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venerdì 19 novembre 2021

di PAOLO RADI 

 

 

 


 

 

 

 

 





CONVERSANDO DI CALCIO CON…

     

 

 

 

PASQUALE 

CONTIERI

 

 

 

 




 



Il giocatore di calcio Pasquale Contieri, così ci si presenta: 


“Mi chiamo Pasquale Contieri classe 1998 abito a Torre Annunziata  e gioco nel ruolo di attaccante; ho giocato tutta la trafila delle giovanili, nella Juve Stabia facendo giovanissimi Nazionali, Allievi Nazionali, Berretti. Poi mi sono trasferito alla Turris in Serie D dove mi alternavo tra prima squadra e Juniores. 


L'anno dopo la Turris per 3 giorni sono stato un calciatore dell'Savoia squadra che ancora tutta ora amo e ho sempre tifato, però purtroppo aimè c'è stato qualcuno che mi ha remato contro e mi ha stroncato il sogno appena iniziato.



 Sono stato anche con la Battipagliese e il Sant’Agnello in Campania facendo due campionati di eccellenza campana. Successivamente mi sono trasferito a Tito in provincia di Potenza provando una nuova esperienza al di fuori della Campania.


Ora ho messo in primo piano il lavoro e il calcio lo prendo come un divertimento è un dopo lavoro perché la vita va avanti e capisci che la cosa primaria nella vita è lavorare.”









Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Il covid Ha stravolto la vita di ognuno di noi, durante il periodo covid riuscivo ad allenarmi ma giusto quel poco che logicamente non era come il nostro allenamento normale.

 










 A che età ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Ho Scoperto che il calcio sarebbe diventata la mia più grande passione all’età di 6 anni quando preferivo una partita di calcio ad un’ uscita con i genitori.


 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Mia madre premeva molto sullo studio papà diceva: “Fallo allenare”. Alla fine fortunatamente a scuola mi sono diplomato quindi una soddisfazione l'ho data anche a mia mamma.

 










Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Io ho giocato con tante squadre la squadra in cui ho legato di più è stata la Battipagliese storica società campana ma fare un anno lì a Battipaglia equivale a giocare tre anni in una squadra con pochi tifosi. Battipaglia è una piazza storica dove i tifosi ti fanno sentire il loro calore sempre; colgo l'occasione per salutare tutti i tifosi della Battipagliese.





 







Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Seguo molto il tennis. Sono molto tifoso di Rublev e di Jack Sinner ottimo tennista italiano che sta emergendo.




Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi e fare una vita agiata? 

 

Molte persone guardano i calciatori per la vita agiata che fanno, ma credetemi prima di fare questa vita agiata ne hanno fatto di strada e di sacrifici... quindi un consiglio che posso dare ai giovani con la poca esperienza che ho è questo: pensate poco ai soldi, ma molto ad allenarvi ed arrivare perché come ben sapete 1 su 1000 arriva in A.













Lei giocava all’inizio nel ruolo del portiere poi ha cambiato per diventare attaccante, come mai?  

 

Beh io sono nato come portiere perché rispetto agli altri amici della mia età ero già alto poi col tempo mi annoiavo, nella porta non esultavo mai come un attaccante quando fa gol e decisi di fare l'attaccante

 










Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il mio goal più bello avrei difficolta a sceglierne fra 2... Juve stabia fiorentina 1-1 punizione a 90, oppure Battipagliese Valdiano 5-1 feci due controlli di tacco e palla all'incrocio.

 


Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Un mio difetto era sicuramente l'irruenza, se venivo punzecchiato in campo subito mi facevo ammonire o espellere. Un mio pregio è stato il fatto di saper aiutare il prossimo e saper accettare sempre le scelte dell'allenatore.

 









Abbiamo saputo che lei ha avuto una grossa delusione con la squadra della sua città, tutti dicono che le delusioni aiutano a crescere a maturarsi, secondo lei è vero, oppure alla fine resta solo l” amaro in bocca”?

 

Questa domanda qui è un po’ la domanda che avrei preferito rispondere in un altro modo magari con la felicità di aver indossato la maglia della propria città e per aver difeso i colori della propria città, purtroppo non è andata cosi. È stata una delusione che ha segnato la mia vita calcistica, mi sono trovato dall'essere un calciatore del Savoia il venerdì sera ad essere scaricato senza una valida motivazione il Lunedi e per di più via messaggio senza un confronto a tu per tu. Quindi Una delusione  aiuta a crescere e maturare e  farti vedere le cose con occhi diversi, ma allo stesso tempo tanto amaro in bocca per il chissà di come sarebbe andato il campionato.

 


Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Guarda Paolo come calciatore che io ammiro tanto non posso non parlarti di un mio concittadino, nonché bomber della nazionale italiana e della Lazio: Ciro Immobile. Ho avuto la fortuna di incontrarlo di stare un po’ insieme a lui e  di scambiare quattro chiacchiere e ti dico: Oltre ad essere un grande calciatore che io ammiro tantissimo e anche un grande uomo con sani principi e valori.

 


Lei è nato vicino a Napoli, che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Napoli per me rappresenta la forza e la voglia di andare avanti, il suo popolo, nonostante tutto, non si scoraggia e vive credendo in un futuro migliore.

 


Quanto sono importanti per gli affetti (famiglia, fidanzata, amici)?

 

Per me sono le tre cose fondamentali della vita: fidanzata, famiglia e amici. Io sono stato fortunato ad avere la mia ragazza sempre dalla mia parte in qualsiasi cosa io faccia, infatti lei è sempre con me e sempre pronta ad aiutarmi e a darmi qualche consiglio. La mia famiglia è sempre presente per qualsiasi decisione io prenda ed e una cosa fondamentale; per quanto riguarda gli amici pochi, ma buoni come si dice qui a Napoli.

 









Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il sogno che vorrei che si realizzasse nell’immediato è l’ avere un lavoro stabile perché come ben sai qui al sud con il lavoro siamo un po’ anni indietro rispetto al nord, inoltre desidererei    che questo maledetto virus presto scomparisse per farci   tornare a vivere nella normalità a tutti noi.

 

 

 

 

 

 20      10     2021 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

mercoledì 17 novembre 2021

di PAOLO RADI 

 

 

 

 

 


 

 

 







CONVERSANDO DI CALCIO CON…

     

 

 


DAVIDE 

MUSUMECI  

 






 


 

 

 



 

Davide Musumeci di Giarre così ci si presenta:

 

 

Mchiamo Davide Musumeci e sono nato a Giarre, 15, 10 1990 (CT). Anche se età di 18 anni mi sono trasferito per motivi di lavoro al nord Italia. Ho svolto diversi lavori nel passato tra cui anche quello di militare dell’esercito italiano fino ad arrivare ad oggi che indosso con onore uniforme della polizia e ne vado orgoglioso poiché è sempre stata una ispirazione sin da bambino stare tra la gente ed aiutarla


Si tratta di una passione, come del resto anche il calcio, il calcio è tutto e mi piace aiutare questi ragazzi che si mettono nelle mani di persone sbagliate. 



Posso dirti che in passato ho fatto l’osservatore in Sicilia, per Parma, Atalanta, e Parma settore giovanile, e per il periodo del covid per la Triestina prima squadra, l’esperienza con la Triestina è stata molto formativa rispetto alle prime due perché comunque non solo facevo l’osservatore ma anche perché coordinavo i vari osservatori e valutavo le varie schede tecniche degli osservatori, la rete scouting della Triestina era bellissima, ci tengo a precisare che questi osservatori erano tutti a titolo gratuito, l’osservatore nel calcio italiano è una figura che nel calcio italiano è considerata pochissimo, ad eccezione dei grandi club che hanno alcune figure che all’interno  che occupano tale incarico, però la maggior parte degli osservatori in Italia lo fanno per passione, non ricevendo nessun introito, neanche un rimborso spese, però ti dico che il rimborso spese è giusto, anche perché esse seppur minime vengono sostenute, i campi da calcio non si trovano sotto casa, è ovvio che un giusta riconoscenza è giusto darla a questa figura, in conclusione noto che è una figura poco considerata. In questo momento faccio l’osservatore per un club professionistico, da poco ho sposato questo progetto, nel rispetto della mansione che ricopro e della società che mi ha dato tale possibilità non posso fare il nome.



 Nelle precedenti esperienze ho deciso sempre di chiudere io il rapporto perché la motivazione va a scemare perché tale figura non viene valorizzata e secondo me l’osservatore di permette di scovare dei profili interessanti non tanto quelli  che già navigano nel mondo del calcio e che sono conosciuti da tutti, ma per profili sconosciuti che magari hanno delle situazioni famigliari personali e magari si ritrovano a giocare nel campetto sperduto di periferia, io penso che uno osservatore deve battere tutti i campi da quello più periferico a quello più importante. Io per quello che riguarda lo scouting ho investito molto su di me, e cercherò in futuro di fare altri tipi di corsi per avere una conoscenza del calcio a 360 gradi e quando uscirà il corso per collaboratore della gestione sportiva e che ti permette di fare il dirigente in eccellenza e in serie D sicuramente è ciò che farò come di conseguenza altri corsi che usciranno, il calcio per me è vita e voglio specializzarmi in più cose.



 Fare l’osservatore mi piace molto, nonostante io mi sia affacciato nel mondo del calcio prima collaborando con degli agenti in Sicilia,  poi ho mollato perché non mi piaceva il modo di lavorare loro, poi mi sono specializzato un poco per quanto riguarda la direzione calcistica e la valutazione calcistica  tramite Nunzio Marchione che era l’ex agente di Mauro Icardi prima che arrivasse Wanda Nara, lui sta in Spagna a Barcellona e io l’ho aiutato nella sistemazione e collocazione di diversi  profili soprattutto argentini nella sere D italiana,  tra cui Galesio  che è l’ex cognato di Icardi,  l’ex fidanzato della sorella di Icardi, ho sistemato lui e altri diversi ragazzi ragazzi, mi piace molto il calcio argentino, loro vivono di calcio e sono determinati a fare bene e a dare il meglio di sé. In conclusione ti posso dire che tra il settore giovanile e la prima squadra ti posso dire che si tratta di uno scouting diverso.

 

 



 

 


 

 


 

La prima domanda è questa: come mai la scelta di diventare poliziotto?

 

Come il calcio anche la polizia sono due grandi passioni per me. La polizia per me è vita; una vocazione e un sogno che avevo da bambino. Mi sento realizzato soprattutto quando riesco ad aiutare le persone. Anche se non è semplice come lavoro perché i rischi sono altissimi per me la polizia rappresenta tutto. Rendere una città migliore combattendo la criminalità.

 

 



 






Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? 

 

Periodo bruttissimo quello del covid soprattutto perché io a livello lavorativo dovevo controllare che gli abitanti non uscissero di casa se non per acquistare i beni di prima necessità. Le nostre vite sono un po’ cambiate e per diversi anni dovremo convivere con questo virus. A livello calcistico naturalmente vedevo tutte le partite registrate e vecchi video per non perdere l’occhio da scout.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

La passione per il calcio c’è l’ho da piccolino purtroppo a livello di calcio giocato mi sono fermato al settore giovanile per diversi problemi soprattutto quelli familiari. Anche se ho capito fin da subito che non potevo sperare di poter fare brillante  carriera calcistica, non ero “una cima”.

 









Lei ha fatto l’osservate per il Parma, Atalanta, e Triestina. Che tipo di esperienza è stata?  

 

Si ho fatto 3 esperienze nei club che mi hai elencato ovviamente ultima quella della Triestina più produttiva perché ricoprivo un ruolo all’interno dell’organigramma interno allo scouting gestendo più di 60 osservatori insieme; questo ovviamente ad altre figure che stavano sopra di me, con queste  ci coordinavamo ed io in particolare valutavo e controllavo le schede tecniche degli altri osservatori. 

 

Mentre Parma e Atalanta solo settore giovanile giravo per la Sicilia in cerca di ragazzi di prospettiva. Sono state delle esperienze che non posso reputare belle poiché il ruolo dello scout non è così valorizzato. Sia dal piano sportivo che in quello economico. Io dedico tutto il mio tempo libero e il dopo lavoro nell’osservazione sui campi dalla lega pro in giù. Ovviamente il profilo che ricerco deve fare qualcosa in più della normalità.




 






Tanti giovani mi hanno detto: “Se avessi avuto le giuste conoscenze, se il mio procuratore mi avesse fatto partecipare a quel provino, se…se…” tanti se, secondo lei quanto c’è di vero nell’avere una giusta conoscenza, oppure quello che conta è solo il talento?

 

Qualcosa di diverso qualcuno deve pur avere, altrimenti sarebbero  tutti bravi giocatori. Ma io ricerco il profilo che vien fuori dal mazzo, quel profilo che emerge in campo e che soprattutto è continuo in più partite.

 











 

Leggo spesso questa frase: “Il calcio in Italia è malato”, lei cosa ci vuol dire a proposito, per farla breve, è veramente così in tutte le categorie? 

 

Si il calcio è malato purtroppo lo devo dire, non sempre gioca il più meritevole spesso ti ritrovi profili interessanti in categorie inferiori ed in quelle superiori profili che non hanno le capacità per fare quella categoria. Purtroppo il calcio gran parte di esso è diventato un business e molti lavorano in questo mondo (allenatori, giocatori e ds ecc.) solo perché portano sponsor cioè entrate economiche alle società. 

Tutto ciò maggiormente succede nei dilettanti (calcio scommesse e partite combinate). Però posso dire anche che c’è una parte che valuta il merito e che non pensa agli sponsor. Il calcio ha bisogno di una rifondazione totale e delle regole più ferree. Ovviamente simili fatti penso che  succedano in tutte le categorie, ma maggiormente nei dilettanti visto che i compensi sono dei rimborsi spesa contenuti.

 










Che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

Diciamo che come rapporti mi relaziono maggiormente con i direttori sportivi o responsabili scouting. Qualcuno anche della seria A con cui ho instaurato anche se a distanza un bel rapporto professionale, ma anche d’amicizia. Nei dilettanti poi ho anche qualche rapporto con allenatori e presidenti per via del mio passato come intermediario. Comunque ho con tutti degli ottimi rapporti di  stima e di rispetto reciproco. Anche perché io faccio calcio per passione e non per soldi. Il mio unico obiettivo è fare contenti sia i ragazzi che le società.

 

Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Riferito alla domanda successi e delusioni posso dirti che la delusione più grande per me è credere in un ragazzo informare il mio responsabile del suo talento, magari non piace, mentre io vedo delle qualità in lui. Quello che ti ho appenda detto  è successo e poi ho avuto anche ragione (la delusione si è trasformata in soddisfazione, anche se magari il profilo è stato preso da un’altra squadra.)

 


 

Lei si occupa anche nel sociale, per dare un futuro a quei giovani che hanno alle spalle una famiglia, non sempre presente, perché questa scelta?

 

Penso che il calcio rappresenti unica via di fuga e unica possibilità di avere un futuro migliore per tutti quei ragazzi che non vivono in una situazione familiare particolare facile. Io personalmente sono strafelice quando vedo un ragazzo che viene da uno stato sociale e familiare critico far carriera e vederlo cavalcare palcoscenici di categoria elevata. Ovviamente il calcio aiuta tantissimo questi ragazzi ad evitare di prendere strade sbagliate. I migliori profili calcistici sono quelli che vengono dalla strada. Perché vivono di calcio e perché il pallone è l’unica cosa che magari possono permettersi (la loro distrazione). I migliori fuoriclasse provengono dalla strada.

 

Avrà conosciuto tantissimi giocatori, e allenatori, qual è il giocatore che l’ha maggiormente colpita, e, ovviamente, qual è l’allenatore?

 

Nei professionisti a me piace Barella come giocatore per la grinta e la sua determinazione un esempio da seguire, spero che un giorno riuscirò a conoscere personalmente. Del passato direi l’immortale Zanetti esempio di uomo dalla grande personalità sia nel campo e sia nella vita(sociale).




 






Un consiglio che darebbe a un giovane che volesse intraprendere questo sport, per arrivare in alto, è ovvio?

 

Un consiglio che do ai giovani è quello di divertirsi il calcio è un divertimento in primis. Dare il meglio di sé ed allenarsi di più. Poi come si dice se sono rose fioriranno. Impegno, costanza, sacrificio e determinazione. Se hanno un obiettivo cioè quello di arrivare in alto non devono mollare e crederci sempre. Sicuramente può succedere che avranno qualche delusione, ma: mai mollare perché le possibilità che hanno sono infinite.

 

Ultima domanda: un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 








Beh..personalmente mi piacerebbe continuare con lo scouting nell’attuale club magari facendo qualche esperienza all’estero. In futuro penso proprio di fare il corso come direttore sportivo per la Lega dilettanti; voglio avere una conoscenza calcistica a 360 gradi di tutto.

 

 

 

 

17     11     2021 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 15 novembre 2021

di PAOLO RADI 

 

 


 

 

 

 

 





CONVERSANDO DI CALCIO CON…

     

 

 

 

ANGELO

ALESSANDRO  

 

 

 

 

 

 

 

Angelo Alessandro è nato a Messina il 5 settembre del 1958, ha il diploma di ragioniere e abita a Messina. Dal 1973 al 1978 ha giocata nell’A.C.R Messina dai giovanissimi nazionali alla denominata “De Martino”. Fino al 1991 ha militato in varie società dilettantistiche: promozione (dalla Sicilia alla Calabria). Nel 1989 ha superato il corso di allenatore nel settore giovanile scolastico.

Dal 2000 al 2008 ha svolto ruoli dirigenziali nell’F.C. Messina (A e B) come: responsabile del convitto, dirigente ACC squadre giov./ alla primavera, responsabile tecnico squadra primavera, responsabile sett. giovanile.

 

Dal 2008 al 2009 è stato Dir.S.P. in eccellenza (Camaro); 2009 al 2010 Dir.Sp Fondi (lega pro); 2010 al 2011 Dir.Sp. eccellenza (C.D.M); 2011 al 2012 Resp. Sett. giovanile Arezzo;2012 al 2013 Dir. generale eccellenza (Orlandina); 2013 al 2014 Resp. Sett. Giov. ACR. ME. Lega Pro; 2014 al 2015 dir. S.P. Camaro; 2016 al 2017 Dir. SP. Camaro; 2017 al 2018 Dir. SS e resp. S.G.  eccellenza (C.D.M); 2018-2019 Dir. S.P. C.D.M. Serie D (sino a novembre); dal novembre del 2019 scouting Parma per Messina e provincia. Dal luglio 2019 al giugno 2021 Resp. Sett. giov. F.C. Messina serie D.

 





 







 

 

Come prima domanda de lo voglio fare questa: il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? 

 

Purtroppo il Covid ha colpito anche me: sono stato male un  mese e mezzo dal 17 dicembre 2020. Ha sconvolto tutto il sistema calcistico generale. Ovviamente tutti ne paghiamo le conseguenze

 

Secondo lei l’ambiente calcistico può aver sofferto in qualche maniera di questa lunga pausa e di aver giocato negli stadi vuoti?

 

Sicuramente sì, sono perse due stagioni agonistiche. Per i settori giovanili è stato drammatico.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Già da piccolo (circa 8 anni) il calcio comincia ad appassionarmi. Ho iniziato la trafila nel settore giovanile dell'ACR Messina negli anni 70, precisamente dal 1973.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Mio padre era contrario, mia madre no. Nello studio sono riuscito a ad accontentarmi e quindi sono andato avanti.

 

Lei ha giocato in diverse squadre dilettantistiche, promozione. In quale si è trovato più a suo agio? 

 

 Ho giocato in tante società. Ognuna ha avuto la sua importanza nella mia carriera da calciatore. Tutte mi hanno lasciato dei buoni ricordi, e da tutte ho appreso nel bene e nel male.





 









Tanti giovani mi hanno detto: “Se avessi avuto le giuste conoscenze, se il mio procuratore mi avesse fatto partecipare a quel provino, se…se…” tanti se, secondo lei quanto c’è di vero nell’avere una giusta conoscenza, oppure quello che conta è solo e soltanto il talento?

 

I se e i ma nel calcio non contano. È il rettangolo di gioco che da sentenze. Un calciatore se ha talento va avanti. I procuratori hanno un valore aggiunto nel momento in cui il calciatore dimostra veramente di essere di prospettiva. Per arrivare in serie A bisogna essere veramente bravi non solo tecnicamente, ma soprattutto avere grande personalità e professionalità.


Perché in Italia tutti provano a diventare calciatori? Forse perché pensano che una volta arrivati in alto si possa condurre una vita tra gli agi e i lussi? 

 

Ogni ragazzo sogna di arrivare tra i professionisti. Il problema è che tanti non hanno i giusti requisiti. Per requisiti non intendo dire solo tecnici. Bisogna avere grande personalità, senso del sacrificio, e soprattutto serietà professionale. C'è purtroppo un grosso problema che ad oggi non si è riusciti a risolverlo: i genitori. Sì, questi purtroppo sono i primi nemici in casa. La maggior parte pensa di avere un campione che potrebbe risolvere i problemi economici e fanno di tutto per cercare di farli fare provini dappertutto, spesso spendendo tanti soldi che finiscono nelle tasche di pseudo osservatori o tali.

 

Ad un certo punto lei smette con il calcio giocato e diventa dirigente e scouting per il Parma e il Messina, come mai questa scelta?

 

Smetto a 30 anni di giocare e mi prendo una pausa. Rimango fuori da questo meraviglioso mondo per circa 15 anni e poi ricomincio da dirigente in serie B col settore giovanile del F. C. Messina. È lì che conosco un grande personaggio del calcio professionistico giovanile, il Direttore Eolo Falorni, che mi indica la strada per responsabile di settore giovanile. Ovviamente facendo tanta gavetta. Da semplice dirigente accompagnatore, a responsabile di convitto e responsabile tecnico della squadra Primavera.

 













Non è certamente semplice fare l’osservatore calcio, bisogna guardare tante partite, osservare più giocatori contemporaneamente, intraprendere lunghi viaggi e poi bisogna tener in conto i fallimenti, per lei questa difficile professione cosa rappresenta? 

 

Il mio ruolo primario è quello di responsabile di settore giovanile, ho fatto il Direttore sportivo in Lega pro e in D oltre che in Eccellenza e Promozione. Il ruolo di osservatore diciamo che si fa sempre ovviamente se lo si fa come unico impiego sei più concentrato e riesci a svolgerlo con risultati migliori.

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Quando vado a vedere un ragazzo, la cosa che mi deve colpire di più deve essere il giusto atteggiamento, ovviamente deve avere i requisiti tecnici, tattici e fisici, che servono per fare il salto di qualità.

 

Lei ha un curriculum notevole, che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti dei vari di club? 

 

Con tutti, allenatori e presidenti cerco di mantenere ottimi rapporti.

 

Nella sua lunga carriera Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Credo che il calcio da un po' di tempo a questa parte sia cambiato tanto e purtroppo in maniera negativa. Da circa 26 anni faccio questa attività e posso dire che al momento mi sento più deluso che soddisfatto.

 












Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (nell’ambito lavorativo è ovvio)?

 

La sincerità è un mio grande pregio che purtroppo in questo mondo diventa un grande difetto

 

Qualche nome di giocatori a cui lei è molto legato?

 

Tutti i ragazzi che io ho gestito hanno lasciato in me qualcosa di importante. Non sarebbe giusto fare nomi. Ho voluto e continuo a voler bene tutti.

 

Un consiglio che darebbe a un giovane che volesse intraprendere questo sport, per arrivare in alto, è ovvio?

 

Il consiglio che do ai giovani è sicuramente quello di non trascurare gli studi. Arrivare tra i professionisti non è cosi semplice. Consiglio comunque di dare sempre il massimo e di essere professionali, seri e costanti.

 

Ultima domanda: un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Un sogno? Quello di avere a che fare in questo mondo calcistico, con persone serie e soprattutto rispettose. Purtroppo ne esistono poche.

 

 

 

 15    11     2021 

 

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