SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
MIRKO
MARSELLA
Mirko Marsella è un ex giocatore di calcio e ora allenatore. Questa è la sua bella presentazione:
“Sono Mirko Marsella e sono nato nel 1985 a Roma. Sin da piccolo ho avuto la passione del calcio. Mio padre ancora oggi mi racconta che l'unica cosa che portavo con me e con cui giocavo era una palla. Non ho mai voluto fare altri sport. Nonostante i miei genitori avessero provato a iscrivermi a nuoto o a basket volevo solo il calcio! Dopo aver frequentato la scuola calcio ho iniziato il percorso agonistico, giocando tutti i campionati regionali. Allora non era come oggi. C'erano giovanissimi, allievi e juniores, regionale o provinciale! Se eri bravo facevi i regionali sennò i provinciali. Ed io devo dire di aver fatto, con buonissimi risultati, tutti i campionati regionali dove ho ricoperto maggiormente il mio ruolo naturale "esterno di centrocampo" diventando poi un buon mediano".
Alla soglia del “salto di qualità" in prima squadra un brutto infortunio alla spalla mi ha fatto perdere un anno di calcio e probabilmente ha determinato la mia fine anticipata da ogni possibile carriera.
Un intervento di gioco mi ha causato la rottura della spalla! In un anno ho subito tre interventi (di cui 2 sbagliati). L'ultimo, il più invasivo, mi ha finalmente stabilizzato la spalla, ma mi ha ridotto in parte la mobilità.
Nulla di grave se non il fatto che l'ortopedico fu molto chiaro " puoi giocare a calcio, ma dovresti evitare brutte cadute altrimenti rischi seriamente". Dovevo scegliere tra lo sport che più amo e la salute...prevalse la seconda (soprattutto perché ogni volta che la spalla usciva dalla sede passavo settimane con l'immobilizzazione e a lavoro cominciavo ad avere problemi).
Questo infortunio però se da un lato mi ha impedito di continuare a giocare dall'altro mi ha spinto a trovare nuove motivazioni. E vedendo mio padre allenare, ho capito che quel ruolo mi piaceva davvero tanto! Papà è stato ed è ancora il miglior maestro che io potessi avere.
E vedendo lui in panchina ho appreso tantissimi principi che ancora oggi utilizzo. Non ho mai capito perché non abbia fatto carriera. Forse per la poca voglia di rischiare.
Ma due cose mi ha trasmesso e che valgono più di tutti, la prima: l’allenatore è una passione non si fa per soldi! E l'allenatore deve divertirsi...se non ti diverti lascia stare, la seconda: l’allenatore è un uomo solo e spesso è poco considerato è sempre il primo a pagare in caso di sconfitte. Quindi bisogna portare avanti le proprie idee magari sbagliando e sbagliando con le proprie convinzioni.
Dall'età di 23 anni (fine della carriera) ho provato a diventare un allenatore. Ma avendo pochissima esperienza da calciatore non riuscivo mai ad entrare nei corsi.
Ovviamente le società a cui mi rivolgevo mi rispondevano " senza patentino non puoi allenare". Per anni sono andati a vedere partite il sabato e la domenica con il mio quaderno dove prendevo appunti! Avrò visto centinaia e centinaia di partite.
E su quel quaderno segnavo ogni minimo dettaglio degli allenatori. Moduli, schemi, tattiche, schemi su calci piazzati, marcature cercando di capire il perché l'allenatore chiedesse certe cose!
Poi la sera o il giorno dopo le rileggevo e vicino a penna rossa mettevo le mie considerazioni. Ho collezionato 10 quaderni pieni di appunti di partite giovanili e prime squadre!
Nel 2022 la svolta! Sono riuscito ad entrare al corso UEFA D e finalmente sono riuscito a diventare allenatore ufficialmente
Poi a fine corso la Wospac Italy mi ha dato una grande opportunità. Poter fare parte dello staff tecnico che seguiva under19 e prima categoria agli allenamenti e nelle partite ho imparato davvero molto!
Non smetterò mai di ringraziare il Presidente Angelini, il mister Dominici e il Ds Maggiulli.
E quest'anno la società mi ha ritenuto pronto per guidare la squadra dell’under 19 che farà il campionato regionale. Un'esperienza straordinaria ma allo stesso tempo da prendere con molta attenzione.
Perché si tratta di uomini e non bambini e perché la società si aspetta un buon risultato. Ed io non voglio deluderli alla prima esperienza. Ecco perché tra i tanti impegni di lavoro e politici ho ricominciato a studiare. Libri di tattica, esercizi e i miei quaderni con gli appunti di anni e anni di partite viste".
Come prima domanda le voglio fare questa i suoi genitori hanno provato a iscriverla a basket e a nuoto, ma lei ha qualche mese ha fatto nuoto e basket oppure non ci ha provato per niente a praticarli?
I miei genitori hanno provato ad iscrivermi a nuoto. Ricordo che l'ho frequentato pochi mesi. Mi dicevano che ero molto bravo, ma io non me volevo sapere. Piangevo a dirotto e quindi dopo pochi mesi mi hanno tolto.
Lei inizia a praticare la scuola calcio e inizia il suo percorso agonistico, la scuola calcio era la scuola del suo quartiere, e il percorso agonistico con quali club?
Ho iniziato la scuola calcio all'Urbetevere. Poi l'attività agonista l'ho fatta in gran parte a Corviale, la squadra vicino al mio quartiere.
Lei riesce a diventare un buon mediano, qual è stato il segreto del suo successo?
Sono stato un buon mediano. Credo che la mia migliore caratteristica sia stata l'intelligenza tattica. Avevo una buona tecnica, ma nulla di grandioso. Ma in campo sapevo sempre dove mettermi e dove farmi trovare dai compagni
Parliamo del salto di qualità e dell’infortunio. Un brutto momento, il sogno infranto, com’è riuscito a superare quel brutto momento, da solo oppure con l’aiuto dei genitori e degli amici?
L'infortunio ha cambiato le mie ambizioni e anche i miei sogni. Ma grazie all'aiuto della famiglia sono riuscito a superare tutto. E in quella fase ho cominciato ad innamorarmi del ruolo dell'allenatore. Ricordo che durante la degenza post operazione rivedevi ogni giorno tantissime partite in TV.
Suo papà era un allenatore, ci ha detto che non sa perché non abbia fatto il salto di qualità, se ci ripensa quale può essere il motivo?
Se ripenso alla carriera da allenatore di mio padre posso dire che non ha fatto carriera per due motivi: ha sempre allenato per passione, spesso accettando sfide impossibili, ma affascinanti e poi perché è sempre stato un uomo libero. Non ha mai accettato compromessi e imposizioni calate dall'alto.
Nel 2022 lei prende il patentino, che momento è stato?
Nel 2022 ho coronato un sogno. Una grande emozione. Il patentino (lo custodisco gelosamente) è stata la chiave per entrare in quel mondo che da sempre ho osservato fuori da una rete.
Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore?
Per me l'allenatore deve avere personalità. Se Manca un'ottima capacità nel relazionarsi e ovviamente una preparazione adeguata non sarà mai un bravo allenatore.
Il suo pregio e il suo difetto (dal punto di vista calcistico)?
Il mio pregio penso sia la voglia di migliorarmi ogni giorno sempre di più. Il mio difetto è che sono un uomo che vive di passione. E spesso do più di quello che dovrei dare, soprattutto nei rapporti.
Lei inizierà ad allenare gli under 19, un impegno importante da parte mia che tutto vada per il meglio, lei in questo momento come si sente?
Sono emozionato per il mio nuovo incarico. Ma anche determinato! Ho ricominciato a studiare e mi farò trovare pronto per l'inizio della preparazione, che dire se che: speriamo bene!
A chi vorrebbe dedicare quest’intervista?
L'intervista vorrei dedicarla alla mia compagna e a mio figlio che sono i miei primi sostenitori e mi supportano e sopportano in questa mia passione. Ma anche a mio padre, la mia ispirazione e a mia madre…che mi guarda da lassù, ma che sono sicuro sarà orgogliosa di me!
Grazie
18 luglio 2023
(Tutti i diritti riservati)