di PAOLO RADI
CONVERSANDO DI CALCIO CON…
MIMMO
DONVITO
Mimmo Donvito è nato a Matera il 29 aprile 1966, così ci si presenta.
“Ciao sono Cosimo Donvito, per gli amici Mimmo Donvito.
Il mio sogno nel cassetto sin da bimbo è stato quello di fare il calciatore.
Nel mio piccolo ci sono riuscito. Non avrò calcato campi di calcio di serie A, ma questo sport mi ha fatto divertire tanto. Tutto ha inizio con la squadra della mia città, all’epoca inizi anni 80 chiamata F.C. MATERA. Esordio in C2, stagione calcistica 83-84, per poi proseguire in varie tappe, Interregionale in: Morrone Cosenza 85-86, l’anno successivo nella splendida città di Trani 86-87, Senise 87-88, poi ritorno in Puglia nella città dei fiori Terlizzi, per proseguire in Basilicata in varie società di Eccellenza: Tricarico, Francavilla, Sinni, Murese per terminare il mio percorso sportivo dove tutto ebbe inizio: Materassi.
Concludo questa mia passeggiata del passato sportivo, affermando che il calcio non solo mi ha fatto divertire tanto, ma mi ha insegnato il rispetto per gli avversari, ad avere cura per il proprio corpo, a soffrire, a fare sacrifici per raggiungere certi obbiettivi e soprattutto a non mollare mai.
Io dico sempre che questo meraviglioso Sport non è altro che la metafora della vita. Ogni domenica dovevi scendere su quel rettangolo di gioco e dimostrare quello che valevi, non potevi tirarti indietro, ed è dunque e quello che facciamo noi Uomini ogni giorno. Ora concludo veramente con questo mio motto: "Credere sempre mollare Mai”.
Un Saluto e un abbraccio a tutti quelli che amano questo meraviglioso Sport “
Come prima domanda le voglio fare questa: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Come già detto nella mia presentazione, caro Paolo, il Calcio sin dalla tenera età è stato veramente il mio primo "Amore”. Le mie giornate, specie quelle estive erano interminabili. Iniziavo la mattina allenandomi con il mio amico Mauro e continuavo facendo partitine che si protraevano per ore, fino a quando esausti io e i miei amici ,non interessandoci di chi avesse vinto o perso stramazzavamo al suolo, stanchi, ma felici.
Non ci interessava la vittoria, ma divertirci. Oggi ti insegnano che se perdi sei uno sfigato, mentre sono proprio le sconfitte che formano i Calciatori e gli Uomini.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Sono stato fortunato, i miei genitori non si sono mai opposti al fatto che io facessi calcio.
Anzi mi sono stati sempre vicini in tutte le mie scelte. Mio padre mi ha fatto spesso da accompagnatore nei vari provini svolti in giro per l'Italia.
Era il mio primo fan, ma sempre abbastanza critico nei miei confronti, quello che i genitori di oggi non fanno. Esaltano molto i loro figli non sapendo che così facendo non fanno altro che danneggiarli e purtroppo alle prime esperienze negative che hanno nel calcio, e tu sai che la vita ne riserva tante, mollano.
Lei ha giocato in diversi club, qual è la squadra in sui si è trovato meglio?
Debbo dire che durante il mio percorso calcistico ovunque sia andato mi sono trovato sempre a mio agio, ma la città e la società dove ho vissuto una bella parentesi calcistica è stata Trani.
Società di grandi tradizioni calcistiche, città stupenda, tifosi esemplari e calorosi.
Tanti giovani mi hanno detto: “Se avessi avuto le giuste conoscenze, se il mio procuratore mi avesse fatto partecipare a quel provino, se…se…” tanti se, secondo lei quanto c’è di vero nell’avere una giusta conoscenza, oppure quello che conta è solo il talento?
Conosco il Calcio sotto vari aspetti, avendo fatto il calciatore, faccio l'allenatore e ho svolto per alcuni anni l'osservatore in varie squadre professionistiche vedi: Juventus, Brindisi ecc., ho citato le più importanti. Ti posso garantire che chi arriva, parliamo di serie "A" possiede delle caratteristiche importanti, vedi applicazione, spirito di sacrificio, capacità di adattamento a varie situazioni ambientali, tutto ovviamente supportato da qualità tecniche, caratteriali, fisiche e tattiche.
Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?
Sono molto sincero, oggi tanti giovani si avvicinano al calcio con la voglia più di diventare famosi e ricchi che non per passione. Mentre per noi era tutto diverso, giocavamo a calcio soprattutto per passione e divertimento ripeto "divertimento”, quello che oggi andando in giro per i vari campi non vedo.
Se tu chiedi ad un genitore com'è andata la partita di suo figlio, ti risponde che hanno vinto e che suo figlio è stato bravissimo. Non sentirai mai un genitore risponderti hanno fatto una grande gara, e si sono divertiti.
Conta solo al risultato.
Conseguenza ovvia. In Italia ci sono pochi giovani che giocano in “A" mentre all'estero non hanno problemi a fare esordire nella massima serie e in Nazionale anche giovani 18enni.
Qual è il suo goal che ricorda ancora con maggior piacere?
Devo risponderti come i calciatori famosi?
Siccome ne ho fatto tanti non ne ricordo uno nello specifico.
Scherzo Paolo. Io ero un n.10, facevo più assist.
Però te lo racconto ugualmente quale è stato il mio goal più bello.
Non è stato un goal, ma la mia prima convocazione in serie" con il Matera.
Dove non ero felice solo Io, ma tutta la squadra, è stato veramente emozionante vedere i miei amici emozionarsi per me. Questo era il Calcio degli anni 80. Eravamo felici con poco.
Non pensavamo a diventare famosi o ricchi, ma era solo passione per questo sport.
Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (calcisticamente parlando)?
Il mio grande pregio calcisticamente parlando era quello di avere tecnica sopraffina, ma non ero bravo nel gioco aereo. Ero il classico n.10.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Se ti riferisci a giocatori attuali dico Messi.
Ma io sono un nostalgico, e secondo me Maradona è stato un top player in assoluto, inarrivabile.
Un grande. Secondo me avrebbe fatto la differenza anche nel calcio di oggi, aveva tempi di giocata e velocità di pensiero fuori dal normale.
Lei ha fatto l’osservatore per la Juventus, ci può raccontare questa entusiasmante esperienza?
Lavorare per un top club come la Juventus è stata un'esperienza fantastica,2 anni in cui ho capito che cosa vuol dire fare calcio ad alti livelli.
Vi spiego come tutto veniva organizzato durante il weekend.
Ognuno di noi aveva un programma da seguire nelle varie regioni.
Io mi occupavo della Puglia -Basilicata vivendo a Matera. Durante quel periodo vedevo 12 partite al mese, dunque circa 200 in 2 anni, osservando 2500 calciatori. Tutti i calciatori che secondo me, erano meritevoli di segnalazioni finivano dopo una relazione tramite il mio account in un data base. Quelli che secondo me erano già pronti per la Juventus sostenevano un provino sotto gli occhi attenti del capo degli osservatori all'epoca Sclosa (grande professionista). Se piaceva anche a lui veniva vincolato. Vi ho spiegato come avveniva per sommi capi il mio lavoro.
Non facile il lavoro dell'osservatore.
Devi avere grande intuito, e capire se in futuro il ragazzo, perché io mi occupavo solo di settore giovanile, potrà mantenere le premesse iniziali.
Tanti si perdono durante il percorso.
Anche perché la fase adolescenziale è particolare, tante cose cambiano in poco tempo sia a livello psicologico che fisico, non molla solo chi ha “le palle” e volontà supportate, come dicevo, da caratteristiche tecniche importanti.
Concludo dicendovi che dietro una grande società c'è sempre un progetto importante che inizia dalle fondamenta, in questo caso il Settore Giovanile.
Un consiglio che darebbe a un giovane che volesse intraprendere questo sport, per arrivare in alto, è ovvio?
Come dicevo nelle precedenti domande, non solo nel calcio, ma anche negli altri sport o attività che un giovane intraprende deve avere grande passione per quello che svolge, voglia di imparare, di sacrificarsi e tanto tanto impegno ogni volta che ci si allena.
È l'allenamento che ti migliora. “La Ripetitività è la Madre della Capacita".
Ultima domanda: un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Non vivo di sogni ma di realtà.
Carpe Diem, mi piace cogliere l'attimo in tutto quello che faccio.
Vorrei tornare al più presto ad allenare in una qualsiasi categoria e dare ai giovani quello che ho imparato sia calcisticamente che sotto il profilo umano durante tutto il mio percorso calcistico.
Un Saluto affettuoso a te Paolo e a tutti i ragazzi e la gente a cui piace il Calcio.
Grazie
13 12 2021
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