Archivio blog

domenica 6 gennaio 2019






PAOLO RADI PRESENTA    






UN  GIOVANE CALCIATORE 

SI 

RACCONTA 



   di Gianluca Capone    









Mi chiamo 
Gianluca Capone ho 19 anni e sono nato e cresciuto a Licola Mare comune di Giugliano, un posto non molto tranquillo, anche se la gente sa riconoscere i valori della vita, nonostante ogni giorno possa succedere “un guaio”.


Sono un ragazzo che ama molto il calcio dedico tutto al calcio perché è la mia vita. Ho perso mia mamma quando avevo 11 anni e da li mi è crollato il mondo addosso, già a quell’età cominciai a capire tante cose dalla vita. Ricordo che sin da piccolo andavo a lavorare con mio zio che faceva il fioraio, mi dava anche qualcosa a fine giornata, verso le 17 andavo agli allenamenti è così tutti gli altri giorni. Ero consapevole che la scuola già non mi potesse offrire molto, che sia fondamentale per la crescita dell'individuo è ovvio,  ma mettetevi nei miei panni:  se la sera volevo uscire con gli amici chi mi poteva darmi qualche euro?  


 Mio padre non lavora, mentre i miei fratelli quel poco che guadagnano serve a loro: giustamente!!! Poi dopo che litigai con mio zio andai a lavorare con il fratello di mamma: zio Peppe. All’età di 16 anni facendo il muratore sempre “la solita storia”, mi alzavo alle 6:30 di mattina e tornavo alle 17, alle17:30 avevo gli allenamenti, facevo sempre tardi, ma ero giustificato perché il mister conosceva la mia giornata lavorativa, guadagnare e aiutare mia zia, questo  perché io da quando mia mamma non c’è più vivo con lei da 8 anni (anche qui c’è qualche problema)  però fortunatamente  il piatto a tavola c'è sempre nonostante le difficoltà; lei per me adesso è come una seconda mamma. 







Adesso mi sento un po’ in imbarazzo perché vi sto raccontando una parte di me che va sul personale, ho un po’ di vergogna, ma purtroppo la vita è così e mi ha fatto crescere in fretta. Certamente mi piacerebbe riprendere la scuola, se non altro per migliorare il mio linguaggio, purtroppo non posso, visto che   milito in Eccellenza, la mia squadra attuale e l’Albanova, nonostante stia in prestito dal Giugliano!!! 


A 17 anni ho debuttato con il Barano d’Ischia sempre in Eccellenza e siglando anche 1 goal e 4 assist su 35 presenze tra cui campionato e Coppa Italia. Ad Ischia ho conosciuto persone fantastiche che mi hanno aiutato a crescere, nonostante mi trovassi lontano da casa, ma in realtà era quello che volevo, ero stanco di sentire i soliti problemi, ho deciso che era giunto il momento di pensare a me stesso, vorrei anche precisare che quel poco che guadagnavo lo portavo sempre a casa per dare il mio contributo! A proposito Ischia è bellissima e non smetterò mai di ringraziare le persone che mi hanno accolto soprattutto al mister che mi ha fatto sentire come se fossi un figlio suo. Lì ad Ischia andai anche a scuola dato che a Napoli feci soltanto la 3 media ripetendo per due volte la prima, così mi sono preso la qualifica di sala (Istituto alberghiero).








L’anno dopo mi ha acquistato il Giugliano che milita sempre in Eccellenza poi le cose non sono andate come mi aspettavo, giocavo poco, dopo le prime 9 partite qualcosa è andato storto, parlai con il mister de Stefano per avere più spazio, ma con l’arrivo di un altro centrocampista più esperto per me non c’era spazio, così ho scelto Albanova Casal di Principe nonostante ebbi altre offerte, ma questo fa parte del calcio! Mi trovo bene dove sono ora, mi hanno accolto benissimo proprio come fece il presidente Sestile del Giugliano, il presidente Sestile è quello dell’Albanova sono molto simili  perché conoscono i valori della vita e questo lo apprezzo tantissimo, io vengo dalla strada e so riconoscere subito chi vale, nonostante la mia piccola età! Nella mia vita ho sempre lottato e continuerò a farlo imponendomi di raggiungere sempre due obiettivi: il primo è quello di arrivare più in alto possibile, con il calcio, il secondo è aiutare “chi sta peggio di me” (ovviamente desidero aiutare la mia famiglia, questo sempre!).









 Però so che per arrivare dove voglio devo lavorare sodo e stare sereno e tranquillo, in passato ciò mi è mancato perchè ero sempre nervoso e infatti sbagliavo. Mi ricordo di quando ero negli allievi e stavo giocando contro il Monte di Procida (all’epoca la mia squadra era la Juve Domizia una scuola calcio che si trova a Licola il presidente era il signor Gennaro Di Razza, un uomo di valore, uno che di calcio ne capisce!!) stavamo perdendo 2-1, se ricordo bene, e per noi era importante vincere per poi così via andare a fare i play off regionali.







 Tutti sappiamo che  il calcio è strano a volte fa miracoli e a volte ti da delusioni enormi, successe che un mio amico fece fallo all’avversario e l’avversario reagì sferrandogli un pugno, io non ci vidi più  (già ero nervoso con me stesso perché stavamo perdendo, perché, credetemi io odio perdere -  a volte mi capita pure di piangere)  così corro verso l’avversario per dargli  un calcio ai reni, l’arbitro mi diede 16 giornate di squalifica, furono i 4 mesi più brutti della mia vita calcistica,  senza giocare era proprio   “brutta cosa”, andavo tutti i giorni a lavorare e a fare gli allenamenti,  non mancai un allenamento i miei amici mi dicevano “ ma che vieni a fare tanto la domenica non devi giocare” ed io dentro di me pensavo: ”voglio venire  sempre per migliorare non posso fermarmi”, addirittura  andavo a fare l’allenamento anche con il gesso al braccio; con il gesso al braccio? Voi starete pensando.  Sì, mi sono dimenticato di raccontare che in quella fatidica partita mi feci male al polso e continuai a giocare ugualmente. All’ospedale e mi dissero che era una frattura composta, prognosi  30 giorni, addirittura decisi di non andare all’ospedale per togliermelo, perché me lo tolsi da solo, tanta era la voglia di ricominciare.








Caro Paolo se vi dovessi raccontare tutta la mia vita ci vorrebbe un libro tanto voluminoso quanto quello della Bibbia.



Quello che vi sto dicendo è solo una minima parte della mia vita, ed è quel “qualcosa che mi ha dato forza e la consapevolezza per non mollare mai, io ho un obiettivo, un sogno nel cassetto che purtroppo per realizzarlo devo trovare ancora la chiave. Mi piace lanciare questo messaggio che è il seguente: mai mollare mai e credere sempre in voi stessi qualsiasi cosa voi facciate.  Io adesso ho 19 anni e so già a cosa vado incontro, non affermo ciò perché sono presuntuoso, ma è così credetemi!









Mio fratello ha avuto diversi problemi con la legge (è stato pure in carcere) e mi dice sempre che “devo farmela con chi è meglio di me” nel senso che devo frequentare ragazzi migliori di me perché sennò faccio la sua stessa fine, anche se lui è consapevole che siamo gli opposti.  Purtroppo la mia vita è un “po’ strana” ma nonostante tutto la ringrazio, la ringrazio perché mi ha fatto capire tanto!!! Mio fratello adesso lavora e ha messo la testa a posto, si è costruito una famiglia, ha una casa è una figlia bellissima di pochi mesi che si chiama Adriana, proprio come mia madre! Ti ringrazio che mi hai offerto questa bella opportunità per raccontare qualcosa su di me.



a cura di Paolo Radi   


07   01 2019 
(Tutti i diritti riservati)  





















Nessun commento:

Posta un commento