SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
CICCIO
PACIONI
Ciccio Pacioni, 26 anni nato Civita Castellana (VT) e residente a Rignano Flaminio così ci si presenta: “La mia attività da dirigente comincia 8 anni fa’ grazie alla chiamata di mister Francesco Pancaro fratello del ex calciatore Giuseppe.
Abbiamo fatto tante piazze, il Tor di Quinto, la Sabina (Rieti), svolto questo mestiere grazie al mio amico fraterno Claudio, che mi ha catapultato in questo mondo.
Quest’anno ho fatto il dirigente sportivo a Riano e abbiamo vinto il campionato Under 16.
Voglio ringraziare: tutti i ragazzi per lo splendido cammino intrapreso, e i genitori per la splendida collaborazione che hanno avuto con me.
Rivolgo un grandissimo saluto anche a Gianfranco Multineddu persona e direttore di un’altra categoria e mi complimento con la Vis Pesaro, con l’allenatore e la società per l’ottimo campionato svolto.
Il calciomercato è aperto e chissà quante sorprese ci riserverà. Però abbiamo rinnovato l’accordo con il Riano Calcio, grazie al presidente alla società e al ds.
Come prima domanda le voglio fare questa, da come ho capito lei è dirigente sportivo a Riano, con Francesco Pancaro, come allenatore, che ti tipo di esperienza è stata?
È stata una esperienza bellissima, che mi ha formato sia come ragazzo che come uomo, ma soprattutto come dirigente sportivo, 4 anni meravigliosi e in mezzo una pandemia dov’è nessuno a mollato di un cm.
Come siete arrivati a questo importante traguardo, la vittoria del campionato Under 16?
È stato un traguardo raggiunto con grande merito, facendo quadrato da settembre fino a giugno, questo era il nostro obiettivo. Un grazie ai ragazzi che ci hanno permesso di realizzare tutto ciò
Che caratteristiche hanno questi ragazzi?
Ragazzi propensi al lavoro, educati, e formati dal punto di vista tecnico.
E l’allenatore Francesco Pancaro, come riesce a stimolare i ragazzi e ad ottenere il meglio da loro?
Parlandoci e dandogli consigli perché il dialogo con i ragazzi è fondamentale Sotto questo punto di vista, e riuscito a tirare fuori il meglio da ognuno di loro, e li ha saputi migliorare e farli crescere calcisticamente in una maniera esponenziale, ha creato un gruppo meraviglioso e ha saputo delineare alcuni punti importanti tra i quali l’importanza della scuola. Tutti i ragazzi sono stati promossi e questo è stato l’obbiettivo ancora più importante.
Per chi conosce poco il mondo del pallone, qual è il suo ruolo nello specifico?
Sono il Dirigente Sportivo, mi occupo della gestione del gruppo.
Lei ha lavorato al Tor di Quinto e alla Sabina, che tipo di esperienze sono state?
Tor di Quinto è stata una piazza importante, dove sono cresciuto e ho imparato tanto e questo “tanto” ancora me lo porto dietro, tra l’altro abbiano vinto il campionato primavera. La Sabina è stata un’esperienza pazzesca, siamo subentrati a dicembre, campionato regionale, devo dire che abbiamo disputato un grande campionato.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione, voglio dire non c’era nessun altro sport che le interessava?
Il calcio è sempre stato la mia passione, lo vivo tutti giorni e cerco di trasmettere questo anche ai ragazzi.
I genitori vorrebbero che i loro figli fossero come Messi o Ronaldo, come si è rapportato con, i genitori, appunto?
Un enorme grazie ai genitori di questi ragazzi, ineccepibili nel distinguere il me "umano" e amico dal me “”. Non è facile, nel calcio di oggi, passare indenne quattro stagioni senza dover discutere per lo scarso impiego di un giovane calciatore o per qualsiasi altra lamentela. Non certamente facile mantenere un rapporto colloquiale senza magari incorrere nel rischio di concedersi a qualche considerazione di troppo.
Eppure non c'è mai stata una virgola fuori posto. Al primo posto ho messo sempre sincerità e affetto nonché un'inguaribile ossessione per l'impegno, mio e dei ragazzi, in conclusione questo spero sia stato percepito fin dal primo giorno.
Com’è nata questa amicizia e stima con Francesco Pancaro?
La nostra amicizia è nata grazie a un nostro amico in comune che si chiama Claudio, ci ha fatti conoscere ed è nata subito l’alchimia giusta, poi abbiamo cominciato ad allenare insieme; sono 9 anni che collaboro con lui, e abbiamo militato in tutte le categorie Elite, Regionali, e quest’anno abbiamo vinto le provinciali. Ho parecchia stima del mister, sia a livello umano che calcistico, siamo sempre in sintonia su tutto quello che proponiamo, 9 anni di collaborazione non sono un gioco.
Sino ad oggi successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni?
Un mix, vincere è sempre bello e non è mai facile, le delusioni insegnano sempre a ripartire alla grande, ad oggi non mi posso lamentare.
Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio, sotto l’aspetto del lavoro?
Il mio più grande pregio è quello di essere a disposizione per i ragazzi anche fuori dal rettangolo di gioco, possono contare sempre su di me. Il mio più grande difetto lo riassumo in una parola: ansioso.
Lei conosce Gianfranco Multineddu direttore sportivo che io ho intervista, oltre a essere un gran professionista è anche una persona squisita, e per lei cosa rappresenta?
Gianfranco e una persona speciale sia sotto l’aspetto umano che professionale, è di uno spessore fuori dal normale, avrebbe meritato sicuramente qualcosa in più, ma ciò non toglie che sia un grande professionista e un grande amico.
Per la prossima stagione 2022 2023 ci vuol dire qualcosa, a cosa ambisce, ad esempio.
Siamo nella fase del calciomercato, ad oggi Riano è un’isola felice.
Che cosa desidera per il suo futuro?
Aspiro a grandi piazze per entrare in uno stadio pieno di gente che segua la mia squadra.
19 giugno 2022
(Tutti i diritti riservati)
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