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lunedì 24 febbraio 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

PEPPE 

MAZZA

 







Peppe – Giuseppe - Mazza è un giocatore   calabrese nato a Soriano Calabro, il 20 febbraio del 1992 e così si presenta: “ 

 

Inizio col dire che ho frequentato come scuola calcio l’Azzurra Sant’Onofrio 1998 del mio paese di origine.

 

Inizio a giocare (nell’Azzurra Sant’Onofrio)  dai 6 anni fino ai 13, dai 13 in poi vengo acquistato dalla Reggina Calcio allora militante in Serie A, faccio tutta la trafila dai giovanissimi fino in primavera poi successivamente a 17 anni vado in prestito alla Vibonese in serie C2 dove esordisco tra i professionisti.

 

L’anno successivo per una serie di eventi decido di dedicarmi allo studio e mi iscrivo all’università,  nel frattempo gioco nelle categorie minori Filogaso prima categoria e promozione, vinco i playoff che ci fa accedere in promozione e poi vado a giocare a Torino in promozione, precisamente al Lucento Calcio.

 

Successivo torno in Calabria e vinco il campionato di prima categoria con il San Nicola d’Acrissa, l’anno dopo con la stessa squadra gioco in promozione.

 

 Successivamente mi sono traferito a Modena.”

 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente, in questo momento per quale società sta giocando? 

 

Al momento mi sono svincolato, visto il problema dell’infortunio che mi  stringerà a stare fuori dal campo fino a fine stagione.

 

La prossima stagione sa dove andrà a giocare oppure per il momento non c’è nessuna squadra che le interessa?

 

No, ma spero di rientrare in Calabria per giocare in qualche squadra di promozione che mi aveva già contattato ad inizio anno.



 





Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

In realtà ho scoperto la passione fin da subito,  da bambino, guardando Ronaldo il fenomeno giocare nel l’Inter.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio? Dobbiamo precisare che lei ha la maturità liceale ed è laureato in Scienze Motorie, i suoi genitori saranno soddisfatti?

 

I miei genitori sono sempre stati dalla mia parte, qualsiasi decisione abbia preso nella vita è sempre stata sostenuta.

 

In breve che esperienza è stata quella alla Reggina calcio, (allora era in serie A)?

 

L’esperienza alla Reggina calcio fondamentale,  tutti dovrebbero avere la possibilità di entrare in un club di serie A, ti fa crescere in fretta prima come uomo e poi come calciatore, ho imparate tantissime cose che porto sempre con me, sia in campo che fuori.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Seguo il tennis e la pallacanestro.


Lei gioca nel ruolo di difensore centrale, come mai questo ruolo?

 

Difensore centrale, per caratteristiche mi sono sempre espresso al meglio in quella posizione.

 






Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Mai avuto discussioni con gli allenatori, ho sempre accettato le scelte.

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Penso di essere sempre stato identificato come un leader, non a caso nelle diverse squadre in cui ho giocato ho quasi sempre fatto il capitano.

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Se dovessi tornare indietro non cambierei nulla, penso di avere dato molto a questo sport e forse non sono stato ricambiato a dovere, ma il calcio è così e non sempre si ha quel che si merita nella vita.

 







Se lei domani ricevesse una chiamata da un club estero, partirebbe immediatamente, oppure ci penserebbe per qualche giorno o non partirebbe?

 

Oggi per lavoro non mi sposterei all’estero per nessun motivo, penso di essermi realizzato da un punto di vista lavorativo e non ne vedo la necessità.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

L’intervista la voglio dedicare a me, ne ho bisogno in questo momento visto l’intervento chirurgico che farò a breve, non vedo l’ora di tornare in campo.

 

Grazie 

 

24   02    2025

 

(Tutti i diritti riservati) 

venerdì 21 febbraio 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ROBERTO

 POLLIO 

 

 


     

 

 Roberto Pollio è un giocatore di calcio di Napoli, ruolo portiere, e così si presenta: “ 

 

“Ho mosso i miei primi passi nella mia squadra del quartiere Boschetto F.C. da piccolo innamorato di Kakà e conseguenzialmente poi del Milan, amavo giocare nel ruolo di centrocampista poi come nelle più classiche delle storie succede che in una partita manca il portiere, e da lì ho indossato i guantoni per non toglierli più. 

 

All’inizio non ero tanto entusiasta, però mi sono accorto che riuscivo ad aiutare i miei compagni più importa che lì davanti.

 

Ho cominciato a toccare un po’ il “calcio dei grandi” a castello di Cisterna presso l’U.S San Nicola, società satellite dell’Empoli Calcio, scuola calcio all’epoca all’avanguardia e non a caso ha sfornato talenti come Montella e Di Natale.

 

Passati i primi anni lì, sono poi passato al nelle giovani del Nola, dove riuscimmo a vincere il trofeo, Costa Gaia (all’epoca una grande vetrina del calcio giovanile) ma non riuscì a centrare l’obiettivo stagionale, ovvero quello di poter competere per i play-off della vittoria del campionato regionale.

 

L’anno dopo sono passato alle giovani del Pomigliano Calcio, sotto la gestione del presidente Antonio Romano, grande uomo prima che grande Presidente.

Li ho avuto modo di allenarmi davvero ad alta intensità, poiché bazzicavo tra i miei parità e la prima squadra che all’epoca giocava in serie D ed era allenata da Massimiliano Farris, attualmente vice di Simone Inzaghi all’Inter.

 

Dopo tre bellissimi anni a Pomigliano (2011 a 2014) ho avuto una breve parentesi con la squadra del mio paese, il Sant’Anastasia (2016) dove però dopo pochi mesi per ragioni di studio, ho dovuto lasciare, e dopo un lungo periodo di inattività, sono tornato a giocare solo nella stagione 2020 2021. 

 

Ho ripreso un’attività agonistica alla corte del Casoria, giocando il campionato di promozione dove però purtroppo non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo stagionare che era quello di salvarci.

Fu un evento abbastanza traumatico calcisticamente parlando, poiché dopo tanti anni di inattività riprendere poi con una retrocessione mi fece quasi venir voglia di smettere di nuovo, ma come tanti ragazzi come me che fanno del calcio il carburante che ci tiene dentro quel fuoco acceso, decisi, grazie anche al Mr Enrico Mele di sposare la causa della all’epoca neonata ASD Atlantis, affrontando il campionato di prima categoria.

 

Di lì a poco per via delle poche presenze, nel mercato invernale sono passato all’ AC Scisciano, mantenendo sempre la categoria, con l’obiettivo di provare a raggiungere i play-off per affrontare l’anno dopo il campionato di Promozione, ma ci dovettimo accontentare di un 7º posto.

 

L’anno dopo, tra varie chiamate, decisi di rimanere dove mi trovavo, fu un campionato abbastanza travagliato condito da poche presenze dove però sono riuscito a dare un buon contributo alla mia squadra, raggiungendo l’obiettivo che l’anno scorso sfumò per poco, arrivando ai play-off, purtroppo perdendo in semifinale contro la Viribus Unitis

 

Questa stagione è cominciata in maniera abbastanza travagliata, poiché mi sono di nuovo ritrovato all’ ASD Atlantis, (1ª categoria) società guidata dal presidente Gianni Perrella che mi ha sempre voluto bene e mi tratta come se fossi  un fratello più piccolo, ho accettato il ruolo di secondo alle spalle di un portiere di tutt’altra categoria, Davide Speranza, ma strada facendo mi sono accorto di non avere i nervi abbastanza saldi per restare lì in panchina e non poter dare il mio contributo.

 

Per questo dopo un confronto con l’allenatore e la dirigenza ho chiesto di nuovo il trasferimento, e dopo un lungo e persuasivo corteggiamento da parte del mio amico nonché allenatore Alfonso Merone, sono approdato al ASD Real Casamle, squadra composta da vecchi amici sia nella classe dirigenziale che compagni di squadra.

 

È una società che ha come priorità, fare aggregazione e dare un’identità calcistica a quello che è il quartiere storico del Casamale a Somma Vesuviana; stiamo vivendo una stagione un po’ altalenante poiché abbiamo tutti i mezzi per poter dire la nostra ma classifica alla mano siamo in una posizione che a mio avviso non ci rispecchia, ma ciò che so di per certo e che daremo il tutto per tutto per fare in modo di portare questa squadra, almeno per quest’anno, il più lontano possibile. “

 

 


 

 

La prima domanda che le voglio fare è questa come sta andando la stagione in corso? Da come ho capito non siete molto soddisfatti delle sue e delle vostre prestazioni, come mai?

 

Ciao Paolo, innanzitutto ci tenevo a ringraziarti per il tempo dedicatomi per quest'intervista.

Sì, non fa piacere ammetterlo, ma questa squadra non sta rispettando le aspettative, data la categoria e l'elevatissimo tasso tecnico che ha a disposizione, dunque, conseguenzialmente, io ed il mio collega Carmine Romano, dato il nostro ruolo, non possiamo far altro che limitare i danni e dare una mano dalla retroguardia.

Credo fermamente che il limite è nella nostra testa più che nelle gambe, e questo mi lascia davvero tanto rammarico.

 

La prossima stagione giocherà ancora nel club attuale: il Real Casamale? 

 

Sai, nel calcio dilettantistico è difficile fare pronostici, sia nei risultati che nel mercato. Quel che so è che sono concentrato al massimo per fare più bene possibile quest'anno ed aiutare la squadra a raggiungere gli obbiettivi stagionali.



 




Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Non c'è un momento esatto dove l'ho scoperto. E' una di quelle situazioni dove ti fai trasportare dalla chimica; il desiderio di vedere quel pallone rotolare, i danni fatti in casa col pallone quando non vedevi l’ora di tornare al campo ad allenarti, la voglia di rivedere i tuoi compagni di squadra. Ecco, sono tutti fattori che da piccolo mi hanno fatto capire quanto fosse grande il mio amore per questo sport.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Papà e mamma hanno sempre ritenuto che lo sport fosse fondamentale per far in modo d'integrarmi e socializzare il più possibile, anche se non ti nascondo che c'è stato un periodo dove la mia passione mi portava a sognare troppo e quindi a distogliere l'attenzione da questioni altrettante importanti come lo studio. Hanno sempre avuto il buon senso di farmi capire che sottrarmi dal calcio m'avrebbe soltanto fatto più male che bene.

 

Come mai ha scelto il ruolo del portiere, da ragazzino le piaceva questo ruolo, oppure c’è stato un avvenimento in particolare che le ha fatto cambiare idea sugli altri ruoli?

 

Come ti accennavo, l'input a sposare questo ruolo è stata la necessità della mia squadra d'infanzia a ricoprire un ruolo, in quel momento che era vacante, e quindi l'ho colta più come una sfida, che al tempo stesso mi ha anche trasmesso tanto senso di responsabilità.

Da li poi anche mio cugino maggiore Marco, all'ora anche lui veterano del ruolo, fu una   fonte di sprono per me per  seguire le sue orme. 

 

Il ruolo del portiere non è facile, spesso e volentieri è al portiere che danno le colpe di una sconfitta, lei come vive questo ruolo?

 

Parto col dire che per fare questo ruolo, credo sia scientificamente provato, devi avere qualche rotella fuori posto, poiché trovo che non vi sia nulla di razionale nell'andare a mettere mani e faccia dove i restanti componenti della squadra ci mettono i piedi. 

 

Premesso questo, da piccolo avevo sempre quell'ansia di sbagliare, che tante volte m'ha beffato, poi però, crescendo e col lavoro, ho acquisito consapevolezze tali da farmi capire quali fossero i miei limiti, i miei punti di forza e dove poter e dover migliorare. Non si smette mai d'imparare, no? 

 

La retrocessione quando militava nel Casoria Calcio è stata traumatica, com’è riuscito a superare a livello psicologico quel brutto periodo?

 

Faccio fatica ancora oggi a parlarne, ma quel che so è che ho dato tutto me stesso per provare ad evitare la retrocessione, quindi la frustrazione della stagione negativa l'ho potuta alleviare con la consapevolezza di non essermi mai risparmiato. 

 






Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?

 

L’ A.C Scisciano sicuramente è stata la squadra che sotto il profilo dell'organizzazione è quella che m'ha fatto sentire più coccolato, ma paradossalmente un pezzo del mio cuore l'ho lasciato al Casoria, dove, nonostante tutto, eravamo un bel gruppo. 

 

Lei ha la stima di tanti del settore calcistico, com’è riuscito ad essere così apprezzato e di conseguenza stimato?

 

Nel calcio, come nella vita, cerco sempre di essere serio e professionale. Sai, non c'è cosa più bella di quando ti chiama un direttore, allenatore o un presidente dicendoti:  "Vorrei averti nel mio progetto perché al di la di ciò che puoi darmi in campo, so che sei una persona che mantiene i suoi impegni".

 

Si ricorda la sua parata più bella?

 

Non ne ho tantissime da raccontare, ma forse la più importante, oltre che la più bella, fu nella partita: San Giuseppe contro  Ac Scisciano finita 1 a 2 per noi,  riuscii a sventare un calcio di punizione ben calciato.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute oppure ha sempre accettato le decisioni con serenità?

 

Eh ... "Accettato sempre con serenità" è un po’ un parolone.

 

Scherzi a parte, sicuramente ci sono state decisioni a me poco gradite, ma ho sempre avuto la lucidità di parlarne a distanza di ore dalla partita con chi di dovere, per non compromettere la serenità dell'ambiente e dei miei compagni prima di una gara.



 




Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Cerco di aiutare sempre il compagno in campo, dopo un passaggio sbagliato o un gol mangiato, sono il primo tifoso di ognuno di loro, ma ciò che non tollero e mi manda su tutte le furie è quando s'innescano battibecchi inutili che vanno oltre il calcio giocato, ma che soprattutto possono rischiare di compromettere il buon andamento della gara.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Pregio: Altruista, difetto: Impulsivo.

 

Che consiglio darebbe a un giovane calciatore che volesse giocare nel ruolo di portiere?

 

BUTTA VIA I GUANTI E SCAPPA IL PIU' LONTANO POSSIBILE DA QUESTO RUOLO!!! 

 

Sarcasmo a parte, il consiglio che darei è quello di saper sempre resettare, sia dopo un buon intervento che dopo un errore. Il motto è "Resetta e riparti, cercando di fare sempre meglio di quanto accaduto un istante prima".

 

Un portiere che lei ammira tantissimo? 

 

Mike Magnan, carismatico, oltre che una garanzia per i suoi compagni.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Sono fondamentali. Quest'anno calcistico ancora di più. Scelta del numero di maglia, personalizzazione dei guanti da gioco, tutto questo ho fatto in modo che mi portasse a pensare al mio nipotino, al quale ci tengo a dedicare quest'intervista.



 




Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Poter vivere di calcio, rispecchierebbe il massimo delle mie ambizioni.

 

Se la sente di fare un pronostico, chi vincerà il campionato?

 

Credo che alla fine prevarrà l'Inter, squadra strutturalmente più dotata rispetto alle altre.

 

 

Grazie 

 

 

21 02 2025

 

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

sabato 15 febbraio 2025

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

  

ENZO

ANTONACCI

 



Enzo Antonacci è un giocatore di calcio di Bari di 27 anni, ruolo difensore, noi gli abbiamo rivolto qualche domanda. 

 

 

 


La prima domanda che le voglio fare è la seguente come sta andando la stagione nel club: Virtus Mola Calcio?

 

La stagione sta andando abbastanza bene. Abbiamo un obbiettivo da raggiungere è il percorso è quello giusto!



 




Abbiamo saputo che lei fra qualche giorno subirà un intervento al ginocchio, quanto tempo starà fuori dal campo e come sta vivendo questo periodo?

 

Per me la  stagione è finita. L’ho  presa di petto questa notizia, pronto a tornare più affamato di prima.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’amore per questo magnifico sport è nato per strada con tutti i miei amici d’infanzia, a Corso Mazzini e gli  stradoni sono abbastanza grandi per giocare partite da Champion!

 






I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori hanno cercato sempre di darmi un equilibrio tra calcio e scuola, ma ero portato solo a calcare campi da calcio!

 

Com’è iniziata la sua carriera, mi spiego meglio ha frequentato qualche scuola calcio della sua città?

 

A livello giovanile sono stato poco e niente su Bari, sono cresciuto nel settore giovanile del Matera calcio.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sono tutte squadre che mi hanno dato tanto sotto tanti punti di vista.


 




Ad un certo punto lei va a militare nella Virtus Bolzano, una città per tanti motivi molto diversa da Bari, come si è trovato in quell’ambiente?

 

Bolzano? Bellissima città ci ritornerei sempre!

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Sono un amante quasi a 360 gradi dello sport, mi piace il tennis, lotte in gabbia e la boxe.

 

Grandi discussioni con i mister le ha avute, le sta avendo oppure ha sempre accettato e accetta le decisioni con serenità?

 

Fortunatamente non mi sono mai successi screzi con i  vari allenatori che ho incontrato, anche perché all’inizio della conoscenza stabilire un piano di dialogo, di  fiducia e di rispetto sia la base di qualsiasi rapporto sia calcistico che privato!

 

Generalmente che ruolo ha all’interno del gruppo, mi spiego ascolta i consigli dei compagni, discute serenamente con loro, oppure tende a imporre la sua volontà?

 

Sono un ragazzo che vivo per lo spogliatoio pronto ha mettermi in prima linea per difenderli. Come detto prima sono molto propenso al dialogo quindi ascolto, poi ovviamente avendo qualche briciola di esperienza in più sui giovani cerco di indirizzarli sulla strada giusta, anche perché gli errori che potrebbero fare loro sono stati già fatti da noi “veterani”.



 




Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) ?

 

Pregio? Tanto generoso, difetto? Prima ero molto più istintivo.

 

Lei è giovane, ma se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Si dice che non bisogna avere rimpianti, ma io qualche modifica nel passato la farei.

 

Se domani lei ricevesse una telefonata da un club estero, accetterebbe immediatamente, oppure ci rifletterebbe per qualche giorno, o non partirebbe proprio?

 

Amo le sfide! Quindi se ci sarebbero i presupposti perché no. Partiamo!

 

Lei è nato a Bari che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Bari con il passare del tempo è diventata sempre più grande anche grazie al turismo, è una città che tutti dovrebbero visitare, inoltre il cibo è ottimo!

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei?

 

Essere circondati da persone che ti amano è fondamentale, perché non fanno altro che aiutarti a vivere serenamente, quindi sono abbastanza importanti.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Vestire la maglia della mia città, il sogno di qualsiasi barese !


 




A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

 A mia figlia, è tutta la mia vita.

 

Grazie 


16 02    2025

 

(Tutti i diritti riservati)