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domenica 11 ottobre 2020


A CURA DI PAOLO RADI 

 

 

 








 

 

 

UNA CONVERSAZIONE 

     

 

     

 CON  

 

 

 

PASQUALE   

MESSINA  

 

 

 


 

Pasquale Messina è nato a Napoli e ha 20 anni. 


Si è   diplomato all’ Istituto Alberghiero. Fin dall’età di 5 anni gioca a calcio, ha iniziato a frequentare la scuola calcio dilettantistica Cavour, che è la squadra del suo quartiere. 


All’età di 10 anni è andato a giocare nelle giovanili del Napoli fino alla categoria: Primavera. 



In seguito ha militato nel   Parma facendo un anno nel settore giovanile, poi 2 anni con Turris (serie D), Savoia (serie D) e Nocerina( serie D), a breve   firmerà  con il Real Giulianova.


 

 

 

 

 


 


(Alla fine dell'intervista galleria fotografica)

 


Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

 

Fin da quando ero bambino capii che c’era un “amore passionale” verso il calcio e questo è successo  sin dal primo allenamento che feci nella scuola calcio del mio quartiere, da allora che io non  sono più riuscito  a distaccarmi.

 

 


 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

 

Vabbè, sicuramente la priorità anche per i miei genitori è sempre stato lo studio, ma ancora adesso lo studio e la priorità principale, però, ovviamente, hanno acconsentito alla mia scelta, che è stata poi  quella, di associare sia la scuola che il calcio.

 

 

 

 

Lei abita a Napoli e le occasioni per praticare altri sport non le mancano, o non le saranno mancate, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla?

 

 

No, vi dico la verità: a me interessa soltanto giocare a calcio. Sicuramente c’è qualche altro sport che mi piace come, per esempio, il tennis oppure basket o la pallavolo, ma io adoro giocare a calcio ed è la mia più grande passione, non riesco veramente a farne a meno!

 

 

 

 

Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più   legato?

 

 

 Sì, ho giocato in diverse squadre, ma soltanto due mi sono rimaste veramente nel cuore, ovviamente il Napoli perché è lì che ho fatto il settore giovanile, inoltre sono stati per me gli anni più belli (a dir la verità mi sono tolto varie soddisfazione e quindi sono stati degli anni che io non dimenticherò mai, un’altra società che sono veramente affezionato è la Turris, mi piacque il contesto, la serietà e soprattutto come trattavano i loro giocatori.

 

 

 

 

Lei è stato un anno a Parma, com’è stato accolto in quella città, mi spiego meglio, si è ambientato bene?

 

 

 Certamente l’anno al Parma mi è stato di esperienza, mi hanno accolto bene sin dal primo giorno e tutti i ragazzi erano socievoli è molto accoglienti. Lì poi si stava veramente bene anche perché si tratta di un club   molto, ma molto serio e professionale!

 

 

 

 


Lei gioca nel ruolo di?

 

Io sono un esterno d’attacco, oppure posso fare benissimamente una seconda punta.

 

 

 

 

 

 

Terminata una partita ripensa mai alla gara, oppure gira pagina e si prepara per la prossima gara?

 

 

Sicuramente, dopo aver finito una partita ci si pensa a cosa si sarebbe potuto evitare o far meglio, ma io penso che il passato è passato, l’errore è stato fatto, quindi si deve pensare sempre alla prossima gara e pensare a rimediare tutti gli errori commessi, ovviamente cercando di fare sempre meglio.


 

 

 

Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, che cosa direbbe?

 

 

Sono un ragazzo non troppo invadente, diciamo che penso un po’ ai fatti miei e curo il mio orticello, però ovviamente sono un ragazzo solare che gli piace scherzare, tengo anche a precisare che sono un ragazzo molto, ma molto riservato.

 




Quanto è importante la famiglia per lei?

 

 

Penso che per tutti la famiglia sia una cosa fondamentale visto che fin da piccoli i genitori cercano dare il massimo per far sì che ognuno di noi cresca nel migliore dei modi, quindi per me la mia famiglia viene al primo posto.

 

 

 

 

Lei ha già un contratto con quale squadra? 

 

Sì, ho firmato qualche giorno fa con la Puteolana in serie d. Sono veramente contento e non vedo l’ora di iniziare questa nuova avventura!

 

 

 










































Grazie   

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

 

11   08     2020 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sabato 19 settembre 2020

DI PAOLO RADI 

 

 

 


 

 

 

 

 

CONVERSANDO CON...

     

 

 

 

MARCO 

PASCARELLA

 

 









 

 

 

Marco Pascarella è nato a Pontecorvo e abita a Cassino (Fr) il 02-09-1999.


 Ho iniziato a muovere i miei primi passi nel mondo del pallone quando avevo 6 anni nello Sporting Pontecorvo, che è la squadra del paese. Dopo qualche anno passa attraverso altre piccole squadre delle vicinanze come: Monticelli e Roccasecca.

All’età di 13 anni riceve una chiamata importante dal Savio società calcistica di Roma, molto conosciuta per il grande settore giovanile che detiene, non avendo un convitto non ha potuto accettare la loro offerta. 


 Dopo pochi giorni gli arriva anche la chiamata della Lodigiani altra società molto importante per il settore giovanile, dove hanno militato giocatori importanti come: Totti, Aquilani, De Rossi, Luca Toni ecc. Dopo aver passato 2 anni nella Lodigiani, all’età di 15 anni viene chiamato dal Direttore sportivo del Fondi Calcio all’epoca militante in Serie D.



Inizia con la Juniores Nazionale dove colleziona 25 reti in campionato. L’ Anno successivo, con la stessa maglia il Fondi sale in Lega Pro e si ritrovò ad affrontare un campionato di Berretti nazionale, arrivando al terzo posto in campionato e ai quarti di finale dello scudetto. 


Fu un’annata importante dove colleziona 11 reti in campionato e svariati assist. A 18 anni esordisce nel mondo delle grandi con l’Insieme Ausonia società di Eccellenza dove colleziona 34 presenze in campionato, ed un onesto 6 posto in classifica. L’ anno successivo si sposta in un’altra società di Eccellenza: l’Itri calcio dove milita per metà anno, per poi passare all’Arce squadra dello stesso girone, in cui termina la stagione al 2 posto in campionato ad un solo punto dalla promozione in Serie D (collezionerà altre 34 presenze in campionato.).   Arriva cosi alla sua ultima stagione passata nel Cervaro, squadra militante nel campionato di Promozione in cui svolge un ottimo campionato, la squadra si è posizionata al quarto posto prima della sosta cause Covid-19. In questo momento ha deciso di dedicarsi esclusivamente al lavoro. 


 (vedi la galleria fotografica alla fine dell'intervista) 

 

 

 

Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti? 

 

Questo periodo ha stravolto un po’ tutti i settori, ed in particolar modo anche il mondo del calcio, ma speriamo torni tutto alla normalità, una volta passato questo brutto periodo, a parer mio, il calcio non subirà nessun cambiamento.

 

 

 


Secondo lei c’erano le condizioni per far ripartire il campionato di serie A, le altre gare di Champions, dobbiamo anche tener presente che gli stadi erano chiusi?

 

Secondo me non era il caso di far ripartire alcun tipo di campionato fin quando il Covid è presente, basta un non nulla per tornare al punto di partenza. È molto importante stare attenti alle normative, e soprattutto alla distanza di sicurezza.

 

 

 

Come ha trascorso questi mesi in cui siamo stati obbligati a non poter uscire di casa?

 

Questi mesi di quarantena li ho trascorsi allenandomi costantemente tutti i giorni, guardando le serie tv e ho fatto qualche lavoretto di giardinaggio.

 

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sin da piccolo ho sempre amato il calcio, ho iniziato a praticarlo quando ero un bambino, ricordo ancora il mio primo giorno di scuola calcio.

 

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori hanno sempre fatto di tutto per vedermi giocare, quindi sì, mi hanno sempre assecondato anche se non ho mai mollato gli studi: per loro venivano sempre prima del calcio.

 

 

 


Lei è nella provincia di Frosinone le occasioni per praticare altri sport non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla? 

 

La mia più grande passione è sempre stato il calcio, quindi gli altri sport nemmeno li guardavo.

 

 


 

A 13 anni lei riceve un’importante chiamata dal Savio(società calcistica di Roma, molto conosciuta), potrebbe spiegarci meglio il perché abbia dovuto rinunciare a quest’offerta?

 

Il Savio all’epoca non aveva il convitto e non accettai l’offerta per non fare avanti e dietro per Roma che comunque dista un’ ora da casa e farlo 4 o 5 volte a settimane sarebbe diventato troppo pesante.

 

 

 

 

Anche se non è andato nel club sopra menzionato lei ha giocato in tantissime squadre, ottenendo ottimi risultati, a quale è rimasto più   legato? 

 

La squadra a cui sono rimasto più legato è senza dubbio il Fondi Calcio dove sono cresciuto molto sia calcisticamente che umanamente,  ho conosciuto ragazzi che ad oggi giocano in Serie A e Serie B, per non dimenticare che il Fondi  Calcio ho sfiorato il titolo di Campioni d’Italia.

 

 

 

 

Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Personalmente ti direi che non l’ho mai fatto né per la fama né per i soldi, semplicemente per passione.

 

 

 

 

Lei gioca nel ruolo di? 

Io posso ricoprire tutti i ruoli sulla fascia, terzino, mezz’ala destra ed esterno d’attacco.

 

 

 

 

Il suo goal più bello?

 

Mi ricordo una doppietta in Lodigiani-Certosa nei minuti finali di una gara dove perdevamo 1-2, partita terminata poi 3-2 chiusa al 90’ minuto da un pallonetto da fuori area, mi vengono i brividi solo a pensarci!

 

 

 

 

Alla fine di una partita, ripensa a quello che avrebbe potuto far meglio, oppure gira pagina e si preparava alla prossima?

 

Certo, ripenso a tutti gli errori fatti per migliorarmi durante la settimana di preparazione e non ripeterli la domenica successiva.

 

 

 

Che cosa le ha dato il calcio e che cosa le ha tolto? 

 

Io penso che il calcio mi abbia dato tutto, mi ha fatto diventare realmente chi sono oggi, senza togliermi nulla.

 

 

 

 

Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (calcisticamente parlando)?

 

Il mio più grande difetto credo sia il fisico, essendo alto 1.64 (ride), 
il mio più grande pregio allo stesso tempo è la velocità

 

 

 

 

Lei ha deciso di prendersi una pausa dal calcio, per dedicarsi al lavoro, come mai? È stato deluso dall’ambiente? 

 

Ad oggi ho deciso di prendermi una pausa e pensare più al lavoro visti i “tempi duri”. Oggi per continuare a fare calcio, o sfondi sul serio o conviene pensare prima al lavoro e poi al divertimento!

 

 

 

 

Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, che cosa direbbe? 

 

Sono un tipo a cui piace divertirsi come tutti i ragazzi della mia età, ma allo stesso tempo ho la testa sulle spalle, lavoro dalla mattina alla sera, l’umiltà nella mia vita è la base. Quindi sempre testa bassa, poche chiacchiere e più fatti.

 

 

 

 

Quanto è importante la famiglia per lei? 

 

Per me la famiglia è tutto. Non esiste scelta o decisione senza appoggio della mia famiglia.

 

 

 

 

Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

 

Gli amici quelli veri sono pochi, oggi fidarsi delle persone è molto più difficile del solito, meglio pochi ma buoni.

 

 

 

Un’ultima domanda, per che squadra tifa? 

 

La mia squadra preferita, il Milan

 

 

 

Grazie   













































a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

 19  09       2020 

 

(Tutti i diritti riservati)