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mercoledì 13 agosto 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIANLUCA

CRISPINO 

 

 Gianluca Crispino, di Cardito, è  un giocatore di calcio; nella stagione 2021/2022 ha giocato al Cercola, arrivando  quinti e per il distacco punti non hanno potuto fare il i play off, poi nella stagione 2022/2023 ha giocato al Cercola arrivando secondi in campionato, dopo la vittoria ai play off, sono andati a giocare la finalissima contro la Pro-Sangiorgese, partita che è terminata 0 a 0, successivamente è andato  a militare al Cardito per due anni, l’obiettivo era la salvezza ed è stato raggiunto. Visto che abita a Cardito e che è pure capitano non può che essere onorato di queste imprese.

 







La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2024-2025.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

Ho dato sempre il massimo in tutte le gare. 

 

La prossima stagione giocherà sempre nel Cardito?

 

La prossima stagione giocherò nel Casal Di Principe.

 

All’inizio ha frequentato qualche scuola calcio?

 

Sì, ho frequentato la scuola calcio Cardito. 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno sempre appoggiato perché sapevano che era la mia più grande passione. 



Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho giocato con tante squadre in Campania, il legame piu forte riguarda due squadre: il Cercola Fox e il Cardito Calcio.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Difensore centrale. 

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Ho sempre accettato decisioni con serenità. 

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Non decido, propongo quello che per me è giusto e poi se c’è la volontà di tutti si attuano le mie proposte.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Difetto: sono molto pignolo all’interno dello spogliatoio e questo è il mio difetto. Pregio: sono molto amichevole e socievole con tutti.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Sergio Ramos. 

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La mia famiglia è al primo posto gli amici vengono subito dopo.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

L’intervista la dedico a mia figlia Aurora che è la figura più importante della mia vita.

 

 

Grazie 

 

13   08    2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

martedì 12 agosto 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

NUNZIO

PELLICCIO

 



Nunzio Pelliccio è un giocatore   di Napoli, ruolo terzino sinistro (qualche volta esterno alto) e questa è la sua carriera.

 

Sibilla Bacoli – serie D-; Portici – promozione – con vittoria ai play off.  Stasia Calcio – eccellenza, finale persa ai play off (dopo questo club sono stato fermo per due anni sia per problemi famigliari, sia perché non avevo più gli stimoli giusti).  Atletico Vollese – prima categoria - con vittoria play off.  

 

 Sporting Barra – 1°categoria – vittoria campionato (fase pandemia) con 5 giornate di anticipo e vincente come terza per chiusura campionato, tre gli anni di permanenza in questa squadra. 

 

Virtus Ottaviano – 1°prima categoria – con vittoria campionato.  Virtus Ottaviano – promozione -. Virtus Ottaviano – promozione – secondo anno, Sant’Irpino – 1°categoria – semifinale persa ai play off. 

 

Nella prossima stagione militerò ancora con il Sant’Irpino.

 

Su 9 anni giocati 47 sono i goal.

 

 

La prima domanda che le voglio fare è la seguente com’è terminata stagione 2024 -2025.Si si ritiene soddisfatto delle sue prestazioni oppure poteva fare di più? 

 

A riguardo degli obiettivi generali della stagione 24/25 posso dire di averli centrati a pieno, infatti siamo arrivati a fare i Play Off. Purtroppo, però a livello personale non è andato secondo i miei piani, infatti ho collezionato solo 3 Gol e 9 assist in un anno solare. Ma per il resto mi sento più che soddisfatto, perché abbiamo centrato gli obiettivi societari.

 

La prossima stagione lei giocherà ancora con il club: Città di Sant’Irpino, immagino che ci sia un bel rapporto fra lei e la squadra, è così? 

 

Sì, sono voluto rimanere fortemente a Sant'Arpino perché ho un conto in sospeso con questa bella realtà, mi piacerebbe portare la società in promozione, non so se riusciremo a centrare il primato, ma sicuramente ci saranno i Play Off e se dovesse andare “tutto storto” faremo di tutto per vincere e portare il Sant'Arpino in promozione. 

Ci tengo a precisare che con la società ho un bel rapporto sia umano sia extra calcistico.

 






Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Purtroppo ho iniziato tardi a frequentare la scuola calcio, infatti la mia prima annata calcistica risale all’età dei 13 anni ma come si suol dire “se il talento c’è l’hai, ce l’hai”. E da quel momento che ho capito che potevo fare qualcosa di buono. Purtroppo non sono stato seguito tanto (per mia disgrazia) non avevo persone che mi sono state vicino per il mio bene, bensì per altro, e questo l’ho scoperto col tempo quando ho intuito che quelle persone erano sparite dalla mia vita. E parliamo di familiari!

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori purtroppo non sono stati un bene per me, più che altro potevo essere qualcuno se non c'erano loro che mi hanno ridimensionato fin troppo bloccandomi mentalmente; avrebbero  dovuto essermi d’aiuto e sostenermi quando  faceva una prestazione opaca.

 







Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Quella dove sono rimasto più legato è la Virtus Ottaviano che oggi a due anni sarebbe la Virtus San Gennarello. Dove ho ancora un ottimo rapporto con quei giocatori passati da lì ad altre società.  

 

Lei ha vinto campionati, ha realizzato 47 goal, la domanda è d’obbligo, in che modo si riescono a raggiungere determinati risultati, ha un segreto particolare?

 

Il modo per raggiungere quegli obiettivi e divertirsi e lasciar divertire la squadra. Perché per vincere campionati o realizzare tanti gol non si ha bisogno di prime donne o gruppi e gruppetti in uno spogliatoio. 

Io specialmente amo stare in uno spogliatoio dove c'è allegria e quando bisogna far sul serio si cambia modalità e si è uomini al 100%, ovviamente tutti insieme.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Purtroppo non seguo altri sport. Ma ce n’è solo uno in particolare che col tempo quando smetto col calcio vorrò farlo: è il calcio a 5. Oltre al fatto che ci vogliono piedi buoni devi stare sempre sul pezzo anche mentalmente, si lascia correre la palla ed è un gioco dove chi ha più pazienza vince.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il goal più bello e significativo per me è stato con la Virtus Ottaviano sul campo di Visciano. Li nessuno mai aveva vinto e quella partita era così importante per la certezza della vittoria campionato. Quella partita non la giocai dall'inizio, ma entrai nell'ultimo quarto perché avevo avuto un problema muscolare in allenamento.  

 

Ma il bello è che prima di entrare dissi ad un amico "Tranquillo ora entro faccio Goal e vinciamo” infatti 5 minuti dalla fine su punizione feci lo 0-1 e abbiamo vinto, la vittoria   era valsa per un’ipotetica vittoria di campionato.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

 

Purtroppo da giovane ne ho avute di discussioni, per mia colpa, dato che ero giovane e nessuno nasce senza che farà sbagli in futuro.  Po col tempo ho capito i miei errori e sono migliorato, vorrei precisare questo: come ho detto sopra i miei sbagli li ho fatti, ma di sbagli ne hanno commessi anche gli allenatori, questo dovuto al fatto che erano molto presuntuosi. La loro presunzione a cosa gli ha portati? A non allenatore più.  Chissà perché! Non aggiungo altro. 

 

Concludo dicendo che con tempo ho conosciuto davvero grandi allenatori ai quali son rimasto molto legato.

 

Lei ha un grande esperienza, di conseguenza che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

In squadra son sempre stato un simpaticone per gli amici, quando c'è modo di scherzare sono sempre in prima linea e tutti noi scherziamo. Ma quando vedono che inizio a fare sul serio perché è raro che io sia serio capiscono che non è il momento di scherzare e iniziano ad ascoltarmi ed essere uomini nel momento giusto. Ma dove son andato credo di aver lasciato un gran ricordo di me.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)? 

 

Il mio pregio calcisticamente è quel di dare sempre il massimo in partite importanti e in  quelle meno importanti. 

 

Il mio difetto è quello di non accettare una sconfitta perché chiunque vorrebbe sempre vincere.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure si ritiene soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Se dovrei tornare indietro nel tempo ci vorrei tornare con questa mentalità d'oggi giorno perché sicuramente con questa mentalità sarei a calcare campi più importanti e sarei in grado di allontanare quelle persone che sono state solo un male per la mia crescita.

Ma dato che non si può tornare indietro nel tempo, mi ritengo più che soddisfatto. Ho famiglia gioco a calcio (dilettanti) e lavoro.

 

Questa è una domanda che faccio spesso: se lei domani ricevesse una proposta allettante da un club estero, se la sentirebbe di partire per questa nuova avventura? Oppure direbbe di no? 

 

Purtroppo no, perché voglio  che la mia scelta non influisca sul  percorso dei miei figli, e poi  oggigiorno sono troppo legato alle mie origini.

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Sono troppo amante di Theo Hernandez che d'altronde giocava anche nel mio club del cuore. Diciamo che le sue falcate i suoi goal e i suoi assist son stato uno sprono in più per me per fermi tornare nel calcio, diciamola tutta 6/7 anni fa avevo smesso per un po’,’ non avevo più stimoli giusti. Comunque sia, a malincuore,  lui per me sarà il mio idolo a vita anche sapendo che adesso vestirà un'altra casacca a malincuore.



 




Lei è nato a Napoli, che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Napoli per me è tutto, Napoli mi ha donato vita, Napoli mi ha fatto diventare uomo, Napoli mi ha regalato una famiglia ed io sarò grato alla mia città per sempre.

 

Nella sfera degli affetti, famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Sono molto importanti, più che altro la cosa più importante nella mia vita è la famiglia.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Non ho sogni, al momento mi vivo il momento giorno per giorno. 

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A tutte le persone che ho avuto l'onore di conoscere col tempo, m< soprattutto alla mia piccola famiglia composta da mia moglie e dai miei figli.

 

 

Grazie 

 

12 08     2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

lunedì 4 agosto 2025

SEZIONE SPORT

  

Paolo Radi intervista

 

 

ENZO

CACACE






 

Mi chiamo Vincenzo Cacace e nasco a Napoli, nel 1984 mi trasferisco a Castel Volturno sin da piccolo ed è qui che inizio a calcare i primi campi di calcio riuscendo ad esordire in eccellenza negli anni 90 proprio col Castel Volturno. Il calcio è stato sempre la mia vera passione ma lasciai per vari fastidi fisici, dedicandomi da subito alla crescita del mio lavoro.  Attualmente sono un imprenditore nel mondo Pet, ho vari punti vendita (MR FROG) tra cui uno vicino Aversa a Lusciano che aprirò a giorni.  In oltre gestisco un mio Brand (SAFETY PET) del settore che commercializzo a livello internazionale già da tempo.

 

Mi riaffaccio attivamente nel mondo del calcio l’anno scorso con il Castelvolturno con il ruolo di co-presidente, la mia passione e la tanta voglia di fare -  spesso mi sono preso la responsabilità di prendere spesso decisioni importanti - alla fine sono risultate decisive alla permanenza tranquilla nel girone.

 

I primi segnali di profonda stima tra me e la Rea Normanna nascono l’anno scorso in entrambe le partite di campionato, ma tutto si è consolidato nel trasferimento di Cristian Orefice dal Castel Volturno proprio alla Normanna trasferimento avallato fortemente da me.

Nella finale di ritorno col Modica ero presente ad Aversa e ho assistito a uno spettacolo unico, dopo qualche giorno mi sono visto con la presidenza per congratularmi personalmente e da qui che nasce l’idea di un mio inserimento nella società Granata. 

 

 

 

 




Per prima cosa mi congratulo con lei per essere vicepresidente della Real Normanna, come sta vivendo questo bel momento?

 

L’impatto è stato dei migliori, con gli organi dirigenziali c’è stata intesa immediata e sin da subito mi sono sentito a casa, sentire la fiducia di tutto lo staff per me è stato di fondamentale importanza e mi ha facilitato tantissimo ad entrare subito nelle nuove dinamiche dirigenziali.

Si sta lavorando tutti uniti per qualcosa di buono, noi tutti  speriamo di ottenere i successi che merita tutto l’ambiente Granata.

 






Di lei ho letto grandi parole di stima, tutti apprezzano la sua voglia di fare e la sua determinazione nel far sì che una squadra dia sempre il meglio, come si arriva ad essere così stimati, ma anche ben voluti nell’ambiente?

 

Sono quasi un cinquantenne e sono cresciuto con la voglia di fare bene, ma sempre con la massima correttezza e la massima determinazione. Sono in una società sana ed ambiziosa basata sulla lealtà sportiva ed è anche per questo che sono felice di essere qui.

 

Questa è la classica domanda che faccio sempre: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho praticato calcio sin dall’età di 5 anni e la mia passione per il calcio la manifestai sin da subito.  Sono contento di aver trasmesso a 2 dei miei 3 figli questa grande passione, sicuramente saranno i primi tifosi della Normanna.






 

I suoi genitori, generalmente dicono sempre classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?” Anche a lei è successo?

 

Ringrazio i miei genitori che mi hanno sempre lasciato libero di divertirmi giocando a calcio e di studiare con la frequenza giusta, tutto ciò senza darmi quell’apprensione allo studio limitandomi nello sport.

 

Lei esordisce con il Castel Volturno, poi però a causa di un infortunio, lascia il mondo del calcio, se non ci fosse stato quell’infortunio, la sua carriera calcistica sarebbe stata diversa?

 

Non ero un cattivo calciatore e nelle giovanili mi facevo rispettare da libero col vizio del goal. Ho giocato nelle giovanili del Castelvolturno, arrivando fino in promozione ed eccellenza, poi ho militato nei seguenti club: Cancello Arnone nel Sacro Cuore e a Piana di Monte Verna, vincendo un campionato di prima categoria, poi a causa, come dicevo prima, di continui  fastidi fisici e di impegni lavorativi ho deciso presto di appendere gli scarpini al chiodo.

 

Lei si riaffaccia al mondo del calcio come co-presidente del Castel Volturno calcio, per prima cosa le voglio chiedere come si è chiusa la stagione 2024-2025?

 

La stagione al Castelvolturno è stata positiva, ottenendo una salvezza già a febbraio, ma la cosa più importante è l’ aver visto tanti giovani che hanno avuto un’evoluzione calcistica importante, oggi mi contattano tanti calciatori della scorsa stagione e questo significa tanto per me. 



 





Per quale motivo lei ha voluto che il giocatore Cristian Orefice andasse a militare nella Real Normanna?

 

Dissi al ragazzo queste parole: “Inizia ad andare tu che poi ti raggiungo tra qualche mese”, scherzo chiaramente.

Cristian era destinato ad un’altra società, ma il loro continuo tentennamento ci stava spazientendo, così ci fu una chiamata amichevole tra me e il presidente Diana e finimmo per parlare di Orefice.

 

Io capii subito che l’interessamento era sincero da parte della Real Normanna e che poteva essere una scelta determinante ai fini del campionato del club e del ragazzo stesso. In seguito il direttore Lentini non impiegò tanto a convincere il ragazzo a cambiare destinazione, Orefice si entusiasmò subito di questa possibilità e alla fine accettó di buon grado.

 

Ho letto che l’essere vice-presidente della Real Normanna è “è stata una scelta di cuore”, in che senso, lo desiderava da tempo; oppure che altro? 

 

Innanzitutto devo dire che essere vice-presidente alla Real Normanna è molto gratificante, ma nello stesso tempo mi riempie di responsabilità e impegno, certamente dovrò lavorare tanto e con attenzione per portare avanti questo incarico sempre in maniera onerosa, seria ed onesta.

 

Nell’ambiente calcistico campano tutti parlano in maniera positiva della Real Normanna, che cos’ha questo club di così attraente, mi perdoni se uso questo termine, oppure di speciale, per chi è appassionato di calcio?

 

La Real Normanna è una società modello, seria e funzionale strutturata che ha come interesse comune quello della vittoria, la forza di questa società è nella società stessa, composta da persone ambiziose e vincenti, questo lo hanno già dimostrato nell’anno calcistico appena trascorso.



 




Cosa si aspetta lei da questa squadra? 

 

I ragazzi sono tutti super concentrati nelle dure sedute che quotidianamente si susseguono, attualmente manca ancora qualche calciatore in rosa e lo stiamo cercando, sono sicuro che alla fine, e grazie al gran lavoro dei Direttori, completeremo la rosa, in modo da poter dire la “nostra” anche in serie D. A proposito della serie D mi sento di ringraziare tutti i protagonisti che ci hanno permesso oggi di essere in questa categoria: in primis mister Sancez e tutti gli altri protagonisti (purtroppo non sono qui con noi per vari motivi), auguro a tutti ancora tante vittorie e grosse soddisfazioni.

 

Cosa vuol dire ai tifosi?

 

Ai tifosi dico di starci vicino sempre, come solitamente fanno, anche in alcuni passi falsi in cui potremmo incappare, una cosa è certa: sicuramente vedranno i nostri ragazzi “buttare” nel rettangolo di gioco l’ultima goccia di sudore a disposizione combattendo col coltello tra i denti;  sempre in qualsiasi situazione e in qualsiasi campo.



 




Ultima domanda: un sogno per il futuro?

 

In questo momento il mio sogno riguarda,  innanzitutto, vedere per molto tempo un calcio importante ad Aversa, ma il sogno più desiderato sarebbe quello  di arrivare ad un traguardo importante, e quest’obiettivo lo  si raggiunge solo con tanto lavoro, sacrificio e dedizione; ed è quello della militanza nei professionisti in breve tempo. 

 


Forza Real Normanna 

Uniti si vince

 

 

 Grazie e buon lavoro.

 

 

 

 05      08    2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

venerdì 1 agosto 2025

SEZIONE SPORT

 

 

  

Paolo Radi intervista

  

ANTONIO

PALERMO






 

Mi chiamo Antonio Palermo e sono nato il sette marzo del 1967.

 

Inizio questa avventura nel mondo del calcio nel lontano 1995/96 collaboro come osservatore con diversi dirigenti di allora, ora professionisti del settore che oggi occupano caselle importanti in squadre professionistiche. Dal 2007 inizio come consulente esterno per il club: Isola Liri serie C, poi dal 2015 sono stato consulente dei presidenti.

 

Inizio come consulente di mercato con il Montalto calcio, a seguire il Corigliano calcio vincendo il campionato di promozione calabrese poi di seguito vincendo anche l’eccellenza calabrese.

 

Continuando in serie D, sempre con il Corigliano, ricordo che le due vittorie di campionato ancora oggi conservano record di punti ancora oggi imbattuti, penso che resteranno ancora per molto tempo. Il campionato di serie D con il Corigliano viene bloccato per il COVID. Successivamente, a dicembre riparto in serie D con il  Nereto,  durante la ripresa c’era il COVID; l’  unico mio cruccio non essere riuscito nel impresa di salvare la squadra, una mia sconfitta sul piano personale, ma sono arrivato troppo tardi per cercare una nuova squadre;  successivamentesono riuscito,   tra mille difficoltà di lavorare  con il Castelnuovo Vomano retrocessa dall’ interregionale. 

 

La stagione precedente al mio arrivo l’impresa era stata portata a termine tramite i play out, nonostante la società fosse sempre in difficoltà economiche. A seguire stesse situazioni, salvezza diretta con la Vastese, ero subentrato all’inizio di dicembre con tre giocatori in rosa. 

 

Riparto con la Pro Vasto avevo una squadra giovanissimi, comunque   la Pro Vasto finisce terza come minutaggio giovani con un pregio di lega. Dicembre 2024 con cambio societario decido di rimettere il mio incarico perché non amo essere manovrato, troppe situazioni che io nel calcio non condivido, dopo circa un mese decido di sposare un progetto difficilissimo con il Castrovillari. 

 

 

Altra società in serie difficoltà economica e numerica di giocatori, accetto, la salvezza arriva tramite play out, un’altra impresa. Oggi sono in attesa di un progetto valido dove non servono miracoli, ma quello che mi interessa è solo calcio normale, se dovessi definirmi nelle ultime stagioni avrei già il mio nome d’arte: il Tom Cruise dei dilettanti, delle missioni impossibili.

 

 

 

 

La prima domanda, mi sembra d’obbligo, perché ti definisci il Tom Cruise delle missioni impossibili? 

 

Non sono io che mi definisco il Tom Cruise, sono gli amici che scherzano, perché da 5 stagioni sarà la fortuna, bravura (oppure non so che aggiungere) che facciamo insieme alla squadra autentiche imprese sportive, perché lavoriamo un situazioni chiamiamole difficili, per non andare oltre.

 

Ci hai riferito che desideri avere un “calcio normale”, cosa intendi per calcio normale, ma poi esiste un calcio normale?

 

Definisco: calcio normale, dove c’è organizzazione, disciplina, senso del dovere, ma principalmente dove c'è rispetto dei ruoli ed infine la meritocrazia, e secondo io mio modestissimo parere oggi è assente nel mondo calcio attuale.

 

Per chi non conosce bene il tuo mestiere di direttore, potresti spiegare ai lettori in cosa consiste?

 

Il dirigente, almeno per me, rappresenta un padre di famiglia, forma il gruppo squadra ed interviene ove ci sono problemi da risolvere; esattamente come fa un padre di famiglia presente in ogni istante della giornata, solo che in questo caso è calcistica.  Io amo seguire tutti gli allenamenti della squadra che rappresento, cerco di dare consigli, correggere eventuali errori dei ragazzi più giovani e non,  e naturalmente non mi riferisco sull’aspetto tecnico cosa che non ho mai fatto in questi anni da dirigente.  Rispetto sempre il lavoro dello staff tecnico con cui condivido la stagione che andremo ad affrontare.

 

 

 

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Guardi in tanti casi ci sono dei ragazzi che usciti dal minutaggio giovani vengono accantonati e per la verità io cerco sempre di andare a pescare questi ragazzi che purtroppo sono penalizzati dal mancato scouting, lo scouting oggi in Italia esiste, ma funziona pochissimo, altri ragazzi invece da un po' di tempo sono penalizzati dal fisico.

 

In Italia si pensa solo a questo genere di giocatori, ecco diciamo che io cerco ragazzi che sono in grado di saper giocare e guardi le posso garantire che non è difficile individuare se un ragazzo possiede oppure no qualità tecnica per giocare e per diventare un qualcuno.  Le posso garantire che il calcio e molto più semplice di chi lo vuole fare apparire difficile.

 

 

Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Sono soddisfattissimo, le dirò di più sono scomodo perché sono considerato un cane sciolto, non mi piace fare il burattino di nessuno ed è per questo motivo, che sono appunto: “scomodo”.

 

Un altro problema è che politica-calcio non possono coesistere mai; questo è il motivo perché non sono tanto amato, tutto ciò è successo nella mia ultima esperienza avuta con un club, 

Non faccio il nome perché fare polemiche non è nel mio stile, preferisco togliere le tende ed andare via, ma non sono il solo ci sono tanti come me che anno vissuto questo genere di esperienza, anzi tantissimi, ma io come al solito metto la faccia nelle sconfitte assumendomi le mie responsabilità, lascio la vetrina nei successi ai miei ragazzi che poi tra le altre cose sono gli attori principali come nei film, perché  sono loro a renderti vincente,  sono io che sbaglio se perdo perché vuol dire che le scelte iniziali erano sbagliate. Fortunatamente come dicevo negli ultimi anni gli errori di valutazione sbagliate sui calciatori sono pochissimi.

 

 

Un sogno per il futuro?

 

Io non vivo di sogni Paolo, ma faccio affidamento sempre su un poker essenziale sul mio modo di intendere il calcio: fatica, voglia di non arrendersi mai, uniti si vince ed infine cuore. 

 

Un mio calciatore deve possedere questo poker altrimenti con me non dura, se devo sognare sogno di poter un giorno guidare una piazza storica alla promozione una piazza da 5/6 mila spettatori e sono sicuro che ci riuscirò, almeno che sia da serie D. Se proprio devo essere sfortunato, penso ad una caduta in eccellenza  per sbaglio, solo allora penserò al ritiro, ma prima devo riuscire in questa ultima impresa da Tom Cruise dai scherziamo un po' grazie per la tua gentilezza Paolo.

 

 Grazie 

 

 01   08     2025 

 

(Tutti i diritti riservati)