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lunedì 13 gennaio 2020



A CURA  DI PAOLO RADI 








UNA CONVERSAZIONE
     

     
 CON  



ANDREA 
CARLINI  










Andrea Carlini, tifoso della Lazio e ammiratore di Ronaldinho è cresciuto nelle giovanili del Pescara e Frosinone per poi approdare con i grandi in serie D con Chieti Civitanova, Isola Liri Astrea, in eccellenza a Cassino e Tor Sapienza vincendo il campionato di eccellenza con il Cassino. 

Successivamente si è trasferito al   Sezze, in promozione, vincendo il secondo campionato. Fino a dicembre ha giocato nella sua città: Ceccano. Al momento è di nuovo sono la Sezze in Eccellenza. 






Quando ha iniziato la sua carriera agonistica? 

All’età di 14 anni sono stato convocato sia dal Torino sia dal Pescara, ho deciso Pescara perché era più vicino, dato che tornavo ogni settimana, visto che soffrivo di nostalgia: Vorrei precisare che sono stato anche 10 giorni a Torino, mi volevano far firmare. Longo era l’allenatore, e Gambetto era direttore sportivo. La scelta del Pescare fu dovuta comunque alla distanza.









A suo avviso come dovrebbe essere affrontato questo sport del calcio? 

Penso che il Calcio sia una passione che va affrontata con la massima serietà divertimento e sorriso. Un giocatore deve essere sereno per dare il massimo.







I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

Diciamo che nello studio non sono mai stato portato e loro lo sapevano, però mi sono sempre stati vicini in ogni scelta che prendevo, non mi hanno mai detto:” Quello non lo devi fare”. Ho sempre fatto quello che volevo io.



Lei abita a Ceccano altre occasioni per praticare altri sporci saranno state, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che avrebbe potuto interessarla?

Oltre al Calcio mi piace il Tennis e il Basket, ma senza averli mai praticati seriamente.



Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più  legato? 

Sicuramente sono rimasto legato a parecchie squadre tra i primi posti metto il Chieti il Cassino con i loro fantastici tifosi e al Sezze dove c'è un ambiente bellissimo e mi trovo veramente alla Grande!
Sono rimasto molto legato a Federico Di Francesco ora alla Spal... Ci sentiamo molto spesso. È una persona meravigliosa e di grande umiltà. Ha sempre avuto la testa sulle spalle.








Tutti ambiscono a salire di categoria o ai soldi, ma cosa veramente per questo sport? 

Non conta la categoria o i soldi, ma la passione per questo sport.



Lei gioca nel ruolo di? 

Io gioco nel ruolo di attaccante esterno. Sono mancino di piede.







Che cosa le ha dato il calcio e che cosa le ha tolto? 

Il calcio è una palestra di vita. Ti dà e ti toglie... Ci sono delusioni e grandi gioie. Ti fa conoscere molte persone. Quando avevo 16 anni e giocavo nel Pescara ho avuto l'onore di allenarmi qualche volta in prima squadra e conoscere molti personaggi importanti tra questi Mister Zeman, Insegne e Immobile. Etc. E anche nell’anno successivo giocatori come: Perin e Gaetano D'Agostino, Insigne e Verratti.








Il suo più grande difetto?

Il mio più grande difetto è stata la discontinuità.


Il suo più grande pregio?

Il pregio è il dribbling







Ho intervistato diversi giocatori e molti mi hanno ripetuto la solita frase: “Non conta essere molto bravi, ci vuole il procuratore adatto, servono le conoscenze per arrivare in serie B e A, alcune società di chiedono delle cifre esagerate per poter entrare”. Possibile? Corrisponde a verità?  Io pensavo che fosse fondamentale il saper tirare in porta, mentre invece scopro che non è così fondamentale. Ho capito bene? Oppure sono le solite lamentele di chi non è riuscito ad arrivare in alto? 


ll Calcio, lo si sa è ad oggi lo sport più praticato nel mondo e diventa sempre più difficile oggi diventare un calciatore di alto livello.



Quanto pensa che sia importante essere in forma dal punto di vista psicologico?

La testa penso sia la cosa fondamentale di uno sportivo. Puoi avere tutto il talento che vuoi, ma senza di essa non si va da nessuna parte, poi è necessario il duro lavoro!







Ho intervistato prima di lei un suo amico, Ludovico Le Rose che tipo di calciatore è, e cosa vi accomuna? 

Con Ludovico abbiamo giocato un anno insieme nel Frosinone. È un ragazzo con i valori: grande educazione, umiltà e molto bravo nel suo ruolo



Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, che cosa direbbe? 

Non mi sono mai descritto, so di avere delle doti che non sfrutto al massimo, forse il carattere o la discontinuità.






Quant’ è importante per la famiglia? 

La famiglia per me viene prima di tutto! Mi ha sempre sostenuto in questi anni sia nel bene che nel male.


Che cosa si aspetta dal futuro

Per il futuro continuo a divertirmi con la massima serietà, pratico questo sport sin dai 5 anni, è uno sport che amo e continuerò a farlo con la massima serietà. Sono ottimista sul mio futuro.











Grazie   

a cura di Paolo Radi   





13     01     2020 

(Tutti i diritti riservati)  

mercoledì 25 dicembre 2019


 A CURA DI PAOLO RADI 









 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 



  RAFFELE    
 LUPOLI  








Raffaele Lupoli nasce a Manfredonia il 12 maggio del 1992, ha cominciato a frequentare la prima scuola calcio all’età di 5/6 anni prima di entrare a far parte del settore giovanile del Manfredonia calcio che in quegli anni militava in serie D, prima di salire di categoria e entrare nei professionisti in serie C2 e poi C1.

Ci racconta: “Per me era bellissimo guardare quei calciatori a volte anche da vicino avendo la possibilità di stare nel settore giovanile, ho disputato vari campionati con quella maglia, fino all’età di 12 anni. A 13 anni mi convinsero a fare la scelta di provare a giocare a calcio a 5, cosa che mi ha cambiato la vita e mi ha formato come persona e fatti crescere come calciatore.  Ho militato nel Manfredonia calcio a 5 fino all’età di 18 anni, giocando sempre in serie B negli ultimi anni anche da protagonista.”



Prestazioni che gli sono valse la convocazione in nazionale under 21 nel 2010 a 18 anni e la chiamata da parte della società Fuente Foggia che quell’anno aveva vinto il campionato di serie B ed era così approdata in serie A2. 

È stato due stagioni a Foggia, diviso tra prima squadra e under 21, due stagioni che lo hanno formato ancora di più, due stagioni bellissime. Dopodiché per lavoro si è sono trasferito a Rimini, all’inizio lavoravo per un’agenzia interinale, poi prima dell’inizio della stagione calcistica viene contattato dal Forlì calcio a 5, società che disputava il campionato di serie A2.


Gioca fino a dicembre e per vari problemi decide di andar via. Lo stesso anno torna a Manfredonia per necessità personali e lavorative, inizia così la sua collaborazione lavorativa con suo padre e la sua impresa, fondata più di 40 anni fa che per la maggiore fa ristrutturazioni di interni di abitazioni, ville, e altro.  


Lo stesso anno torna giocare per il Manfredonia calcio a 5 sempre in serie B.  Ma per motivi personali ho dovuto prendere decisioni diverse e meno impegnative.  Allora a dicembre si traferisce nella società Futsal Donia c5 con sede sempre a Manfredonia che però militava nel campionato di serie C2. In quei pochi mesi fino a fine stagione, realizza quasi tutte vittorie vincendo i play off per salire di categoria e soprattutto la coppa Puglia.  L’anno successivo con la stessa società sfiorano per un solo punto l’accesso ai play off in serie C1.


Purtroppo quell’anno la società per varie vicissitudini decise di non continuare più l’attività.  Sceglie di accettare la chiamata del San Ferdinando, vincendo il campionato di serie c2 e un’altra coppa Puglia.  Una vicenda ha influito tanto nella mia vita tanto da costringerlo a cambiare di non poco le mie abitudini. 


La stessa società decide di non svincolarmi e tenermi così bloccato per un anno, allora deve prendere l’unica scelta possibile, “cambiare sport” e giocare a calcio a 11 perché per una questione burocratica era possibile solo così. 


La sua esperienza nel Manfredonia calcio di quell’anno in prima categoria è una delle più belle che ricordi “un anno da incorniciare, un’organizzazione come mai avevi visto prima, vincemmo i play off davanti a circa 3000 persone, c’era pubblico che all’epoca si vedeva sono in serie C.  l’anno successivo, cioè quest’anno, sono riuscito a tornare al mio sport e sto attualmente militando nel campionato di serie B con il Torremaggiore”. 

   








    La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

Ho scoperto che sarebbe stata la mia passione proprio come ogni bambino che sognando comincia a praticare questo sport.













Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Se non avessi scelto il calcio non so quale altro sport avrei praticato, mi ha sempre affascinato il basket e infatti lo seguo molto.




I suoi genitori hanno appoggiato questa scelta oppure le hanno detto la solita frase: “Non è meglio che pensi allo studio?” 

I miei genitori hanno appoggiato quasi ogni scelta che ho preso. ma senza farmi perdere di vista le priorità della vita.




Com’è stata la sua prima esperienza da titolare? 

Ricordo con piacere una delle volte in cui essere titolare ha avuto un sapore diverso, infatti al posto mio giocava un ragazzo più grande di me e molto più esperto, ma poi con il tempo e tanto allenamento riuscii a ritagliarmi qualche partita da titolare ... e fu una bella soddisfazione.










Fra le tante squadre in cui lei è stato, quale ricorda più volentieri? 

Le squadre in cui sono stato le ricordo tutte nello stesso modo, infatti in ogni squadra ho avuto la possibilità di crescere e fare esperienza, ogni anno ha avuto dei momenti belli e dei momenti meno belli, ma ricordo tutto con enorme soddisfazione



 Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore del calcio a 5?

Velocità di pensiero, tanta pazienza e intelligenza tattica.









Perché non sono molti i ragazzi he scelgono come sport proprio il calcio a 5? 

Secondo me tanti scelgono il calcio a 11 inizialmente perché è più popolare ed è facile che i ragazzini alle prime esperienze sognano di diventare:  “Totti o Ronaldo”.


    Qual è il suo stato d’animo prima di una partita?

Prima di una partita le emozioni sono parecchie... diciamo che con il tempo le cose cambiano, si diventa un po’ più sicuri e quindi l’emozione e la tensione delle prime volte diventano consapevolezza e quindi concentrazione.


E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato, oppure volta pagina? 

Sicuramente il miglior modo per crescere è proprio quello di ripensare ai propri errori e quindi di provare a non commetterli più.










Il suo goal più bello?

Non c’è un gol più bello... a me piace distinguerli in gol importanti e gol meno importanti,  quelli importanti sono quelli fondamentali a raggiungere le vittorie,  gli altri sono semplicemente inutili!


Una partita che vorrebbe dimenticare? 

Quarti di finale scudetto under 21, Fuente Foggia – Augusta, giocammo il giorno del mio compleanno con il risultato dell’andata che ci vedeva favoriti per 6-2; realizzai una doppietta che non servì a nulla. Uscimmo comunque dalla coppa per una brutta sconfitta, quella è una partita che vorrei dimenticare.







Un suo pregio? 

Un mio pregio è che sono molto altruista e molto generoso.


Un suo difetto?
Difetti? Non basterebbe una giornata per elencarli tutti.









Che cosa le ha dato il calcio, che cosa le ha tolto il Futsal oppure cosa le sta togliendo in questo momento? 

Il calcio e il futsal sono due cose completamente diverse: il calcio ha il suo fascino e l’anno scorso mi ha regalato emozioni che poche volte ho provato nella mia vita mentre il futsal è una forma d’arte per me, se non la provi non la puoi capire ha un fascino particolare , soprattutto in certe categorie più alte.




 La famiglia che cosa rappresenta per lei?

La famiglia per me è ciò che conta di più nella mia vita ... solo le uniche persone che non ti volteranno mai le spalle nonostante gli errori commessi, essa è l’unico ombrello che si apre sempre in caso di pioggia.











 Un sogno nel cassetto? 

Sto vivendo la mia vita cercando di tenere d’occhio le mie priorità, ci sarà tempo per sognare qualcosa e provare a realizzarlo, per ora vivo solo di realtà e la realtà è il mio presente. 



  Grazie   

a cura di Paolo Radi   





25      12     2019 
(Tutti i diritti riservati)  






 Nell'occasione vi auguro 


Buon natale e buone feste 


Paolo Radi