di PAOLO RADI
CONVERSANDO CON...
CIRO
SCARALLO
Il giocatore Ciro Scarallo così ci si presenta:
... mi chiamo Ciro Scarallo ho 21 anni e sono un ragazzo di Scampia (Napoli). Ho frequentato il Liceo Scientifico (Scuola Elsa Morante) ed ho conseguito il diploma l'anno scorso.
Nella vita studio, lavoro e gioco a calcio. Svolgo attività come istruttore calcistico presso la Scuola Calcio Arci Scampia. Nel tempo libero faccio attività sul territorio con la squadra di Calcio Popolare Partizan Scampia. Il Partizan Scampia oltre ad essere una squadra di calcio, si è attivata anche nel sociale.
Ho avuto una bella esperienza calcistica, sono partito dalla scuola calcio Gioventù Partenope (Scampia), poi nella scuola calcio Arci Scampia per passare poi in alcune giovanili ovvero: Arzanese (militiva in serie D), Cavese (serie C). In seguito ho militato nel Nola (Eccellenza), Neapolis (Promozione).
Attualmente gioco nel Partizan (serie D Calcio a 5). Ho voluto provare una nuova esperienza inserendomi in uno sport che è simile al Calcio (a 11). Sono carico e pronto per affrontare questa nuova esperienza con questa nuova squadra.
Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti?
Dal mio punto di vista non tutto tornerà come prima, il calcio ha subito tantissimi cambiamenti nel corso della sua storia, ormai non si gioca più per passione ma soltanto per i propri interessi economici.
Tutti in questo momento parlano di questa super-lega, molti sostengono che il calcio sia morto, è proprio così? Tre club italiani hanno aderito, mentre gli altri si dicono disgustati. Lei si è fatto un’idea?
Come già ho detto prima, ormai non si gioca più per passione ma soltanto per i propri scopi...purtroppo nel mondo del calcio ci sono davvero poche squadre che giocano per la propria maglia e per i propri tifosi.
Io sono contro a questa Super-Lega.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Ho scoperto il gioco del calcio all'età di cinque anni quando ho dato i miei primi calci al pallone e da lì mi sono subito innamorato.
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Io per fortuna ho avuto i miei genitori che mi hanno sempre assecondato su questo sport, purtroppo però, non ho avuto la grande possibilità di essere seguito al 100%.
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Beh mi sono legato a tutte le squadre in cui ho giocato, compagni di squadra, dirigenti e allenatori. La squadra che mi ha lasciato un bel segno è stata la Cavese.
Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?
Beh oltre al calcio ho visto qualche partita di pallavolo e basket, ma non mi interessano più di tanto.
Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? E a lei a cos’è più interessato a diventare conosciuto o al poter condurre una vita agiata che un buon ingaggio le farebbe fare?
Penso che la prima cosa che li attira sin da piccolo sia la passione che si ha per questo sport. Poi ovviamente crescendo, conosci vari ambienti, varie situazioni e magari uno si interessa soltanto alla fama e al successo dei soldi. Io preferisco divertirmi, poi per quello che può venire in un futuro fa sempre piacere.. ci mancherebbe.
Lei gioca nel ruolo di?
Nasco come esterno alto, poi in seguito mi sono adattato al ruolo di mezz'ala di centrocampo.
Il suo goal più bello?
Il mio goal più bello è stato contro la Puteolana.
Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio (calcisticamente parlando)?
Il mio più grande difetto è che non amo perdere, invece il mio più grande pregio calcisticamente parlando è giocare per la squadra e non per me stesso.
Ora lei gioca a Fustal, come mai ha deciso di fare questa esperienza?
A me piace sempre fare diverse esperienze, ebbi una proposta da alcuni amici miei e da li mi sono interessato.
Lei ci ha detto che fa attività sul territorio con il Partizan Scampia, in particolare che cosa consiste “fare questa attività sul territorio”?
Il Partizan oltre ad essere una squadra di calcio popolare, agisce anche sul territorio permettendo aiuto alla comunità del nostro quartiere. Data la situazione che stiamo vivendo, abbiamo aiutato le varie famiglie in difficoltà con i beni di prima necessità. Oltre a questo facciamo anche altre cose, ad esempio laboratori di calcetto con i bambini del quartiere e tanto altro.
Ho intervistato molti giocatori che abitano a Scampia e Secondigliano. Che cosa rappresenta per lei Scampia (diversi giocatori, alcuni sono suoi amici, sono molto dispiaciuti e irritati per il fatto che il quartiere venga solo rappresentata in quel modo che tutti conosciamo)? Lei che cosa vorrebbe dire a queste persone che vedono il suo quartiere solo in quel modo?
Purtroppo Scampia è stata etichettata come il luogo per eccellenza della camorra. Io direi a quelle persone che parlano con il pregiudizio, di venire qui, farsi una bella passeggiata e parlare con le persone del posto e ascoltare solo questo, sono sicuro che torneranno a casa con un altro pensiero su Scampia. Io ho molti amici che vivono al nord, e per chi è venuto a trovarmi sono tornati su sbalorditi e increduli.
Lei ha conseguito la maturità scientifica, e ora sta continuando gli studi, quanto è importante lo studio per un giovane della sua età?
Penso che lo studio sia importante a qualsiasi età, sopratutto per noi giovani, bisogna istruirsi al meglio e sviluppare un proprio pensiero e cercare di cambiare questa società “tossica “in cui viviamo.
Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, a chi non la conosce, cosa scriverebbe?
Beh direi soltanto "apparenza" nient'altro.
Quanto è importante la famiglia per lei?
La famiglia penso che sia la cosa più fondamentale che una persona possa avere, la famiglia ti dà la forza per andare avanti.
Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?
Gli amici anch'essi coprono un ruolo molto importante nella mia vita. Pochi amici, ma buoni.
Grazie
a cura di Paolo Radi
20 04 2021
(Tutti i diritti riservati)
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