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sabato 5 dicembre 2020

 

         DI PAOLO RADI 

 

 


 

 

 

 

 

 

      CONVERSANDO CON...

     

 

       

   TOMMASO  

   MINICHINI  

 









 



 

Tommaso Minichini è un giovane calciatore nato il 10 settembre del 1999, così si presenta ai lettori: “... vengo da Napoli esattamente da Scampia dove la vita  è dura e non è  tutta  rose  e fiori;  non tutto va come dovrebbe  andare, ma solo chi ha un sogno nel cassetto  ha più possibilità di riuscirci. 


La mia passione per il calcio è nata da piccolino Avevo l’età di 2 anni e mezzo e mamma voleva farmi fare il ballerino ma poi si rese conto che non avevo voglia né di ballare e né di fare altro. 


La mia è una famiglia di calciatori, stavo sempre davanti alla Tv a guardare il calcio quando a l’età di 3 anni e mezzo mamma iniziò a comprarmi dei palloni, mi trasmetteva qualcosa di particolare quella palla piena d’aria, ogni settimana mi regalava un pallone e capitava spesso che giocando dentro casa rompessi di tutto in casa: vasi, quadri, cassetti, ma anche le porte delle stanze perché le usavo come se fossero le porte di campo da calcio. Prima iniziò a bucarmeli   e poi decise, ovviamente, di non comprarmeli più. 


 Mio zio che ha la sindrome di Down gli piace leggere molti giornali e fumetti e all’età di 4 anni andai a prendere lo scotch e con i giornali di mio zio realizzai una palla molto grande per giocarci, tutti si commossero, così all’età di sei anni mi iscrissero ad una scuola calcio, iniziai a militare alla squadra di Scampia, dopo di che ho giocato con squadre molto importanti: Rimini calcio, San marino, Catania calcio, Turris, e Foggia, inoltre ha anche militato 


Successivamente ho giocato e vissuto una esperienza molto bella e formativa, arriva la chiamata dal Milan, da quel momento cambiò tutta nella mia vita,  ho conosciuto persone stupende sia a livello  calcistico  sia  nella vita quotidiana. 

 

 


 











Il campionato di serie A, di B, C e D e così le altre gare di Coppa, è ripartito con gli stadi quasi chiusi (una partita ha un sapore diverso rispetto a uno stadio pieno con migliaia di tifosi) che cosa ne pensa? Non sarebbe stato meglio sospenderlo?

 

Per me sarebbe stato meglio sospenderlo non si può rischiare così tanto c’è un rischio alto per i contagi, più presto si sospendono più prestò torneremo alla felicità

 

 


Lei abita a Napoli e le occasioni per praticare altri sport non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla? 

 

Potrei fare benissimo il basket visto che sono alto 1,95 ma ho scelto il calcio.

 



Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più  legato? 

 

Sì, come già ho detto ho avute delle bellissime esperienze, la più bella la Tim Cup con il Milan, amici strepitosi, ma soprattutto molto bella è stata al Catania Calcio, perché sono cresciuto anche sotto aspetto agonistico.

 



Giovanissimo lei arriva al Milan, che cos’ha provato quando è arrivata la chiamata che sarebbe dovuto partire per Milano? 

 

La chiamata per Milano? Ero piccolo rispondeva mamma per ogni cosa, anche perché mi seguiva con dedizione la mia attività agonistica, da piccolo eravamo felici, lei credeva molto in me, anche sei i miei amici mi dicevano che non sarei andato lontano.

 











È stato accolto bene nell’ambiente? 


Sono stato accolto bene all’inizio, ho conosciuto tante persone, ovviamente la strada per arrivare a certi obiettivi è ancora lunga.

 



Com’erano le sue giornate tipo mi riferisco anche quando lei militava nel Catania; mi spiego meglio, a che ora ci si svegliava, quando ci si allenava, si pranzava, al pomeriggio a che ora facevate allenamento? 

 

Quando ero al Catania, ci alzavamo alle 7 per poi andare a scuola ed eravamo già stanchi per gli allenamenti del giorno prima, per chi non andava ci si recava al campo per gli allenamenti delle 10:00/10:30. Alle 13:00 pranzavamo tutti assieme, ovviamente il primo che sbagliava qualcosa durante gli allenamenti avrebbe fatto la panchina la domenica successiva. Alle ore 16:00 riprendevano gli allenamenti per migliorare la tattica; all ore 20:00 c’era la cena e alle 22:00 già stavamo a letto.

 



Lei abitava da solo o con qualche altro giocatore? 


Avevamo una stanza e stavamo sempre in 4 o 5, oltretutto avevamo con noi un tutor.

 



Con quali atleti ha maggiormente legato? 


Ho legato con tutti, eravamo una grande famiglia.

 



Mi sembra di aver capito che durante una partita d’allenamento lei subii un infortunio, cosa successe dopo questo incidente?  

 

Sì è così, l’infortunio più brutto è successo ben 5 anni fa al Milan (nella primavera) contro la prima squadra, ero una giovane promessa, per come si parlava di me nell’ambiente.

 



Immagino che per lei non dev’essere stato facile superare questo trauma, come c’è riuscito? 

 

Questo brutto trauma l’ho superato grazie alla mia famiglia che mi è stata sempre molto vicina.

 

 


Lei è molto giovane, tutte le strade sono aperte, che cosa si aspetta dal futuro? 

 

Nel futuro cosa mi aspetto? Questa “vita” mi deve ancora tanto visto quello che mi è successo, spero il bello arrivi.

 



Ultimamente ha un contratto con qualche squadra? 

 

Non ho nessun contratto, sono reduce da un altro infortunio, legamenti del menisco.

 

 

 

Lei gioca nel ruolo di? 

 

Sono un difensore centrale, gioco anche molto bene a destra.

 





 


 

 

Il suo goal più bello che ha fatto? 

 

Il mio gol? Ancora deve arrivare... ma arriverà!

 

 

Calcisticamente parlando qual è il suo più grande difetto e il suo pregio maggiore? 

 

Il mio difetto? Non ne ho al momento, non mi viene in mente. Il mio pregio? “Se mi salti la prossima sei fuori” nel senso che se mi prendi la palla poi ti inseguo, sono un combattivo, non mi arrendo tanto facilmente.

 



Se dovesse descrivere se stesso a chi non la conosce che cosa direbbe a riguardo del suo carattere? 

 

Posso dire poco di me stesso, quello che ho dire è che mi esprimo nel campo quando gioco.

 



Lei è nato e vive a Scampia, ho intervistato diversi calciatori di Scampia, mi hanno fatto capire che certamente la vita, come ha precisato lei “non è tutta rosa e fiori”, però loro nonostante non si facile vivere, sono orgogliosi di viverci, in conclusione cosa rappresenta per lei Scampia? 

 

Per quel che mi riguarda posso dire che me non è un quartiere molto facile, il rispetto bisogna guadagnarselo, perché ogni cosa vieni sempre fatta con sudore e sacrifico, la maggior parte di noi viene    dalla strada, pochi sono figli di papà, secondo me “ma è più bello “venire dalla strada”, come si dice in gergo, perché quello che abbiamo “ce lo sudiamo”.

 

In conclusione posso dire che Scampia è un quartiere che deve essere assolutamente visitato, ci sono tante belle situazioni da conoscere, noi diamo il cuore, ma non deluderci perché hai chiuso.

 









Immagino che per lei sia importante la famiglia, quanto importante?


La famiglia viene prima di tutto tipo io a 21 anni ho già un figlio per me la famiglia e privilegio e amore.




Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

 

I miei amici? Utili, ma non indispensabile, gli amici di una volta non ci sono più " salvando la pace di qualcuno".



La morte di Maradona ha sconvolto tutti coloro che vedevano in questo campione una luce per uscire dal buio delle loro vite, che idea si è fatto lei di questo grande calciatore, dalla vita personale un poco controversa? 

 

Dal punto di vista personale non è stato un esempio, ha avuto dei comportamenti non egregi, ma è un esempio calcisticamente, è stato un fenomeno, è il Dio del calcio, sarebbe stato bello vederlo giocare hai suoi tempi.

 

 

 


 

 

 

Grazie   

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

06 12    2020 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 3 dicembre 2020

Di Paolo Radi

 

 


 







CONVERSANDO CON...

 

 

 

   FABIO 

  

   TOMMASELLI 

 

 

 







Fabio Tommaselli nasce a Benevento nel 1996 e inizia a giocare a calcio si da quando aveva 8 anni. Frequenta la scuola di calcio Giorgio Ferrini di Benevento, poi viene ingaggiato dal Benevento Calcio, l’ultimo anno in prima squadra in serie C. Successivamente viene ingaggiato al Fondi a 19 anni, dove con 37 presenza vince la Coppa Italia e Play Off, continua per altri due anni in serie C, durante l’estate la società del Fondi calcio fallisce e così si ritrova senza ingaggio. 

 

 

Altre squadre dove ha militato Lecco, (società Olginatese), Spoleto, Fondi e ora gioca nel Pomezia Calcio 1957 

 

 

 

 




 

Il campionato di serie A, di B, C e D e così le altre gare di Coppa, è ripartito con gli stadi quasi chiusi (una partita ha un sapore diverso rispetto a uno stadio pieno con migliaia di tifosi) che cosa ne pensa? Non sarebbe stato meglio sospenderlo?

 

Senza ombra di dubbio il pubblico e i tifosi sono la vera essenza del calcio, senza di loro il calcio è molto più triste e ne stiamo avendo la conferma in questo periodo, per quanto riguarda la sospensione credo a che le società spendano enormi capitali per affrontare una stagione, e ancora di più in questa situazione, quindi è giusto provare in tutti modi di continuare e finire la stagione regolarmente. 

 









Purtroppo per le squadre che militano dopo D per arrivare sino all’ultima categoria, dovranno ancora aspettare prima di scendere in campo. Lo trova giusto? Molti giocatori sono delusi e amareggianti e molti di loro non riceveranno alcun stipendio, lei cosa ne pensa a riguardo di questa situazione non facile? 

 

È facile intuire il perché, un ciclo di tamponi spesso due a settimana, rappresenta una spesa troppo importante per la maggior parte delle società dilettantistiche, ma bisogna salvaguardare il calcio minore, senza quello, facciamo l’esempio di un grattacelo che viene abbattuto, cadono facilmente anche i piani più alti. 

 










Sono passati due anni dalla prima intervista e in due anni sono accaduti diversi fatti, comincia dalla sua esperienza al Lecco, come si è trovato?

È stata una stagione anomala per me in quanto cominciata agli inizi di novembre, comunque mi sono trovato benissimo, una società seria e solida come se ne vedono poche, l’ambiente è sereno e tranquillo nonostante le difficoltà trovate sul campo, porterò questa esperienza sempre con me.

 

Dell’esperienza di Fondi e Spoleto cosa ci potrebbe raccontare? 

 

Per quanto riguarda Fondi sono stati tre anni meravigliosi che mi hanno permesso di scrivere pagine importanti in serie D e di affacciarmi al professionismo per alcuni anni, è un posto in cui sono cresciuto sia come uomo sia come calciatore, una società importante come l’Unicusano che continua a farsi notare in giro per l’Italia. 


A Fondi ho toccato il punto più alto della mia carriera disputando i play off per la B, però per alcune situazioni, anche per una mia colpa, non sono andate come mi aspettavo, ma la città di Fondi resterà sempre nel mio cuore, e chissà un giorno... gli amori fanno dei giri immensi e ritornano!  Per quanto riguarda l’esperienza dello scorso anno a Spoleto posso solo dirvi di aver trovato un gruppo straordinario fatto prima di uomini e poi di calciatori, una squadra affamata che senza lo stop per il Covid avrebbe potuto tranquillamente vincere quel campionato, questo è l’unico rammarico, ma sono contento di aver trovato dei veri amici più che compagni di squadra a Spoleto. 










Adesso lei milita nel Pomezia Calcio 1957 (Lazio) immagino che il campionato sia fermo, lei in questo momento vive a Pomezia o a Benevento?

 

Il campionato è fermo, io mi sto allenando per conto mio per farmi trovare pronto appena si ricomincerà.


Il tuo goal più bello in questi due anni? 

 

Per importanza, a prescindere da un bel colpo di testa in aria, il gol contro la diretta concorrente per la promozione dello scorso anno. Sono riuscito a sbloccare il risultato con uno stacco in aria su calcio d’angolo dopo pochi minuti “la strada per la vittoria era tutta in discesa, purtroppo poi finì con una sconfitta, che poi con lo stop per Covid ci è costata il campionato 

 










Fino ad ora che cosa le ha dato   il calcio e che cosa le sta togliendo, oppure le ha tolto? 

 

l calcio mi ha dato e mi dà tutto, a partire da quello che metto a tavola ogni giorno, fino alle immense emozioni che regala questo sport, senza di esso mi sentirei perso e inutile. 

 









Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, che cosa direbbe a chi non la conosce? 

Una persona semplice, seria e con la cultura del lavoro che crede in quello che fa, credo che sia estremamente importante per un atleta avere la serietà nel lavoro quotidiano, solo attraverso la costanza si possono raggiungere risultati impensabili.

 








La morte di Diego Armando Maradona tiene banco su tutti i media da almeno 6 giorni, molti hanno giudicato il suo privato, che cosa ne pensa di coloro che hanno criticato la sua vita di eccessi, senza menzionare il suo genio calcistico? 

 

Credo che bisogni ricordare Maradona per le emozioni che ha regalato a quelle generazioni che le hanno poi tramandate a quelle future rendendo Maradona eterno. È stato un grande calciatore, probabilmente il più grande di tutti, ed è stato soprattutto il simbolo della vittoria dei più deboli contro i più forti, quello che faceva nella vita privata non dovrebbero essere fatti nostri, bisogna solo ringraziare Dio per aver donando al calcio una leggenda come lui. 

 

Che cosa si aspetta dal futuro? 

 

Credo nelle favole, cercherò con tutto me stesso di tornare dove ho dimostrato di poterci stare, quindi lavorerò sodo per tornare presto tra i professionisti e questa volta per restarci.

 








Grazie   

a cura di Paolo Radi   

 

03       12 2020

 

(Tutti i diritti riservati)