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giovedì 7 aprile 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GENNARO 

GRANATO 

 


 


     

 


 

 

Gennaro Granato   è un ex giocatore di calcio nato l’8 marzo del 1978, è sposato con due figli ed ha il patentino di UEFA B.

 

 


Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? 

 

Beh nel periodo di lockdown con altri amici ci siamo messi all’opera per portare i generi alimentari a casa delle persone che non lavoravano, in quanto al calcio ci siamo fermati del tutto.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Diciamo che il calcio è una passione da quando sono nato, ho vissuto gli anni del Napoli di Maradona pienamente, tutte le domeniche andavo allo stadio con mio zio Ciro; egli già all’età di 5 anni giocava nella squadra del quartiere.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Oltre al calcio non è che ho altri grandi interessi, anche perché tra lavoro, famiglia e impegni calcistici non mi resta altro tempo a disposizione.










Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?

 

Tutti pensano che diventare calciatore sia semplice, ma non è così, per me il calcio è come l’imbuto, sopra largo poi stretto, il calcio è così: uno spazio stretto, difficile entrare. Dico sempre ai ragazzi di non giocare al calcio per diventare ricchi e famosi, ma di studiare, di formarsi, programmare il futuro, il calcio deve essere solo un gioco, devono giocare senza l’assillo di diventare il nuovo Messi.

 

Lei è parte integrante di importante progetto: Oratorio Don Guanella Scampia, ce ne può parlare visto che molti non conosco questa zona di Napoli?

 

L’ oratorio Don Guanella Scampia è una realtà nata nel 1994,facevano proprio i tornei tra gli oratori con solo due squadre, poi man mano nel corso degli anni con l’aiuto e l’arrivo anche di altre risorse umane, siamo diventati sempre più professionali, ad oggi contiamo 12 squadre di cui la prima squadra in promozione ormai da 8 anni, ci sono allenatori patentati Uefa B e C, inoltre siamo riusciti a collocare più di qualche atleta nelle  squadre professionistiche, ma il bello è che non ci sentiamo arrivati, dobbiamo e vogliamo migliorarci sempre di più, senza mai rinnegare il nostro passato.






 






Il calcio, mi pare di aver capito, come mezzo per offrire qualche opportunità in più ai giovani del posto, è esatto?

 

Il calcio è uno strumento per avvicinare i ragazzi e darli opportunità calcistiche e non, anche nel libro “Gesù è più forte della camorra” di Don Aniello Manganiello il nostro presidente c’è un capitolo dedicato al calcio come strumento.

 

Lei è a Scampia a che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Io a Scampia ci sono nato, ho frequentato le scuole, ci vivo e resterò finché Dio mi darà la vita, perché per me a Scampia c’è un mare di bene, un quartiere come tanti altri della nostra città, con i suoi pregi e difetti, però è molto bistrattato, soprattutto in qualche libro scritto o nelle serie televisive che hanno girato, appunto a Scampia.  Però è stata raccontata solo una parte, quella della cronaca nera, senza mai mettere in risalto il mare di bene che c’è Tante sono le istituzioni, le associazioni le scuole, ma forse la cronaca bianca non fa gli stessi effetti mediatici della cronaca nera.

 

Ho letto che è in atto da diverso tempo una riqualificazione del quartiere, eppure molti associano Scampia a una sola realtà, perché secondo lei?

 

Sì, ormai Scampia non è più quella di 10/15 anni fa, ma a volte penso che faccia   comodo a tanti che questo quartiere venga etichettato come una zona malfamata per “usarla in ogni situazione che faccia comodo, in negativo è ovvio ”, in effetti Scampia ormai per tanti è diventato un brand, un marchio da usurpare…

 











Del suo lavoro come vigile del fuoco cosa mi sa dire?

 

Beh io faccio il lavoro più bello del mondo, il mio sogno da bambino era fare proprio il vigile del fuoco, proprio come mio zio Ciro che mi portava allo stadio e nelle caserme, quindi io posso dire che ho realizzato il mio sogno.

 

Famiglia e amici quanto sono importanti?

 

La mia famiglia formata da mia moglie Lucia e i miei 2 figli Gianluca e Benedetta sono il mio vivere, anche se li sottraggo molto tempo per il calcio, ma sono senza di loro non saprei vivere. Di amici ne ho parecchi e me li tengo stretti perché chi trova un amico trova un tesoro.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il sogno che vorrei si realizzasse nell’immediato è sicuramente la cessazione della guerra, vedere quelle  immagini di persone senza più una casa,  ma soprattutto quei bambini sofferenti è un colpo al cuore.

 

 

 

 

 

 

 

07 aprile 2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

lunedì 4 aprile 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ADOLFO

RESTUCCIA  

 


 


     

 

 

 

Adolfo Restuggia è un ex giocatore di calcio, ora svolge il ruolo di allenatore. Così ci si presenta: 

 

Ho fatto tutta la trafila nel Napoli, dai pulcini fino alla primavera. Ho vinto un campionato Allievi Nazionali col Napoli dove c'era con me anche Ciro Ferrara, poi sono andato a Palermo in C2 1988/89. Vinto il Campionato 1889/90 siamo andati inC1. Siamo arrivati terzi per un punto e non siamo andati in B. Nel campionato 90/91 Sono andato con la Juve stabia in serie D. Nel campionato 91/92, 92/93 ho giocato nel Portici serie D, 93/94 sono stato alla Caivanese Eccellenza, nel 94/95 al Giugliano in Eccellenza, abbiamo vinto il campionato e siamo stati imbattuti tutto l’anno,  nel 95/96 Marcianise in serie D, 96/97 Angri Eccellenza dove abbiamo vinto la coppa Italia Regionale, 97/98 e 98/99 alla Paganese, persa la finale coppa Italia regionale contro La Cavese. Nell’anno 2000/01 ho giocato 3 mesi coi Silverbak di Atlanta serie B Stati Uniti”.

Ora a 54 anni mi diverto ancora facendo l’intersociale over 50

 

 

 


 

 



 





Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Purtroppo con il covid c'è stato un blocco totale di tutte le attività , tra cui anche quella sportiva, ma grazie a Dio sono riuscito ad allenarmi anche in quel periodo

 

Lei è stato un grande calciatore ed ha avuto una gran bella carriera, secondo lei cos’ha contato di più, l’avere un talento o la costanza nell’allenarsi giorno dopo giorno? 

 

Il talento conta fino ad un certo punto, poi subentra la forza mentale, la dedizione al tuo lavoro, la costanza negli allenamenti e anche un po' di fortuna che non guasta mai.

 








Si ricorda quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ho scoperto quando da piccola mia nonna mi accompagnò a fare un provino nel Napoli, eravamo circa 200 ragazzi, mi presero e lì capii che il calcio sarebbe stato la mia vita

 

Un’esperienza fondamentale è stato l’ingaggio con il Palermo, direi che ha avuto grandi successi e grandi soddisfazioni, che ricordo ha di quel periodo?

 

A Palermo ho trascorso due anni indimenticabili, una citta che subito mi ha accolto con tanto affetto ed amore, una citta dove ci sono tifosi che amano la propria squadra e poi vincere un campionato a Palermo davanti a 40000 mila persone è semplicemente un qualcosa di unico e spettacolare.

 








Ad un certo punto lei si trasferisce vicino a casa sua, lo ritiene uno sbaglio, oppure è andata come doveva andare?

 

Purtroppo è stato un errore, ma non dipese da me, all’epoca ero troppo giovane ed il mio procuratore mi invitò a farlo, ma si rilevò un grosso errore.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


A me piacciono tutti gli sport, quelli che preferisco sono il tennis ed il Basket.


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Oggi giorno purtroppo le rovine dei ragazzi sono le tante scuole calcio inadatte,  tanti genitori fanatici e allenatori senza un’esperienza calcistica e senza un patentino, non ultimo  i genitori che sperano che il figlio diventi Maradona per sistemare le proprie vite.

 










Che cosa si sente di dire a coloro che si avvicinano a questo sport?

 

Per quelli che si avvicinano allo sport, gli dico di farlo in modo spensierato e divertirsi a prescindere da quello che un domani lo sport sarà per loro.



Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il mio gol più bello è stato a Giugliano quando vincemmo il campionato, Giugliano contro il Boscoreale noi eravamo in 10 contro 11 ,era una partita fondamentale per la promozione, ed io a 5 minuti dalla fine segnai quell’ 1- 0 che ci permise poi di vincere il campionato.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Il mio pregio è quello di essere stato un calciatore molto duttile, ho giocato in tanti ruoli, il mio difetto è stato quello di credere troppo alle persone.




 






Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Se tornassi indietro non mi affiderei più a persone incompetenti che hanno pensato solo al loro resoconto, però non mi lamento della mia carriera calcistica dove mi sono tolto tante soddisfazioni e vinto tanti campionati.

 

Com’è stato possibile che l’Italia abbia vinto gli europei per poi non qualificarsi per i mondiali a dicembre 2022, che idea si è fatto?

 

Purtroppo l’Italia non è riuscita ad accedere al mondiale per mancanza di coraggio, non siamo riusciti a dare spazio ad una categoria di nuovi calciatori giovani, che sono il cambiamento del calcio italiano.

 







La famiglia quanto è importante per lei? 

 

La mia famiglia è tutto, mia mamma è la persona che mi sta ancora adesso accanto, è poi ci sono le mie 2 figlie che adoro con i miei due nipotini, la famiglia è tutto per me.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Il mio sogno è quello di poter stare sempre bene di salute e continuare a fare quello che ho sempre fatto, giocare ed allenare i bimbi, questa è la mia passione, questo è il mio amore, cerchiamo tutti di rimanere sempre umili, perché la vita è bella per questo!

 

 

 

05   aprile 2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 31 marzo 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MICHELE GUIDA

 


 


     

 

 

 

Michele Guida è un giovane giocatore di calcio, così ci si presenta:

 

“Mi chiamo Michele Guida sono nato il primo giugno del 1998 a Torre Annunziata in provincia di Napoli, e mi sono diplomato in elettronica elettrotecnica.

 

Gioco a calcio sin da quando ero bambino ho iniziato nella scuola calcio Universal che si trova a Bosco Trecase e ho proseguito nei settori giovanili del Sorrento e Savoia. All’età di 17 anni sono andato subito in serie D all’Agnonese dove ho trascorso 2 anni, gli anni successi li ho trascorsi nel Monticelli e nella Recanatese Gravina Gladiator tutte in serie D e per 3 mesi solamente, causa covid, (Eccellenza Campana) nel Vico Equense. Dopo questa esperienza sono arrivato al Vastogirardi in D dove mi trovo da due anni.

 

 

 

 

 






Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Sono stati anni difficile per via del covid che ha stravolte le nostre vite è stata dura non allenarsi e non giocare, ma ora si va piano piano verso la normalità e si spera per sempre.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è sempre stato il punto di riferimento,   qualunque cosa nella mia vita si collegava al calcio, nella mia famiglia siamo tutti amanti di questo sport,  gioco al pallone da bambino ed è una passione unica.

 

 









Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho giocate in diverse squadre, in ognuno ho imparato qualcosa e ad ognuna la  ringrazio, ma quella più significativa per me è stata nel Vico Equense in eccellenza che mi hanno accolto come uno di famiglia da subito, mi hanno dato la possibilità di ritornare dove meritavo e li ringrazierò sempre.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Non seguo molto altri sport, diciamo che li capisco ma non li seguo.











Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Non so cosa attiri tutti verso questo sport, ma di certo io quando ho iniziato a praticarlo non è stato per soldi, questo perché avevo solo 6 anni, ma sicuramente con il tempo la fama che ti può e il guadagno che ci può essere non sono certamente di secondaria importanza.


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io sono un trequartista, seconda punta, ma ho giocato anche da esterno sinistro.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Ricordo di aver fatto diversi gol belli, ma quello a cui sono più legato è sempre con il Vico Equense, Vico Equense contro il Costa d’Amalfi Calcio, penso che sia il più bello e significativo. 

 









Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio credo sia la mia determinazione, un difetto sicuramente è che dovrei passare di più la palla.

 

Grandi giocatori si nasce oppure lo  si diventa  allenandosi costantemente, e seguendo  un’alimentazione adeguata? 


Sicuramente il talento non si acquisisce, ma la mentalità è tutto.


Un giocatore che lei ammira tantissimo? 


 Ci sono tanti giocatori fortissimi, non sono legato a uno in particolare, mi piace chi sa giocare a calcio 







 

Lei è nato Torre Annunziata a che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Torre annunziata è casa mia sia nel bene che nel male, sicuramente con tanti difetti ma è casa mia e lo sarà sempre. 

 

Famiglia amici e fidanzata sicuramente sono il punto di riferimento della mia vita




 





Lei è molto giovane, che cosa le piacerebbe che si avversasse nell’immediato?

 

Vorrei ritornare a qualche anno fa per riabbracciare i miei cari che non ci sono più.

 

 

 

 

 

 

 

01 aprile   2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

giovedì 24 marzo 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

GIUSEPPE 

LA MONICA

 

 





     

 

 

 

 

Mi chiamo Giuseppe La Monica sono nato a Castellammare Di Stabia in provincia di Napoli il 18/05/2001.  Sono cresciuto nella scuola calcio della mi città, ovvero la Juve Stabia per poi passare alla Virtus Junior Napoli dove sono stato per molti anni.  Finita la scuola calcio ho iniziato col settore giovanile dell’Avellino con l’under 15/16/17. Poi l’Avellino fallì dalla serie B si trovò in serie D e tornai alla squadra della mi città: la Juve Stabia dove sono cresciuto molto negli ultimi anni, stando molto anche nel giro della prima squadra.

 



 

 









Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Il covid ovviamente ci ha stravolto io mi sono sempre allenato a casa dove facevo dei lavori personalizzati per migliorare la capacità aerobica.

 









Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Sin da quando ero piccolo all’età di 3 anni ho iniziato con la scuola calcio e ho capito che sarebbe stata la mia più gran passione.

 









I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?” Lei allo studio ci ha pensato visto che ha la maturità commerciale. Soddisfatto del percorso scolastico o le piacerebbe laurearsi?

 

I miei genitori mi hanno sempre supportato nella mia scelta, sono stati sempre al mio fianco e mi hanno aiutato per tutto quello di cui ho avuto bisogno.

 









Poi lei arriva all’Avellino, che all’epoca era in serie B. Un traguardo importante, si ricorda quali sono stati i suoi stati d’animo?

 

L’arrivo all’Avellino fu importante perché si trattò della mia prima esperienza lontano da casa. È stato molto importante quell’ambiente, perché mi ha fatto crescere e diventare maturo.

 









Si dice che il calcio dia molto, ma allo stesso tempo il successo e la fama possono rovinare – quello che all’inzio eri. Lei è d’accordo?


Io penso che il successo lo si deve saper gestire restando sempre con i piedi per terra, se sai gestire questo e anche la fama non avrai nessun problema con la tua vita. 














Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Il fatto che tutti provano a diventare calciatori? Possono essere molti i motivi c’è chi lo fa per passione e chi per fama anche se alla base di tutto deve esserci la passione, con quella poi vengono automaticamente i soldi e altro.











Lei gioca nel ruolo di? 

 

Io sono un attaccante centrale, ma mi piace svariare molto sul fronte offensivo e dare fastidio a tutta la retroguardia difensiva. 

 










A coloro che aspirano a diventare calciatori facendo pochi sacratici e ne abbiamo tanti, cos’ha da dire?  

 

Il mio consiglio per i più piccoli che vogliono realizzare questo sogno è quello di non dare mai nulla per scontato e di essere sempre costanti soprattutto negli allenamenti, ma soprattutto di non fermarsi alle difficoltà, ma di superarle. 

 








Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La mia famiglia è molto importante per il mio lavoro e anche la mia fidanzata che mi segue sempre e mi aiuta molto anche mentalmente, anche i miei amici mi sono molto vicini e mi supportano sempre.

 








Un sogno che le piacerebbe che si avverasse a breve?

 

Il mio sogno è quello di arrivare più in alto possibile ed essere la versione migliore di me stesso. 

 

 




 

 




24 marzo 2022

 

(Tutti i diritti riservati)