"Pessimismo, Populismo, Concetti antisistema" e soprattutto un'
indole da parte del cittadino medio di contestare tutto a prescindere senza
nemmeno ascoltare o proporre qualcosa di diverso. E' fuori dubbio che questo
sia il risultato di anni veramente bui che ha attraversato e attraversa la
nostra nazione.
Il vero problema dell' Italia è che è un paese "vecchio per
vecchi", nonostante abbia risorse innumerevoli e tuttavia sia sempre all'
interno delle 7 grandi potenze mondiali.
Non do la colpa ai politici ma credo che le responsabilità maggiori
siano dei cittadini.
Nonostante si dica che siamo al terzo governo non eletto
(bisognerebbe chiedersi il motivo e darsi delle risposte, studiando la storia
moderna),probabilmente in Italia non cresceremo mai poiché abbiamo un sistema
che è fatto appositamente su misura per far arricchire i politici, i loro amici
e far guadagnare entrambi; questo sistema si basa sul bloccare ogni cosa. Sa
quando cadrà il Governo Renzi? Quando tutti i Parlamentari (Onorevoli e
Senatori) avranno i requisiti minimi per il loro vitalizio e per la propria
pensione, e non esistono differenze tra Parlamentari del PD, di Forza Italia, della
Lega o dei Cinque Stelle.
Infine mi faccia dire una cosa: qui a Shanghai sono stato ospite
del Premier Renzi in occasione dello scorso summit G20 di Huanghou e ho avuto
modo di confrontarmi con imprenditori e manager delle altre multinazionali
straniere, ebbene tutti in questo momento guardano con interesse e speranza il
prossimo Referendum Costituzionale del 4 Dicembre 2016 promuovendo la riforma e
constatando che finalmente qualcosa inizia a muoversi nella direzione dello
sviluppo Istituzionale. Ebbene ho provato vergogna nel dir loro che il paese in
questo momento risulta spaccato a metà tra chi vuole il cambiamento e chi no, quando
la cosa più naturale per chiunque sarebbe quella di provare finalmente a
cambiare qualcosa.
Il Premier sbaglia e commette, me lo lasci dire da esperto di
comunicazione, un errore madornale quando dice che in caso di vittoria del no
si rimarrà dove siamo ora; è vero che vincendo il si l' Italia finalmente farà
un passo in avanti soprattutto a livello di credibilità Internazionale ma è
altrettanto vero che in caso di vittoria del no non si rimarrà dove siamo ma
inevitabilmente si farà un balzo indietro di 20 anni, poiché l' Italia è uscita
con grande fatica nel 2012 dagli sberleffi dei nostri partner mondiali e ha
dovuto far pagare innumerevoli tasse al popolo che però grazie ai propri
sacrifici ha intrapreso un percorso nuovo che man mano dal 2012 ad oggi ha
visto una costante crescita e una maggior serietà. Questi risultati seppur
modesti ci hanno fatto pian piano rialzare la testa e ci stanno rendendo man
mano appetibili agli occhi degli investitori stranieri che temono fortemente la
deriva Populista.
Ecco in caso di vittoria del no ci giocheremo automaticamente tutti
i nostri sforzi fatti negli ultimi 20 anni.
E' infine anche vero che "Ognuno ha quel che si merita", quindi
ci meriteremo quello che uscirà dalle urne lunedì 5 dicembre 2016 che in ogni
caso dovremo accettare._
Grazie per l’intervista.