di PAOLO RADI
CONVERSANDO CON...
TULLIO
MAIO
Tullio Maio ha collezionato in serie C e D 302 presenze segnando 68 goal, e non si ferma ancora!
Tullio Maio è nato il 13 maggio del 1989 a Cosenza. Si è diplomato presso l’I.T.I.S. Dal 2002 sino al 2008 si è trasferito a Torino e ha militato nel settore giovanile della Juventus (2002/2003 Giovanissimi Sperimentali, 2003/2004 Giovanissimi Professionisti, 2004/2005 Allievi Sperimentali, 2005/2006 Allievi Professionisti, 2006/2007 Berretta, 2007/2008 Professionisti)
Lasciata la Juventus, successivamente gioca nel: Melfi, Rossanese, Melfi, Acri, Montalto, Acri, Rossanese, Acri, dal 2014 sino al 2019 milita nel Trebisacce, nel dicembre del 2018 si traferisce al Morrone in Promozione, nell’anno 2019/2020 va al Vigor Lamezia in Eccellenza
Come prima domanda le voglio fare questa, da circa un anno e 7 mesi il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti (tenendo presente che proprio in questi giorni si parla di una nuova variante e di possibili focolai)? Da circa due mesi per accedere a degli eventi con migliaia di persone serve il Green Pass, cosa pensa di tutto ciò?
Non è mai successa una cosa simile da quando ho iniziato a tirare i primi calci al pallone. Durante la prima ondata dove c’ è stato il primo stop agli allenamenti e a tutti i campionati di calcio non mi sembrava vero, non poter fare ciò̀ che facevo fin da bambino.
Lentamente mi sono adattato a questa nuova realtà sperando che tutto finisse al più presto, per forza di cose ci siamo dovuti adattare alla situazione. Ora dopo circa un anno e mezzo ricominciare finalmente è stato bello, perché́ mi mancava proprio l’area del campo, dello spogliatoio e dei compagni di squadra.
Del green pass sono positivo, ancora bisogna fare molta attenzione e seguire le varie regole che ci sono per seguire una partita, però rivedere la gente allo stadio a tifare per la propria squadra è indescrivibile.
Io sono tifoso della squadra della mia città “il Cosenza “e non vedo il momento che ci sia la prima partita in casa per tornare allo stadio.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Credo che la passione sia arrivata sia da quando ho iniziato a tirare i primi calci da piccolo e quando a vedere le partite di mio padre. Più che guardarle- mi hanno detto - che non mi fermavo un secondo e giocavo all’ esterno del campo!
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
A 13 anni feci un provino a Torino per le giovanili della Juve e sono stato subito preso. I miei genitori, nonostante le loro paure e le loro incertezze, non hanno ostacolato il mio sogno, con la promessa che avrei terminato gli studi. Cosa che ho fatto.
Lei nel 2002 si traferisce all’età di 13 anni a Torino, nel settore giovanile della Juventus, le ha pesato lasciare la famiglia e gli amici?
Sono stati sei anni indimenticabili. Vivevo in albergo con tanti altri ragazzi provenienti da tutta Italia ed eravamo diventati come una grande famiglia. Forse per incoscienza, ma non mi è pesato così tanto stare lontano da casa.
Come si è trovato alla Juventus? Inoltre com’era organizzata la vostra giornata?
Alla Juve venivamo trattati come la prima squadra, per ogni spostamento era a disposizione un pullman. La mattina andavamo a scuola privata, pranzavamo nel ristorante dell’albergo e dalle 15 iniziavano gli allenamenti. Una volta finiti ritornavamo in albergo dove studiavamo, cenavamo, ovviamente c’erano anche dei momenti di svago.
Nella stagione 2008/2009 si trasferisce a Melfi (C2) 22 presenze e un goal, come mai questa scelta?
Finita la primavera con la Juve andai in prestito al Melfi. Fu un’esperienza molto positiva perché mi sono ritrovato ad essere il più piccolo tra giocatori e d’ esperienza me ne hanno insegnata veramente tanta.
Tutto questo grazie anche all’allenatore che fin da subito ha creduto in me. La domenica si lottava per i tre punti ed era una cosa bellissima. In quel campionato di C2 c’erano squadre come Cosenza, Andria , Catanzaro , Barletta e ad ogni partita gli spalti erano pieni.
Mi sono trovato bene in tutte le squadre quindi non riesco a sceglierne una in particolare. A Trebisacce ho trascorso 3 anni e mezzo bellissimi. A Montalto ho vinto il campionato, così come anche alla Morrone dove abbiamo creduto fino alla fine nella vittoria.
Però ho bei ricordi anche di Acri, Lamezia, Rossano. Proprio con quest’ultima maglia ricordo il goal più bello fatto ad Avellino che fu decisivo per la vittoria.
Lei ha avuto e sta avendo tante soddisfazioni nel calcio, pochi sono quelli che riescono ad arrivare alla Juventus, si sente soddisfatto oppure ha qualche rimpianto, ad esempio qualche scelta sbagliata che ha commesso, oppure va bene così?
Quando ho iniziato non pensavo né ai soldi né alla fama, ho semplicemente inseguito il mio sogno che purtroppo non si è realizzato in categorie superiori.
Forse mi sono pentito di alcune scelte; il mister Palumbo dopo Melfi mi avrebbe voluto con lui in C1 a Pagani. ma io ho seguito il consiglio del mio procuratore e mi rendo conto di aver sprecato una grande opportunità. Dopo tante vicissitudini sono stato forte a non mollare e a ricominciare in Calabria in una categoria inferiore. Ritornando a casa ho iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia e adesso è una decina di anni che milito in eccellenza.
Lei gioca nel ruolo di?
Esterno d’attacco.
Il suo goal più bello di tutta la sua carriera, se lo ricorda?
Il goal più̀ bello che ricordo fu quando giocammo ad Avellino con la Rossanese, vincemmo 0 -1 con un mio goal. Altro goal che ricordo con molto piacere è quello del derby cittadino di Lamezia: Sambiase contro Vigor Lamezia, la partita finì 1-1, mio il goal del pareggio al 91 esimo.
Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?
All’amicizia ci tengo molto, do peso a questa parola, non ti nascondo che forse avrò̀ sbagliato anche con qualcuno per delle piccolezze, alcune incomprensione come al contrario qualcuno ha fatto con me, ma la cosa bella della parola amicizia è capire, perdonare e ricominciare; perché́ se uno è tuo amico c’ è sempre sia nei momenti belli che in quelli brutti.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse?
Il mio sogno era giocare con la maglia del Cosenza, la squadra della mia città. L ‘ho affrontata solo da avversario e posso garantirti che è stato emozionantissimo.
Grazie
a cura di Paolo Radi
26 08 2021
(Tutti i diritti riservati)
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