Archivio blog

sabato 19 settembre 2020

DI PAOLO RADI 

 

 

 


 

 

 

 

 

CONVERSANDO CON...

     

 

 

 

MARCO 

PASCARELLA

 

 









 

 

 

Marco Pascarella è nato a Pontecorvo e abita a Cassino (Fr) il 02-09-1999.


 Ho iniziato a muovere i miei primi passi nel mondo del pallone quando avevo 6 anni nello Sporting Pontecorvo, che è la squadra del paese. Dopo qualche anno passa attraverso altre piccole squadre delle vicinanze come: Monticelli e Roccasecca.

All’età di 13 anni riceve una chiamata importante dal Savio società calcistica di Roma, molto conosciuta per il grande settore giovanile che detiene, non avendo un convitto non ha potuto accettare la loro offerta. 


 Dopo pochi giorni gli arriva anche la chiamata della Lodigiani altra società molto importante per il settore giovanile, dove hanno militato giocatori importanti come: Totti, Aquilani, De Rossi, Luca Toni ecc. Dopo aver passato 2 anni nella Lodigiani, all’età di 15 anni viene chiamato dal Direttore sportivo del Fondi Calcio all’epoca militante in Serie D.



Inizia con la Juniores Nazionale dove colleziona 25 reti in campionato. L’ Anno successivo, con la stessa maglia il Fondi sale in Lega Pro e si ritrovò ad affrontare un campionato di Berretti nazionale, arrivando al terzo posto in campionato e ai quarti di finale dello scudetto. 


Fu un’annata importante dove colleziona 11 reti in campionato e svariati assist. A 18 anni esordisce nel mondo delle grandi con l’Insieme Ausonia società di Eccellenza dove colleziona 34 presenze in campionato, ed un onesto 6 posto in classifica. L’ anno successivo si sposta in un’altra società di Eccellenza: l’Itri calcio dove milita per metà anno, per poi passare all’Arce squadra dello stesso girone, in cui termina la stagione al 2 posto in campionato ad un solo punto dalla promozione in Serie D (collezionerà altre 34 presenze in campionato.).   Arriva cosi alla sua ultima stagione passata nel Cervaro, squadra militante nel campionato di Promozione in cui svolge un ottimo campionato, la squadra si è posizionata al quarto posto prima della sosta cause Covid-19. In questo momento ha deciso di dedicarsi esclusivamente al lavoro. 


 (vedi la galleria fotografica alla fine dell'intervista) 

 

 

 

Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti? 

 

Questo periodo ha stravolto un po’ tutti i settori, ed in particolar modo anche il mondo del calcio, ma speriamo torni tutto alla normalità, una volta passato questo brutto periodo, a parer mio, il calcio non subirà nessun cambiamento.

 

 

 


Secondo lei c’erano le condizioni per far ripartire il campionato di serie A, le altre gare di Champions, dobbiamo anche tener presente che gli stadi erano chiusi?

 

Secondo me non era il caso di far ripartire alcun tipo di campionato fin quando il Covid è presente, basta un non nulla per tornare al punto di partenza. È molto importante stare attenti alle normative, e soprattutto alla distanza di sicurezza.

 

 

 

Come ha trascorso questi mesi in cui siamo stati obbligati a non poter uscire di casa?

 

Questi mesi di quarantena li ho trascorsi allenandomi costantemente tutti i giorni, guardando le serie tv e ho fatto qualche lavoretto di giardinaggio.

 

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sin da piccolo ho sempre amato il calcio, ho iniziato a praticarlo quando ero un bambino, ricordo ancora il mio primo giorno di scuola calcio.

 

 

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori hanno sempre fatto di tutto per vedermi giocare, quindi sì, mi hanno sempre assecondato anche se non ho mai mollato gli studi: per loro venivano sempre prima del calcio.

 

 

 


Lei è nella provincia di Frosinone le occasioni per praticare altri sport non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla? 

 

La mia più grande passione è sempre stato il calcio, quindi gli altri sport nemmeno li guardavo.

 

 


 

A 13 anni lei riceve un’importante chiamata dal Savio(società calcistica di Roma, molto conosciuta), potrebbe spiegarci meglio il perché abbia dovuto rinunciare a quest’offerta?

 

Il Savio all’epoca non aveva il convitto e non accettai l’offerta per non fare avanti e dietro per Roma che comunque dista un’ ora da casa e farlo 4 o 5 volte a settimane sarebbe diventato troppo pesante.

 

 

 

 

Anche se non è andato nel club sopra menzionato lei ha giocato in tantissime squadre, ottenendo ottimi risultati, a quale è rimasto più   legato? 

 

La squadra a cui sono rimasto più legato è senza dubbio il Fondi Calcio dove sono cresciuto molto sia calcisticamente che umanamente,  ho conosciuto ragazzi che ad oggi giocano in Serie A e Serie B, per non dimenticare che il Fondi  Calcio ho sfiorato il titolo di Campioni d’Italia.

 

 

 

 

Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Personalmente ti direi che non l’ho mai fatto né per la fama né per i soldi, semplicemente per passione.

 

 

 

 

Lei gioca nel ruolo di? 

Io posso ricoprire tutti i ruoli sulla fascia, terzino, mezz’ala destra ed esterno d’attacco.

 

 

 

 

Il suo goal più bello?

 

Mi ricordo una doppietta in Lodigiani-Certosa nei minuti finali di una gara dove perdevamo 1-2, partita terminata poi 3-2 chiusa al 90’ minuto da un pallonetto da fuori area, mi vengono i brividi solo a pensarci!

 

 

 

 

Alla fine di una partita, ripensa a quello che avrebbe potuto far meglio, oppure gira pagina e si preparava alla prossima?

 

Certo, ripenso a tutti gli errori fatti per migliorarmi durante la settimana di preparazione e non ripeterli la domenica successiva.

 

 

 

Che cosa le ha dato il calcio e che cosa le ha tolto? 

 

Io penso che il calcio mi abbia dato tutto, mi ha fatto diventare realmente chi sono oggi, senza togliermi nulla.

 

 

 

 

Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (calcisticamente parlando)?

 

Il mio più grande difetto credo sia il fisico, essendo alto 1.64 (ride), 
il mio più grande pregio allo stesso tempo è la velocità

 

 

 

 

Lei ha deciso di prendersi una pausa dal calcio, per dedicarsi al lavoro, come mai? È stato deluso dall’ambiente? 

 

Ad oggi ho deciso di prendermi una pausa e pensare più al lavoro visti i “tempi duri”. Oggi per continuare a fare calcio, o sfondi sul serio o conviene pensare prima al lavoro e poi al divertimento!

 

 

 

 

Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, che cosa direbbe? 

 

Sono un tipo a cui piace divertirsi come tutti i ragazzi della mia età, ma allo stesso tempo ho la testa sulle spalle, lavoro dalla mattina alla sera, l’umiltà nella mia vita è la base. Quindi sempre testa bassa, poche chiacchiere e più fatti.

 

 

 

 

Quanto è importante la famiglia per lei? 

 

Per me la famiglia è tutto. Non esiste scelta o decisione senza appoggio della mia famiglia.

 

 

 

 

Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

 

Gli amici quelli veri sono pochi, oggi fidarsi delle persone è molto più difficile del solito, meglio pochi ma buoni.

 

 

 

Un’ultima domanda, per che squadra tifa? 

 

La mia squadra preferita, il Milan

 

 

 

Grazie   













































a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

 19  09       2020 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 15 settembre 2020



        DI PAOLO RADI 

 

 

 

 






 

 

 

 

     CONVERSANDO CON...

     

 

 

     

 

   FILIPPO

   POLLINO

 

 

 

 

 

 

Filippo Pollino, a San Giovanni Rotondo poi a 9 anni con la famiglia si traferisce a Castel Bolognese.


Inizia a muovere i primi passi alla Virtus Faenza, comincia a giocare nelle giovanili del Parma con una parentesi al Cesena.


Si trasferisce in Abruzzo e milita 3 anni nell’ Avezzano, successivamente segue il consiglio di un mister che stima molto, così decide di giocare al Capistrello, l’anno dopo, sempre dietro il suo suggerimento milita nel Penne.


 Si tratta di una breve parentesi perché a novembre ha avuto un lutto in famiglia, la morte di suo papà.  


Decide di tornare a casa per stare vicino alla mamma, entra nel club del Sanpaimola, comune di Conselice (Ravenna) anche perché   gioca il suo migliore amico, ci racconta che ha scelto questa squadra non solo per l’ingaggio, ma perché sapeva che il suo miglior amico lo avrebbe aiutato in un momento così difficile per la sua vita, “sapevo che poteva farmi star bene.  In questo club si è trovato come in una famiglia, “mi hanno accolto benissimo” ci racconta. 


Purtroppo a inizio marzo tutte le attività agonistiche vengono fermate a causa del Covid 19.   In estate rinnova il contratto, (“sono persone serie”), per quel che concerne la scuola ci spiega: “gli studi lasciamoli perdere sono un disastro: questo possiamo scriverlo”


 

 

 


 

 

 

 

 

 

Lei nasce a San Giovanni Rotondo, poi a 9 anni si trasferisce a Faenza, è riuscito ad ambientarsi bene in questa nuova realtà? 

 

Sì, sono riuscito ad ambientarmi molto bene ho fatto amicizia da subito. 

 

 

 

 

A marzo tutti gli sport si fermano, lei come ha vissuto questo periodo di isolamento, non so, riusciva ad allenarsi a casa?

 

Certamente non è stato facile, senz’altro allenarsi da soli non è mai come allenarsi in gruppo, poi mentalmente sei giù, perché ovviamente non si sapeva nemmeno quando si sarebbe iniziato.


Comunque l’ho vissuto come tutti: videochiamate, film, cercavi ogni giorno qualcosa da inventarti per passare il tempo.

 

 

 


Secondo lei c’erano le condizioni per far ripartire il campionato di serie A, le altre gare di Champions, il fatto che gli stadi fossero chiusi non ha falsato i risultati?

 

Direi che le condizioni ci dovevano essere per forza perché il campionato lo dovevano far finire, si sa quanto business gira intorno al calcio e in un modo o nell’altro si doveva arrivare a una conclusione del resto cos’è il calcio senza tifosi? Quindi penso che tutto ciò che abbia influito parecchio sul finale del campionato. 

 

 


 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

All’età di 13 anni quando ho avuto la chiamata del Parma.

 

 

 


I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Ovviamente, diciamo che mio padre mi assecondava di più della mamma, la quale era meno propensa al fatto che io mi allenassi, lei preferiva lo studio!

 

 


 

Dove abita lei le occasioni per praticare altri sport non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che avesse potuto interessarla? 

 

No, no, sinceramente ho sempre e solo pensato al calcio, gli altri sport non mi appassionano molto, solo un po’ il tennis.

 


 

 

Lei inizia nelle giovanili del Parma, si è ambientato bene?

 

Sì, molto, a Parma vivevamo insieme in hotel ho conosciuto tantissime persone con la quale mi ci sento ancora oggi.

 

 






 



In Abruzzo ci rimane 4 anni, abbiamo saputo che lei si è trovato molto bene con il mister...potrebbe dirci il suo nome?

 

 

Certamente si chiama Fabio Iodice, è una persona eccezionale. Mi sono trovato molto bene con lui, e uno che di calcio ne capisce, mi è stato molto vicino anche dopo il lutto di mio padre.

 

 




Purtroppo lei subisce una grave perdita, muore suo papà e cosi decide di tornare a Faenza per stare vicino a sua madre, e a l’occasione di entrare nel Sanpa di Imola, che caratteristiche possiede questo club, visto che per lei è come se fosse una famiglia?

 

Ho deciso di rimanere un altro anno dopo quello che ho passato con la morte di mio padre, non me la sentivo di ripartire e lasciare mia mamma e le mie amicizie, quindi ho deciso di continuare, sono persone molto serie mi hanno fatto sentire importante da subito, quindi ho deciso di continuare.

 

 



In che ruolo gioca? 


Esterno sinistro.

 

 

 

 


Il suo goal più bello?

 

Non lo so, ti dico la verità: ci sono vari goal che mi piacciono, non ne ho uno di preciso.

 

 

 

 

Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Il calcio in questo momento non mi sta togliendo nulla, magari negli scorsi anni stando fuori casa mi mancavano la famiglia gli amici, oggi sto bene.

 

 


 

 

I suoi pregi e i suoi difetti?

 

Testardo, orgoglioso, ma anche molto di cuore, e schietto!

 

 

 


 

I suoi amici ricoprono un ruolo importante nella tua vita, com’è stato averli ritrovati quando sei tornato a casa? 

 

Per  me sono fondamentali mi hanno aiutato molto nel mio momento di difficoltà, ci passò molto tempo insieme, sono contento di averli ritrovati dopo quello che è successo.

 









 


Grazie   

 

a cura di Paolo Radi  

 

 

 

 

  15   09     2020 

 

(Tutti i diritti riservati)